Il regista Hong Sang-soo torna a ragionare sull'indefinibile. Fedele a sé stesso, mette in scena i temi a lui cari con un elegante bianco e nero. In concorso alla Berlinale 2021
di Gian Luca Pisacane La Rivista del Cinematografo
L'altra faccia del cinema sudcoreano. Alcuni autori di culto guardano a Hollywood per costruire i loro capolavori, come Bong Joon-ho. Altri preferiscono una cifra stilistica più intimista, rarefatta nelle atmosfere. In testa a questa seconda corrente c'è il regista Hong Sang-soo. Il suo sguardo è più all'Europa, ai maestri francesi: in The Day He Arrives omaggiava Rohmer.
La sua poetica si concentra sul rapporto tra uomo e donna, sulle bevute a tavola dove i sentimenti deflagrano. La macchina da presa si muove poco, l'utilizzo dello zoom è un marchio di fabbrica. [...]
di Gian Luca Pisacane, articolo completo (2727 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 2 marzo 2021