L'avventura di Giuseppe Bertuccio D'Angelo alla ricerca della formula della felicità attraverso i sei continenti e le loro culture. Espandi ▽
Nelle profondità della savana africana, esiste un mondo che sembra sfuggito al passare del tempo. Giuseppe Bertuccio D'Angelo ci conduce in un viaggio straordinario nel cuore della vita degli "Hadzabe", una delle ultime tribù di cacciatori-raccoglitori della Terra. Più di un reportage, questa è una poesia visiva sulla connessione ancestrale tra uomo e natura, sulla forza delle tradizioni e sul significato autentico della felicità. Attraverso cacce selvagge, rituali intorno al fuoco e momenti di pura umanità, scopriamo non solo un popolo, ma una parte di noi stessi che credevamo perduta. Un'opera unica, potente e intima, che ci invita a rallentare e ad ascoltare il battito del nostro legame più profondo con la terra e con il tempo, oltre che a riflettere sul significato della vera essenza dell'esistenza umana. Recensione ❯
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Stanley Tucci intraprende un indimenticabile viaggio culinario tra cinque regioni italiane, mostrando i loro sapori unici e le ricche tradizioni Espandi ▽
"La via migliore per comprendere ciò che rende unico un Paese è attraverso il suo cibo, che esprime la sua identità nel modo più diretto". A parlare è Stanley Tucci, l'attore italoamericano che negli ultimi anni si è costruito una reputazione, oltre che come ottimo interprete cinematografico, come esperto di cucina, cuoco, autore di libri di ricette e grandissimo estimatore del cibo in tutte le sue varietà.
E poiché, come dice lui stesso, in Italia "ogni regione si differenzia per il suo carattere e la sua storia", Stanley ha creato l'ennesimo programma dedicato all'Italia e al suo cibo, Tucci in Italy, dedicando le sue cinque puntate ognuna ad una regione: Lombardia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Abruzzo e Lazio. La serie è prodotta dallo stesso Tucci insieme al National Geographic, cosa evidente per la qualità delle riprese della natura e dei luoghi dell'Italia più accattivante.
Vedere la serie è come ascoltare una bella favola che ci fa dimenticare le tante brutture dell'Italia di oggi, e ci rende orgogliosi di essere comunque un paradiso agroalimentare e paesaggistico che il mondo - giustamente, direbbe Stanley - ci invidia. Recensione ❯
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Un ritratto intimo e stratificato di Marc Jacobs, stilista che ha segnato intere stagioni della moda americana e internazionale. Espandi ▽
Girato tra New York e Parigi, il documentario di Sofia Coppola è basato anche su materiali d'archivio, footage inediti e conversazioni private. Il risultato è un complesso ritratto di Marc Jacobs, un personaggio fuori dal comune con cui la regista ha da sempre una bella amicizia privata e professionale. Recensione ❯
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Un documentario sulla memoria e sul dramma dell'Alzheimer. Espandi ▽
Calenzano, provincia fiorentina. Ottobre del 2016. Andrea si trasferisce in Via Don Minzoni n.6 a casa dei nonni Anna e Rino Caciagli, per aiutarli nella loro vita quotidiana. Sono trascorsi alcuni mesi da quando sua nonna ha manifestato i primi sintomi dell'Alzheimer e la famiglia ha cominciato a prendersi cura di lei e di suo marito Rino, che non sembra accorgersi della gravità della situazione. Le vecchie fotografie, i video del cellulare, le interviste ai figli Marco e Matteo e le riprese in casa ci immergono nel mondo della famiglia di Andrea. Tutti i parenti si stringono attorno ad Anna, affrontando la situazione con un'ironia tutta toscana, ma resta difficile per la familiari riuscire ad occuparsi di ogni cosa che lei non è più in grado di fare: la spesa, i pasti, i vestiti, le medicine, le bollette. Andrea osserva tutto questo dall'interno: le perdite di memoria della nonna, la rabbia di Rino, che non comprende la malattia della moglie e rifiuta violentemente la presenza di Andrea in casa, e gli sfoghi di Marco, che porta sulle spalle il peso della situazione. La commistione di tempi, spazi e formati - foto, cinema, video, VHS, smartphone - restituisce la frammentazione della memoria di Anna, che lentamente va svanendo. Recensione ❯
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Un documentario sulle difficoltà della vita a Kabul. Espandi ▽
Un documentario che esplora le realtà sociali, politiche e personali della vita in Afghanistan, in particolare dopo la presa del potere da parte dei talebani. Il film mira a rappresentare il lato umano del conflitto, concentrandosi sulle esperienze di persone comuni che lottano per sopravvivere e mantenere la speranza in un contesto difficile. Recensione ❯
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Un documentario in più puntate che racconta l'incredibile vita di Mauro Rostagno che sognava un mondo senza mafia. Scritto anche da Roberto Saviano. Espandi ▽
Mauro Rostagno era un sognatore che improvvisamente apriva gli occhi per tuffarsi in un sogno più grande. L'ultimo era così grande che lo uccise Recensione ❯
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Mariska Hargitay esplora la vita della madre Jayne Mansfield, tra memorie intime e immagini inedite, alla ricerca della donna dietro l'icona. Espandi ▽
Mariska Hargitay aveva solo tre anni quando sua madre, la leggenda di Hollywood Jayne Mansfield, morì tragicamente in un incidente d'auto, con Mariska seduta sul sedile posteriore. My Mom Jayne segue Mariska nel suo percorso alla ricerca di risposte sulla figura materna: l'icona sotto i riflettori, l'artista, ma soprattutto la madre che non ha mai potuto conoscere. Attraverso interviste intime a familiari e amici, e un ricco archivio di foto e filmati inediti, il documentario svela con Mariska chi fosse davvero Jayne, non solo per il pubblico ma per chi l'amava davvero. Recensione ❯
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Ritratto intimo di Ferdinando Scianna, grande fotografo e narratore, che ripercorre una vita tra arte, malattia, amicizie e riflessioni sul senso delle immagini. Espandi ▽
Ferdinando Scianna a 80 anni ripercorre, con la saggezza dell’età unita alla vivacità di un giovane, quasi un secolo di storia della cultura italiana ricordando incontri e scelte di vita che lo hanno reso Maestro, talvolta inconsapevole di molti intellettuali italiani e non. Roberto Andò realizza un ritratto magistrale di un artista che è stato suo maestro ed è diventato un amico capace di rendere vivo e attuale anche il ricordo più remoto. Ci sono documentari che travalicano i limiti, talvolta angusti, che si attribuiscono al genere, per aprirsi a una dimensione altra che condensa in sé una molteplicità di aspetti e di valenze. È quanto accade in questo accostarsi di Roberto Andò a un artista cosciente del proprio percorso. Recensione ❯
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Struggente riflessione sulla memoria dei luoghi e sulle implicazioni più granulari e domestiche
della diaspora iraniana. Documentario, Iran, Norvegia, Italia2025. Durata 80 Minuti.
Passato e presente si mescolano nel racconto di una ragazza fuggita dall'Iran. Espandi ▽
Dagli Stati Uniti Maryam fa installare delle telecamere nella casa dove è cresciuta, in Iran, e dove ora vivono i suoi genitori. È un modo per star loro vicina, e per tenerli d'occhio nelle difficoltà della vecchiaia. La donna aveva dovuto infatti lasciare il paese natale da giovane, in seguito alla rivoluzione islamica del 1979. Da allora non ha più fatto ritorno, e le immagini digitali e sezionate dell'abitazione sono l'unico punto di contatto con la propria storia familiare. Un legame flebile, soggetto non soltanto agli umori e alla salute dei genitori ma anche ai tumultuosi eventi esterni.
Struggente riflessione sulla memoria dei luoghi e sulle implicazioni più granulari e domestiche della diaspora iraniana, questo particolare ibrido di tecniche documentaristiche ed elementi di finzione è in linea con la grande vitalità e capacità inventiva del cinema iraniano, alla cui tradizione aggiunge una chiave formale inedita. Recensione ❯
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In un quartiere dimenticato di Palermo, tre bambini trasformano un edificio abbandonato in un rifugio segreto dove sfuggono alla violenza del mondo. Espandi ▽
Mery, Rosy, Giada e Angelo vivono a Danisinni, un quartiere di Palermo che sembra avere una sua vita separata rispetto alla città. Nel mezzo della più importante piazza sorge l’edificio abbandonato dell’asilo. C’è chi lo ritiene infestato non si sa bene da cosa e chi lo utilizza come discarica. Quando il gruppo lo scopre lo considera come un castello in cui, una volta ripulita una stanza, potersi rifugiare ritenendolo inattaccabile. Il racconto di un quartiere difficile di una città che si trasforma grazie alla fantasia e all’impegno di chi ancora sa immaginare un futuro diverso. Questo documentario è in grado di fornire un’interessante ventaglio di elementi per comprendere la vita in un quartiere di Palermo poco distante dal centro ma, al contempo, quasi dimenticato. Siamo invitati a chiederci se il diritto ad un’infanzia in una città ‘normale’ (come ha scritto una bambina che non è nel film ma abita in quegli stessi spazi) debba restare nell’ambito della fiaba lì come altrove o possa trasformarsi in una realtà da condividere con altri. Recensione ❯
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Mirela, 40enne bosniaca a Rimini, torna a Sarajevo e al Dom Bjelave: qui, tra amici d'infanzia, affronta il passato segnato dalla guerra. Espandi ▽
Mirela, quarantenne bosniaca, vive a Rimini con il compagno e i due figli. Spinta da un passato irrisolto, torna a Sarajevo, dove ha vissuto fino all'età di dieci anni all'orfanotrofio Dom Bjelave. Evacuata su un convoglio umanitario allo scoppio della guerra, ritrova ora gli amici d'infanzia. A 30 anni esatti dall’Accordo di Dayton per la pace in Bosnia ed Erzegovina, il documentario racconta la difficoltà della rielaborazione delle ferite della guerra. C’è un senso perenne di struggente malinconia in Dom di Massimiliano Battistella che sceglie di racchiudere in uno spazio, ancora più delimitato e in qualche modo chiuso, quello del formato 4:3, la storia di Mirela, trapiantata in Italia a 10 anni per salvarla, insieme ad altri 66 bambini, dal conflitto in atto a Sarajevo nel 1992. «Perché sono andata via, perché non ho potuto decidere io?» si chiede nel film che non può dare delle risposte se non mostrare, attraverso una storia apparentemente particolare, oltretutto di tanti anni fa, l’estrema attualità universale dell’orrore della guerra che, se non ti uccide subito, crea ferite, anche psicologiche, che possono durare tutta la vita. Recensione ❯
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Dietro i lustrini di Miss Italia, la patron Patrizia Mirigliani lotta per salvare l'iconico concorso, ora in pericolo tra scandali e standard di bellezza in evoluzione. Recensione ❯
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A Santa Cecilia, due agnelli diventano il cuore di un antico rito: dalla loro lana il pallio papale, mentre nell'Anno Santo il Papa si ammala. Espandi ▽
Si segue il percorso compiuto da due agnelli che non debbono essere sacrificati, come accadeva nei riti dell'Antico testamento, ma, molto più semplicemente, accuditi per essere poi tosati. La loro lana servirà per tessere uno dei paramenti più simbolici ed antichi nella Chiesa Cattolica. Ad occuparsene sono le suore di clausura del convento romano di Santa Cecilia in Trastevere.
Il processo di preparazione dei pallio diviene occasione per assumere i tempi e i ritmi delle suore che li tessono e li cuciono.
Chi vuole abbandonare i ritmi frenetici della contemporaneità per lasciarsi andare ad un fluire diverso del tempo trova qui un'ottima possibilità di farlo grazie ad immagini che ci propongono una scelta di vita molto diversa dal consueto. Recensione ❯
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Prima di pubblicare il suo album più personale finora e che chiunque ne udisse una sola nota, Yungblud e la sua famiglia di artisti itineranti si sono recati a Berlino per suonare e registrare quei brani inediti per la prima volta dal vivo. Nessun pubblico, nessun artificio e nessuno a dirgli cosa fare, come cantare o che atteggiamenti assumere. Il tutto ripreso dalle telecamere, nel nome della verità e della fiducia reciproca.
E lì, all'interno dei leggendari Hansa Studios - dove Bowie scrisse e registrò 'Heroes' e gli U2 crearono 'One' - Yungblud ha capito che nulla sarebbe stato più lo stesso. Era esattamente dove doveva essere per capire dove fosse diretto. Vulnerabile, autentico, e pronto a ciò che il futuro ha in serbo. Recensione ❯
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