Appena uscito nei cinema italiani probabilmente è l'ultimo film, salvo imprevisti, di Clint Eastwood regista che con un colpo di coda ci regala un gran bel film.
Il titolo indica il genere: è un legal thriller in parte ambientato in un'aula giudiziaria, siamo in Georgia: Justin Kemp (Nicholas Hoult) 24 anni, giornalista, con un passato da alcolizzato ma che da 4 anni si è liberato da questa dipendenza è sposato con Ally (Zoey Deutch) in gravidanza avanzata e viene scelto a fare il giurato in un processo penale, malgrado abbia cercato di farsi esonerare.La vicenda processuale (di cui Justin non era a conoscenza) riguarda James Sythe (Gabriel Basso) che è un uomo violento con precedenti penali ha una relazione tossica con Kendall (Francesca Eastwood) una sera di ottobre hanno litigato violentemente (solo a parole) in un bar davanti tutti gli avventori, la ragazza decide di lasciarlo e si avvia a casa a piedi ,sotto una violenta pioggia, James cerca di dissuaderla e poi sale sull'auto e si avvia nella direzione presa da lei, una donna nel bar ha ripreso con il cellulare tutta la scena. Kendall viene trovata morta in un burrone sotto un ponte, l'autopsia accerta che ha ricevuto un colpo in testa ed è caduta dal ponte. Justin ricorda che quella notte circa a quell'ora era passato sul ponte aveva sentito un colpo, era sceso non avendo visto nulla era convinto di avere colpito un cervo numerosi nel luogo. Altri protagonisti sono il P.M. Faith Killebrew (Toni Colette) vice procuratore distrettuale che è candidata nell'elezione del Procuratore Distrettuale e una vittoria nel processo garantirebbe l'elezione e un giurato Harold (J.K. Simmons) che si rivela essere un poliziotto andato in pensione. Per non "spoilerare" tralascio la trama di un film che deve essere visto fino in fondo senza anticipazioni.
Clint lascia il cinema con un botto finale perché il Giurato numero 2 è un capolavoro,, è un film "clintiano" al massimo, che termina, dopo avere avvinto lo spettatore per una continua suspense, lasciandolo pensare: perbacco è fuori moda! Non è come si potrebbe pensare, un remake di La parola ai giurati capolavoro di Sidney Lumet del 1957, ma certamente Clint con un'abilità magistrale ne ha attinto alcune scene, ad esempio un testimone anziano che dichiara di avere visto l'imputato la notte del delitto scendere dall'auto e guardare intorno ha probabilmente mentito perché dalla sua posizione non poteva vedere l'imputato, ricorda la donna teste che nel film di Lumet testimoniava di avere visto il ragazzo uccidere il padre affermando una cosa non vera stante la sua posizione. Si è parlato di influenza di Hitchcock, il che appare credibile per i continui colpi di scena, che Clint ha vitalizzato con continui flashback, in ogni caso dimostra l'intelligenza di un regista che ha imparato dai maestri del passato. Ho trovato poi eccezionale la scena delle arringhe finali dell'accusa e del difensore, che sapientamente sono state frazionate con l'utilizzo di flashback e di flash forward risolvendosi in un botta e risposta: ad ogni affermazione del procuratore risponde subito la risposta del difensore. Clint è anche un regista di attori nel senso che anche un attore discreto con lui rende al massimo sapendo il regista ottimizzare le sue qualità, ho trovato bravissima Toni Colette (Sesto senso, Cena con delitto) nel ruolo di procuratore divorata dai dubbi e dalla scelta tra verità e giustizia, bravo anche Nicholas Hoult (Tolkien nel film omonimo), quanto a J.K. Simmons è un veterano del cinema e la sua bravura è riconosciuta, qui è nel ruolo di un giurato curioso, simpatico e fuori dalle righe, bravi anche tutti i comprimari. La Warner bros. voleva fare uscire il film solo in Home video , visto però il successo in Francia, Spagna e adesso in Italia oltre che nelle sole 45 sale USA (!), pare che lo voglia lanciare in vista degli Oscar. D'altra parte Eastwood ha avuto sempre difficoltà con il mondo radical chic di Hollywood pur avendo vinto 2 Oscar come regista e 2 come migliore film (ne meritava di più) non ha mai vinto un Oscar come attore, probabilmente è mal visto dalla Hollywood radical chic, in disgrazia essendo un conservatore repubblicano (ha votato Trump), ma che ha saputo disinvoltamente affrontare le più diverse storie. In conclusione un film capolavoro che dà la scelta del finale allo spettatore: è meglio la verità o la giustizia, o forse tutte due?
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|