Benedetta follia |
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Un film di Carlo Verdone.
Con Carlo Verdone, Ilenia Pastorelli, Maria Pia Calzone, Lucrezia Lante Della Rovere.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 109 min.
- Italia 2018.
- Filmauro
uscita giovedì 11 gennaio 2018.
MYMONETRO
Benedetta follia
valutazione media:
2,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una borgatara per salvare il borghese disadattato
di Emiliano Morreale La Repubblica
Il personaggio interpretato da Carlo Verdone nei suoi film è spesso quello di un mite disadattato, alle prese con una realtà deprimente o volgare. Nei suoi film più recenti i momenti migliori sono quelli in cui il mondo intorno a lui è ritratto con cattiveria, in cui il protagonista perplesso si trova circondato da un'Italia mostruosa: la famiglia di Io, loro e Lara, il Giallini di Posti in piedi in paradiso, i truci provinatori di Sotto una buona stella («Volemo ride!»). L'inizio di Benedetta follia è felicemente su quella scia, con la descrizione di un commerciante di arredi sacri, mesto e depresso, costretto ad arruffianarsi un sottobosco di beghine e porporati. La descrizione di questa borghesia papalina cinica e ipocrita regala alcune gag degne del miglior Verdone. Qualche dubbio arriva quando, dopo l'introduzione, arriva Ilenia Pastorelli, con un personaggio di borgatara, più o meno un'imitazione di quelli di Micaela Ramazzotti, che per fortuna nel prosieguo assume più sfumature. Capendo che la storia del borghese ordinato la cui vita viene sconvolta dal ciclone della borgatara non regge molto, Verdone e i suoi sceneggiatori danno spazio a una serie di appuntamenti via app del protagonista con una parata di donne nevrotiche. I loro ritratti (mai misogini, va detto), che portano il personaggio nell'epoca dei social, culminano nell'incontro con Maria Pia Calzone. Per aggiornarsi, Verdone ha chiamato alla sceneggiatura la coppia di Lo chiamavano Jeeg Robot (Nicola Guaglianone e Menotti), ma non si può dire che ne abbia avuto grande aiuto: citazioni scontate (la gag orgasmica al ristorante tipo Harry, ti presento Sally), sottotrame appiccicaticce, un colpo di scena finale prevedibile. Solitamente indifferente all'eleganza registica, stavolta ha provato a inserire un balletto onirico piuttosto maldestro (per fortuna brevissimo). Divertente, invece, la gag iperbolicamente volgare che coinvolge un cellulare, in inedito stile cinepanettone. Per fortuna, Verdone è sempre un attore comico con i tempi e i toni giusti, anche senza una "spalla" adeguata (anzi anche quando la spalla la fa lui: qui molte scene a due le tiene in piedi da solo, anche solo dando le battute). Basta un suo "che cazzo dici?" o un semplice "ma no...", e la scena prende un ritmo perfetto, e si ride mentre nelle pieghe del suo personaggio trapelano disagio e malinconia.
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