tmpsvita
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martedì 24 dicembre 2019
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arriva dove vuole arrivare e un pochino più in là
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"La dea fortuna" nella sua corsa talvolta inciampa ma, nonostante ciò, riesce a raggiungere il traguardo a testa alta.
Non si tratta infatti di un film perfetto ma ha la fortuna e l'intelligenza di non avere la presunzione di pensare di esserlo, non sempre almeno.
Il problema di base è uno scontro interno tra il suo voler essere umano e vero e l'esigenza di creare qualcosa di estremamente cinematografico. Uno scontro che vive principalmente nella regia che si muove con eleganza tra gli spazi, non sempre facili da gestire sia per le dimensioni che per il numero di persone che li occupa, e che bilancia perfettamente i cambi di tono che il film richiede, spesso infatti si passa da atmosfere leggere e comiche più vicine alla commedia a toni più densi e profondi che invece sono propri del dramma.
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"La dea fortuna" nella sua corsa talvolta inciampa ma, nonostante ciò, riesce a raggiungere il traguardo a testa alta.
Non si tratta infatti di un film perfetto ma ha la fortuna e l'intelligenza di non avere la presunzione di pensare di esserlo, non sempre almeno.
Il problema di base è uno scontro interno tra il suo voler essere umano e vero e l'esigenza di creare qualcosa di estremamente cinematografico. Uno scontro che vive principalmente nella regia che si muove con eleganza tra gli spazi, non sempre facili da gestire sia per le dimensioni che per il numero di persone che li occupa, e che bilancia perfettamente i cambi di tono che il film richiede, spesso infatti si passa da atmosfere leggere e comiche più vicine alla commedia a toni più densi e profondi che invece sono propri del dramma. Passaggi sempre ben calibrati mai netti che si percepiscono in maniera sorprendentemente organica.
Regia che però, vuoi per motivi estetici, artistici vuoi per motivi di virtuosismo registico, in due o tre occasioni cade nella banalità di scegliere di arrivare a trasmettere le emozioni in maniera più cinematografica, artificiosa, ovvero attraverso la via più semplice, si arriva così alla classica scena del ballo sotto la bioggia tra sorrisi e sguardi, al ricordo dell'appuntamento al bagno al mare.
Scene tutto sommato ben realizzate e anche se vogliamo efficaci ma che vanno in contrasto con lo spirito con il quale tutto il resto si muove, basato sulla più pura semplicità dei sentimenti, degli errori, dell'amore, sui piccoli ma grandi fenomeni della vita quotidiana come uno sguardo, un tocco o un sorriso. Uno spirito che spinge specialmente in sceneggiatura, anch’essa però vittima del solito problema, ad un approccio più viscerale e umano che cerca di rendere il tutto il più credibile possibile, soprattutto nei dialoghi che scorrono perfettamente, senza essere ridondanti, pomposi o inutilmente decorati, arrivano all'essenziale dei concetti che per questo arrivano diretti e senza attrito; e nei personaggi ben caratterizzati, ricchi di sfaccettature, mai superficiali o dati per scontato.
Merito anche delle interpretazioni, in particolare quella di Edoardo Leo che si supera in un ruolo affatto semplice ma assorbito da lui con grande naturalezza, dando vita ad un'interpretazione emozionante, sentita e vera; ottima anche quella di Accorsi che risulta però leggermente meno a suo agio e naturale rispetto alla succitata controparte.
Merita uno speciale riconoscimento la piccola Sara Ciocca che spicca per il suo talento naturale, un vero prodigio che merita di avere in futuro diverse opportunità.
Alla fine bisogna ammettere che il film arriva dove vuole arrivare, coinvolge quanto basta per far arrivare le emozioni in maniera nitida e talvolta intensa ma soprattutto è un film che è stato capace di affrontare temi con coraggio, ma non quel coraggio vistoso, affatto con un coraggio semplice che è riuscito a rappresentare le cose nella loro reale normalità priva di pregiudizi, stereotipi, maschere, esagerazioni convenzionali, senza strumentalizzare né approfittarsi, con estremo rispetto, contegno e umanità. Ed è per questo che in realtà "La dea fortuna" si distingue e merita di essere visto.
7,5/10.
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saint loup
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martedì 24 dicembre 2019
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l'amore che vince
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"Che fai il geloso? Non ho fatto nulla di male". Questa è una delle frasi chiave dell'ultima fatica di Ferzan Ozpetek, "La dea fortuna". Alessandro e Arturo, rispettivamente Edoardo Leo e Stefano Accorsi, sono una coppia da oltre 15 anni, giunta ormai alle corde. E nemmeno il mutuo accordo di essere saltuariamente fedifraghi è bastato a salvarsi da un logorio dolente e inevitabile. E ciò fino a quando non piombano a casa loro 2 bambini affidatigli per un breve periodo da un'amica comune, la bravissima Jasmine Trinca, il tempo necessario per consentire a lei di sottoporsi a degli esami clinici in ospedale. E qui mi taccio per non spoilerare.
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"Che fai il geloso? Non ho fatto nulla di male". Questa è una delle frasi chiave dell'ultima fatica di Ferzan Ozpetek, "La dea fortuna". Alessandro e Arturo, rispettivamente Edoardo Leo e Stefano Accorsi, sono una coppia da oltre 15 anni, giunta ormai alle corde. E nemmeno il mutuo accordo di essere saltuariamente fedifraghi è bastato a salvarsi da un logorio dolente e inevitabile. E ciò fino a quando non piombano a casa loro 2 bambini affidatigli per un breve periodo da un'amica comune, la bravissima Jasmine Trinca, il tempo necessario per consentire a lei di sottoporsi a degli esami clinici in ospedale. E qui mi taccio per non spoilerare. Con questo film Ozpetek abbandona le suggestioni seducenti ed esoteriche di Rosso Istanbul e Napoli Velata, e torna alle dinamiche schiette e genuine di Le fate ignoranti e Mine vaganti, sfrondandoli però dagli eccessi di voyeurismo. L'introspezione si fa naufragio esistenziale e tocca il suo acme nel monologo di Accorsi quando manifesta in lacrime il rammarico di non poter più invecchiare insieme al suo perduto amore..e qui la sceneggiatura supera se stessa nella risposta che gli dà Martina,la bambina dodicenne affidataria,quando gli dice " ma voi siete (già)vecchi". Inesorabile schiaffo all'ineffabile caducità dell'amore. Il tono medietas della narrazione è reso con primi e primissimi piani utilizzati di rinforzo a dialoghi asciutti e mai espliciti fino all'eccesso, a sottolineare una sofferenza che si stampa nei volti e nei gesti, (ottima la resa attoriale di Edoardo Leo).Ad esempio i due protagonisti a letto non si guardano mai negli occhi,anzi spesso si danno le spalle. Lo scenario è quella Roma tanto cara al regista, colorata e popolare, che unisce personaggi folkloristici a casi che suscitano la pietas, come il buon Filippo Nigro malato di Alzheimer, sempre rispettato e amato da sua moglie anche per la sua capacità, ( risvolto positivo dell'oblio generato dalla malattia), di reinnamorarsi ogni giorno di lei. E tutto si gioca in un equilibrio perfetto tra dinamiche della coppia in crisi e atmosfere di pura elegia, come le scene dal piroscafo sulla vastità del mare o la danza liberatoria sotto la pioggia, tanto solipsista la prima quanto corale la seconda, sempre a dimostrare che non siamo mai veramente soli, inno all'universalità dell'animo umano e,soprattutto, dell'amore. Amore che alla fine vince sempre, al di là della diversità di genere e di classe sociale, anche se al suo trionfo debba contribuire il ricorso al rito magico della dea fortuna, un rito propiziatorio che ci fa legare per sempre alla persona amata.Il film è sorretto per intero da una colonna sonora di seducente fascinazione, con punte di inarrivabile lirismo con Mina che dà voce a Luna diamante di Fossati, che si leva come un canto triste e amaro sul destino inesorabile di Alessandro e Arturo e,forse, dell' umanità intera.
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lord
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mercoledì 25 dicembre 2019
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emozionante
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Ozpetek. Quanto basta per descrivere il film che racchiude in sé mistero, sentimento, amicizia, famiglia, in buona sostanza il dramma o l'ironia della vita. Mistero, appunto. La Dea fortuna inizia così, con una serie di immagini raffiguranti teschi dipinti sui muri di una villa, di cui lo spettatore non immagina neppure che sarà il teatro di ciò che in seguito sconvolgerà la vita dei protagonisti. Sentimento. Arturo e Alessandro, rispettivamente interpretati magistralmente da Stefano Accorsi ed Edoardo Leo, dopo anni d'amore attraversano un periodo di crisi, dal quale sembra non vi sia una via d'uscita. Amicizia. Quella tra Alessandro e Annamaria, alias Jasmine Trinca, anche lei in grande spolvero.
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Ozpetek. Quanto basta per descrivere il film che racchiude in sé mistero, sentimento, amicizia, famiglia, in buona sostanza il dramma o l'ironia della vita. Mistero, appunto. La Dea fortuna inizia così, con una serie di immagini raffiguranti teschi dipinti sui muri di una villa, di cui lo spettatore non immagina neppure che sarà il teatro di ciò che in seguito sconvolgerà la vita dei protagonisti. Sentimento. Arturo e Alessandro, rispettivamente interpretati magistralmente da Stefano Accorsi ed Edoardo Leo, dopo anni d'amore attraversano un periodo di crisi, dal quale sembra non vi sia una via d'uscita. Amicizia. Quella tra Alessandro e Annamaria, alias Jasmine Trinca, anche lei in grande spolvero. Un'amicizia vera, che comporterà una scelta di responsabilità per entrambi. Famiglia. Quella che gradualmente si crea tra Arturo, Alessandro e i due figli di Annamaria (merita una menzione anche la recitazione della piccola Sara Ciocca). Piaccia o no, questo è il cinema ozpetekiano; tra silenzi e ironie, sguardi d'amore e urla di gelosia, ma anche danza, quella che riunisce e allo stesso tempo cancella tutti i problemi, anche se solo per un attimo. Che dire della colonna sonora impeccabile e impreziosita dalla voce del millennio, quella di Mina. Una storia vera, ben raccontata, un bel film che certifica il grande ritorno del regista di origini turche, che dopo “Napoli velata”, si riconferma ancora su grandi livelli.
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mauromao
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lunedì 6 gennaio 2020
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una favola da trattenere in fondo al cuore
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La Dea fortuna ci racconta le difficoltà di essere genitore qualunque sia il sesso . Ozpetek mette a confronto una ragazza madre ci due figli che preferisce una vita semplice agli sfarzi della casa materna . Una nonna madre strega cattiva troppo rigida e bigotta e una coppia gay in crisi che si ritrova all’improvviso a prendersi cura dei due bimbi lasciati in custodia da Annamaria. Quest’ultima affronterà il percorso di una malattia forse più grave di ciò che vuole far credere ai piccoli con coraggio e leggerezza mentre Alessandro e Arturo scopriranno cosa significa essere genitori . In questo percorso potranno riflettere sul loro rapporto d’amore logorato pieno di egoismo rinfacciando si le scelte e le non scelte di quei 15 anni trascorsi insieme .
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La Dea fortuna ci racconta le difficoltà di essere genitore qualunque sia il sesso . Ozpetek mette a confronto una ragazza madre ci due figli che preferisce una vita semplice agli sfarzi della casa materna . Una nonna madre strega cattiva troppo rigida e bigotta e una coppia gay in crisi che si ritrova all’improvviso a prendersi cura dei due bimbi lasciati in custodia da Annamaria. Quest’ultima affronterà il percorso di una malattia forse più grave di ciò che vuole far credere ai piccoli con coraggio e leggerezza mentre Alessandro e Arturo scopriranno cosa significa essere genitori . In questo percorso potranno riflettere sul loro rapporto d’amore logorato pieno di egoismo rinfacciando si le scelte e le non scelte di quei 15 anni trascorsi insieme . Ma trovano nel nuovo ruolo che si prolunga l’amore per ritrovarsi . ozpetek ci mette così di fronte esempi genitoriali differenti e reali per farci riflettere sulla normalità dell’amore per i figli . I temi della malattia della morte dell’amicizia e della diversità vengono come sempre toccati con delicatezza. Come nelle fate ignoranti i due protagonisti sono contornati da una comunità variopinta sempre pronta ad aiutare il prossimo . Aggiunge richiami alle favole e troviamo quindi il castello con la strega (la marea di Annamaria ) fantasticamente interpretata da Barbara Alberti . Una fata madrina particolare che sta accanto ad Annamaria portandole in ospedale il gestito per la festa . Il principe azzurro , il bel medico che ha in cura Annamaria ma che non la sveglierà con un bacio .l’amico sotto un incantesimo che vede tutti come la prima volta e ogni volta si innamora come il primo giorno . Il Commovente il filo conduttore del film è il gioco che fa fare la mamma ai bimbi : Come fai a tenere per sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, prendi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi. E lui ti scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà per sempre con te. Il film è commovente e divertente allo stesso tempo è non nasconde un messaggio di denuncia . Forse essere genitori è qualcosa di più ...
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paolacaselli
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domenica 22 dicembre 2019
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fernando colpisce ancora
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A mio avviso il migliore film di Ferzan. Sono rimasta sbalordita da come sia riuscito a mescolare i suoi consueti “ingredienti” : amore, malattia, morte, danza, allegria, tavola e cibo, senza lasciare percepire allo spettatore un senso di “deja vu”. Tutto è come sempre e allo stesso tempo più credibile e più coinvolgente di sempre. Un film in cui ogni inquadratura, ogni sguardo e ogni battuta sono stati prima di tutto amati e condivisi da tuto il set. Straordinario poi che nel film non ci dis una sola scena di sesso esplicito che pure in alcuni momenti di particolare intensità lo spettatore si attenderebbe: una scelta di grande delicatezza, di pudore, di rispetto dei sentimenti che però non intacca la materia erotica.
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A mio avviso il migliore film di Ferzan. Sono rimasta sbalordita da come sia riuscito a mescolare i suoi consueti “ingredienti” : amore, malattia, morte, danza, allegria, tavola e cibo, senza lasciare percepire allo spettatore un senso di “deja vu”. Tutto è come sempre e allo stesso tempo più credibile e più coinvolgente di sempre. Un film in cui ogni inquadratura, ogni sguardo e ogni battuta sono stati prima di tutto amati e condivisi da tuto il set. Straordinario poi che nel film non ci dis una sola scena di sesso esplicito che pure in alcuni momenti di particolare intensità lo spettatore si attenderebbe: una scelta di grande delicatezza, di pudore, di rispetto dei sentimenti che però non intacca la materia erotica. Insomma un gran bel film, che concilia con la vita e che indica le strade per affrontarne le pene e le difficoltà
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[+] buono
(di barone di firenze)
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annelise
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venerdì 20 dicembre 2019
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i tormenti e la magia dell'amore
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Arturo e Alessandro,tra loro molto diversi,si sono un tempo amati con passione ma ora sentono che stanno per perdersi. Arrivano due bambini a casa loro,figli di una ex ragazza di Alessandro,e si trovano a gestire una situazione nuova ,a volte paradossale . La madre dei bambini è ricoverata in ospedale e non si prevede quale sarà l'esito degli esami o dell'intervento chirurgico .I bambini irrompono e rompono una routine fatta di silenzi e di stanchezza in un rapporto in cui la familiarità ha sostituito la passione .
Con i bambini arriva anche la dea Fortuna che suggerisce di guardare negli occhi chi si ama e poi di chiuderli forte ,per non perdere mai più quell'amore.
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Arturo e Alessandro,tra loro molto diversi,si sono un tempo amati con passione ma ora sentono che stanno per perdersi. Arrivano due bambini a casa loro,figli di una ex ragazza di Alessandro,e si trovano a gestire una situazione nuova ,a volte paradossale . La madre dei bambini è ricoverata in ospedale e non si prevede quale sarà l'esito degli esami o dell'intervento chirurgico .I bambini irrompono e rompono una routine fatta di silenzi e di stanchezza in un rapporto in cui la familiarità ha sostituito la passione .
Con i bambini arriva anche la dea Fortuna che suggerisce di guardare negli occhi chi si ama e poi di chiuderli forte ,per non perdere mai più quell'amore.La fiaba inizia, così ad insinuarsi nel reale .
L'amore è un percorso difficile per chi vive insieme da molti anni, per chi non ha quella tenera follia e demenza che lo fa innamorare ogni giorno della stessa donna . E' difficile innamorarsi di nuovo di chi si ha accanto ed è difficile ricordare quando è avvenuto il cambiamento.
Nel film oltre all'amore c'è la malattia ,c'è la morte, c'è la paura ,c'è l'ironia ,la comicità e ,soprattutto, tanta energia,quella che Ozpetek ritrova nella coralità ,nel rapporto con gli amici, nella condivisione dei problemi alla ricerca di soluzioni originali.
La paura della fine ,non solo del rapporto ,ma della vita viene esorcizzata con la potente arma dello stare insieme,nel tentativo di non farsi trovare angosciati .
La tematica è una tematica universale che si vive ,nella maturità della vita, quando si affievoliscono le forti emozioni e le passioni e prende spazio l'insicurezza, la fragilità,la paura di invecchiare da soli.
Tra i silenzi carichi di comunicazione e di sguardi, scorrono musiche che fanno da colonna sonora ,intense e ben scelte,in particolare Luna diamante ,cantata da MIna .Chiude, come è giusto che sia La vita meravigliosa di Diodato.
Gli interpreti sono tutti al loro giusto posto :il volitivo Leonardo Leo e il pigro Stefano Accorsi .L'intero cast è ,come nei migliori film di Ozpetek, armoniosamente colorato, buffo, multiforme ,umano!!!Bravi !
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