Gianni Canova
We Love Cinema
All'inizio c'è un cerchio. Sembra uno specchio in cui sono riflessi i tre protagonisti (Evelyn, il marito Waymong e la figlia Joy). Sembra che ridano (anche se di lì a poco apprenderemo che non c'è nulla da ridere). Ma subito dopo quel cerchio diventa un oblò. Siamo in una lavanderia a gettoni gestita da immigrati cinesi in uno dei tanti suburbi americani e quella forma circolare è perfetta per introdurci in quel mondo (solo in quello?). La macchina da presa non a caso oltrepassa la soglia dell'oblò ed è come se entrasse dentro una lavatrice, quasi a suggerire che Everything Everywhere All at Once - il film che quest'anno ha sbancato alla notte degli Oscar - è un film-centrifuga: un dispositivo che prende frulla lava strizza tutto l'immaginario possibile per restituircelo in forma nuova. [...]
di Gianni Canova, articolo completo (5465 caratteri spazi inclusi) su We Love Cinema 27 marzo 2023
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