carloalberto
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lunedì 22 febbraio 2021
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plot visto, rivisto, stravisto
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Personalità multiple e vecchi merletti in una storia da popcorn che sa di già visto tante volte, nobilitata a stento da un Kingsley, che, comparsando qua e là in film di poco spessore, sta dilapidando la fama di grande attore drammatico che cresce in modo inversamente proporzionale ai cachet accumulati, grazie all’investimento oculato dei produttori di pellicole commerciali che, inserendo il suo nome nel cast, si aspettato un ritorno in incassi al botteghino. Il protagonista, il solito detective separato dalla moglie e con una figlia che adora e che vede poco e che vorrebbe vedere di più e che si è divorziato perché lui lavorava troppo e lei stava in pena per lui e via dicendo con le banalità trite e ritrite divenute oramai immancabili topoi del genere poliziesco americano da qualche anno a questa parte, invece, è capace di essere inespressivo o meglio mono espressivo per tutta la durata del film, alternando facce tristi a facce meno tristi, peraltro con un tono altezzoso e strafottente da bel tenebroso che non c’entra niente con il plot.
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Personalità multiple e vecchi merletti in una storia da popcorn che sa di già visto tante volte, nobilitata a stento da un Kingsley, che, comparsando qua e là in film di poco spessore, sta dilapidando la fama di grande attore drammatico che cresce in modo inversamente proporzionale ai cachet accumulati, grazie all’investimento oculato dei produttori di pellicole commerciali che, inserendo il suo nome nel cast, si aspettato un ritorno in incassi al botteghino. Il protagonista, il solito detective separato dalla moglie e con una figlia che adora e che vede poco e che vorrebbe vedere di più e che si è divorziato perché lui lavorava troppo e lei stava in pena per lui e via dicendo con le banalità trite e ritrite divenute oramai immancabili topoi del genere poliziesco americano da qualche anno a questa parte, invece, è capace di essere inespressivo o meglio mono espressivo per tutta la durata del film, alternando facce tristi a facce meno tristi, peraltro con un tono altezzoso e strafottente da bel tenebroso che non c’entra niente con il plot. Lo stesso dicasi per l’attrice protagonista, la poliziotta intrepida e avvenente. che è stata probabilmente una sua ex e che aspirerebbe a riconquistarlo, ma il dovere chiama e bisogna dare la caccia al serial killer, perché la donna deve avere un ruolo nella società e non può più essere la svenevole creatura che languisce per le pene d’amore aspettando alla finestra che il suo eroe sconfigga il mostro, almeno è quasi sempre sorridente, talvolta anche a sproposito. Tucci risulta incartapecorito in una particina marginale da vecchio poliziotto che la sa lunga e che ha capito tutto quando gli altri ancora brancolano nel buio, ha fatto sicuramente di meglio. L’unico del cast che si salva, a parte il mostro sacro di Kingsley, è Brendan Fletcher che interpreta in modo credibile lo psicopatico di turno che guarda caso sequestra e tiene prigioniere giovani donne e sarebbe lunga da citare e perciò si omette la lista di film che hanno la stessa identica trama.
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eugen
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sabato 2 dicembre 2023
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in definitiva ha ragione carloalberto, poco da agg
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"Nomis-Night Hunter"(primo titolo e'"Nomis", "Night Hinter" arriva doppo, di David Raymond, anche autore dello screenplay, 2018)e'in definitiva(q eui credo di debba dar ragione a CarloAlberto)una riscrittura filmica di molte cose gia'lette e/o viste, dato che non propone alcuna novita'ne'sul piano psicologico ne'su quellloi della detection, dove il"hunter(reso da un attore statico come Henry Cavil, dall'espressione decisamente monocorde) non fa che cacciare serial killlers, senza andare oltre e senza oirsu troppo domande, salvo reprimere la figlia adolescente , che considera troppio"chattante". Bene, ma avrebbe meritato uno spazio espressivo molto maggiore, Ben Kingsley e anche Alexandra Daddatio, nellaparte della"profiler"della polizia.
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"Nomis-Night Hunter"(primo titolo e'"Nomis", "Night Hinter" arriva doppo, di David Raymond, anche autore dello screenplay, 2018)e'in definitiva(q eui credo di debba dar ragione a CarloAlberto)una riscrittura filmica di molte cose gia'lette e/o viste, dato che non propone alcuna novita'ne'sul piano psicologico ne'su quellloi della detection, dove il"hunter(reso da un attore statico come Henry Cavil, dall'espressione decisamente monocorde) non fa che cacciare serial killlers, senza andare oltre e senza oirsu troppo domande, salvo reprimere la figlia adolescente , che considera troppio"chattante". Bene, ma avrebbe meritato uno spazio espressivo molto maggiore, Ben Kingsley e anche Alexandra Daddatio, nellaparte della"profiler"della polizia. Difficile dire di piu, francamente, in quanto ci trviamo di fonte a quanto sapevano, senza alcuna innovazione vera e propria, senza qualcosa che, non diro'"accrescano il nostro sapere"(kantianamente)-questo non e'ncessariamente il compito pmoritario del cinema, peraltro-ma almeno ci stimolino in qualche modo, a livello visivo, Eugen
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