fabrizio friuli
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mercoledì 17 aprile 2024
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"nun fa ridere pe'' nniente "
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Guglielmo è il titolare di un negozio di articoli religiosi che viene lasciato dalla moglie per una del suo stesso sesso, e tale scoperta lo fa nuotare nello sconforto e nella tristezza, fin quando la sua vita non viene cambiata dall' inaspettata e inizialmente non gradita presenza di una giovane donna che viene assunta come commessa e a modo suo, cerca di farlo cambiare in meglio, in modo che lui possa esorcizzare il ricordo della sua ex, tuttavia, Guglielmo, non essendo molto pratico con le innovazioni attuali e non essendo avvezzo a frequentare altre donne, il cambiamento si è rivelato non semplice.
La commedia italiana del celebre Carlo Verdone è palesemente e ( purtroppo ) una commedia italiana che non fa ridere, per giunta, l' idea dell' uomo che scopre l' infedeltà della compagnia per via di un' altra donna è un ' idea già utilizzata in uno dei cinepanettoni di Neri Parenti, ossia Natale a Miami, la giovane protagonista del film, interpretata dall' attrice rivelazione Ilenia Pastorelli sembra essere una semplice " coatta romana " caratterizzata dal tipico dialetto del capoluogo laziale e dal modo di vestire in parte appariscente, in parte di scarso gusto.
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Guglielmo è il titolare di un negozio di articoli religiosi che viene lasciato dalla moglie per una del suo stesso sesso, e tale scoperta lo fa nuotare nello sconforto e nella tristezza, fin quando la sua vita non viene cambiata dall' inaspettata e inizialmente non gradita presenza di una giovane donna che viene assunta come commessa e a modo suo, cerca di farlo cambiare in meglio, in modo che lui possa esorcizzare il ricordo della sua ex, tuttavia, Guglielmo, non essendo molto pratico con le innovazioni attuali e non essendo avvezzo a frequentare altre donne, il cambiamento si è rivelato non semplice.
La commedia italiana del celebre Carlo Verdone è palesemente e ( purtroppo ) una commedia italiana che non fa ridere, per giunta, l' idea dell' uomo che scopre l' infedeltà della compagnia per via di un' altra donna è un ' idea già utilizzata in uno dei cinepanettoni di Neri Parenti, ossia Natale a Miami, la giovane protagonista del film, interpretata dall' attrice rivelazione Ilenia Pastorelli sembra essere una semplice " coatta romana " caratterizzata dal tipico dialetto del capoluogo laziale e dal modo di vestire in parte appariscente, in parte di scarso gusto. Ritornando al fatto che la commedia non faccia ridere, questa commedia "nun fa ridere pe'nniente", e questo può essere dovuto alle scene che non sono divertenti, specialmente quella dove un' attraente donna infila il cellulare di Guglielmo nel suo organo sessuale e, non riuscendo più ad estrarlo come se fosse la spada di re Artù, Guglielmo si avvicina a quella specifica parte del corpo femminile e sembra che stiano facendo sesso nel bagno di un ristorante, in più, il protagonista fa sovente delle brutte figure con un personaggio femminile di nome Ornella ( impersonata dall' attrice Maria Pia Calzone ) ed infatti quelle specifiche scene sono costituite dalle famose gag della figuraccia ( la GDF ). Probabilmente, i soli pregi di questo film sono gli attori scelti per interpretare i personaggi principali, anche se Ilenia Pastorelli non ha fatto altro che interpretare una romana burini di periferia, tra l'altro, si scopre essere indebita con una coppia di " cravattari " che sembrano i membri di un circolo ricreativo ed è perfino la figlia di Ornella l' Infermiera, con la quale riesce a chiarirsi ed entrambi alla fine del film , iniziano una relazione romantica, facendo un giro in moto per le strade di Roma, dato che Guglielmo non aveva più guidato la sua moto per via di un incidente. Come è stato scritto: Benedetta Follia è una commedia che non fa ridere, la sceneggiatura è quasi sufficiente ma non è un film consigliabile, a meno che non si scelga di vederlo nell' eventualità in cui non si abbia nulla di meglio da fare o da vedere.
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no_data
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martedì 14 novembre 2023
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commedia gradevole.
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Ancora un gradevole itinerario di Verdone nella societa'' d''oggi, partendo da un ambiente moralista e vicino alla religione - anche in IO LORO E LARA impersona un sacerdote missionario - per sfociare nell''"inferno" delle discoteche, dove vede se stesso allo specchio come "disc-jockey" coatto sul genere dell''Ivano di VIAGGI DI NOZZE. Anche in tada eta'' il regista non perde in carica grottesca ed ironica.
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enzo70
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domenica 25 settembre 2022
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grande verdone, ma peccato per il finale
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Il film parte da un salto nel passato di Guglielmo Pantalei, il protagonista interpretato da Carlo Verdone. Un giovane motociclista si affianca ad una macchina guidata da una ragazza ed è amore. Si riprende 25 anni dopo, Guglielmo ha abbandonato i sogni di gloria e gestisce, con successo, un negozio di articoli religiosi. Ma durante la cena per festeggiare l’anniversario la moglie, Linda, gli comunica di avere una storia con un’altra donna. La separazione getta nello sconforto il commerciante ma, ben presto, nella sua vita irrompe, letteralmente, Luna una ragazza di borgata che viene assunta come commessa in prova. La storia funziona bene, grazie soprattutto alla complementarità tra Verdone e Ilaria Pastorelli, che conferma di essere un’attrice di ottimo livello.
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Il film parte da un salto nel passato di Guglielmo Pantalei, il protagonista interpretato da Carlo Verdone. Un giovane motociclista si affianca ad una macchina guidata da una ragazza ed è amore. Si riprende 25 anni dopo, Guglielmo ha abbandonato i sogni di gloria e gestisce, con successo, un negozio di articoli religiosi. Ma durante la cena per festeggiare l’anniversario la moglie, Linda, gli comunica di avere una storia con un’altra donna. La separazione getta nello sconforto il commerciante ma, ben presto, nella sua vita irrompe, letteralmente, Luna una ragazza di borgata che viene assunta come commessa in prova. La storia funziona bene, grazie soprattutto alla complementarità tra Verdone e Ilaria Pastorelli, che conferma di essere un’attrice di ottimo livello. Infatti, il film scorre che è una bellezza, è divertente con alcune trovate davvero intelligenti, ad esempio la rappresentazione degli effetti degli appuntamenti tra persone mature attraverso i siti di incontri. Il finale, invece, è troppo buonista, esageratamente melenso e compromette il giudizio finale.
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onufrio
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domenica 8 marzo 2020
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o famo in 4g!
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Guglielmo conduce una vita tranquilla e pacata, un lavoro ereditato dal padre che lo mette giornalmente a contatto con uomini di Chiesa ed un matrimonio ormai lungo 25 anni. La moglie però scopre di essere attratta da un'altra donna, troncando così di punto in bianco il matrimonio col povero Guglielmo che si ritrova spiazzato. Il destino (o meglio, il copione) farà incontrare Luna, una giovane pischella romana dai modi e dai toni discutibili. La ragazza, immersa in qualche pasticcio di troppo, si impegnerà comunque ad aiutare Guglielmo spronandolo a cambiare atteggiamento e cambiare vita. Menzione speciale per la scena al ristorante con Francesca Manzini nei panni di una ninfomane alle prese col cellulare.
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Guglielmo conduce una vita tranquilla e pacata, un lavoro ereditato dal padre che lo mette giornalmente a contatto con uomini di Chiesa ed un matrimonio ormai lungo 25 anni. La moglie però scopre di essere attratta da un'altra donna, troncando così di punto in bianco il matrimonio col povero Guglielmo che si ritrova spiazzato. Il destino (o meglio, il copione) farà incontrare Luna, una giovane pischella romana dai modi e dai toni discutibili. La ragazza, immersa in qualche pasticcio di troppo, si impegnerà comunque ad aiutare Guglielmo spronandolo a cambiare atteggiamento e cambiare vita. Menzione speciale per la scena al ristorante con Francesca Manzini nei panni di una ninfomane alle prese col cellulare...
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la camy
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venerdì 10 gennaio 2020
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la follia ci rende vivi
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BENEDETTA FOLLIA , film esilarante al cinema in questi giorni, ma anche concentrato terminologico di ciò che dovrebbe condire la nostra vita ogni giorno.
Ma quanto siamo stereotipati?
Tutti incanalati come pecore in percorsi precostituiti da altri, in modi di pensare preconfezionati e studiati a tavolino, che prepotentemente sentenziano sul giusto e sbagliato del nostro modo di vivere.
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BENEDETTA FOLLIA , film esilarante al cinema in questi giorni, ma anche concentrato terminologico di ciò che dovrebbe condire la nostra vita ogni giorno.
Ma quanto siamo stereotipati?
Tutti incanalati come pecore in percorsi precostituiti da altri, in modi di pensare preconfezionati e studiati a tavolino, che prepotentemente sentenziano sul giusto e sbagliato del nostro modo di vivere.
Benedetta sia invece la Follia che ti fa volare lontano dalla noia dell'omologazione e che ti aiuta a trovare la tua via per essere te stesso, né giusto né sbagliato perché sei semplicemente TU con le tue idee, il tuo entusiasmo, le tue convinzioni, i tuoi valori i tuoi "credo".
Evviva la Follia perché non sarà MAI IPOCRISIA, ma forse l'unico volto autentico di quel che siamo, smascherando i personaggi che interpretiamo ogni giorno nel ruolo che ci compete.
Follia e Libertà di esserlo, un binomio perfetto per gustare veramente la propria vita così trasformata dalla mera esistenza.
È stato l'ironico film di Verdone ad indurmi a queste conseguenti riflessioni. Film che racconta il normale scorrere dell'esistenza di un uomo comune, che ha portato avanti il lavoro ereditato dal padre senza volerlo realmente, suddito di certe gerarchie consolidate e che, a più del mezzo di cammin della sua vita, viene catapultato in una situazione personale non più familiare ma sconosciuta e tutta da scoprire. Gli si apre un mondo nuovo, fondamentalmente tocca con mano una nuova condizione di solitudine che la tecnologia e le app per incontri non colmano, dando nuova linfa all'importanza imprescindibile del contatto umano, fisico ed emozionale, della solidarietà, della condivisione e dell'aiutarsi l'un l'altro.
Siamo singolari dunque nella nostra FOLLIA ma per avere efficacia deve pur sempre contagiare qualcun altro.
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donato vergaro
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venerdì 28 giugno 2019
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verdone: folle ma non troppo
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Il segreto del successo di Verdone è stato sempre nella capacità di osservare la realtà, individuarne le debolezze e riproporle sul grande schermo fondendo il comico col drammatico, questo lo ha portato a stare sempre al passo coi tempi nel bene e nel male. Questo film per Verdone rappresenta un passo importante. Lo dimostra il fatto che si ritorna, dopo "L'abbiamo fatta grossa", nella classica linea stilistica che ha definito da sempre l'attore e regista: il rapporto con le donne, la solitudine di un uomo in crisi(personaggio ricorrente nei suoi film), la malinconia che fa da sfondo al film e che aggiunge sempre molta poesia e infine una buona componente musicale. La commedia alterna momenti malinconici a momenti divertenti.
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Il segreto del successo di Verdone è stato sempre nella capacità di osservare la realtà, individuarne le debolezze e riproporle sul grande schermo fondendo il comico col drammatico, questo lo ha portato a stare sempre al passo coi tempi nel bene e nel male. Questo film per Verdone rappresenta un passo importante. Lo dimostra il fatto che si ritorna, dopo "L'abbiamo fatta grossa", nella classica linea stilistica che ha definito da sempre l'attore e regista: il rapporto con le donne, la solitudine di un uomo in crisi(personaggio ricorrente nei suoi film), la malinconia che fa da sfondo al film e che aggiunge sempre molta poesia e infine una buona componente musicale. La commedia alterna momenti malinconici a momenti divertenti. Ottima Ilenia Pastorelli, che con dietro una sceneggiatura scritta su misura per lei riesce a dare il massimo tra simpatia, divertimento e soprattutto, spontaneità. Meno efficaci le varie situazioni con la Di Eusanio, la Minaccioni, eccessivamente e inutilmente volgare la scena con Francesca Manzini. Lucrezia Lante Della Rovere e Maria Pia Calzone in dei ruoli abbastanza dimenticabili. Insomma, partendo da un'idea e un soggetto già non molto originali, almeno la sceneggiatura avrebbe potuto dare il massimo, ma purtroppo questo non avviene. Rimane il fatto che nonostante Verdone, sicuramente spinto da De Laurentiis, sia tornato ad una commedia classica, comunque abbia voluto azzardare un po' tramite scene di totale fantasia, che da un Verdone di qualche anno fa, non ce le saremmo mai aspettate (la scena allo specchio e il sogno psichedelico). Insomma un film senza alcune pretese con un Verdone non particolarmente ispirato e con una trama che inciampa spesso nello scontato. Ottimi attori, non sorretti da una buona sceneggiatura. Infine in questo film il personaggio di Guglielmo (Carlo Verdone) rispecchia in parte l'attore e regista. Verdone arrivato ai 40 anni di carriera ha dato tutto nel campo comico e della commedia in generale. È in un momento di smarrimento in cui l'artista, entrato nella terza fase della vita, sente il bisogno di intraprendere altre strade, sicuramente sperimentando più approfonditamente il campo drammatico; purtroppo le scelte di un regista non dipendono solo da lui, ma la decisione finale spetta al produttore che, se dimostra di essere capace, deve valorizzare l'artista e dare la possibilità di evolversi. Con questo film Verdone fa il punto della situazione con il pubblico e con se stesso, riassumendo quello che ha già fatto e dimostrando in piccola parte ciò che potrebbe ancora fare. Quindi, da parte di uno spettatore e un fan di Verdone non particolarmente esaltato da questo film, auguro a Verdone non di ritirarsi, come alcuni li suggeriscono, ma nei prossimi anni di sorprenderci con quello che ancora può dare, sia dal punto di vista comico che già conosciamo, ma soprattutto dal punto di vista drammatico che abbiamo sempre intravisto e assaporato in molti suoi film, ma che ancora deve avere la forza artistica e produttiva di uscire fuori.
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vir.do
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martedì 12 febbraio 2019
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una bella commedia
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Una commedia molto piacevole.Interessante narrazione delicata e struggente della solitudine di un uomo.Consigliata.
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greatsteven
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martedì 20 novembre 2018
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cercasi commessa e compagna sui generis.
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BENEDETTA FOLLIA (IT, 2018) diretto da CARLO VERDONE. Interpretato da CARLO VERDONE, ILENIA PASTORELLI, LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE, MARIA PIA CALZONE, PAOLA MINACCIONI
Guglielmo Pantalei è proprietario di un negozio nel centro storico di Roma che vende articoli religiosi per cardinali e personalità ecclesiastiche fra le più alte sfere della Chiesa cattolica. Sposato da venticinque anni con Lidia, proprio il giorno delle nozze d’argento la moglie gli rivela che da qualche tempo frequenta la loro governante Silvana, ammettendo così la propria omosessualità, e lo pianta in asso. Uomo dai ferrei principi morali e di provata fede cristiana, Guglielmo rimane sconvolto dalla notizia e quasi cade in depressione, senonché gli urge trovare una nuova commessa per il negozio e pertanto assume, inizialmente senza la minima convinzione, la giovane Luna, ragazza scriteriata, senza peli sulla lingua e pronta a qualunque sguaiataggine che, con i suoi problemi sentimentali da psicolabile e la sua ossessione nel voler risolvere l’umore mortificato del proprio principale, stravolge le sue giornate, cominciando col renderlo al corrente di un’applicazione online che permette agli uomini di conoscere donne chattando per favorire congressi carnali.
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BENEDETTA FOLLIA (IT, 2018) diretto da CARLO VERDONE. Interpretato da CARLO VERDONE, ILENIA PASTORELLI, LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE, MARIA PIA CALZONE, PAOLA MINACCIONI
Guglielmo Pantalei è proprietario di un negozio nel centro storico di Roma che vende articoli religiosi per cardinali e personalità ecclesiastiche fra le più alte sfere della Chiesa cattolica. Sposato da venticinque anni con Lidia, proprio il giorno delle nozze d’argento la moglie gli rivela che da qualche tempo frequenta la loro governante Silvana, ammettendo così la propria omosessualità, e lo pianta in asso. Uomo dai ferrei principi morali e di provata fede cristiana, Guglielmo rimane sconvolto dalla notizia e quasi cade in depressione, senonché gli urge trovare una nuova commessa per il negozio e pertanto assume, inizialmente senza la minima convinzione, la giovane Luna, ragazza scriteriata, senza peli sulla lingua e pronta a qualunque sguaiataggine che, con i suoi problemi sentimentali da psicolabile e la sua ossessione nel voler risolvere l’umore mortificato del proprio principale, stravolge le sue giornate, cominciando col renderlo al corrente di un’applicazione online che permette agli uomini di conoscere donne chattando per favorire congressi carnali. Al termine di uno di questi tentativi, Guglielmo dev’essere portato al pronto soccorso, e Luna viene a prenderlo in automobile, ma una delle di lei amiche gli somministra una pastiglia di ecstasy spacciandogliela per paracetamolo, e il povero negoziante, dopo un’allucinazione in cui si rende conto di voler vivere e non semplicemente esistere, conosce in ospedale una paziente infermiera di nome Ornella, che gli sta subito simpatica, ma alla quale lui dà l’aria di essere un depravato tossicodipendente. Nel frattempo Luna viene minacciata più volte da due tizi impiegati nella discoteca in cui la ragazza, prima di lavorare da Guglielmo, faceva la lap-dancer perché deve loro restituire 10.000 euro che non ha. In questo il suo capo tenta di aiutarla, rivolgendosi al padre di lei che è presidente, per altro con un passato poco raccomandabile a livello legale, di un’associazione, ma la cosa non funziona. Costretta a tornare ad esibirsi nel locale notturno il giorno del suo compleanno, Luna è anche obbligata la sera prima ad inscenare una commedia in casa di Guglielmo quando Lidia ritorna e sembra pentita di aver abbandonato il marito e sta molto male per aver litigato con Silvana, tuttavia la sceneggiata si conclude male perché la ragazza sopraggiunge in abiti succinti proprio nel momento in cui i due ex coniugi paiono sulla via della rappacificazione, col risultato che Lidia se ne va arrabbiata e Guglielmo licenzia Luna. Affranto anche per il fatto che quella stessa sera aveva lasciato da sola ad un ristorante Ornella, con la quale, dopo una serie di equivoci fortunatamente chiariti, aveva fatto amicizia, l’uomo porta con sé 3.000 euro come anticipo ai discotecari per pagare il debito della dipendente che poco dopo riassume, ma è costretto a vendere loro anche una preziosa croce e la propria motocicletta originale degli anni ’90 a cui era molto affezionato, sebbene non la usasse più dal giorno che aveva conosciuto sua moglie, giorno in cui aveva pure subito un sinistro stradale. Sconvolto da un’improvvisa emicrania, Guglielmo si risveglia la mattina dopo in casa di Ornella, che scopre essere nientedimeno che la madre di Luna, e la donna gli rivela di avergli taciuto il grado di parentela perché non voleva che la figlia perdesse il posto. Tutto si sistema e Guglielmo, fidanzato con Ornella e riconciliato con Luna che adesso è assunta a tempo indeterminato, può finalmente trovare un angolo di felicità. Ormai Verdone è in visibile calo. Non c’è più nelle sue commedie quel senso agrodolce di amarezza di fondo che le aveva caratterizzate dai tempi di Io e mia sorella: eppure l’attore-regista romano, nonostante continui a dirigere e recitare con impeccabile perizia, non ritorna neppure ai fasti iniziali di Un sacco bello e degli altri primi film nei quali la sua comicità scanzonata e dissacrante riusciva a far ridere senza forzature né macchinazioni. In Benedetta follia, con un cast prevalentemente al femminile, si torna a battere il chiodo sul tarlo che ossessiona le sceneggiature verdoniane ormai da troppo tempo, ovvero il tradimento coniugale, e inoltre l’andamento della vicenda è illanguidito da gag scontate e battute banali, al limite della caciara. Qualche sequenza azzeccata galleggia sopra un mare di rimasticature vecchie come il pan del cucco che fanno rimpiangere il Verdone in formissima di Maledetto il giorno che t’ho incontrato o di Viaggi di nozze (come testimonia la scena in cui Guglielmo rivede sé stesso allo specchio, sotto l’effetto degli stupefacenti, e capisce come si sia malamente ridotto). Nemmeno le interpretazioni di Lante Della Rovere, Calzone o della stessa Pastorelli – voluta dall’autore per l’ottimo piglio recitativo dimostrato ultimamente in Lo chiamavano Jeeg Robot – riescono a sollevare l’asticella, e la pellicola si mantiene su un piano di stanchezza stilistica e morbosi agganci all’attualità dei costumi giovanili attaccati con la saliva dei peggiori stereotipi. In conclusione, l’opera comunica che è troppo tardi per un insperato rinnovamento e che la strada per il tramonto è già stata imboccata.
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vepra81
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venerdì 7 settembre 2018
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tra sacro e profano
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Si sa, quando metti Verdona a recitare non c'è molto da dire. Un grande attore italiano che sa sempre cogliere le sfumature e fare suoi i personaggi che interpreta. Finalmente la bella di turno non è la classica straniera da cine panettone che deve pure essere doppiata. Il film è carino e mescola sacro e profano senza mai cadere nel volgare o nello scontato. Riflette pienamente la realtà vista in modo comico.
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rob8
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martedì 17 luglio 2018
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un’opera della maturità
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Un’opera della maturità, che a dispetto del titolo, finisce per celebrare la normalità, degli affetti e dei rapporti umani, di contro alla follia dei tempi contemporanei (dallo sballo alla degradazione sessuale, dall’usura allo sradicamento giovanile) indagati con la consueta capacità analitica.
Verdone recupera temi e soluzioni narrative delle sue prove migliori e li distilla in un bilancio esistenziale, dai toni autobiografici. Non mancano esilaranti momenti comici, pur con qualche eccesso evitabile, ma il nerbo del film è appunto nella riflessione di un uomo sui propri anni e sul suo stare al mondo; riflessione che non casualmente ha il suo momento significativo nel dialogo con un alter-ego giovane evocato in uno specchio.
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Un’opera della maturità, che a dispetto del titolo, finisce per celebrare la normalità, degli affetti e dei rapporti umani, di contro alla follia dei tempi contemporanei (dallo sballo alla degradazione sessuale, dall’usura allo sradicamento giovanile) indagati con la consueta capacità analitica.
Verdone recupera temi e soluzioni narrative delle sue prove migliori e li distilla in un bilancio esistenziale, dai toni autobiografici. Non mancano esilaranti momenti comici, pur con qualche eccesso evitabile, ma il nerbo del film è appunto nella riflessione di un uomo sui propri anni e sul suo stare al mondo; riflessione che non casualmente ha il suo momento significativo nel dialogo con un alter-ego giovane evocato in uno specchio.
Qualche taglio in montaggio avrebbe giovato ulteriormente alla riuscita finale di un film comunque più che apprezzabile.
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