anna rosa
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giovedì 19 ottobre 2023
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il meglio è il titolo
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Per due ore, con la sua voce roca di fumatrice incallita, la fotografa Nan Goldin racconta in tre quarti del film, attraverso foto da lei scattate, la vita sua e dei suoi amici, tra sesso bisex, droga e AIDS, e per un quarto del film racconta invece la protesta, da lei guidata, contro la casa farmaceutica produttrice di un farmaco poi giustamente dichiarato illegale. Questi due elementi, scollegati tra loro, li ha incorniciati, forse perché ha sentito parlare di struttura circolare di alcuni romanzi, tra un inizio e una fine che si riferiscono entrambi alla sua famiglia di origine e in particolare alla sorella, morta suicida per colpa - stando alle ragioni del suicidio esplicitate da Nan - di quei genitori ormai anziani che la stessa Nan filma mentre ballano teneramente abbracciati e poi rileggono commossi un biglietto della figlia morta.
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Per due ore, con la sua voce roca di fumatrice incallita, la fotografa Nan Goldin racconta in tre quarti del film, attraverso foto da lei scattate, la vita sua e dei suoi amici, tra sesso bisex, droga e AIDS, e per un quarto del film racconta invece la protesta, da lei guidata, contro la casa farmaceutica produttrice di un farmaco poi giustamente dichiarato illegale. Questi due elementi, scollegati tra loro, li ha incorniciati, forse perché ha sentito parlare di struttura circolare di alcuni romanzi, tra un inizio e una fine che si riferiscono entrambi alla sua famiglia di origine e in particolare alla sorella, morta suicida per colpa - stando alle ragioni del suicidio esplicitate da Nan - di quei genitori ormai anziani che la stessa Nan filma mentre ballano teneramente abbracciati e poi rileggono commossi un biglietto della figlia morta. Boh!
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ludovico morandi
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giovedì 16 febbraio 2023
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fotografia di vita e di morte
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Tutta la Bellezza e il Dolore è un documentario che, guidato dal racconto della fotografa Nan Golden, ci illustra come una famiglia miliardaria di nome Sackler abbia venduto l'ossicodone tramite la loro casa farmaucetica tenendo all'oscuro e ed anzi dichiarando il contrario su il suo effetto di facile dipendenza, tenendosi in buona luce con donazioni ai maggiori musei d'arte e ci mostra come un gruppo di attivisti guidati dall'artista si ribelli a tutte le morti causate ingiustamente e ad i loro nomi scolpiti nei musei.
Durante le due ore di durata vedremmo alternarsi le scene di protesta al percorso di vita di Nan, il tutto guidato dalla sua voce narrante ed accompagnato dalle sue splendide fotografie che mostrate sul grande schermo, sembrano essere in movimento in quanto caratteristiche di scatti instantaneii e pregni di vita, ma anche di morte.
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Tutta la Bellezza e il Dolore è un documentario che, guidato dal racconto della fotografa Nan Golden, ci illustra come una famiglia miliardaria di nome Sackler abbia venduto l'ossicodone tramite la loro casa farmaucetica tenendo all'oscuro e ed anzi dichiarando il contrario su il suo effetto di facile dipendenza, tenendosi in buona luce con donazioni ai maggiori musei d'arte e ci mostra come un gruppo di attivisti guidati dall'artista si ribelli a tutte le morti causate ingiustamente e ad i loro nomi scolpiti nei musei.
Durante le due ore di durata vedremmo alternarsi le scene di protesta al percorso di vita di Nan, il tutto guidato dalla sua voce narrante ed accompagnato dalle sue splendide fotografie che mostrate sul grande schermo, sembrano essere in movimento in quanto caratteristiche di scatti instantaneii e pregni di vita, ma anche di morte.
Per quanto il suo percorso di crescita ci mostri come molte malattie e non vere malattie vengano spesse trattate nel modo sbagliato, non si riesce a creare un filo conduttore che colleghi pienamente le due trame, nonostante la corrente scorra e ci dia la scossa per aprire gli occhi di fronte alle testimonianze delle persone rimaste vittime. Quindi è una denuncia che riesce ad arrivare ma non nella sua pienezza.
Nel complesso anche la regia e il montaggio scorrono fluidi riuscendo a passare dai racconti del passato a quelli del presente nei tempi giusti, tranne qualche capitolo tirato forse troppo per le lunghe.
Non ho apprezzato alcuni brani della colonna sonora, che a volte sembrava virare troppo accentuatamente in un atmosfera quasi horror, forse pensando di enfatizzare l'orrore ma riuscendo poi solo ad esagerarlo risultando inappropiato.
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[+] interessante documentario leone d''oro a venezia
(di antonio montefalcone)
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rosmersholm
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mercoledì 15 febbraio 2023
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no!
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Il tema della battaglia conro la casa farmaceutica che commercializza l'Ossicodone, non è che il paravento un po' furbetto per propinarci una ridondante, ripetitiva e fuori tempo massimo seduta psicanalitica di Nan Goldin, che avrebbe forse scandalizzato qualcuno 30 anni fa. Il Leone a Venezia è figlio delle lobbies contemporanee... Una stella in più per le foto: sarebbero bastate quelle.
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sabato 4 febbraio 2023
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mr.
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no_data
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giovedì 29 settembre 2022
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leone d’oro incomprensibile
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Già chiamarlo documentario mi sembra fuorviante: si tratta di una lunghissima, interminabile intervista a questa fotografa ci racconta cose interessantissime come le sue preferenze sessuali e i suoi rapporti con le droghe, vestendo poi i panni della condottiera di una battaglia civile che a me sembra assurda. Il tema è l'Ossicodone e le vittime che ha causato. A parte che la nostra se ne guarda bene dall'attaccare in tribunale l'industria farmaceutica, ma si limita a chiedere la cancellazione del nome della famiglia proprietaria dell'industria stessa dalle sale dei musei d'arte che da essa sono stati grnerosamente sovvenzionati. Non mi sembra una battaglia così fondamentale.
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Già chiamarlo documentario mi sembra fuorviante: si tratta di una lunghissima, interminabile intervista a questa fotografa ci racconta cose interessantissime come le sue preferenze sessuali e i suoi rapporti con le droghe, vestendo poi i panni della condottiera di una battaglia civile che a me sembra assurda. Il tema è l'Ossicodone e le vittime che ha causato. A parte che la nostra se ne guarda bene dall'attaccare in tribunale l'industria farmaceutica, ma si limita a chiedere la cancellazione del nome della famiglia proprietaria dell'industria stessa dalle sale dei musei d'arte che da essa sono stati grnerosamente sovvenzionati. Non mi sembra una battaglia così fondamentale. Inoltre, anche parlando del problema più grosso, credo che l'Ossicodone non sia l'unico farmaco con controindicazioni anche gravissime. Né credo lo si venda liberamente come farmaco da banco. Se ci sono interrogativi da porsi, si potrebbe dunque cominciare dalla maggiore o minore facilità con cui i medici lo prescrivono. Morale: il premio più ambito di questa mostra, peraltro ricca di film molto belli, a me è sembrata una follia.
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(di ludovico morandi)
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