eucast
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mercoledì 8 marzo 2017
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guerrafondaio
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Riscrivo la critica il giorno dopo la visione del film diminuendo il voto.
Il film è ripetitivo fino alla noia, prima di tutto, con le operazioni sempre uguali del protagonista (75, secondo i titoli di coda). Ma la storia buonista è il pretesto per una rappresentazione estremamente compiaciuta della battaglia, insistendo sui particolari più raccapriccianti a scapito della chiarezza (tutti sparano a caso, non si capisce quasi mai dove siano i nemici). Spettacolo sadico e niente narrazione. Completa (?) il film una melensa storia d'amore tra l'inespressivo protagonista e una ragazza guardabile.
Il tema dell'obiezione di coscienza è troppo serio per non arrabbiarsi quando viene abusato così.
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vale88hachi
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lunedì 13 febbraio 2017
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il classico film alla gibson
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Prendete la mia recensione con con le pinze, perché fatta da una persona che in genere non ama i film di guerra proprio per il modo che hanno di gridare al pacifismo osannando le imprese belliche, cosa che a me sembra un ossimoro.
Sono stata trascinata a vedere questo film, quindi, da altre persone appassionate del genere (e che non ne sono rimaste deluse) e dalla nomination all'oscar per il miglior film del 2017, ma essendo stato "FullMetal Jacket" l'unico film di guerra ad essermi piaciuto non mi aspettavo granché... e non so se è perché sono partita prevenuta o perché il genere proprio non mi piace, ma le mie aspettative sono state confermate.
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Prendete la mia recensione con con le pinze, perché fatta da una persona che in genere non ama i film di guerra proprio per il modo che hanno di gridare al pacifismo osannando le imprese belliche, cosa che a me sembra un ossimoro.
Sono stata trascinata a vedere questo film, quindi, da altre persone appassionate del genere (e che non ne sono rimaste deluse) e dalla nomination all'oscar per il miglior film del 2017, ma essendo stato "FullMetal Jacket" l'unico film di guerra ad essermi piaciuto non mi aspettavo granché... e non so se è perché sono partita prevenuta o perché il genere proprio non mi piace, ma le mie aspettative sono state confermate.
Il film è girato bene e recitato benissimo (anche se avevo apprezzato maggioramente l'attore protagonista in Silence), ma è stata propio la storia ad essermi parsa patetica, eccessivamente patriottica e stracolma di una morale paternalistica che ho sopportato a stento.
Come più volte mi è stato ripetuto si tratta di "una storia vera" e nonostante ció non riesco a credere che la vicenda si sia svolta davvero così, con un solo uomo in grado di sconfiggere l'esercito giapponese che fino ad allora appariva in vantaggio. Probabilmente questo è quello che ricordano i veterani di guerra, ormai 90enni, ma io non credo che rispecchi la realtà.
il protagonista, poi, l'ho trovato eroico ai limiti della deficienza mentale. Sono riuscita ad immedesimarmi di più nel suo comandante che gli diceva "Ma che ci stai a fare qui [in caserma, a farsi "bistrattare"] se non vuoi toccare le armi? Vai a casa!", perché è quello che avrei voluto gridargli per tutto il tempo. E ho trovato idiota anche la sua fidanzata che quando lui annuncia di voler partire volontario finge di arrabbiarsi anziché arrabbiarsi davvero! Io gli avrei spezzato un braccio piuttosto di farlo andare a morire in guerra, senza neppure l'ausilio del fucile perché "no, Dio non vuole che io uccida, ma se aiuto gli altri ad uccidere allora va bene e, anzi, mi miracola".
Lo so che è una storia vera e che lui, nonostante fosse obiettore di coscienza, ha salvato più di 70 persone ed è sopravvissuto, ma non ho potuto fare a meno di pensare che in un film verosimile uno così idiota avrebbe dovuto morire, per rispetto a Darwin e alla sua teoria dell'evoluzione. (Il fatto è che io non credo nè che i fatti si siano svolti come Mel Gibson ce li ha raccontati, nè che il vero Desmond Doss fosse così stupido come è stato dipinto)
Unica nota di merito è stato il personaggio del padre del protagonista, ben delineato e molto sfaccettato, nei cui occhi è evidente l'atrocità della guerra e i traumi che comporta più che in tutto il resto del film. Sarà forse merito del grande Hugo Weaving (già Elrond ne "il signore degli anelli" e l'Agente Smith in "Matrix")?
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debrab
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venerdì 17 febbraio 2017
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retorica che infastidisce
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Anche se non sapessi chi l'ha diretto, nella prima metà del film capiresti che si tratta dell'ultracattolico conversatore Mel Gibson. Ed è forse per questo che nella prima ora si assiste ad una rappresentazione fastidiosa di scene già viste, territori già esplorati e gesti che, nel filone del "soldato che parte per la guerra", non sono nuovi proprio a nessuno. Pensiamo ad esempio al bel giovinetto che si innamora dell'infermierina, o al cattivone Vince Vaughn che umilia i proprio sottoposti, al bullismo cameratesco nei confronti di chi è diverso, alla corte marziale. Tutta roba che è spiacevolmente ridondante per una persona che di film di questo genere ha anche avuto solo una generica infarinutura.
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Anche se non sapessi chi l'ha diretto, nella prima metà del film capiresti che si tratta dell'ultracattolico conversatore Mel Gibson. Ed è forse per questo che nella prima ora si assiste ad una rappresentazione fastidiosa di scene già viste, territori già esplorati e gesti che, nel filone del "soldato che parte per la guerra", non sono nuovi proprio a nessuno. Pensiamo ad esempio al bel giovinetto che si innamora dell'infermierina, o al cattivone Vince Vaughn che umilia i proprio sottoposti, al bullismo cameratesco nei confronti di chi è diverso, alla corte marziale. Tutta roba che è spiacevolmente ridondante per una persona che di film di questo genere ha anche avuto solo una generica infarinutura. Quindi il tutto risulta infarcito di retorica, lento e, a tratti, imbarazzante. Non mi spiego la candidatura all'oscar per Garfield. Vogliamo premiare i gesti eroici del vero Desmond T. Ross oppure un attore che non convince affatto, che appare alquanto inadeguato invece che debole, poco graffiante e di sicuro non convincente nei panni dell'eroe decorato di guerra. Insomma questo film sarebbe un disastro su tutta la linea se non fosse per l'immensità del secondo tempo, per gli effetti speciali, per il montaggio, per la prova fisica e lo sforzo che coinvolge lo spettatore fino a fargli credere di trovarsi anch'esso in trincea. E ci si alza letteralmente dalla poltrona in certi frangenti. Insomma dopo l'inizio cambia tutto. Sempre se non parliamo di sentimenti, perchè anche qui torna a farci viva la dicotomia buonista tra soldato forzuto (l'irresistibile Luke Bracey) che crede nelle armi e l'eroe angelico e obiettore. Andava raccontato tutto diversamente. Purtroppo Mel lo ricorderò per sempre per un'altro film di guerra: l'ottima interpretazione in We were soldiers.
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zagortenay
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domenica 19 febbraio 2017
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banale come la peggiore retorica americana.
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Gentile signora Marzia Gandolfi Sono andato a vedere questo film con molte aspettative, confidando nelle lusinghiere recensioni che leggevo. Mi attirava la narrazione di un uomo che affrontava la guerra disarmato, che andava in guerra non per uccidere ma per salvare . Ma il film che ho visto usa questo assunto come slogan , come un cartello pubblicitario che si vede in lontananza senza in realta' nessuna correlazione con quello che è rappresentato sullo schermo. Assistiamo per un' ora ad una serie continua di squartamenti degni forse di un Rambo 14esimo o di un horror mouvie , e anche quando si voglia dare per buona l'intenzione di voler descrivere l'orrore della battaglia , ci si rende ben presto conto che siamo di fronte ad una rappresentazione fumettistica , ma del peggiore fumetto.
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Gentile signora Marzia Gandolfi Sono andato a vedere questo film con molte aspettative, confidando nelle lusinghiere recensioni che leggevo. Mi attirava la narrazione di un uomo che affrontava la guerra disarmato, che andava in guerra non per uccidere ma per salvare . Ma il film che ho visto usa questo assunto come slogan , come un cartello pubblicitario che si vede in lontananza senza in realta' nessuna correlazione con quello che è rappresentato sullo schermo. Assistiamo per un' ora ad una serie continua di squartamenti degni forse di un Rambo 14esimo o di un horror mouvie , e anche quando si voglia dare per buona l'intenzione di voler descrivere l'orrore della battaglia , ci si rende ben presto conto che siamo di fronte ad una rappresentazione fumettistica , ma del peggiore fumetto. Siamo lontanissimi da capolavori di guerra come " la sottile linea rossa" (non che io aspirassi a tanto), ma anche dal duro realismo e dal tormento interiore che traspare in ogni inquadratura di film come" salvate il soldato Ryan". Qui lo schock da battaglia, come del resto tutti gli altri sentimenti sono superficialmente illustrati, edulcorati in un buonismo senza senso e soprattutto senza costruzione introspettiva, I personaggi non maturano le loro posizioni grazie ad un tormento interiore che il regista sappia descrivere , ma ce li ritroviamo cosi all'improvviso come per grazia ricevuta , illuminati sulla via della beatificazione del soldato Dowson. Ma se questo che sto scrivendo lo puo ' intravedere un semplice fruitore del cinema come sono io, mi domando come una giornalista professionista come lei , cosi come tanti altri , abbia potuto scrivere una recensione che sembra entusiasta. A questo punto ho l'impressione che siate costretti a scriverle ,queste recensioni . Non voglio criticare il lavoro di nessuno, ma rimango sconcertato dalla discrepanza tra quanto ho letto e quanto ho visto. cortesi saluti Michele Giamboi
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deadman
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mercoledì 22 febbraio 2017
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ma chi film avete visto?
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martedì sera, in tele niente anzi c'è pure il rischio di imbattersi in qualche talk con esponenti del Pd quindi tanto vale scendere al cinema sotto casa che danno l'ultimo film di mel gibson regista, che pur con i propri limiti culturali estetici diciamo che apocalipto non mi è dispiaciuto, e poi un pò di sangue e scene d'ammazzamenti ogni tanto ci vogliono pure. scendo entro in sala ma qui di cruento fino alla fine del primo tempo (che non finisce mai) non c'è proprio niente, solo una storia sdolcinata con personaggi così stereotipati, il papà violento e ubriacone, la mamma pia e sopportatrice, la fidanzatina ingenua ma carina (una nuova scarlett?) da sembrare ridicoli, però ogni tanto il vecchio mel ci butta lì una scena forte, il ragazzo che va sotto una macchina, e ci fa vedere un pò di sangue, come una spogliarellista che dopo una lun ga danza lascia cadere un guanto lasciando prevedere il seguito.
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martedì sera, in tele niente anzi c'è pure il rischio di imbattersi in qualche talk con esponenti del Pd quindi tanto vale scendere al cinema sotto casa che danno l'ultimo film di mel gibson regista, che pur con i propri limiti culturali estetici diciamo che apocalipto non mi è dispiaciuto, e poi un pò di sangue e scene d'ammazzamenti ogni tanto ci vogliono pure. scendo entro in sala ma qui di cruento fino alla fine del primo tempo (che non finisce mai) non c'è proprio niente, solo una storia sdolcinata con personaggi così stereotipati, il papà violento e ubriacone, la mamma pia e sopportatrice, la fidanzatina ingenua ma carina (una nuova scarlett?) da sembrare ridicoli, però ogni tanto il vecchio mel ci butta lì una scena forte, il ragazzo che va sotto una macchina, e ci fa vedere un pò di sangue, come una spogliarellista che dopo una lun ga danza lascia cadere un guanto lasciando prevedere il seguito. beh poi il ragazzotto si fa un po di addestramento con tanto di istruttore urlatore che ogni film dovrebbe pagare i diritti al palla di lardo kubrikiano e assieme ai suoi camerati, compreso il palestrato che sembra preso in prestito da un addio al nubilato, partono per la guerra. e qui la delusione raggiunge livelli abissali, neanche fosse un film western degli anni trenta con i giapponesi che si lanciano in massa contro i marines che sembrano i village people travestiti tanto fanno i ifghi mentre li sterminano. seguono solite scene di guerra straviste nel soldato ryan senza nessuna logica i giapponesi non fanno altro che correre con le baionette e afarsi uccidere, finchè per esigenze di copione arriva il momento dell'eroe che non volendo usare armi gira di notte per il campo di battaglia a raccattare commilitoni e spedirli giù dal costone con le funi (e per tutto il film mi sono chiesto perchè i giapponesi non buttavano giù qualche bomba) e qui arriviamo alla scena più ridicola di tutto il film, roba che mi ricorda i miei giochi della guerra da piccolo, con l'eroe disarmato che corre trascinando l'eroe armato su una specie di tappeto il quale mitraglia decine di giapponesi con una mira da cecchino, assolutamente esilarante. in conclusione, rivediamoci il vecchio Clint di flag of our fathers, quello sì che era un film di guerra non sta roba
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nanni
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lunedì 13 febbraio 2017
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la battaglia di hacksaw ridge
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Desmond Doss è un obiettore di coscienza patriottico e coragioso. Nonostante l'ostruzionismo dei vertici militari e dei suoi stessi compagni riuscirà ad arruolarsi come soccorritore. Siamo nel '45 ad Okinawa e Desmond con tanto di inseparabile Bibbia al seguito nell'inferno di quella battaglia soccorrerà e salverà 75 suoi compagni. Per questo riceverà la decorazione più alta. Il film costruisce sostanzialmente il racconto della prima parte su alcuni insopportabili clichè; il padre reduce ubriacone e violento, la fidanzatina infermiera, il bello, il coragioso, il vanitoso etc. i goliardici compagni di Desmond. Il regista non ci sorprende, però, neanche nella seconda parte, quella della battaglia, dove sangue e vomito hanno solo una valenza estetica e non scuotono mai davvero la coscienza dello spettatore.
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Desmond Doss è un obiettore di coscienza patriottico e coragioso. Nonostante l'ostruzionismo dei vertici militari e dei suoi stessi compagni riuscirà ad arruolarsi come soccorritore. Siamo nel '45 ad Okinawa e Desmond con tanto di inseparabile Bibbia al seguito nell'inferno di quella battaglia soccorrerà e salverà 75 suoi compagni. Per questo riceverà la decorazione più alta. Il film costruisce sostanzialmente il racconto della prima parte su alcuni insopportabili clichè; il padre reduce ubriacone e violento, la fidanzatina infermiera, il bello, il coragioso, il vanitoso etc. i goliardici compagni di Desmond. Il regista non ci sorprende, però, neanche nella seconda parte, quella della battaglia, dove sangue e vomito hanno solo una valenza estetica e non scuotono mai davvero la coscienza dello spettatore. Il "buon" Mel Gibson in realtà ha, con il suo lavoro che evoca lontanamente un'idea di pacifismo, in questo momento storico denso di conflitti etnico/religiosi, non la pretesa di scuotere coscienze ma come unico obiettivo l'apologia del cristianesimo. E' la bibbia il vero protagonista del film, sbandierata, all'unico scopo di veicolare il suo teorema, come simbolo potente del primato culturale del cosiddetto emisfero occidentale su tutti. Perchè si sa che il buon Dio è bianco, parla inglese e forse vive direttamente negli U.S.. God bless America. Sciovinista......e non solo. Ciao nanni
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andreagiostra
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venerdì 10 febbraio 2017
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i guerrieri-eroi di mel gibson
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Mel Gibsonriesce sempre a sorprendere lo spettatore con i suoi Film bellissimi e fortissimi da digerire emotivamente e da introiettare empaticamente: un’operazione cinematografica di cuore e di anima straordinariamente efficace! Da questo punto di vista Gibson è unico e insuperabile in quello che è diventato il suo genere: narrare cinematograficamente con talento e passione devastanti le gesta di guerrieri-eroi di ogni tempo della storia dell’Uomo.
“La battaglia di Hacksaw Ridge” narra magnificamente la storia di Desmond Doss, interpretato dal sempre più bravo Andrew Garfield, divenuto famoso al grande pubblico mondiale della settima arte con ”The Amazing Spider-Man” del 2012 diretto da Mark Webb; e oggi lo vede, altresì, brillante protagonista dell’ultimo straordinario Film di Martin Scorsese “Silence” del 2016, ancora nelle sale cinematografiche italiane.
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Mel Gibsonriesce sempre a sorprendere lo spettatore con i suoi Film bellissimi e fortissimi da digerire emotivamente e da introiettare empaticamente: un’operazione cinematografica di cuore e di anima straordinariamente efficace! Da questo punto di vista Gibson è unico e insuperabile in quello che è diventato il suo genere: narrare cinematograficamente con talento e passione devastanti le gesta di guerrieri-eroi di ogni tempo della storia dell’Uomo.
“La battaglia di Hacksaw Ridge” narra magnificamente la storia di Desmond Doss, interpretato dal sempre più bravo Andrew Garfield, divenuto famoso al grande pubblico mondiale della settima arte con ”The Amazing Spider-Man” del 2012 diretto da Mark Webb; e oggi lo vede, altresì, brillante protagonista dell’ultimo straordinario Film di Martin Scorsese “Silence” del 2016, ancora nelle sale cinematografiche italiane.
Doss fu il primo soldato obiettore di coscienza andato in guerra della storia di tutti i tempi! Partecipò attivamente alla battaglia per la conquista dell'isola di Okinawa, presieduta dai giapponesi dopo il feroce e spietato attacco aereo alla base militare statunitense di Pearl Harbor, che fece migliaia di vittime militari e civili, e che sconvolse gli Stati Uniti d’America e il mondo intero; e di fatto rappresentò la miccia che causò l’entrata imperiosa degli U.S.A. nella Seconda Guerra Mondiale che portò in pochissimi anni alla completa distruzione e al totale annichilimento del Terzo Reich.
La Battaglia di Okinawa iniziò il 1 aprile del 1945, e fu una delle battaglie più sanguinarie e sanguinose della Storia della Guerra di tutti i tempi. Allora si stimò che un quarto della popolazione civile dell’isola giapponese, venne uccisa nel corso degli spietati bombardamenti americani e delle battaglie uomo a uomo a terra. Gli americani riuscirono a conquistare l’isola dopo ottanta giorni di battaglia durissima e spietatissima, caratterizzata da episodi di fanatismo e di disperazione dell’esercito nipponico che portò allora a stimare circa 1900 episodi di attacchi suicidi dei soldati giapponesi contro i soldati americani: un bagno di sangue e di vittime agghiacciante! Gli americani sconfissero i giapponesi e presero tutto l’arcipelago di Ryukyu che rimase in mano statunitensi fino al 1972.
È questo il campo di battaglia nel quale hanno avuto luogo le eroiche gesta di Desmond Doss, che Mel Gibson ci racconta con una avvincente, brillante e per certi versi spirituale sceneggiatura originale scritta a quattro mani da Andrew Knight e Robert Schenkkan.
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[+] una bella storia
(di samanta)
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