Hammamet

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samanta lunedì 8 giugno 2020
gli ultimi anni di un presidente, ma dov'è craxi? Valutazione 2 stelle su cinque
75%
No
25%

Il film desta difficoltà nel giudizio, Amelio è un regista noto (anche in TV) e di discreta qualità (I ragazzi di via Panisperna, La tenerezza), ma ha scelto una via di mezzo che provoca dele perplessità. Innanzitutto il protagonista è Craxi (dall'aspetto e dal modo di parlare), ma nel film è chiamato il Presidente (Pierfrancesco Favino) , è cambiato il nome della figlia in Anita, capisco che è difficile parlare di un protagonista della storia italiana quando sono ancora in vita parenti e tanti personaggi di quei tempi, ma non apprezzo nascondersi dietro quel mezzuccio dell'anonminato la moglie e il figlio sono senza nome come anche il politico che incontra, ha il nome solo un protagonista inventato. [+]

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felicity mercoledì 3 giugno 2020
ritratto di uno sconfitto che non perde arroganza Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
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Applausi per l’incredibile interpretazione di Favino che, dopo Buscetta di Bellocchio, consegna qui un altro lavoro di mimesi che va ben oltre al lavoro di make-up. Una mimesi impressionante. Clamorosa. Devastante. Una performance che, oltretutto, cancella tutto il resto del film.
Amelio sa che il film tocca un tema delicato e un nervo ancora scoperto, il film non è un attacco a Mani pulite e si capisce perfettamente che certi discorsi sono virgolettati.
Amelio racconta quel periodo senza giudicare, evitando ogni possibile pregiudizio, ma rischia di appiattirsi su quello che è il vero punto di forza del film, la magistrale prova di Pierfrancesco Favino, che non solo ci restituisce il volto di Craxi, ma sa imitare alla perfezione la voce del leader. [+]

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francescofacchinetti mercoledì 20 maggio 2020
la performance di favino è il film. Valutazione 3 stelle su cinque
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No
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Ora che l’ho visto capisco perché ha diviso così tanto, sia tra il pubblico che tra i critici.
‘Hammamet’ non è un film biografico, non è storico, né di cronaca e neanche fiction, ma è anche un po’ di tutte queste cose insieme.
Ovviamente chi si aspettava solo o l’una o l’altra cosa può esser rimasto deluso, io personalmente sapevo un po’ di questa modalità bridge, sapevo di grandi elogi e di grandi bronci, quindi con tutte le riserve del caso mi sono imbattuto nella visione scegliendo di assistere alla storia così come si presentava, senza confrontarla con la realtà dei fatti e senza però neanche dimenticarli del tutto.
Il risultato è una storia liberamente ispirata agli ultimi mesi di vita di Bettino Craxi (ex presidente del Partito Socialista Italiano) con i nomi dei personaggi tutti cambiati rispetto alla realtà, con un personaggio che nella realtà non è mai esistito (Fausto), con storie e testimonianze che attingono dalla vicenda vera ma che poi fantasticano secondo la volontà del regista. [+]

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alessandro ronchi sabato 9 maggio 2020
si salva solo favino Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
0%

il massimo punteggio, 5 stelle, andrebbe a chi riesce a seguire questo film fino alla fine. Io ho fatto molta fatica, film decisamente noioso, molto  lento ma non poteva essere altrimenti.  La vita di Craxi bisognava raccontarla sin dall'inizio della sua carriera e non gli ultimi anni, a vita  ormai finita e ridotto a passare il resto della sua vita come qualsiasi altro pensionato di Hammamet. Non riesco capire cosa Amelio volesse trasmettere allo spettatore se non tanta noia. Si salva solo Favino che rispecchia molto bene la fiigura del politico sia nelle sembianze che nella voce.  

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filippo_24 martedì 28 aprile 2020
un favino da oscar riesuma craxi nell'universo parallelo di amelio Valutazione 2 stelle su cinque
67%
No
33%

Ormai debilitato e rifugiato ad Hammamet, l'uomo più ambiguo della storia parlamentare italiana trascorrere i suoi ultimi giorni facendo i conti con sé stesso e con i propri demoni, in una rappresentazione molto romanzata e poco convincente che chiede a gran voce di essere applaudita e si aggrappa ad un meraviglioso Favino per trovare una propria ragion d'essere.
Il film rivisita un attempato Craxi in procinto di passare a miglior vita, narrando una storia quasi totalmente soggettiva e che non trova nessuno sviluppo decisivo ai fini della trama e dell'evolversi stesso delle situazioni.
È difficile raccontare Craxi super partes poiché si scade sempre nell'uno o nell'altro eccesso, definendolo talora martire, talora assassino della Repubblica. [+]

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vbelmonti domenica 2 febbraio 2020
psicodramma di un grande leader in agonia Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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 Una premessa: questo non è un film storico e non ha ambizioni di critica politica. È una bella sceneggiatura con splendidi personaggi, dialoghi memorabili e un'interpretazione formidabile. Sobria e sapiente la messa in scena.
È un'opera molto psicologica e molto molto realistica, sebbene i personaggi siano quasi tutti romanzati. Tratta la vicenda interna e umana di Craxi in modo originale, accurato, direi fenomenologico, assumendo spesso una prospettiva soggettiva (Favino ha dichiarato di essersi davvero immedesimato nella mente del personaggio senza farsi influenzare dalla sua immagine pubblica), con lunghi monologhi e dialoghi che sembrano anch'essi monologhi, o forse sedute di psicoterapia. [+]

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ganesh domenica 2 febbraio 2020
viva noschese... Valutazione 1 stelle su cinque
83%
No
17%

Una stella perchè faccio la media tra le cinque di un mimetico Favino, ( ma se voglio vedere un'imitazione perfetta vado a cercare Noschese a Studio Uno su You Tube) e l'inguardabilità pari a zero del complesso del film.
Dialoghi e attori, con tutto il rispetto per "Un posto al Sole" da soap opera, incongruenze d'epoca, incluso il vetro rotto con la fionda, un temperato che certamente in una canonica degli anni 50 ancora non poteva esserci, canzoni fuori contesto e fuori periodo, anche Piovani non è al suo meglio e poi il cameo imbarazzante della Gerini, appiccicato come una figurina nel contesto forse i cinque minuti peggiori del film intero con la la ingerie a vista come in un cinepanettone, infine una sceneggiatura cerchiobottista che dice e non dice, didascalica a livelli di documentario sovietico, che non prende nessuna posizione, ammicca, allude, non conclude. [+]

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marco tonetti domenica 2 febbraio 2020
un film che non ti lascia nulla, se non la noia Valutazione 0 stelle su cinque
33%
No
67%

Leggo solo ora la rensione di Nino Pellino e ritrovo alla lettera quel che mi son detto ieri sera all'uscita dalla sala: performance assolutamente splendida di Favino ma film inutile, noioso, lento, pesante e aggiungerei oltremodo prolisso.
Mi pare un goffo tentativo di riabilitare l'uomo Craxi (peraltro arrogante e indisponente con chi gli è vicino) che viene comunque sempre soffocato dall'ego del politico Craxi.
Delusione.

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ralphscott sabato 1 febbraio 2020
oltre la mimesi? Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Occasione per ammirare l'aderenza di un attore al personaggio cui il film si ispira. Detto ciò, mi aspettavo qualche scena più sapida che riportasse agli anni '80. Amelio annoia e trascura quasi tutto ciò che Bettino non è; il resto del cast è sbiadito, come se il tiranno istrionico avesse prosciugato l'energia di tutti i personaggi che gli ruotano attorno. Si distinguono Livia Rossi, figlia sin troppo incazzata e, soprattutto, l'amico fidato e collega Vincenzo Balzamo, un bravo Giuseppe Cederna. Oscuro il personaggio interpretato dal giovane Luca Filippi. Avrei gradito qualcosa in più di un cameo da parte della sempre piacevole Gerini, qui nei panni dell'attricetta Ania Pieroni. [+]

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rene''52 domenica 26 gennaio 2020
solo uno straordinario e gigantesco favino Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
100%

 Premesso che è una cosa assolutamente normale che i giudizi della critica contrastino spesso e volentieri con quelli del pubblico e opere considerate di notevole levatura dalla prima siano accolte freddamente dal secondo e viceversa, da questo film, osannato dalla critica, mi aspettavo qualcosa di diverso. D'accordo che il titolo stesso lasciava presagire che la vicenda si sarebbe incentrata quasi esclusivamente sulla vita da rifugiato del protagonista in Tunisia ma pensavo comunque che si sarebbe lasciato più spazio a quanto trascorso in Italia e anche la crisi di Sigonella, quasi ridicolizzata, avrebbe meritato un'altra visione. Il tutto in un contesto troppo lento e forse un po' troppo 'psicologico'. [+]

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