Il racconto della figura e la carriera di Zingarelli con alcuni dei suoi più stretti
collaboratori e amici fra cui Terence Hill, Bud Spencer (in una intervista inedita del 2004), Dario Argento. Espandi ▽
La vita e la carriera del produttore cinematografico Italo Zingarelli, che negli anni '70 portò sul grande
schermo due film campioni di incassi: Lo chiamavano Trinità e Continuavano a chiamarlo Trinità
(entrambi scritti e diretti da Enzo Barboni), pellicole che decretarono il successo internazionale della
coppia Bud Spencer e Terence Hill e che, dopo oltre mezzo secolo, continuano a riscuotere ancora oggi
lo stesso successo. A raccontare la figura e la carriera di Zingarelli sono alcuni dei suoi più stretti
collaboratori e amici fra cui Terence Hill, Bud Spencer (in una intervista inedita del 2004), Dario Argento,
Giovanna Ralli, Barbara Alberti, Amedeo Pagani, Manuela Pineschi, Marco Tullio Barboni, e i tre figli che
portano avanti l'azienda vinicola creata da Zingarelli. Recensione ❯
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L'ascesa e la caduta di un gruppo di protettori che danno vita alla banda Nutella che arriverà a gestire la prostituzione nel quartiere a luci rosse di Amburgo. Espandi ▽
Agli inizi degli anni Ottanta nella città di Amburgo presso il quartiere St. Pauli, il celebre centro della prostituzione della città detesca Klaus Barkowsky divenne celebre con il nome di Lamborghini Klaus. L'uomo sulla spinta di una prostituta fonda la banda Nutella insieme ad altri protettori e comincia a gestire la prostituzione nel quartiere a luci rosse della città. La nuova banda soppianta il cartello di protettori GMBH in una lotta per il potere e il denaro fin quando l'ondata dell'Aids e la piaga della cocaina l'iniziativa finisce drammaticamente. Recensione ❯
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Un'operazione di forte astrazione che è anche riflessione profondamente ecologista. Documentario, Francia2023. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il regista prova a immortalare la forza che lo attrae verso la Terra Adelia Espandi ▽
L'Antartide, o Terra (Australis) Incognita, "si può raggiungere da quattro accessi diversi: quello dall'America del Sud è il mio preferito", dice Luc Jacquet. A trent'anni dalla sua scoperta antartica, che ha originato l'apprezzato documentario La marcia dei pinguini, premio Oscar 2006, il regista non ha più abbandonato quelle regioni polari. Con Antarctica Calling ripete quel viaggio estremo tra i ghiacci per condividere con nuovi occhi e altre lenti fotografiche la meraviglia di paesaggi inaccessibili.
Il film si spinge oltre la mera osservazione naturalistica, in una volontà di fusione pacifica, non predatoria, con gli elementi naturali e animali di un continente minacciato.
Grazie alla domanda che lo assilla e lo tiene in vita ("cosa mi porta qui?"), possiamo illuderci di sentire la pressione del vento sulle ali di un albatross, percepire il gocciolare degli iceberg nell'oceano, intravedere forme antropomorfe nei tronchi di una foresta distrutta, ascoltare il richiamo d'amore delle foche sotto il ghiaccio, immaginare il volo dei condor sopra la testa. Incontrare di nuovo e all'improvviso, una colonia di pinguini: unica forma di vita in uno spazio lunare e spietato. Stavolta sono loro a guardare noi, ospiti imprevisti e irriconoscenti. In silenzio. Recensione ❯
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Alla vigilia dell'invasione russa dell'Ucraina, una squadra di giornalisti entra nella città portuale di Mariupol. Durante il successivo assedio, mentre cadono le bombe, gli abitanti fuggono e l'accesso a elettricità, cibo e acqua è interrotto, i reporter, unici rimasti, lottano per raccontare le atrocità della guerra, finché circondati dai soldati russi si rifugiano in un ospedale, in trappola. Le loro immagini, diffuse dai media mondiali, documentano morte e distruzione, e smentiranno la disinformazione russa. Di fronte a tanto dolore il regista e giornalista ucraino Mstyslav Chernov si chiede se filmare ancora possa fare qualche differenza, ma sono gli stessi cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, perché il mondo sia testimone. Recensione ❯
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Proteste lavorative come misura del cambiamento. Il documentario evocativo che si fa esperienza immersiva. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che ripercorre un evento dimenticato della nostra storia recente: una grande mobilitazione per chiedere lo sviluppo del territorio sardo. Espandi ▽
Grazie al materiale audiovisivo contenuto all'interno degli archivi della preziosa Cineteca Sarda, il regista Peter Marcias ricostruisce la storia delle lotte dei lavoratori dell'isola, iniziate tragicamente con l'eccidio dei minatori di Monteponi nel 1922 fino alle grandi mobilitazioni sindacali tra il 1992-93 che coinvolsero ventisette Comuni del Sulcis Iglesiente, uniti nella richiesta di un nuovo piano di sviluppo socio-economico per il territorio, ancora oggi tra i più poveri d'Italia. A fare da Virgilio in questo aspro inferno di rabbia disperata e soprusi denunciati, c'è l'ex professore di Diritto del Lavoro dell'Università di Cagliari, Gianni Loy (oggi Garante dei diritti dei detenuti della stessa città), accompagnato dalle riflessioni di due registi europei, simboli del cinema d'impegno sociale, Ken Loach e Laurent Cantet, che contribuiscono a porre l'accento sulle ingiustizie del mondo lavorativo di ieri e di oggi, a tutela di quei diritti fondamentali che dovrebbero essere riconosciuti a tutti gli uomini e le donne. Recensione ❯
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Un viaggio che ripercorre la storia di due bronzi di Riace conservati straordinariamente. Espandi ▽
Ci sono un quando, un dove, un chi e un come: il 16 agosto 1972, a 300 metri dal litorale di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria, a 8 metri di profondità nel Mar Jonio, vengono ritrovati due statue ascrivibili alla storia della Grecia classica; a segnalarne la presenza alle forze dell'ordine è un sub dilettante romano, Stefano Mariottini, in vacanza presso degli amici del luogo; i Carabinieri si occupano del ripescaggio delle statue, che vengono mandate all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed esposte per la prima volta al pubblico nel 1981, tornando quindi in Calabria per essere collocate definitivamente nel Museo Archeologico di Reggio.
Ma ci sono altri quando, dove, chi e come: le statue sono soltanto due? Che fine hanno fatto lance e scudi? È stato per primo Mariottini a ritrovarli? In che città devono essere ospitate? La Calabria è i Bronzi di Riace, i Bronzi di Riace sono la Calabria.
La storia, intera o ancora da scrivere; i misteri, veri o presunti; i protagonisti, conosciuti o inascoltati. C'è tutto dentro Semidei. Il film è una questione di sguardi, di osservazioni, di visioni. Ci sono gli archeologici e gli storici dell'arte che scrutano prima da fuori e poi da dentro per capire chi sono il Giovane (o l'Eroe) e il Vecchio (o lo Stratego) - così si chiamano il Bronzo A e il Bronzo B. Recensione ❯
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Una ragazza appena adolescente deve fare i conti con la sua terra devastata dalle conseguenze del riscaldamento globale. Espandi ▽
Il Brahmaputra è un fiume che attraversa Tibet, India e Bangladesh. Lungo il suo corso resiste, tra un'isola di fango e un'altra, una popolazione poverissima, che le inondazioni recenti, dovute al cambiamento climatico, hanno messo in ginocchio. Il regista e reporter Angelos Rallis dal 2017 filma per cinque anni la quotidianità di Afrin, dodicenne incontrata durante le sue ricerche. Temporaneamente ospitata dalla zia perché orfana di madre e con padre lontano, la ragazzina combatte quotidianamente con le piogge torrenziali, cerca di arginare i danni raccogliendo e accatastando rami e canne di bambù attorno alla sua precaria abitazione. Le inondazioni hanno distrutto tutto, sostentarsi è sempre più difficile.
Ecco perché il padre di Afrin è andato a cercare una nuova vita a Dacca, la metropoli capitale del Bangladesh. Lì si sposterà anche la ragazzina, per cercare il padre e sfuggire al possibile matrimonio, visto che a quattordici anni in quella parte del mondo si è già considerate "da marito".
Mix di documentario di osservazione e invenzione finzionale, realtà e fantasia, Afrin nel mondo sommerso va accolto come la testimonianza preziosa di un disastro ecologico e sociale ma anche come una fiaba magica e nera, un coming of age che invita a una nuova consapevolezza del pianeta. Recensione ❯
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Un incalzante doc di denuncia sul lavoro della dottoressa Cattaneo: restituire la dignità umana a tutti. Documentario, Italia, Svizzera, Svezia2023. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Storia di morti senza identità, corpi a cui nessuno sa dare un nome. Espandi ▽
La dottoressa Cristina Cattaneo dirige il LABANOF, Laboratorio ai Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano. La sua missione è quella di restituire un'identità ai numerosi cadaveri o scheletri che vengono trovati senza documenti. Con il suo team inizia a rintracciare ogni volta dei segni utili che ne possono permettere l'identificazione. Ma non è mai facile. Tra i suoi obiettivi, c'è quello di fare in modo che a tutte le persone decedute dei quali non si conoscono le generalità venga riconosciuto il diritto al nome e creare così una banca dati europea.
Dietro ogni persona scomparsa c'è una storia e quella delle loro famiglie che li stanno cercando. Si parte sempre da un indizio, anche dagli stessi oggetti: scarpe, occhiali, telefono, crocifisso, portafoglio.
Sconosciuti puri è un incalzante documentario di denuncia sull'assenza delle istituzioni e la lentezza della burocrazia. Emerge la figura di una donna che combatte tra mille difficoltà, anche in piena pandemia, che ci accompagna nel corso del documentario ma che, nella sua discrezione, cerca anche di essere invisibile e mantiene solo la sua voce per restituire nome e cognome a tutte le persone scomparse come gesto di rispetto della dignità umana. Recensione ❯
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Un documentario che ripercorre le origini del sito per adulti più famoso al mondo. Espandi ▽
Questo documentario con interviste ad attori, attivisti ed ex dipendenti offre una profonda analisi dei successi e degli scandali di Pornhub. Recensione ❯
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Dopo 20 anni di successi, i Negramaro tornano a casa, a Galatina, in Salento, dove tutto è cominciato. Espandi ▽
Dopo 20 anni di successi, i Negramaro tornano a casa, a Galatina, in Salento, dove tutto è cominciato. Dopo aver riempito gli stadi e scalato le classifiche, Giuliano, Andro, Lele, Erma, Pupillo, Data sono pronti a fare un viaggio al contrario fino al centro della loro terra, dove la rock band è nata e cresciuta. La cantina dove suonavano, ora però si è trasformata in un aeroporto gremito di gente. E proprio là dove hanno imparato a volare alzando gli occhi al cielo e osservando gli aerei sopra le loro teste, adesso sanno e vogliono tornare. Circondati da artisti, amici (Fiorella Mannoia, Niccolò Fabi, Samuele Bersani, Diodato , Malika Ayane, Ermal Meta , Samuel, Ariete, Aiello , Cesare Dell'anna, Raffaele Casarano , Rosa Chemical , Sangiovanni , Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko) che hanno accompagnato e condiviso la loro musica, i Negramaro festeggiano 20 anni di volo, in bilico tra sogno e realtà. Recensione ❯
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Un docufilm che tenta di restituire la grandezza musicale di Desprez, ma non appassiona davvero. Documentario, Italia2023. Durata 140 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il compositore Josquin Desprez, l'artista che ha segnato musicalmente il Rinascimento, e su cui ancora oggi si forma ogni musicista. Espandi ▽
Vissuto tra il Quattrocento e il Cinquecento, Josquin Desprez è stato il più grande compositore musicale del Rinascimento, e tra i più importanti nella storia della musica. Di origini franco-fiamminghe, precursore di Bach e maestro della polifonia, ha lavorato come musicista alla corte di due re di Francia, per il Papa a Roma e per gli Sforza a Milano (in particolare per Ludovico il Moro), imponendosi come la massima autorità musicale dell'epoca grazie al suo stile innovativo e geniale. Questo documentario lo celebra, ricordandone la vita trascorsa principalmente tra Francia e Italia, e le gesta artistiche che hanno lasciato un segno profondo nell'evoluzione musicale dei secoli successivi.
Attingendo anche al vasto repertorio di Josquin Desprez, il docufilm tenta di restituirne la grandezza musicale, senza però riuscire ad appassionare davvero e a staccarsi da una dimensione illustrativa.
Tuttavia, tra una chanson e l'altra, e poi ancora mottetti, messe, brani sacri e profani, letture più o meno faticose, si fa strada la percezione di essere di fronte a un'opera piuttosto settoriale, da addetti ai lavori e studiosi di musica, perlopiù illustrativa e con pochissimi cambi di passo, incapace di appassionare davvero il pubblico e di stimolare la curiosità. Recensione ❯
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Mario Chiavalin dirige un documentario sulla loggia massonica P2. Espandi ▽
Dal 1947 venne a crearsi una contrapposizione politica, ideologica e militare tra le due potenze principali emerse vincitrici dalla II guerra mondiale, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica da una parte c'era la democrazia-capitalista e dall'altra c'era il socialismo/real-comunismo. Le due fazioni, non potendo affrontarsi direttamente per il rischio di distruzione mutua assicurata, avrebbero finito per dominare e opprimere tutti gli altri. L'Italia nel periodo storico che parte dagli anni 60 e arriva fino agli anni 90, subisce ingerenze esterne alla democrazia. I giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, insieme ad altri protagonisti dell'epoca, hanno dato valenza alla nostra ricostruzione storica dei fatti. I giudici testimoniano come si inizia ad avere una visione sulle intromissioni esterne che hanno determinato e minato i principi democratici della nostra nazione, tramite uno stato parallelo controllato da Licio Gelli e dai membri della Loggia Massonica P2. Recensione ❯
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Tre registe per tre protagoniste. Uno spazio sicuro per le donne la cui liberazione passa per questo cinema low budget ma dall'aspirazione internazionale. Documentario, Italia2023. Durata 80 Minuti.
Un coming of age raccontato attraverso un anno di vita, dove si incontrano e si scontrano sogni, desideri, dubbi e una infinita voglia di lotta e di vita. Espandi ▽
Tre giovani registe filmano tre protagoniste che sono più o meno loro coetanee: About Last Year è già per questo motivo un oggetto alieno, un unicum, in quanto percorso che identifica e dà luce a uno spazio sicuro per le donne, in un Paese in cui quasi solo le violenze che subiscono fanno notizia. La loro volontà di disporre liberamente del proprio corpo passa attraverso un cinema indipendente e low budget, ma dall’aspirazione internazionale, seguendo gli appuntamenti tra Torino, Milano, Roma e Parigi, grazie al sostegno del collettivo LGBTQ Maurice di Torino e della (ex) Kiki House of Savoia. Unico film italiano in selezione alla Settimana della Critica 2023, prodotto dalla torinese Base Zero, About Last Year segna la linea di una sezione che osa, rischia, anche anteponendo a un’esilità produttiva la ruvida qualità di nuovi sguardi sul presente. Recensione ❯
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Il ritiro di Dario Argento all'interno di un centro benessere per scrivere uno dei suoi film. Espandi ▽
Dario Argento ha scritto i suoi film più famosi all'interno di hotel, isolandosi completamente dalla realtà esterna e immergendosi nei propri incubi. Dopo molti anni, consigliato dal suo agente, decide di tornare in un hotel per concludere la sua nuova sceneggiatura e per essere intervistato, filmato e seguito da una troupe che sta girando un film su di lui. All'interno di questa struttura, un centro benessere molto lontano dai luoghi angoscianti che caratterizzano il cinema del maestro dell'orrore, Argento non si sente a proprio agio e ha difficoltà sia a trovare la quiete necessaria per finire la sceneggiatura, sia a confidare i suoi segreti alla troupe che lo sta intervistando. Ma il demone del cinema, che non lo ha mai abbandonato, lo spingerà, ancora una volta, a donarsi totalmente. Recensione ❯
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Un documentario on the road alla ricerca della Cura: incontri, visioni e utopie di chi ha bisogno di cura e di chi con la cura ci lavora. Espandi ▽
Le persone anziane spesso finiscono con il necessitare di attenzioni e cure particolari. Queste possono provenire da più soggetti: i familiari, le badanti, le strutture definite 'case di riposo' ecc. Il documentario si interroga, grazie alla collaborazione di un gruppo di donne che si occupano da tempo della questione, su quali possano essere le condizioni più favorevoli sia a chi è assistito che a chi assiste.
Se l'Italia pensa di poter essere nel prossimo futuro un Paese per vecchi deve ripensare alla proprie modalità di assistenza. Si riuniscono sotto la definizione associativa di "Laboratorio di pensiero e parola" a Fabbrico, cittadina in provincia di Reggio Emilia le donne che si trovano al centro della riflessione che Sala e Vaccaro propongono all'attenzione di chi vedrà questo loro lavoro.
Ecco allora, in questa narrazione suddivisa in capitoli, una proposta utopica che però è già stata sottoposta a verifica in un gruppo ristretto. Recensione ❯
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