La Dea Fortuna

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fabbu martedì 14 gennaio 2020
andare sul sicuro. che rassicura Valutazione 3 stelle su cinque
67%
No
33%

Il desiderio, anzi il piacere, di parlare del nuovo film di Ferzan Ozpetek deve farsi a largo un po’ a fatica tra il gran frastuono dei giudizi prêt-à-porter che ne sono seguiti. I cinefili raffinati avevano già trovato, dopo scarsi dieci minuti, tutti i ben noti difetti del suo cinema (dinamiche relazionali ingabbiate negli schemi piccolo-borghesi, la ossessione per l’universo LGBT, una certa allergia per gli elementi sfrangiati ai margini della società). I militanti, al contrario, inneggiavano al suo grande ritorno ai livelli dei suoi “primi grandi film”: è bastata la prima inquadratura della terrazza “come quella delle fate” e tutte le mediocri sperimentazioni delle sue ultime pellicole si sono smaterializzate. [+]

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psicosara lunedì 23 marzo 2020
tiepido ozpetek Valutazione 2 stelle su cinque
100%
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 Bentornato, Regno di Oz-petek!

Bentornati i colori, le terrazze, le sfumature delicate e i sentimenti forti. [+]

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jonnylogan domenica 10 maggio 2020
l'amore i tempi della malattia Valutazione 4 stelle su cinque
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A Palestrina, vicino Roma, si trova il Santuario della Fortuna Primigenia ove Arturo e Alessandrosi conobbero molti anni prima. A distanza di molti anni i due ricevono la visita di Annamaria l’amica che li fece conoscere e che questa volta ha bisogno che per tre giorni i due ospitino i suoi due figli mentre lei sarà in ospedale per essere visitata a causa di forti emicranie.
 
Quando la coppia inizia a scricchiolare dopo anni di convivenza, e nonostante una rete di amicizie dalle maglie folte, è difficile che si possa riprendere nonostante un’abitudine generata da piccole consuetudini e il desiderio di fuga placato da aperture verso l’esterno, con tradimenti della durata di una sola notte. [+]

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sergio ialacci lunedì 27 gennaio 2020
il mestiere c è; la propaganda, pure. Valutazione 1 stelle su cinque
50%
No
50%

Si torna indietro nel tempo guardando questo ultimo film di Ozpetek, non tanto per gli ambienti, la fotografia ed i personaggi ormai interpretati dai medesimi "iconici" attori, quanto per quel senso di retorica propagandistica, che si avverte palesemente nel guardare questo lavoro. Ci sono tutti i canoni, niente sembra lasciato al caso. Epperò, da un regista intelligente come questo forse ci si aspettava una esposizione, seppur di parte, alquanto elegante e sottile, ovvero agli antipodi di quello che invece è stato fatto. Tra tutte, si arriva alla demonizzazione figurativa della famiglia tradizionale in un contesto problematico di adozione con  la grottesca scena della nonna-orco; la Alberti, non a caso, è poi perfetta per il ruolo, strega quasi fiabesca. [+]

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lucky italian movies giovedì 28 maggio 2020
miglior film italiano del nuovo millennio Valutazione 5 stelle su cinque
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Cosa dire di più oltre al titolo e al voto? Storia profonda, coinvolgente, scene commoventi come lo sfogo di Arturo a Martina sul traghetto, con tutto il carico emotivo di un adulto che racconta i propri sogni, le ambizioni e i rimpianti ad una bambina e quest'ultima che risponde con la spiazzante naturalezza tipica dell'età, oppure quella in cui Annamaria legge il suo testamento, ma anche tante altre.
Un continuo susseguirsi di emozioni, di riflessioni, di immedesimazione nei personaggi, di gioia e sofferenza per le loro sorti e poi quel finale, quel bagno a mare liberatorio, consolatorio, con una nuova famiglia che nasce dopo la tragedia e forse un grande messaggio che Ozpetek ha voluto lasciare: l'amore per i bambini è universale e non guarda agli [+]

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felicity mercoledì 17 marzo 2021
le molte direzioni in cui si imprigiona l''amore Valutazione 4 stelle su cinque
0%
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Un film civile. Un film militante. Ma soprattutto un film umano. Umanissimo. Senza tradire le proprie scelte di campo (anche qui, al centro del film c’è una coppia omosessuale), Ferzan Ozpetek lascia fuori campo un certo simpatico folclore gay d’antan per scavare dentro i nodi dell’amore, passionale e filiale insieme, e andare dritto al cuore: cosa conta davvero quando si ama? Che cosa si è disposti a mettere in gioco in nome dell’amore? Fino a dove si è capaci di rischiare?
Dietro un titolo vagamente antifrastico — la «dea fortuna» va letta come casualità, nel senso del destino che apre tante strade possibili senza indicarne davvero una — il film scava nelle molte direzioni in cui si può imprigionare il sentimento dell’amore, come per mettere alla prova chi lo usa come uno scudo, dietro cui difendersi o nascondersi. [+]

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elgatoloco lunedì 27 gennaio 2020
dea fortuna letteralmente intesa Valutazione 0 stelle su cinque
0%
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Questo"La Dea Fortuna"di Ferzan Ozpetek, anche come sempre cosceneggiatore(2019)è veramente il film della riconciliazione con la vita, nel senso della sua necessaria accettazione, à la Friedrich Nietzsche(amor fati)e non importa poi sapere se il regista turco naturalizzato italiano ne sia un appassionato cultore o meno. Certo è che"Fortuna"qui è letteralmente o meglio etimologicamente intesa, come la dea della srote, buona o cattiva che sia, mentre nelle lingue moderne, in specie in italiano, l'accezione del lemma sembra virare troppo facilmente solo verso la direzione postiiva: qui, nel film c'è una morte(l'attrice Jasmine Trinca interpreta molto bene il ruolo, come in quello della madre baronessa è più che notevole Barbara Alberti), i suoi due figli, un bambino e una preadolescente, rimasti orfani e una coppia composta da Alessandro e Arturo(non si dirà più"coppia gay"(insopportabile sem0lificazione dei sentimenti), anch'essa resa ottimamente da Stefano Accorsi e Edoardo Leo, che vive l'alternanza di affetti e rovesci sentimentali che caratterizza ogni coppia più o meno(qui siamo in questo secondo versante, in modo anche abbastanza deciso), c'è il pianto, il riso, la ribellione, contro l'avita dimora e l'avita anziana signora, resa appunto, irosamente(ma con sciuro humor)dalla scrttrice Alberti. [+]

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pintaz mercoledì 1 gennaio 2020
come tutti... Valutazione 4 stelle su cinque
40%
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... è l'ultima frase che Annamaria, una delicata Trinca, dedica ad Alessandro e Arturo.
I personaggi interpretati da Accorsi, grande per misura e maturità, e Leo, semplicemente straordinario nel trovare quell'equilibrio tra la regia leggera e drammatica, sono una coppia che sta insieme da oltre 15 anni. Nel tempo la passione si è trasformata lasciando spazio a molteplici discussioni.
Un giorno Annamaria, migliore amica di Alessandro (solo?), lascia in custodia i due figli Martina e Alessandro e dà, senza volere, una svolta decisiva alla coppia attanagliata da una routine che avrebbe portato inesorabilmente alla separazione.
Alessandro e Arturo partoriranno una scelta drastica, folle ma talmente grande che solo un indissolubile legame può far compiere. [+]

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christian liguori mercoledì 29 gennaio 2020
tra “realismo” e “simbolismo”: un film che fa bene all’anima Valutazione 5 stelle su cinque
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L’inizio è la fine e la fine è l’inizio. Una sequenza nei primi minuti dal sapore macabro e spettrale, consequenziale anche alla misteriosa presenza di un individuo ignoto che inquadra, da dietro una macchina da presa, stanze oscure di una villa buia che sembra infestata da fantasmi, ma le urla finali della stessa sequenza da thriller sono reali, di umani. E s’interrompe poi improvvisamente lasciando spazio, per contrasto, all’esordio di una nuova e seconda sequenza completamente differente, gioiosa, allegra, festiva, come se si stesse nella medesima dimora, ma è evidente che è solo illusione, e quella di prima apparteneva a un passato evocato, raggelante, vero che infatti infine ritorna, e così verso la conclusione un’analoga sequenza, che rimanda a quella, ad un passato che, come spesso in effetti si verifica, si ripete tragicamente. [+]

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tmpsvita martedì 24 dicembre 2019
arriva dove vuole arrivare e un pochino più in là Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

 "La dea fortuna" nella sua corsa talvolta inciampa ma, nonostante ciò, riesce a raggiungere il traguardo a testa alta.
Non si tratta infatti di un film perfetto ma ha la fortuna e l'intelligenza di non avere la presunzione di pensare di esserlo, non sempre almeno.
Il problema di base è uno scontro interno tra il suo voler essere umano e vero e l'esigenza di creare qualcosa di estremamente cinematografico. Uno scontro che vive principalmente nella regia che si muove con eleganza tra gli spazi, non sempre facili da gestire sia per le dimensioni che per il numero di persone che li occupa, e che bilancia perfettamente i cambi di tono che il film richiede, spesso infatti si passa da atmosfere leggere e comiche più vicine alla commedia a toni più densi e profondi che invece sono propri del dramma. [+]

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