lizzy
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venerdì 29 marzo 2024
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l''insostenibile pesantezza della vecchiaia
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Che dire...
La trama è quel che è e potrebbe interessare o meno sicuramente però una platea non enorme.
Castellitto è stato fantastico a riprodurre esattamente un uomo centenario, ma quel che fa acqua da tutte le parti sono sicuramente, oltre la debole trama, i vari comprimari.
Anche la fine becera (a mio avviso) con una verità non completamente rivelata (la giovane madre forse era deceduta proprio di parto?) si infrange su quella foto sostituita che non da certo lustro all'operato dell'altro "trovatello" con il quale il protagonista passerà, nel bene o nel male, tutto il film.
Un film che più che far riflettere sulla questione dei "cento anni" fa pensare che oggigiorno nessuno è colpevole e tutti sono da assolvere.
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Che dire...
La trama è quel che è e potrebbe interessare o meno sicuramente però una platea non enorme.
Castellitto è stato fantastico a riprodurre esattamente un uomo centenario, ma quel che fa acqua da tutte le parti sono sicuramente, oltre la debole trama, i vari comprimari.
Anche la fine becera (a mio avviso) con una verità non completamente rivelata (la giovane madre forse era deceduta proprio di parto?) si infrange su quella foto sostituita che non da certo lustro all'operato dell'altro "trovatello" con il quale il protagonista passerà, nel bene o nel male, tutto il film.
Un film che più che far riflettere sulla questione dei "cento anni" fa pensare che oggigiorno nessuno è colpevole e tutti sono da assolvere.
Il Castellitto qua si rivela, intendo come personaggio, ingombrante ed irriverente, scostumato ed insopportabile: perchè mai assecondarlo in tutto solo per avere la sua presenza al convegno?
Bisognerebbe finirla con questi pietismi tout court.
Bravo Castellitto.
Maluccio tutto il resto.
Specie la Signoris: completamente fuori parte e non adatta a questo genere di pellicole.
Sempre "secondo me"...
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kosir
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domenica 31 dicembre 2023
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insostenibile.
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Non si comprende per quale motivo i film italiani debbano essere necessariamente sopravvalutati. Se un film non merita, non merita. Punto e basta. A parte le apprezzabili intenzioni di ricordare l'esistenza di una legge insensata, per il resto, non è interessante, non è scorrevole, è noioso all'inverosimile e non è divertente. Anche gli attori mi sono sembrati un poco indolenti. Parere personale, ovviamente.
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giovanna raggi
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domenica 8 ottobre 2023
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film brutto
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Mi sono annoiata tanto e ho trovato il film un vero pacco. Vuole strizzare l'occhio a quel certo genere di cinema, diciamo... di "intellighenzia di sinistra", che piace tanto ai critici nostrani (due palle), ma in realtà è un gran bel pacco. Non si ride, non ci si emoziona e Castellitto è sempre troppo compiaciuto e trombone. Si sta invecchiando pure lui. Non lo consiglio. Brutto.
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(di lizzy)
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clara stroppiana
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giovedì 5 ottobre 2023
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quasi riuscito
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Il più bel secolo della mia vita ha il merito di portare all’attenzione del pubblico una legge assurda e poco nota che ad oggi in Italia riguarda 400.000 persone. Stabilisce che i cittadini registrati nell’atto di nascita come NN (Nomen nescio), hanno diritto a conoscere le proprie origini solo al compimento del centesimo anno di età. Alessandro Bardani costruisce intorno a questo tema il suo film d’esordio, con lo sguardo rivolto soprattutto alla commedia all’italiana.
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Il più bel secolo della mia vita ha il merito di portare all’attenzione del pubblico una legge assurda e poco nota che ad oggi in Italia riguarda 400.000 persone. Stabilisce che i cittadini registrati nell’atto di nascita come NN (Nomen nescio), hanno diritto a conoscere le proprie origini solo al compimento del centesimo anno di età. Alessandro Bardani costruisce intorno a questo tema il suo film d’esordio, con lo sguardo rivolto soprattutto alla commedia all’italiana. Alcuni lo hanno accostato a Il sorpasso (1962) per la messa in scena di due personaggi antagonisti e per lo snodarsi del racconto attraverso un viaggio in macchina. Altri hanno trovato qualche analogia con il più recente Quasi amici (2011) per avere al centro della storia un giovane e un anziano osservati nell’evolversi del loro rapporto. L’operazione però non sembra del tutto riuscita. I due personaggi principali, i loro dialoghi, le situazioni in cui sono coinvolti spesso appaiono troppo caricati, enfatici, sempre un po’ sopra le righe, alla ricerca di una strada facile per ottenere ora la risata, ora la commozione del pubblico. Sergio Castellitto e Valerio Lundini ben interpretano rispettivamente Gustavo e Giovanni, ma a volte sono portati dalla sceneggiatura e dalla mano del regista, a scivolare nella macchietta.
Ottima, per il trucco, la prova di Andrea Leanza che è riuscito a trasformare Castellitto in un centenario dal realismo raramente raggiunto sugli schermi nell’invecchiamento degli attori.
Nella colonna sonora di Francesco Cerasi, la sorpresa è il ritorno di Brunori Sas con la canzone La vita com’è composta proprio sulla sceneggiatura del film. Un invito a vivere con pienezza, guardando avanti senza lasciarsi frenare da un passato che non può tornare. Ed anche se tornasse “non ci troverebbe più”.
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ericamartini
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domenica 17 settembre 2023
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bravo llundini
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La recitazione di Castellitto è compiaciuta di sé come sempre.
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ericamartini
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domenica 17 settembre 2023
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La recitazione di Castellitto è, come sempre, troppo compiaciuta di sé. Bravo Lundini.
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