Opera senza autore

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francescoizzo domenica 7 ottobre 2018
quasi un capolavoro (con pochi difetti) Valutazione 4 stelle su cinque
92%
No
8%

Il film è bello, ben strutturato, e la storia è coinvolgente emotivamente e razionalmente. Ambientato dagli anni 30 ai 60 del secolo scorso,propone una storia personale appassionante e molto  interessante, che si intreccia con eventi, misfatti, tragedie e dittature incontrandone un'altra e concludendosi con la procreazione a lungo desiderata di un bimbo, simbolo di vita e speranza che continuano.Sono poche le banalità - a mio avviso- che quindi non riescono a rovinare il complesso dell'opera, che rimane ben fatta (una per tutte, la frase ripetuta:"la realtà è sempre bella", che a me non piace - anche se capisco che abbia un valore prettamente artistico). [+]

[+] dentro il cuore ferito di una nazione (di antoniomontefalcone)
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sergio dal maso venerdì 8 febbraio 2019
opera senza autore Valutazione 4 stelle su cinque
53%
No
47%

“L'arte è la forma più alta della speranza”     Gerhard Richter
 
Dodici anni dopo l’indimenticabile Le vite degli altri, splendido esordio che impose Florian Henckel von Donnersmarck nell’olimpo dei cineasti contemporanei, il regista tedesco torna a confrontarsi con la travagliata storia del suo popolo e con i traumi collettivi rimossi senza alcuna espiazione.
Anche questa volta la grande Storia è raccontata attraverso la vita del protagonista, allora era l’agente della Stasi Gerd Wiesler, questa volta il giovane pittore Kurt Barnert. E anche in questo caso si tratta di una storia vera, seppur romanzata. [+]

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michelecamero giovedì 11 ottobre 2018
bello e potente: correte a vederlo. Valutazione 4 stelle su cinque
90%
No
10%

 Auguro a questo bel film lo stesso destino de “Le Vite degli Altri” opera non a caso del medesimo regista, il cui successo, almeno da noi, venne decretato dal passa parola degli spettatori che ne imposero in pratica il ritorno nelle sale proprio quando la distribuzione ne aveva decretato il fine corsa. Faccio appello ai cinefili perché lo vedano e soprattutto ne facciano promozione sottolineando con calore di non farsi spaventare dalla durata di tre ore perché queste trascorrono senza che lo spettatore quasi se ne renda conto. E’ un merito certamente della storia, ma anche di come questo OLIMPICO pool di cineasti (regista tra i migliori nell’attuale panorama europeo, attori magnifici e giganteschi per la loro bravura, sceneggiatore alla cui scuola iscrivere un po’ dei nostri così a corto di argomenti e di forme dialettiche) ha reso sullo schermo un’altra feroce prova di autoanalisi cui è stato capace di sottoporsi il popolo tedesco. [+]

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flyanto mercoledì 10 ottobre 2018
la nascita e lo sviluppo di un artista Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 Del regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck esce in questi giorni nelle sale cinematografiche la sua ultima pellicola intitolata “Opera senza Autore”, una lunga rappresentazione sulla nascita e lo sviluppo di un artista nella Germania immediatamente precedente al 1945 sino agli anni ’60.
La storia riguarda, appunto, il protagonista che viene presentato sin da quando è un bambino e trascorre gran parte del proprio tempo con la giovane zia, appassionata di arte, ma instabile psicologicamente. Già precoce e talentuoso nel disegno, il piccolo negli anni sviluppa sempre di più la propria passione per questa forma artistica, nonché per la pittura, e a questo proposito, una volta cresciuto e terminata la guerra, incomincia a frequentare l’Accademia delle Belle Arti nella città di Dresda. [+]

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goldy giovedì 11 ottobre 2018
le stranezze del cinema Valutazione 3 stelle su cinque
63%
No
38%

Incredibile i percorsi del gusto creati dal cinema. Film superpremiati e osannati dalla critica lasciano il tempo che trovano quando scendono nell'arena delle sale mentre altri  che   indignano palati più raffinati  sono capaci di  lasciare  poi dietro di sè spunti di interesse e motivi di riflessione. Il regista è più idoneo  per film politici. Qui rappresenta eventi   storici   realmente accaduti  che fanno da sfondo al privato di due giovani  con le stesse modalità di una soap opera;  una colonna sonora ridondante e mai adeguata, un montaggio che andrebbe asciugato e ridotto di una buona mezz'ora, uno schematismo elementare dei personaggi  sia buoni che cattivi. [+]

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roberteroica martedì 4 settembre 2018
never look away Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

#Venezia75 - WERK OHNE AUTOR - Concorso - Il regista del pluripremiato e bellissimo "Le vite degli altri" torna con un melodrammone di oltre tre ore che mescola orrori nazisti, aspirazione artistica, madeleine individuali, comunismo e Rdt. Un po' troppa carne al fuoco e un'ambizione che meriterebbe maggior profondita' e una sintassi meno televisiva. Alla fine i conti tornano, pero'. E la critica, di ogni tipo e grado, non ci fa una gran figura...Voto: 6

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frenky 90 mercoledì 26 agosto 2020
opera d''autore Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Kurt non parla quasi mai. E’ l’esemplificazione più pura del concetto che è la sua arte a parlare per sé. E’ sempre la sua arte la sua migliore arma contro i suoi nemici, la migliore cura per le sue ferite e quella che alla fine lo porterà alla vittoria. Per Henckel von Donnersmarck il “secondo album” è stato quello più difficile. Dopo l’esordio con botto e con Oscar de Le vite degli altri era arrivato il flop hollywoodiano di The Tourist che, come disse Ricky Gervais in uno dei suoi primi famosi “roast” ai Golden Globe, tutti, me compreso, prendono in giro senza averlo visto. [+]

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cardclau domenica 7 ottobre 2018
l'elaborazione non è semplice Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

Il regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck nel suo film Opera senza autore cerca giustamente di elaborare una atrocità perpetrata dalla Germania nazista, l’eliminazione dei diversi. Ma non è francese, e si vede perché, è fondamentalmente cupo. Come ricorda lo storico Martin Gilbert sulla sua storia della seconda guerra mondiale [traduco dall’inglese] “ … questa “inutile protesta” fu in grado immediatamente di forzare Hitler nell’abbandonare il suo programma di eutanasia, sebbene non prima di aver mandato a morte 50000 soggetti “difettosi”, anche diverse migliaia di bambini. Ma Himmler e i suoi uomini delle SS avrebbero ricevuto un altro “lavoro” da compiere prima che fossero passati altri 6 mesi ,,,”. [+]

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