Il film desta difficoltà nel giudizio, Amelio è un regista noto (anche in TV) e di discreta qualità (I ragazzi di via Panisperna, La tenerezza), ma ha scelto una via di mezzo che provoca dele perplessità. Innanzitutto il protagonista è Craxi (dall'aspetto e dal modo di parlare), ma nel film è chiamato il Presidente (Pierfrancesco Favino) , è cambiato il nome della figlia in Anita, capisco che è difficile parlare di un protagonista della storia italiana quando sono ancora in vita parenti e tanti personaggi di quei tempi, ma non apprezzo nascondersi dietro quel mezzuccio dell'anonminato la moglie e il figlio sono senza nome come anche il politico che incontra, ha il nome solo un protagonista inventato. E' quindi difficile giudicare un film che affronta un pezzo di storia non alla Oliver Stone, ma si rifugia nell'anonimato dei giudizi e l'inquadramento storico è fatto affrontando i problemi più importanti di striscio.
Ad esempio la giustizia che fu usata come una clava contro DC e PSI senza toccare, se non di sfuggita, il PCI che prendeva come tuttti tangenti per finanziare il partito (ricordate Greganti?) senza tenere conto i finanziamenti dall'URSS (vedi Dossier Mitrokhin), le vicende di quei giorni (ma anche di questi ...) rivelano una saldatura tra una parte della magistratura e una parte polica. Craxi commise tra gli altri 2 gravi errori "Sigonella" e la politica filoaraba (questa anche di Andreotti che la pagò), tali comportamenti determinarono l'ostilità degli USA che trovarono un'altro interlocurore che non fosse il PSI e la DC e che adesso è strettamente legato ai poteri forti. Oltra ai finanziamenti illeciti c'era la corruzione anche di politici, ma su Craxi ormai il giudizio prevalente che non commise illeciti personali, anche il famoso tesoro di 50 miliardi non fu mai trovato. Peraltro dopo 20 anni dalla sua morte la corruzione è ulteriormente dilagata, coivolgendo oltre la politica.la pubblica amministrazione e la giustizia. Tutti questi temi sono affrontati superficialmente soffermandosi il regista sugli ultimi anni di vita nell'esilio di Hammamet dove Craxi viveva con la moglie che nel film è una figura evanescente. Il film è lento e noioso e alcuni episodi per non limitarsi ai soliloqui del Presidente non convincono:
- la creazione di un personaggio Fausto (Luca Sartori) figlio di un dirigente socialista suicida cha arriva di nascosto nella casa di Craxi per ammazzarlo ma che poi diventa un testimone filmando e registrando tutto quello che succede, il Presidente che sa della sua intenzione (?), gli consegna una registrazione dei suoi segreti e il ragazzo scompare.
- L'incontro con l'amante (Claudia Gerini) in reggiseno e mutandine, una scena penosa sia pure breve;
- l'incontro con il Politico (un DC) una via di mezzo tra Forlani e Andreotti, , ma il tutto si riduce ad uno scambio di "supercazzole",
- infine la scena finale con la visione onirica del Presidente che assiste ad un carabet in cui viene deriso.
Dopo questa scena il Presidente muore (era gravemente ammalato) e pochi mesi dopo la figlia visita in manicomio dove è stato ricoverato, Fausto che gli consegna la registrazione del padre. La parte migliore è la recitazione eccellente di Favino che oltre all'ottimo trucco riesce ad imitare molto bene il modo di parlare e di gestire di Craxi, mediocri le altre recitazioni. Un film che delude, forse è troppo presto per fare un film del genere
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