«Last Words», distopico eterno presente nei meandri di una cineteca
di Mazzino Montinari Il Manifesto
«Viviamo e moriamo grazie alle storie che ci raccontiamo. La mia storia è sulla fine dell'umanità. Oggi 20 giugno 2086, sono l'unico sulla Terra. Non c'è più nessuno di cui raccontare le storie. Smetterò di farlo, non ho niente da dire, ho soltanto vissuto». Inizia con questo tono da post apocalisse, Last Words di Jonathan Nossiter. A pronunciare queste parole che compongono una sentenza definitiva, è Kal che poi narrerà gli eventi che lo hanno ridotto a essere l'unico individuo vivente. Film di fantascienza nel quale il regista statunitense, con la complicità in sceneggiatura di Santiago Amigorena (autore del romanzo Mes derniers mots, da cui è tratto questo lungometraggio), immagina un'umanità senza più nulla, che non sa niente, alla quale sono stati sottratti passato e futuro e che, dunque, vive nel più distopico eterno presente. [...]
di Mazzino Montinari, articolo completo (3652 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 15 giugno 2023