maramaldo
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domenica 28 gennaio 2018
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"ma, voi, non avete paura?"
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chiese il re al bellicoso premier, in quel momento piuttosto depresso. Pensandoci, sembra quasi che Joe Wright voglia chiederlo a ciascuno di quelli che stanno vedendo L'Ora più buia. Una seconda riflessione mi porta a credere che non si tratti di un film "storico". O, meglio, storico lo è come quelli che fa Spielberg: rievocazione spettacolare, interpretazioni strepitose, il tutto per veicolare una sua visione del mondo, un suo messaggio dai contenuti spesso contingenti. Attenti alla "fedeltà della ricostruzione".E' lo strumento preferito dei migliori mistificatori. Accuratezza filologica, pignoleria nei dettagli, sapore di autenticità nel racconto sono come espedienti illusionistici.
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chiese il re al bellicoso premier, in quel momento piuttosto depresso. Pensandoci, sembra quasi che Joe Wright voglia chiederlo a ciascuno di quelli che stanno vedendo L'Ora più buia. Una seconda riflessione mi porta a credere che non si tratti di un film "storico". O, meglio, storico lo è come quelli che fa Spielberg: rievocazione spettacolare, interpretazioni strepitose, il tutto per veicolare una sua visione del mondo, un suo messaggio dai contenuti spesso contingenti. Attenti alla "fedeltà della ricostruzione".E' lo strumento preferito dei migliori mistificatori. Accuratezza filologica, pignoleria nei dettagli, sapore di autenticità nel racconto sono come espedienti illusionistici. Come usa il prestigiatore che ti fa controllare e ricontrollare un particolare ininfluente quando ha già effettuato il trucco, messo a segno l'imbroglio.
Più modestamente (ed onestamente) Wright ha costruito una parabola con un suo significato. Morale della favola è il coraggio, di qualcuno che - come diceva Guicciardini - conosce i pericoli ma non li teme "più del dovuto". Non essendo un tema all'ordine del giorno e mancando un'ampia scelta di esemplari ha ripiegato su una figura mitica del passato, che, per quanto controversa, è sempre un simbolo di fermezza e di determinazione. Nella magistrale immedesimazione di Gary Oldman vediamo un Churchill non solo in Parlamento, nel bunker della War Room ma a casa sua, nel privato delle sua stanze. E' quello che si dice avvicinarsi all'uomo, scrutare il suo vero essere. Solo che ciò ha pure l'effetto di smitizzarlo. Far scendere dal piedistallo un grosso personaggio è un esercizio frequente nel cinema ma la dissacrazione ha di solito uno scopo, far posto ad altri miti. Nel film ce ne sono almeno due: uno, in negativo, la pusillanimità di quanti opposero l'appeasement alla barbarie nazista; l'altra, in positivo, l'entusiasmo con cui il popolo inglese intraprese la crociata in difesa della libertà e della democrazia nel mondo. Non ho idea di quanto ci creda Wright ma penso che a lui prema soprattutto fare un discorso sul coraggio. Forse avrebbe voluto dire che l'ora buia arriva quando le ombre oscuranti della paura coprono l'intendimento fino alla paralisi dell'azione e al blackout della coscienza.
P.S. Temo che all'epocale lavoro di Wright e Oldman non andranno tutti quegli oscar che si merita; sapete com'è: il coraggio, diceva Don Abbondio...
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juri moretti
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venerdì 9 febbraio 2018
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chi è winston churchill ?
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Siamo agli inizi della seconda guerra mondiale e Winston Churchill è alla guida del propri paese come Primo Ministro.
Mentre la minaccia di un'invasione del Regno Unito da parte delle forze di Hitler insorge a 300.000 soldati della Regina sono bloccati a Dunkirk, Churchill si trova a combattere con le trame interne del propio partito e con Re Giorgio VI, che mostra grande scetticismo sulle abilità del Primo Ministro nel riuscire ad affrontare la sfida.
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Siamo agli inizi della seconda guerra mondiale e Winston Churchill è alla guida del propri paese come Primo Ministro.
Mentre la minaccia di un'invasione del Regno Unito da parte delle forze di Hitler insorge a 300.000 soldati della Regina sono bloccati a Dunkirk, Churchill si trova a combattere con le trame interne del propio partito e con Re Giorgio VI, che mostra grande scetticismo sulle abilità del Primo Ministro nel riuscire ad affrontare la sfida.
La situazione è drammatica : negoziare una pace con la Germania nazista salvando il popolo britannico a costi indicibili o combattere contro un destino che si mostra avverso.
Con il prezioso supporto della moglie al suo fianco già da 31 anni, Clemmie, Churchill si rivolge al popolo britannico con l'ambizione di ispirare dignità e volontà di lottare per gli ideali della nazione, per la sua libertà. Riponendo nelle parole gran parte del propio impegno, con l'aiuto dell'instancabile segretaria, Winston scrive e interpreta discorsi che guideranno la nazione. Stretto nella condizione di dover affrontare le ore più buie e dure della sua vita, Winston riuscirà a cambiare il corso della storia contemporanea per sempre.
Joe Wright, regista di Pan - viaggio sull'isola che non c'è e Anna Karenina, dirige questa volta un grande attore come Gary Oldman, nei panni di uno dei più grandi personaggi della storia, Winston Churchill.
In questo film oltre che alla storia dell'Inghilterra, vediamo anche alcuni momenti della vita privata di Churchill, come il rapporto con la moglie e con la sua segretaria.
Joe Wright è stato bravo a rappresentare il perdio in cui è ambientato il film è stato bravo a rappresentare il periodo in cui è ambientato, ha insegnato l'atteggiamento giusto ai personaggi, come ad esempio quando inserivano le mani nei taschini superiori delle loro giacche, ma sopratutto nell'utilizzo del trucco e parrucco.
Wright ha rappresentato un Winston Churchill, molto brillante, che beveva molto e aveva quasi sempre il sigaro in bocca. Insomma una grandissima interpretazione da parte di Gary Oldman, che noi tutti lo ricordiamo e conosciamo per la sua performance in Dracula di Bram Stoker, la talpa, o anche Silente in Harry Potter.
Il film è anche candidato all'Oscar per le seguenti candidature :
Miglior film, miglior attore ( Gary Oldman ), miglior fotografia ( Bruno Delbonnel ), migliori costumi ( Jaqueline Durran ), miglior scenografia ( Sarah Greenwood e Katie Spancer ), miglior trucco e acconciatura ( Kazuhiro Tsuji e David Malinowski ).
C'è da dire che questo film almeno uno di questi premi lo merita sicuramente, perché in questo caso si può parlare tranquillamente di capolavoro.
La pellicola è un vero proprio salto nel passato, dove lo spettatore si immerge a 360° gradi nella storia dell'Inghilterra, nel periodo in cui Churchill era Primo Ministro e guidava il suo paese.
Una delle parti più belle della storia, rappresentata magnificamente da un regista come Joe Wright, che in realtà non ci si aspettava propio tutto questo.
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minnie
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lunedì 12 febbraio 2018
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"we shall never surrender!"
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Churchill Spencer (sì, come Lady D.) Winston (30 novembre 1874-24 gennaio 1965), è stato prima di tutto un giornalista: sua madre americana era figlia del proprietario del New York Times, il che gli ha garantito sin da molto giovane di fare l'inviato sui principali fronti di guerra. Era anche figlio di un conservatore, grande oratore ma anche dongiovanni (con sifilide): lui ricorda i suoi genitori, non senza rimpianto, a Giorgio VI (straordinariamente somigliante pure lui), una volta diventato, a quasi 70 anni, Prime minister, con solida famiglia e devota moglie Clem. Nel 1940 Churchill, molto discusso, si trovò a fronteggiare la minaccia nazista, sostituendo l'esitante Chamberlain e il timoroso Halifax.
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Churchill Spencer (sì, come Lady D.) Winston (30 novembre 1874-24 gennaio 1965), è stato prima di tutto un giornalista: sua madre americana era figlia del proprietario del New York Times, il che gli ha garantito sin da molto giovane di fare l'inviato sui principali fronti di guerra. Era anche figlio di un conservatore, grande oratore ma anche dongiovanni (con sifilide): lui ricorda i suoi genitori, non senza rimpianto, a Giorgio VI (straordinariamente somigliante pure lui), una volta diventato, a quasi 70 anni, Prime minister, con solida famiglia e devota moglie Clem. Nel 1940 Churchill, molto discusso, si trovò a fronteggiare la minaccia nazista, sostituendo l'esitante Chamberlain e il timoroso Halifax. E vittoria fu, come il segno con l'indice e il medio di Victory indicò, per fortuna. La storia è nota: quello che non sapevo è che Winston Churchill fosse ancora in circolazione e che Joe Wright l'avesse ingaggiato per questo suo meraviglioso film che tiene incollati alla sedia per oltre due ore facendo sperare che non finiscano...Sottolineata dalla musica perfetta del fido Dario Marianetti (che accompagna Wright nelle sue opere), la vita di Winston durante quegli anni cruciali si dipana con passione e Gary Oldman, sotto le mani sapienti del truccatore giapponese Kazuki Tsuji (200 ore...) è diventato lui, in un'interpretazione da Oscar subito! Film straordinario, stupendo!
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great steven
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lunedì 29 aprile 2019
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fuori dall'oscurità di un incombente disfatta.
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L'ORA Più BUIA (UK, 2017) diretto da JOE WRIGHT. Interpretato da GARY OLDMAN, KRISTIN SCOTT THOMAS, LILY JAMES, STEPHEN DILLANE, BEN MENDELSOHN, RONALD PICKUP, NICHOLAS JONES, RICHARD LUMSDEN, JEREMY CHILD, SAMUEL WEST
Gran Bretagna, 1940. È una stagione cupa quella che si annuncia in Europa, a causa delle mire espansionistiche e folli di Adolf Hitler e dell’avanzata militare a dir poco brutale della Germania nazionalsocialista. Il Belgio è caduto, la Francia è stremata e l’esercito inglese è intrappolato sulla spiaggia di Dunkerque. Dopo l’invasione della Norvegia e l’evidente disprezzo della Germania nei confronti dei patti sottoscritti con le nazioni europee, la Camera chiede a gran voce le dimissioni del pavido Primo Ministro Neville Chamberlain, incapace di gestire l’emergenza e di guidare un governo di larghe intese.
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L'ORA Più BUIA (UK, 2017) diretto da JOE WRIGHT. Interpretato da GARY OLDMAN, KRISTIN SCOTT THOMAS, LILY JAMES, STEPHEN DILLANE, BEN MENDELSOHN, RONALD PICKUP, NICHOLAS JONES, RICHARD LUMSDEN, JEREMY CHILD, SAMUEL WEST
Gran Bretagna, 1940. È una stagione cupa quella che si annuncia in Europa, a causa delle mire espansionistiche e folli di Adolf Hitler e dell’avanzata militare a dir poco brutale della Germania nazionalsocialista. Il Belgio è caduto, la Francia è stremata e l’esercito inglese è intrappolato sulla spiaggia di Dunkerque. Dopo l’invasione della Norvegia e l’evidente disprezzo della Germania nei confronti dei patti sottoscritti con le nazioni europee, la Camera chiede a gran voce le dimissioni del pavido Primo Ministro Neville Chamberlain, incapace di gestire l’emergenza e di guidare un governo di larghe intese. A rimpiazzarlo giunge Winston Churchill, con buona pace del Re Giorgio VI e del Partito Conservatore che lo designa per soddisfare i Laburisti. Ignorando con determinazione gli stolti vicini e deciso a resistere al nemico lontano, Churchill prende il comando del Paese e lo guida a suon di parole fuori dall’"ora più buia" e verso la vittoria che sa costruire poco a poco per il bene dei cittadini che governa e ama. Necessitavamo di un altro film su Winston Churchill? Probabilmente no, ma davanti alla stupefacente performance di G. Oldman The Darkest Hour è il benvenuto. L’Homburg di feltro, lo spropositato sigaro, il panciotto, la voce grassa, il corpo goffo, l’immancabile whisky alla mano e il "mumbling" permanente lo rendono una sfida irresistibile per qualunque interprete. Per non parlare del trucco, poi, premiato con l’Oscar insieme all’interpretazione al miglior attore protagonista, che permette ad Oldman di assomigliare al politicante britannico, futuro Premio Nobel per la Letteratura, con strabiliante aderenza! Dimostrano un accento veridico, anche in funzione di elevare (non enfatizzare) la voce britannica, i discorsi del suo personaggio in merito alla situazione che il Regno Unito stava allora attraversando: la minaccia dell’invasione tedesca, lo spostamento di 300.000 da Calais a Dunkerque, il dissenso pressoché univoco (ma non imperituro) del Parlamento a screditare ogni singola mossa governativa di Winston, la diffidenza iniziale di Re Giorgio poiché nemmeno lui riusciva a inquadrarlo sotto una buona luce, il rifiuto ostinato di piegarsi ai negoziati di pace con Italia e Germania perché ciò avrebbe significato un ammorbidimento imperdonabile delle condizioni cui sarebbe seguita una sottomissione terrificante, alla quale il capo del governo seppe preferire una strenua lotta con tutto il dispiegamento delle forze a disposizione finché ogni singolo soldato non si fosse ritrovato a giacere al suolo soffocato nel suo medesimo sangue. L’attore inglese dipinge efficacemente Churchill come un uomo dotato di qualità eccezionali non in virtù di una personalità fuori dal comune o di un particolare genio, ma grazie al senso pratico sviluppatissimo, alla capacità di dialogare col popolo (memorabile la sequenza in cui, vestito da uomo borghese qualunque, sale sulla metropolitana e parla coi cittadini di Londra) soddisfacendone i bisogni soprattutto nei periodi critici e alla dignità del combattente che imperversa nella battaglia senza arrendersi se non quando ha già fornito il meglio di sé. La sceneggiatura di Anthony McCarthy non perde un colpo nell’eliminare la retorica dal messaggio educativo che il film trasmette con ottima trasparenza e al tempo stesso lancia un severissimo monito tanto ai nazionalismi cocciuti e insensati quanto alle facili politiche di negoziazione che contrattano la pace pagando prezzi vergognosi. Ingegnoso anche il mondo con cui viene rappresentato il gabinetto di guerra: un coacervo di riunioni sotterranee in un bunker super-attrezzato dove occorre, per accedervi, uno speciale lasciapassare, i cui raduni hanno come scopo decisioni di vitale importanza sull’organizzazione delle truppe e il contrasto agli avversari bellici che sembrano avanzare di ora in ora, forti di un esercito che appare imbattibile, ma in realtà affrontabile non solo con aerei, navi e carri armati, ma pure mediante l’uso di coerenza, compartecipazione, unione determinante, avvedutezza e resistenza a oltranza. Accanto allo strepitoso protagonista che s’è ampiamente meritato il suo altissimo riconoscimento, si muovono Thomas nei panni della moglie paziente che lo vede cambiare e ritrova il Winston di quando s’erano conosciuti da giovani (lo vede passare da un comportamento scorbutico e irritato alla gentilezza risoluta), James nel ruolo della signorina Layton, dattilografa che vince la propria ritrosia nel trasformarsi in insostituibile alleata del Primo Ministro quando batte a macchina i suoi prodigiosi discorsi, Dillane nelle vesti dell’antipatico visconte Halifax, designato inizialmente dalla Camera dei Lords come possibile alternativa a Churchill nella guida della nazione e che vede Churchill con costante disprezzo, e Mendelsohn che fa Giorgio VI (padre della futura regina Elisabetta II) sottolineandone il piglio un po’ aggressivo, ma anche la concretezza della sua lungimiranza da regnante. Con un’atmosfera perennemente in penombra grigiastra e bianchiccia e caratterizzato dalle gloriose musiche di Dario Marianelli, il film si conferma un’esperienza storica oltremodo gustosa e un prodotto che sa insegnare parecchio non tanto a livello accademico, quanto principalmente sul piano del bisogno di uscire lottando dalle condizioni più disagevoli. Sia che debba uscirne un individuo o uno Stato.
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fabian
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sabato 20 gennaio 2018
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dall'altra parte del bicchiere
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" The darkest hour "
Film di ricostruzione storica che ti trasporta indietro nel tempo. I ritmi vengono scanditi dal calendario che introdurrà agli eventi. Il ritmo che da adagio passa a lento e poi a brillante e coinvolgente, lascia che l' elevatezza recitativa degli attori trasmetta allo spettatore la drammaticità dei momenti vissuti in quei giorni. Provoca reazioni emotive portandoti a viverle dal punto di vista di un uomo di un'elevata statura culturale e dotato di un coraggio straordinario per fronteggiare una causa persa. Così giustifico ed apprezzo il taglio a tratti da opera drammatico teatrale di alcune scene: colto dal punto di vista di un essere umano che nasconde nella non sobrietà la paura è l'odio verso il nemico della libertà.
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" The darkest hour "
Film di ricostruzione storica che ti trasporta indietro nel tempo. I ritmi vengono scanditi dal calendario che introdurrà agli eventi. Il ritmo che da adagio passa a lento e poi a brillante e coinvolgente, lascia che l' elevatezza recitativa degli attori trasmetta allo spettatore la drammaticità dei momenti vissuti in quei giorni. Provoca reazioni emotive portandoti a viverle dal punto di vista di un uomo di un'elevata statura culturale e dotato di un coraggio straordinario per fronteggiare una causa persa. Così giustifico ed apprezzo il taglio a tratti da opera drammatico teatrale di alcune scene: colto dal punto di vista di un essere umano che nasconde nella non sobrietà la paura è l'odio verso il nemico della libertà. Ma lucido e determinato a voler combattere con testardagine per la sopravvivenza dei popoli liberi, custodi delle loro terre pronti a difenderle senza mai arrendersi. Analisi del tutto personale: Chiaramente l'ho apprezzato grazie anche al fatto che ho visto Dunkirk di recents. E credo lo andrò a rivedere martedì prossimo in original sound. Spero tu avrai occasione di vederlo.
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domenicomaria
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martedì 23 gennaio 2018
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quale storia?
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Date e fatti, subito. 1) Lettera a mio padre da Londra del 12 Febbraio 1940, dove si ringrazia Mussolini per gli aerei mandati in Aiuto all'Inghilterra.Con i complimenti per la Neutralità Italiana.2) "Newsweek" del 13 Maggio 1940 con copertina dedicata a Mussolini "L'uomo chiave nel Mediterraneo"(ultraslinguata al fascismo...1940! dagli angloamericani!).internet,in Inglese. 3)Lettera di Churchill 16 Maggio 1940, L'inghilterra è disponibile a convincere la Francia su una serie di cessioni territoriali da mettere l'Italia al centro assoluto nel Mediterraneo, per mantenere la pace e ammansire(Mussolini) la belva tedesca. 26/27 Maggio 1940(da film, e siti angloamericani).
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Date e fatti, subito. 1) Lettera a mio padre da Londra del 12 Febbraio 1940, dove si ringrazia Mussolini per gli aerei mandati in Aiuto all'Inghilterra.Con i complimenti per la Neutralità Italiana.2) "Newsweek" del 13 Maggio 1940 con copertina dedicata a Mussolini "L'uomo chiave nel Mediterraneo"(ultraslinguata al fascismo...1940! dagli angloamericani!).internet,in Inglese. 3)Lettera di Churchill 16 Maggio 1940, L'inghilterra è disponibile a convincere la Francia su una serie di cessioni territoriali da mettere l'Italia al centro assoluto nel Mediterraneo, per mantenere la pace e ammansire(Mussolini) la belva tedesca. 26/27 Maggio 1940(da film, e siti angloamericani).L'Ambasciatore a Londra Bastianini(che ha sentito Ciano, Ministro degli Esteri), offre la disponibilità Italiana a una Mediazione per la pace tra Inghilterra e Germania, insistentemente proposta a Churchill che(vedi film) è pieno di dubbi, se accettarla o meno, e dice di continuare le trattative segrete. Si parla di una lettera "extrema ratio", del 9 Giugno 1940(attenzione alle date!), dove di fatto Churchill scongiura di non entrare in guerra, ma non può assicurare e garantire per le richieste italiane. Ma di questa lettera non ci sono documentazioni certe. Infine i 26 Aereoplani inviati da Mussolini in quel periodo in aiuto ai Finlandesi oltre a un non meglio precisato contingente pronto a partire per la Finlandia, contro Stalin(ma l'Italia non era la fedele alleata del Fuhrer, che aveva firmato il Patto di non aggressione Molotov Ribentropp con gli Stalinisti pochi mesi prima?).
Il film mi è piaciuto moltissimo:non annoia nonostante i molti dialoghi(serrati, spesso rabbiosi,lividi, a volte furiosi)Un conservatore(border line) che si accerchia dei "migliori"(!) nemici all'interno del suo partito.OLdman è splendido, ma i comprimari non sono da meno: ci sono ovvi collegamenti a "Dunkirk", e una montagna di dettagli che, per un amante della Storia come me, mandano in paradiso, anche perchè, a discapito del "taglio" filmico,sono ben documentati e comprovati su Internet, solo a saper bene l'inglese. Mentre nei nostri libri un fiume di notizie sono pervicacemente assenti,nascoste da un muro di gomma. Appunto, una delle peggiori caratteristiche italiche: la mancanza di memoria.
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marcobrenni
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giovedì 25 gennaio 2018
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un eccezionale interpretazione dell'uomo churchill
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Condivido la critica "Il sentimento della storia" perchè è proprio di questo che si tratta: di sentimenti e di emozioni prima di tutto. Il film è molto ben costruito e non è affatto un agiografia: non mostra un eroe di guerra, ma solo un uomo in carne e ossa, già anziano ma dalla battuta sempre pronta, chiamato alla massima carica politica con tutte le sue fraglità intrinseche, ma anche con i suoi incredibili punti di forza: delle vere zampate da leone inferte al momento giusto! Churchill fu certamente un politico decisivo nel secondo conflitto mondiale, soprattuto per aver saputo motivare il suo popolo alla resistenza ad oltranza in un momento cruciale diffcilissimo, quasi disperato: l'episodio della sacca di Dunkirk dopo la sconfitta di Francia e Belgio.
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Condivido la critica "Il sentimento della storia" perchè è proprio di questo che si tratta: di sentimenti e di emozioni prima di tutto. Il film è molto ben costruito e non è affatto un agiografia: non mostra un eroe di guerra, ma solo un uomo in carne e ossa, già anziano ma dalla battuta sempre pronta, chiamato alla massima carica politica con tutte le sue fraglità intrinseche, ma anche con i suoi incredibili punti di forza: delle vere zampate da leone inferte al momento giusto! Churchill fu certamente un politico decisivo nel secondo conflitto mondiale, soprattuto per aver saputo motivare il suo popolo alla resistenza ad oltranza in un momento cruciale diffcilissimo, quasi disperato: l'episodio della sacca di Dunkirk dopo la sconfitta di Francia e Belgio. "Non si tratta con la tigre quando si ha la testa nelle sue fauci" : riassume bene la sua brillante retorica; non solo brillante, ma pure abilissima nell'usare metafore pregnanti - quelle che passano direttamente al cuore e alla pancia della gente. Churchill in questo fu un genio, un grandissimo oratore degno di un Cicerone. Un film delle insospettate fragilità umane, degli eccessi di whisky, del sigaro sempre in bocca, del cibo smodato, nel sembrare in privato sempre sul punto di soccombere, ma poi, col preziossimo sostegno della sua formidabile e amatissima Clementine, raccogliere con coraggio le forze all'ultimo momento, uscire a testa bassa ad arma in resta (sigaro!) come un ariete per affrontare in parlamento in modo leonino il forte partito opposto pacifista di Chamberlain e Halifax, sempre pronto al dialogo e al compromesso con Hitler. Churchill fu certamente un genio strategico che già da subito mostrô le suq qualità laddove seppe cogliere al volo l'unica possibilità per far rientrare le sue diseprate truppe ormai sconfitte spiaggiate a Dunkirk: oltre 300 mila (!) - cioè l'élite dell'armata britannica soccorsa tramite imbarcazioni private (!) per sfuggire agli attacchi aerei nazisti, e solo dopo una manovra diversiva organizzata alla guarnigione rimasta a Calais che lui sacrificò ai tedschi: perderne almeno duemila per salvarne trecentomila: questa fu la sua terribile, ma coraggiosa scelta. Il film eccelle laddove rende addirittura palpabili gli indicibili tormenti di un uomo, già in età da pensione (!) sulle cui spalle gravavano responsabilità, insostenibili anche per uno più giovane.
Il mio punteggio massimo (5 stelle) è dovuto in gran parte alla magistrale recitazione di Gary Oldman (Churchill) che senza dubbio merita l'Oscar, e poi anche alla ricostruzione storica vera - cruciale e palpabile - di uno dei momenti più diffcicili e decisivi, non solo per la Gran Bretagna, ma per il mondo intero.
Marco Brenni
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marcobrenni
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giovedì 25 gennaio 2018
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un eccezionale interpretazione dell'uomo churchill
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Condivido la critica "Il sentimento della storia" perchè è proprio di questo che si tratta: di sentimenti e di emozioni prima di tutto. Il film è molto ben costruito e non è affatto un agiografia: non mostra un eroe di guerra, ma solo un uomo in carne e ossa, già anziano ma dalla battuta sempre pronta, chiamato alla massima carica politica con tutte le sue fraglità intrinseche, ma anche con i suoi incredibili punti di forza: delle vere zampate da leone inferte al momento giusto! Churchill fu certamente un politico decisivo nel secondo conflitto mondiale, soprattuto per aver saputo motivare il suo popolo alla resistenza ad oltranza in un momento cruciale diffcilissimo, quasi disperato: l'episodio della sacca di Dunkirk dopo la sconfitta di Francia e Belgio.
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Condivido la critica "Il sentimento della storia" perchè è proprio di questo che si tratta: di sentimenti e di emozioni prima di tutto. Il film è molto ben costruito e non è affatto un agiografia: non mostra un eroe di guerra, ma solo un uomo in carne e ossa, già anziano ma dalla battuta sempre pronta, chiamato alla massima carica politica con tutte le sue fraglità intrinseche, ma anche con i suoi incredibili punti di forza: delle vere zampate da leone inferte al momento giusto! Churchill fu certamente un politico decisivo nel secondo conflitto mondiale, soprattuto per aver saputo motivare il suo popolo alla resistenza ad oltranza in un momento cruciale diffcilissimo, quasi disperato: l'episodio della sacca di Dunkirk dopo la sconfitta di Francia e Belgio. "Non si tratta con la tigre quando si ha la testa nelle sue fauci" : riassume bene la sua brillante retorica; non solo brillante, ma pure abilissima nell'usare metafore pregnanti - quelle che passano direttamente al cuore e alla pancia della gente. Churchill in questo fu un genio, un grandissimo oratore degno di un Cicerone. Un film delle insospettate fragilità umane, degli eccessi di whisky, del sigaro sempre in bocca, del cibo smodato, nel sembrare in privato sempre sul punto di soccombere, ma poi, col preziossimo sostegno della sua formidabile e amatissima Clementine, raccogliere con coraggio le forze all'ultimo momento, uscire a testa bassa ad arma in resta (sigaro!) come un ariete per affrontare in parlamento in modo leonino il forte partito opposto pacifista di Chamberlain e Halifax, sempre pronto al dialogo e al compromesso con Hitler. Churchill fu certamente un genio strategico che già da subito mostrô le suq qualità laddove seppe cogliere al volo l'unica possibilità per far rientrare le sue diseprate truppe ormai sconfitte spiaggiate a Dunkirk: oltre 300 mila (!) - cioè l'élite dell'armata britannica soccorsa tramite imbarcazioni private (!) per sfuggire agli attacchi aerei nazisti, e solo dopo una manovra diversiva organizzata alla guarnigione rimasta a Calais che lui sacrificò ai tedschi: perderne almeno duemila per salvarne trecentomila: questa fu la sua terribile, ma coraggiosa scelta. Il film eccelle laddove rende addirittura palpabili gli indicibili tormenti di un uomo, già in età da pensione (!) sulle cui spalle gravavano responsabilità, insostenibili anche per uno più giovane.
Il mio punteggio massimo (5 stelle) è dovuto in gran parte alla magistrale recitazione di Gary Oldman (Churchill) che senza dubbio merita l'Oscar, e poi anche alla ricostruzione storica vera - cruciale e palpabile - di uno dei momenti più diffcicili e decisivi, non solo per la Gran Bretagna, ma per il mondo intero.
Marco Brenni
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maumauroma
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sabato 17 febbraio 2018
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l' ora piu' buia
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Nella primavera del 1940 la formidabile macchina da guerra tedesca stava sprigionando tutta la sua potenza. Le divisioni naziste avevano in poche settimane invaso Norvegia, Olanda, e Belgio, e stavano ormai puntando con decisione verso la Francia. Una volta conquistata Parigi, si sarebbero quindi facilmente dirette a nord verso il canale della Manica e avrebbero seriamente minacciato le guarnigioni inglesi disposte sulle coste settentrionali francesi a difesa del Regno Unito e del suo millenario Splendido Isolamento. Il film di Joe Wrigth si sofferma in particolare su quel mese di maggio del 1940, quando il parlamento britannico decise di sfiduciare l' allora primo ministro, il debole, accomodante e ormai gravemente malato Neville Chamberlain, e di nominare al suo posto, pur tra molte contestazioni per un passato politico non particolrmente brillante, Sir Winston Churchill.
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Nella primavera del 1940 la formidabile macchina da guerra tedesca stava sprigionando tutta la sua potenza. Le divisioni naziste avevano in poche settimane invaso Norvegia, Olanda, e Belgio, e stavano ormai puntando con decisione verso la Francia. Una volta conquistata Parigi, si sarebbero quindi facilmente dirette a nord verso il canale della Manica e avrebbero seriamente minacciato le guarnigioni inglesi disposte sulle coste settentrionali francesi a difesa del Regno Unito e del suo millenario Splendido Isolamento. Il film di Joe Wrigth si sofferma in particolare su quel mese di maggio del 1940, quando il parlamento britannico decise di sfiduciare l' allora primo ministro, il debole, accomodante e ormai gravemente malato Neville Chamberlain, e di nominare al suo posto, pur tra molte contestazioni per un passato politico non particolrmente brillante, Sir Winston Churchill. Il quale si dimostro' molto piu' risoluto del suo predecessore, rifiuto' la proposta di armistizio offerta da Adolf Hitler, che in verita' temeva molto la forza della marina e della aviazione inglese, armistizio che avrebbe finito per rendere in pratica la Gran Bretagna una semplice e servile colonia del Terzo Reich, e con un discorso alla Camera dei Comuni, giustamente passato alla Storia, decise che il suo popolo avrebbe portato avanti una strenua resistenza contro la Germania nazista in nome della liberta' e della indipendenza dell' Isola. L' Ora piu' buia e' sicuramente un' opera pregevole e di buona fattura, con una riuscita ambientazione d' epoca e ben recitata. Pero' il Winston Churchill che emerge dalla pellicola e' piuttosto spiazzante rispetto al personaggio comunemente studiato sui libri di storia o visto nei molti filmati di repertorio. Certamente il regista si sara' ispirato a precise e attendibili testimonianze dei contemporanei, resta pero' il fatto che l' interpretazione offerta da Gary Oldman e' piu' che altro quella di un anziano signore dal carattere bizzoso e malmostoso, con frequenti attacchi di collera, dedito ad abbondanti libagioni e senza una particolare carica carismatica. Solo nel finale del film, con quella bella scena del Primo Ministro che incontra i cittadini nella Metroplotana di Londra e soprattutto con la rievocazione del suo celebre discorso al Parlamento, riusciamo a apprezzare lo spessore politico del personaggio. Sembra inoltre mancare in tutto lo svolgimento della vicenda la giusta carica di pathos e di drammaticita' che probabilmente sarebbero stati opportuni se non necessari per la rappresentazione di quei terribili anni . Non si avverte insomma quasi mai la percezione dell' immane catastrofe che di li a poco si sarebbe abbattuta sulla Gran Bretagna, sull' Europa e su tutto il mondo.
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max821966
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giovedì 17 maggio 2018
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incompleto
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Sono un appassionato di storia del 20° secolo e drogato di 7a arte.....come potevo rinunciare a questo film?
L'ho visto su Sky e poi ho comprato il Bluray ( ne ho + di 1100, TUTTI ORIGINALI).
Il primo argomento da trattare è la magistrale, fantastica, incredibile interpretazione di Gary Oldman.
Secondo me doveva arrivare prima agli Oscar...... in Leon era stato fulminante, in Dracula superlativo, ma in questi film era la sceneggiatura che aveva suggerito i caratteri dei due personaggi e Oldman fece un capolavoro cmq, in questo oltre alla bravura di attore, Oldman ha dovuto studiare le movenze, i tic, lo sguardo, le capacità comunicative dello statista inglese,(ndr essendo contemporaneo, mi viene da ridere-piangere quando ho sentito che per qualcuno, il + grande statista del 20° secolo è stato il ns, ahimè, B.
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Sono un appassionato di storia del 20° secolo e drogato di 7a arte.....come potevo rinunciare a questo film?
L'ho visto su Sky e poi ho comprato il Bluray ( ne ho + di 1100, TUTTI ORIGINALI).
Il primo argomento da trattare è la magistrale, fantastica, incredibile interpretazione di Gary Oldman.
Secondo me doveva arrivare prima agli Oscar...... in Leon era stato fulminante, in Dracula superlativo, ma in questi film era la sceneggiatura che aveva suggerito i caratteri dei due personaggi e Oldman fece un capolavoro cmq, in questo oltre alla bravura di attore, Oldman ha dovuto studiare le movenze, i tic, lo sguardo, le capacità comunicative dello statista inglese,(ndr essendo contemporaneo, mi viene da ridere-piangere quando ho sentito che per qualcuno, il + grande statista del 20° secolo è stato il ns, ahimè, B.Mussolini, credo che l'unico giorno che abbia passato da grande statista sia stato il 28/4/45).
I truccatori hanno fatto il resto, ma sfido chiunque che conosce la stora bene come me a dire che in Oldman non ha visto la "resurrezione" di Churchill.
Perchè non ho dato 5 stelle? Innanzitutto perchè un film non può avere una classificazione così ristretta, dovrebbero essere 10 le stelle, alcuni capolavori prendono 5 stelle alla pari con dei semi capolavori perchè quest'ultimi meritano più di 4 ma non 5, ma la scelta cade quasi sempre sul 5, entrando nello specifico, il regista ha dato per scontato che tutti gli spettatori conoscano la storia..... mi domando in quanti conoscano Chamberlain, Halifax egli inglesi filonazisti, alcuni dei quali ,addirittura andarono a combattere prima in Spagna, poi si arrularono volontari nelle truppe del 3° Reich.......è quì il punto debole del film. si da per scontato che tutti conoscano i personaggi, i gravissimi errori diplomatici di Chamberlain che non si accorse del tremendo pericolo che Hitler rappresentava, Lord Halifax, anche lui partecipe della sottovalutazione di Hitler e convinto sostenitore di un piano di non belligeranza tra il 3° Reich e Il Regno Unito.
Un film come questo doveva spendere qualche minuto in più di pellicola per spiegare la situazione interna della GB e caratterizzare meglio i personaggi.
Passando alla parte tecnica, bravi gli attori, fotografia e trucco da Oscar.
ps: Permettetemidi di spendere due parole per un paragone tra Oldman e il mio attore preferito Sir Anthony Hopkins : nell'interpretare Hitchcok nel film del 2012 è stato forse superiore a Oldman, ma stiamo parlando di due attori formidabili, sarebbe ingiusto fare un podio.
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