
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Gran Bretagna |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Giovanni Tortorici |
Attori | Manfredi Marini, Vittoria Planeta, Dana Giuliano, Zackari Delmas, Maria Pia Ferlazzo Luca Lazzareschi, Sergio Benvenuto. |
Uscita | giovedì 27 febbraio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 3,06 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 febbraio 2025
Il racconto di formazione di un giovane che si sposta da Londra a Siena per inseguire un sogno. In Italia al Box Office Diciannove ha incassato 63,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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2015. Leonardo parte da Palermo per raggiungere la sorella a Londra per studiare business. Cambia però presto idea e si sposta a Siena per iscriversi all'Università. All'inizio segue le lezioni di letteratura, poi si isola nel suo appartamento. Non lega né con gli altri studenti anche se una di loro, Giulia, lo invita spesso a unirsi a loro, e neanche con le coinquiline. Si cucina da solo, non esce dalla sua stanza ed è circondato solo dalle amate lettere classiche. Nel corso di quest'anno accademico ogni tanto rivede qualcuno, come il cugino che va a trovare a Milano. Ma si accorge che il mondo ideale che è nella sua testa è profondamente diverso da quello che c'è fuori.
Diciannove sono gli anni che ha Leonardo quando decide di partire da Palermo. Diciannove sono anche gli anni che aveva il regista Giovanni Tortorici, al debutto nel lungometraggio, nel 2015. Possono esserci quindi potenziali 'frammenti' di vita vissuta in questo racconto inquieto in cui si avverte anche una distanza tra la quotidianità del protagonista e i filmati o i gruppi social dove ogni angolo del mondo sembra facilmente raggiungibile.
Quelli di Leonardo sono spostamenti inquieti:
Palermo, Londra, Siena, Milano e Torino. Quasi un 'diario' proprio come quello di Elio in
Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, produttore del film di cui Tortorici è stato assistente
alla regia nella serie We Are Who We Are e ha curato le riprese del backstage sul set di Bones and
All. I punti di vicinanza non finiscono qui. C'è anche un modo di inquadrare i luoghi che li
avvicinano. Londra viene filmata come se fosse sempre sospesa tra il set e la finzione, proprio come
in The Protagonists. In più c'è un rapporto quasi sanguigno nel modo di mostrare la passione per la
letteratura per Tortorici, così come in Guadagnino ci sono non solo riferimenti, ma continue 'lettere
d'amore' ai cineasti e ai film che ama.
Diciannove non è l'esordio dimesso che accomuna molti debutti del cinema italiano. Al contrario è
piuttosto sfrontato, proprio come nella scena dell'esame all'Università in cui Leonardo rifiuta 26
all'esame, momento con echi da Martone di Morte di un matematico napoletano, per l'asprezza del
confronto verbale, per il modo in cui nella parola viene spesso sottolineata la recitazione. Tortorici
la fa sentire nei dialoghi. Può essere un difetto ma anche una risorsa, un marchio già riconoscibile
del suo cinema.
Si vede anche nel finale, in quel dialogo diretto col semiconoscente di famiglia a
Torino dove l'apparente impostazione teatrale poi, forse nella sua ridondanza, si scioglie
progressivamente. Per questo l'esordio di Tortorici ha un immediato impatto perché ha il coraggio
di non porsi limiti, sia a livello di dialoghi ma anche di messinscena come negli effetti di
animazione. Trova il volto giusto per Leonardo, interpretato da Manfredi Marini, che ha un po' la
ribellione, le nevrosi ma anche l'incoscienza di un giovane Lou Castel.
Ma anche dietro la sua
ruvidezza, trova molti momenti riusciti come quello del protagonista che gira di notte per Siena
perché insonne e soprattutto il momento bellissimo della giornata passata insieme alla sorella dove
coglie insieme la distanza e l'intimità tra loro. Non è il classico racconto in prima persona, non è il
film italiano che si parla addosso. Per questo Diciannove è un debutto decisamente convincente e
anche i suoi limiti lo rendono, paradossalmente, ancora più elettrizzante.
Passi l'ennesima mattonata inflitta allo spettatore italiano, il limite è la sproporzione tra ciò che vorrebbe essere e ciò che è. Per quanto irrisolta narrativamente, quantomeno la figura del protagonista, insieme ad alcune scelte registiche (non tutte) e alle musiche, tiene in piedi la baracca. Per il resto pare ci sia solo orrore, ma anche quello va saputo raccontare. [...] Vai alla recensione »
Quando sono andata al cinema, come genitore, ero speranzosa di trovare qualche risposta in grado di illuminarmi e capire meglio il mondo attuale degli adolescenti. Ne sono uscita pi? disorientata che mai. Mi ritengo molto empatica e spesso mi immergo nella realt? dei mie figli adolescenti, ma in quella di Leonardo non ci riesco proprio. Non capisco il senso del film, dove vuole arrivare.
"Un esordio sfrontato e decisamente convincente dove anche i suoi limiti lo rendono ancora più elettrizzante." Una redazione dadaista. Certamente non Simone Emiliani (l'articolo più in basso esprime lo stesso concetto rispettando la sintassi).
Sono entrata in sala nella speranza di capire meglio il mondo adolescenziale, io che sono mamma di due adolescenti. Sono rimasta delusa. Alcune scene sono inutili, superficiali e al limite del disgusto. Sono uscita dalla sala ancora più disorientata, un po' amareggiata perché in fondo non ho trovato un senso a questo film. Un ragazzo viziato, colto ed intelligente ma incapace di [...] Vai alla recensione »
Il tempo che ho trascorso al cinema con la consapevolezza di vedere un film...la cosa peggiore che un film possa trasmettermi.
Un "film" di cattivo gusto, vorrei chiedere a Tortorici che contributo dà al contesto del "film" l'uomo attempato che si masturba di fianco al protagonista sul treno che lo sta portando a Siena...inutile e di cattivo gusto. Terribile "film".
Il film Diciannove, prodotto da Luca Guadagnino e presentato in anteprima alla 81ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti e che ha vinto l'NDR Young Talent Award al Festival di Amburgo, rappresenta l'esordio cinematografico di Giovanni Tortorici. Il film segue la storia di Leonardo, un ragazzo di 19 anni che lascia Palermo per andare a Londra a studiare economia, [...] Vai alla recensione »
Superbia, spocchia adolescenziale e arroganza sono sia uno stato persistente dell'adolescenza più inquieta, sia i difetti di tante opere prime, che nella fregola di mostrare e dimostrare non vedono la misura e inciampano. Diciannove è un'opera prima e pure se il suo regista l'adolescenza l'ha passata da un po' ormai sembra ricordarla bene, e intride il suo film di tutto ciò che passa per la testa a [...] Vai alla recensione »
Sulla soglia dei vent'anni, non è facile affermare con orgoglio «noi siamo chi siamo», perché l'identità è in via di definizione, e si costruisce spesso imparando ad osservarsi in particolari specchi: gli occhi degli altri. Lo sa bene Giovanni Tortorici, già assistente alla regia della travolgente serie tv sugli adolescenti «We are who we are» (2020) diretta da Luca Guadagnino, che ha acquisito la [...] Vai alla recensione »
Leonardo è un ragazzo palermitano di diciannove anni, scanzonato e indipendente, che, dopo essere andato a Londra a trovare la sorella alla quale è molto legato, decide di iscriversi alla Facoltà di Lettere presso l'università di Siena. Qui, dopo avere preso in affitto una stanza in un modesto hotel per studenti, passerà il tempo tra pasti bruciati su un fornelletto elettrico, solitudine e intenzioni [...] Vai alla recensione »
Il giovanotto sembra indeciso a tutto. Sbagliato: cerca qualcosa che gli piaccia davvero. Via dalla Sicilia in direzione Londra, dove gli amici fanno vita da pub, e lui non si diverte a sbronzarsi tutte le notti. Decide di andare a Siena, dove passeggia nelle strade acciottolate, studia la letteratura italiana del Trecento, quasi incendia la stanzetta cucinando i pasti sul fornelletto.
A 19 anni, Leonardo, il protagonista dell'eccezionale esordio di Giovanni Tortorici, arranca nel suo primo anno di università. L'adolescenza si è disintegrata sotto i suoi piedi e l'età adulta aleggia beffarda fuori portata. Tortorici evidentemente ricorda quella sensazione disorientante di essere liberato nel mondo senza aver ancora trovato se stessi.
Leonardo non è un ragazzo facile. Vive a Palermo, ama la letteratura classica, inizia a sentire le prime pulsioni sessuali, raggiunge la sorella a Londra, poi si sposta a Siena, infine a Torino. In questo road-movie esistenziale, nella sua formazione non lineare di crescita, Leonardo sonda il mondo, intuendo di non esserne così partecipe. Cerca rifugio.
«Nella mia passione per i libri antichi sono sempre stato legato all'autobiografismo. Ero fanatico di Leopardi, tra i miei libri preferiti c'era l'autobiografia di Vittorio Alfieri, Benvenuto Cellini. Rispetto alla letteratura impostata mi hanno sempre dato qualcosa in più». Così Giovanni Tortorici si raccontava da Venezia su queste pagine parlando del suo esordio, Diciannove, che è stato il film rivelazion [...] Vai alla recensione »
"Diciannove" è l'opera prima che Giovanni Tortorici ha diretto sotto il nume tutelare produttivo di Luca Guadagnino. Il titolo rimanda all'età del protagonista Leonardo (Manfredi Marini), un "giovane Holden" palermitano che cerca disperatamente un proprio posto nel mondo. Pur affamato di vita, è uno spirito asociale, tanto assolutista nella sua ossessione per la letteratura trecentesca, quanto precario [...] Vai alla recensione »
Quando nasce un regista, ce ne si dovrebbe accorgere. Giovanni Tortorici, classe 1996, prodotto da Luca Guadagnino, non è uno da realismo paratelevisivo o da neorealismo aggiornato, ovvero gli standard del cinema italiano. Non è certo uno da tesine e temini sugli argomenti sociali à la page, buono, corretto, giusto, impegnato, "con il messaggio" pronto all'uso.
Il titolo corrisponde all'età del protagonista, fuori dal liceo, verso l'università: a Londra, a casa di amica e sorella, per studiare Business, poi cambio repentino e inspiegabile a Siena per Letteratura, scontento dei professori e intento ad approfondire da autodidatta solitario la «bella lingua» italiana. Tortorici, prodotto da Guadagnino, esordisce con un coming of age irrequieto, leggiadro ma [...] Vai alla recensione »
"Testa di corno" glielo dice la mamma, "cog**one" pure (ma anche la sorella con la confidenza dovuta ai congiunti), "poveraccio" se lo fa dire da un amico di famiglia, "povero disperato" se lo dice da solo. Se l'adolescenza è anche l'età dell'autocommiserazione, Diciannove ne è un catalogo, non privo di una sua ironia, con il volto del debuttante Manfredi Marini a evocare evidentemente quello di Lou [...] Vai alla recensione »
Comincia con il sangue sul cuscino e sul lavandino e si chiude, nella penultima inquadratura, con un sorriso. Diciannove - il titolo indica l'età del protagonista - è un febbrile coming of age, così italiano e così poco italiano, dove ogni spazio è una scoperta. È un vagabondaggio inquieto quello di Leonardo, che parte da Palermo nel 2015. Raggiunge la sorella a Londra per iniziare gli studi di business [...] Vai alla recensione »
Si chiama Diciannove, come l'età del suo giovane protagonista, il film che Giovanni Tortorici porta a Venezia 81 in concorso Orizzonti, con quello che segna il suo esordio alla regia di un lungometraggio. Il diciannovenne in questione, Leonardo, interpretato da Manfredi Marini, a sua volta esordiente, è uno studente che viene presentato come svogliato e un po' goffo, che parte da Palermo per raggiungere [...] Vai alla recensione »