
Titolo originale | Arrête avec tes mensonges |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Olivier Peyon |
Attori | Guillaume De Tonquedec, Victor Belmondo, Guilaine Londez, Jérémy Gillet Julien De Saint Jean, Pierre-Alain Chapuis, Cyril Couton, Marilou Gallais, Laurence Pierre, Dominique Courait, Julien Pépin Lehalleur, Guillaume Le Dorner, Sophie Fougère, David Olivier Fischer, Jean-François Toulouse, Laurence Macaire, Davide Grody, Victoria Boivin, Jocelyne Desverchère, Marie Cecile Lucas, Genevieve Brillet, Alexandre Cluchet. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 15 novembre 2024
Un uomo torna nella sua città natale dopo tanti anni. Lì gli tornano in mente i ricordi del suo primo amore.
CONSIGLIATO SÌ
|
Stéphane Belcourt, un famoso romanziere, ritorna nella sua città natale dopo 35 anni quando ha accettato di sponsorizzare una famosa marca di cognac in occasione del suo bicentenario. Per l'occasione, sono stati organizzati una serie di eventi che lo vedono protagonista, anche alla presenza delle autorità locali. Ma sono soprattutto i ricordi che prendono il sopravvento. Nel 1984 Stéphane, all'epoca diciassettenne, aveva avuto un'intensa relazione sessuale con Thomas di cui si era subito innamorato. Thomas invece cercava di tenere nascosta la loro storia. Poi si sono separati e non si sono più visti. Il destino però lo riporta al passato quando conosce Lucas, il figlio di quel primo amore che non ha mai dimenticato e che è stato il protagonista nascosto di uno dei suoi romanzi più celebri.
C'è una struggente malinconia negli occhi di Stéphane resa efficacemente dalla prova di Guillaume de Tonquédec, attore attivo soprattutto a teatro, conosciuto soprattutto per la serie Fais pas ci, fais pas ça ma che nel corso della sua carriera cinematografica è stato diretto, tra gli altri, anche da Krzystof Kieslowski in La doppia vita di Veronica, Agnès Jaoui in Parlez-moi de la pluie e recentemente in U.S. Palmese dei Manetti Bros.
Attraverso il suo sguardo si riattiva il passato, la nostalgia di un amore perduto soprattutto dal momento in cui lo scrittore conosce Lucas, interpretato ottimamente da Victor Belmondo. Olivier Peyon, che adattato l'omonimo romanzo "Arrête avec tes mensognes" di Philippe Besson e che in Italia è edito da Guanda col titolo "Non mentirmi", crea un dialogo silenzioso tra i due personaggi, dove uno va alla ricerca dei segreti che conosce l'altro. È proprio in questo rapporto che il cineasta costruisce un'intimità tra sconosciuti, legati dalla presenza invisibile di un terzo personaggio e lo mantiene in equilibrio fino a quando diventa troppo esplicito. Nella scrittura introspettiva del libro di Besson l'azione era ridotta al minimo. In Lie with me il lavoro sulla parola (sospesa tra 'invenzione' e 'bugia') non sempre invece riesce a mantenere l'ambiguità necessaria soprattutto nel momento in cui c'è una rivelazione decisiva nella vicenda che altera gli equilibri tra i due protagonisti e che viene eccessivamente drammatizzata.
Peyon però riesce a toccare corde nascoste, evita le trappole sentimentali di romanzi come quelle di Nicholas Sparks perché comunque gli interessa mettere a fuoco gradualmente il passato, in continuo controcampo con il presente, e trovare nei gesti più che nei dialoghi le tracce di una memoria che riprende forma in modo infuocato, passionale: un bacio rubato, lo scatto di una fotografia, un ballo scatenato sulle note di Ça (c'est vraiment toi) dei Téléphone. Per questo il film trova i momenti migliori nei flashback, nella ricerca di quella nostalgia perduta che guarda anche a uno dei migliori Ozon come Estate '85. Lì recupera quella leggerezza sempre cercata e che in quei frammenti diventa autentica. Più costruita la parte drammatica che però non è coinvolgente come nel precedente film del regista Tokyo Shaking con Karin Viard e le escursioni nella commedia (il racconto di Stéphane di quando si è ubriacato e ha rimorchiato un barman) ma al di là dei suoi squilibri il film riesce a centrare il dolore e il desiderio in chiave intimista.
Stéphane Belcourt, un famoso romanziere, ritorna nella sua città natale dopo 35 anni. I ricordi che prendono il sopravvento: nel 1984 Stéphane, all’epoca diciassettenne, aveva avuto un’intensa relazione sessuale con Thomas di cui si era subito innamorato. Thomas invece cercava di tenere nascosta la loro storia. Poi si sono separati e non si sono più visti. Il destino però lo riporta al passato quando conosce Lucas, il figlio di quel primo amore che non ha mai dimenticato e che è stato il protagonista nascosto di uno dei suoi romanzi più celebri.
Peyon riesce a toccare corde nascoste, evita le trappole sentimentali di romanzi come quelle di Nicholas Sparks perché comunque gli interessa mettere a fuoco gradualmente il passato, in continuo controcampo con il presente, e trovare nei gesti più che nei dialoghi le tracce di una memoria che riprende forma in modo infuocato, passionale. Per questo il film trova i momenti migliori nei flashback, nella ricerca di quella nostalgia perduta. Lì recupera quella leggerezza sempre cercata e che in quei frammenti diventa autentica. Al di là dei suoi squilibri il film riesce a centrare il dolore e il desiderio in chiave intimista.