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mercoledì 2 dicembre 2015
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la ribellione dal pensiero comune
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L'attesa dopo Mr nobody (2009) è stata lunga, ma il tempo vola ed ecco che oggi è uscito: "Dio esiste e vive a Bruxelles".
Ancora una volta i protagonisti del suo film non conoscono, non sanno, ignorano e ce lo dimostrano.
Ce lo dimostrano dandoci la loro visione della realtà, talvolta così strampalata e assurda ai nostri occhi, da regalarci un sorriso e giustificando il genere del film: commedia.
Il film è un tornado di emozioni e di pensieri.
Qual'è la colonna potante del film? Ne ha tante, come l'ultima volta.
Una chiave di lettura può essere l'autocondizionamento che ogniuno di noi opera su se stesso.
L'autocondizionamento è quella cosa che ci invita a controllare due volte il contenuto del frigorifero.
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L'attesa dopo Mr nobody (2009) è stata lunga, ma il tempo vola ed ecco che oggi è uscito: "Dio esiste e vive a Bruxelles".
Ancora una volta i protagonisti del suo film non conoscono, non sanno, ignorano e ce lo dimostrano.
Ce lo dimostrano dandoci la loro visione della realtà, talvolta così strampalata e assurda ai nostri occhi, da regalarci un sorriso e giustificando il genere del film: commedia.
Il film è un tornado di emozioni e di pensieri.
Qual'è la colonna potante del film? Ne ha tante, come l'ultima volta.
Una chiave di lettura può essere l'autocondizionamento che ogniuno di noi opera su se stesso.
L'autocondizionamento è quella cosa che ci invita a controllare due volte il contenuto del frigorifero.
La prima volta ci sembrerà vuoto, mentre la seconda sarà pieno unicamente della cosa che abbiamo accettato di desiderare.
Il credere che la fila adiacente alla nostra sia la più veloce, il sentir bisogno di dormire ancora un po' ogni mattina, il puntuale squillo del telefono quando entriamo nella vasca.
Queste sono tutte rappresentazioni della "superstizione del piccione" già affrontate in mr. nobody.
Il passo avanti in questo film è però il consiglio che ci dà il regista, ossia quello di accettare l'idea che la sfiga di un Dio malefico che ha creato le leggi "della sfortuna" non esista, ma che tutte queste creazioni pessimiste sono generate dal modo sbagliato di vedere e sentire le cose.
Da questo concetto si passa al prossimo: la concezione del buon vivere.
Nessuno al mondo è nato con coscienza di sé o del suo percorso e soprattutto nessuno è uguale all'altro.
Ea, la figlia di Dio, non conosce il senso ed il significato di tante cose (non ha mai mangiato una mela ,simbolo della conoscenza), ma allo stesso tempo è capace, poichè bimba , di vedere nel cuore delle persone ed effettuare una ribellione spirituale pura e libera, come solo una ribellione di un bimbo può essere.
Il film, quindi, finisce con il tradursi in una ribellione contro dogmi e pensieri che possono essere stravolti da qualsiasi mente libera capace di creare una nuova versione della realtà.
Si trasforma tutto all'improvviso in una rivoluzione del vivere, le cui radici risiedono nel bisogno di un pensiero libero e nella comprensione del prossimo e del suo punto di vista.
Ci è sempre stato detto che non conoscere il giorno della nostra morte ci aiuta a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo.
E se fosse anche questa una balla? se invece conoscere il giorno della nostra morte ci aiutasse maggiormente a vivere una vita straordinaria?
Chi ce lo dice? nessuno.
"tutto potrebbe essere completamente diverso ed avrebbe comunque senso".
Tutto può essere! , l'autroconvincimento è ciò che ci lega ad un barlume di realtà, tuttavia dovremmo lasciarlo scappare di tanto in tanto.
Per vivere, basta avere degli apostoli e saperli ascoltare.
La rivoluzione del punto di vista.
La rivoluzione del modo di vivere.
La ribellione ad un mondo che non piace più a nessuno.
Il cielo potrà anche essere un campo di fiori e Dio un barbone misantropo e scorbutico, ma la realtà finirà sempre per far da contorno alla stupenda complessità dell'uomo e alla sua capacità di amare.
Amare la propria natura ed accettare quella degli altri.
Amare un punto di vista in cui in realtà crediamo, ma siamo stati troppo ciechi ed autocondizionati per seguirlo.
"Il miracolo più grande fu lui. Chiamammo i giorni con i nomi dei mesi, e dopo una settimana ci frequentavamo da metà anno".
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maumauroma
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martedì 1 dicembre 2015
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dio esiste e vive a bruxelles
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Bel film,laico e dissacrante,ma mai blasfemo anzi intriso di una pagana e pacata religiosita'. Il Dio che convive in un maldestro omaccione di Bruxelles violento e malmostoso, controlla il mondo attraverso un computer,distribuendo a piacimento con un semplice clic calamita',catastrofi,malattie,morte. Vive nel suo modesto appartamento sottomettendo ai propri voleri moglie e figlioletta,memore della brutta esperienza passata circa 2000 anni fa con il figlio maggiore,riuscito a sfuggire alle sue manie,scendendo su questo mondo per redimere tutti noi con risultati non del tutto confortanti. Ma Ea,la figlioletta,sveglia e indipendente,dopo aver all'insaputa del Padre inviato un sms a tutti ,rivelando la data della propria morte,riesce con un originale stratagemma ad arrivare sulla terra per scrivere un nuovo vangelo,attraverso le esperienze esistenziali di 6 esseri umani presi a caso.
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Bel film,laico e dissacrante,ma mai blasfemo anzi intriso di una pagana e pacata religiosita'. Il Dio che convive in un maldestro omaccione di Bruxelles violento e malmostoso, controlla il mondo attraverso un computer,distribuendo a piacimento con un semplice clic calamita',catastrofi,malattie,morte. Vive nel suo modesto appartamento sottomettendo ai propri voleri moglie e figlioletta,memore della brutta esperienza passata circa 2000 anni fa con il figlio maggiore,riuscito a sfuggire alle sue manie,scendendo su questo mondo per redimere tutti noi con risultati non del tutto confortanti. Ma Ea,la figlioletta,sveglia e indipendente,dopo aver all'insaputa del Padre inviato un sms a tutti ,rivelando la data della propria morte,riesce con un originale stratagemma ad arrivare sulla terra per scrivere un nuovo vangelo,attraverso le esperienze esistenziali di 6 esseri umani presi a caso. Di piu' non si puo' raccontare. Il film si fa apprezzare per le sue visioni oniriche e metafisiche,per la sua eleganza,per la convincente interpretazione,per le belle musiche,per la sceneggiatura. Certo.a volte le grandi problematiche esistenziali vengono spiegate come sui foglietti dei baci perugina e il finale risulta piuttosto "arrangiato",ma le due ore del film passano piacevolmente veloci e alcune scene resteranno a lungo impresse nell'animo.
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no_data
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martedì 1 dicembre 2015
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geniale.
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dariotto
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lunedì 30 novembre 2015
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irriverentemente visionario
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un dio piccolo e cattivo una figlia dolce e una mamma svampita, stralunato film ma non sgradevole bravi gli attori ma certamente non lo riguarderei ma non lo sconsiglierei
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fabiofeli
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domenica 29 novembre 2015
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se sappiamo la data della nostra morte
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Un Dio singolare ( Benoit Poelvoorde) vive a Bruxelles, tappato in una casa senza porte sull'esterno, stizzoso e maligno, stretto nella sua vestaglia, con una moglie dolce e silenziosa (Yolande Moreau ) e la figlia Ea (Pill Groyne) che mal sopporta la reclusione e trova conforto solo nei colloqui con la statuina del fratello Gesù. Come un grigio impiegato il Nostro gestisce l'universo dal suo archivio via computer elaborando leggi fisiche che provocano incidenti sgradevoli e apparentemente impossibili. Ma la figlia riesce a mettere mano sul computer e via sms svela alle persone la data della loro morte per togliere uno strumento di potere al padre.
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Un Dio singolare ( Benoit Poelvoorde) vive a Bruxelles, tappato in una casa senza porte sull'esterno, stizzoso e maligno, stretto nella sua vestaglia, con una moglie dolce e silenziosa (Yolande Moreau ) e la figlia Ea (Pill Groyne) che mal sopporta la reclusione e trova conforto solo nei colloqui con la statuina del fratello Gesù. Come un grigio impiegato il Nostro gestisce l'universo dal suo archivio via computer elaborando leggi fisiche che provocano incidenti sgradevoli e apparentemente impossibili. Ma la figlia riesce a mettere mano sul computer e via sms svela alle persone la data della loro morte per togliere uno strumento di potere al padre. Come una moderna Alice nel paese delle meraviglie imbocca un tunnel che parte dal cestello della lavatrice di casa per uscire, finalmente, nel mondo, accanto alle persone che conoscono la data della loro fine e cambiano vita, smettendo inutili antagonismi. Anche Dio, inferocito, scopre il tunnel, ma incappa in divertenti disavventure provocate da imprevisti proprio come lui stesso ha stabilito. Ea recluta altri sei improbabili apostoli per il fratello Gesù, allargando il gruppo ad un numero sufficiente per una squadra di basebal e ponendo le basi per la riscrittura del Nuovo Testamento. E il mondo cambia in barba al Dio maligno ... La chiave surreale della favola apre la porta al divertimento e alla riflessione: non ha senso mantenere inutili puntigli e contrapposizioni, quando è più semplice e gratificante cercare l'amore. Ottime recitazioni dei protagonisti, Poelvoorde e Groyne, con l'aggiunta di Catherine Deneuve in un ruolo autoironico. Come in Toto le hèros del lontano 1991 tornano le belle ed accattivanti canzoni di Charles Trenet a vestire un film divertente da vedere.
Valutazione ***
FabioFeli
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vanessa zarastro
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domenica 29 novembre 2015
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dio è donna?
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Il film Le Tout Nouveau Testament (titolo originale) del belga Jaco van Dormael ha in sé tutti gli elementi per ottenere il successo che nel 2001 ebbe Il favoloso mondo di Amélie.
Dio esiste e vive a Bruxelles è una fiaba dei nostri tempi che parla della gente, delle persone, delle solitudini, dei loro desideri e dei loro difetti. Ciò che il film opera attraverso il percorso narrativo è una sezione a 45° sulla società urbana attraversando ogni strato sociale, dal barbone Victor (Marco Lorenzini) alla super ricca Martine (Catherine Deneuve).
La storia presenta un Dio umano, burbero e sadico che vive a Bruxelles (bravissimo Benoit Poelvoorde) che vive eternamente in vestaglia in una casa di una cucina-tinello e due camere, in un grande studio tappezzato di cassetti-classificatori, chiuso a chiave, senza finestre né entrata né uscita.
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Il film Le Tout Nouveau Testament (titolo originale) del belga Jaco van Dormael ha in sé tutti gli elementi per ottenere il successo che nel 2001 ebbe Il favoloso mondo di Amélie.
Dio esiste e vive a Bruxelles è una fiaba dei nostri tempi che parla della gente, delle persone, delle solitudini, dei loro desideri e dei loro difetti. Ciò che il film opera attraverso il percorso narrativo è una sezione a 45° sulla società urbana attraversando ogni strato sociale, dal barbone Victor (Marco Lorenzini) alla super ricca Martine (Catherine Deneuve).
La storia presenta un Dio umano, burbero e sadico che vive a Bruxelles (bravissimo Benoit Poelvoorde) che vive eternamente in vestaglia in una casa di una cucina-tinello e due camere, in un grande studio tappezzato di cassetti-classificatori, chiuso a chiave, senza finestre né entrata né uscita. Come lui stesso dirà verso la fine del film non si è mai sognato di esortare ad amare "il prossimo tuo come te stesso". Dio ha famiglia e oltre al figlio che scappato di casa si è messo con brutta gente ed è stato ucciso, ha una moglie che terrorizzata non parla mai e una figlia ribelle che (una nuova Amélie) decide di salvare il mondo e scappa di casa in modo rocambolesco. Ma prima, per liberare gli esseri umani dalle paure e incertezze, Ea invia a tutti gli abitanti del pianeta un SMS con un'informazione preziosa sul numero di anni, mesi giorni, che restano da vivere ad ognuno.
Dio passa tutto il suo tempo al computer nel suo immenso studio inaccessibile al resto della famiglia dove fa “il buono e il cattivo tempo” dell’umanità. Direi prevalentemente il cattivo tempo: cataloga incidenti, disgrazie, malattie e quant’altro per un’umanità che spia in modo sadico. Nei ritagli di tempo, inventa leggi perverse e frustranti: la fetta di pane farcita cadrà sempre dalla parte della marmellata, oppure al supermercato la fila accanto è sempre più veloce della tua e così via. Costruisce la città come un artigiano costruisce un modello analogico e, come un bambino sotto l’albero di Natale, gioca con i treni elettrici che poi riporta nel suo PC e ne programma deragliamenti. Questo Dio spregevole è rintanato nel suo appartamento di Bruxelles e quando non è al computer beve birra sdraiato sul divano guardando le partite di hockey in TV.
La lavatrice di casa, simbolo di consumo e di progresso, avrà un ruolo strategico nella vicenda perché, collegata con una vera lavanderia, costituire l’unico punto di fuga per la sacra famiglia.
La figlia Ea ha dei poteri tra i quali la capacità di ascoltare la musica dell'anima delle persone che incontraed ecco che alle musiche composte appositamente di An Pierlé si alternano brani classici immortali che spaziano dal quartetto schubertiano de La morte e la fanciulla al popolarissimo La mer di Charles Trenet. Tutti hanno una musica anche le persone che abbiamo sottovalutato o giudicato male. Questo è uno dei messaggi di un film che ha molte cose importanti da dire e lo fa divertendo. La ricerca dei 6 apostoli mancanti (12 sono gli apostoli ma anche i giocatori di okay mentre nel baseball sono 18, sport amato dalla mamma e da JC) è un pretesto per inserire mini-storie nella storia che Jaco van Dormael dipinge rimanendo “oggettivo” con un occhio quasi da collezionista. Così l’impiegato che scappa per seguire lo stormo di uccelli fino in Groenlandia e così l’assassino che perde il desiderio di sparare quando finalmente s’innamora. Tante sono le trovate geniali degli autori come ad esempio Gesù, dopo la sua fuga dall'opprimente padre e il claustrofobico appartamento genitoriale, ha assunto la forma di una statuina che la mamma spolvera tristemente.
Le figure femminili sono ritratte senza ammiccamenti, neanche la viziata e annoiata Deneuve suscita particolare simpatia, parteggiamo per Ea e il suo operato senza eccesso di empatia perché è troppo in competizione con il padre (divinità maschile distruttiva), convinta di poter fare meglio di lui, ci si vuole sostituire, in fondo, per il piacere del potere.
Resta comunque il fatto che il mondo sarà salvato dalle donne di case e cioè dalla moglie e dalla figlia di Dio.
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k. s. stanislavskij
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sabato 28 novembre 2015
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delizioso, divertente , poetico
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iL FILM è UNA SORPRESA! godibilissimo, ironico, sognante e visionario, e per nulla banale (forse un pò il finale), ma davvero ti lascia sazio per la sua freschezza. Ottimi gli attori. Da vedere
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maynardi araldi
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giovedì 26 novembre 2015
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sedotta e abbandonata
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Nel più celebre aforisma de La Gaia Scienza, Friedrich Nietzsche annuncia al mondo: “Dio è morto!” Gli consiglieremo di comprare un paio d’occhiali e guardarsi il film di Van Dormael. Dio vive in canottiera e vestaglia bisunta. Al comando di un computer, con un superalcolico sulla scrivania. Il sostantivo più scialbo che frullerebbe in mente è “blasfemia”. Il film inizi benone. Dio abita un trilocale oscuro come le ambiguità della psiche e le brutture inconsce. Un luogo grottesco. Irridente. Maligno. Comico e minaccioso come l'ufficio perimetrato da scaffalature ‘vintage e futuristiche’ che fanno tornare in mente “Brazil” di Gillian.
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Nel più celebre aforisma de La Gaia Scienza, Friedrich Nietzsche annuncia al mondo: “Dio è morto!” Gli consiglieremo di comprare un paio d’occhiali e guardarsi il film di Van Dormael. Dio vive in canottiera e vestaglia bisunta. Al comando di un computer, con un superalcolico sulla scrivania. Il sostantivo più scialbo che frullerebbe in mente è “blasfemia”. Il film inizi benone. Dio abita un trilocale oscuro come le ambiguità della psiche e le brutture inconsce. Un luogo grottesco. Irridente. Maligno. Comico e minaccioso come l'ufficio perimetrato da scaffalature ‘vintage e futuristiche’ che fanno tornare in mente “Brazil” di Gillian. E il suo proprietario non è nemmeno un 'tipo' originale. Ma un tristo individuo che conosce a memoria le leggi della legge di Murphy. E sarebbe perseguibile, a norma di Legge, perfino per plagio… (A ruota seguiranno la figlia Ae, la moglie, i sei apostoli e zoofilie varie)
Questo personaggio e il suo ambiente è l’incipit, che fa scollare lo spettatore dallo schienale della poltrona. Balzando in avanti. Con la premonizione di un film che sarà a tre stelle e mezza. Anche quattro, va (crepi l’avarizia!) Ma appena riaccomodato, in attesa della conferma, gli astri cominciano a collassare. In una lenta ma inesorabile parabola discendente… Tonfando su due stelline stiracchiate.
Che è successo?
Ignoro la produzione di Van Dornael. Ma non si fa così. ‘Sedotta e abbandonata’ (Germi) è quello che provo. Mi aspettavo una satira sferzante sul rapporto tra Dio e gli Uomini. Che la cinepresa virasse sul giudizio dell’Umanità su un Dio in vestaglia bisunta. Malevolo verso gli indifesi. Macché. Il film vuol far ridere, commuovere, stupire, effetti speciali a cascata, insomma….sembra tentarle tutte. Per accattare il plauso di ogni spettatore e per tutti i gusti. E’ come se mi avessero servito un piatto di pasta, con in cima quattro polpette. E sulle quattro polpette due fette di zampone, e sopra lo zampone, una foca giocoliera. Con una palla sul naso. TROPPA ROBA! E TROPPO SEMPLICE!
Si può ridere di tutto. Si pensi a Stranamore di Kubrik che rideva sangue sulla bomba atomica.
Qui, invece, il ciuffo ribelle si placa con una nuvoletta di schiuma extra-strong. E il regista rimette tutto in ordine per la beatificazione dell’happy end. Ottima per gli incassi. (Furbetto - eh?!)
P.S. detto ciò, ringrazio Van eccetera….come chiunque sappia far ridere. O sorridere. E contraddica con una risata -(anche superficiale)- la Realtà. Del resto, come diceva Chaplin “un giorno senza un sorriso è un giorno perso”
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(di maumauroma)
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marica romolini
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mercoledì 4 novembre 2015
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il coraggio della felicità
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Film dissacrante è stato detto. Tutt'altro. Quello di Jaco Van Dormael propone una coraggiosa idea di sacro. E lo fa con la forza del pioniere esperto, costruendo attraverso la narrazione cinematografica un pensiero fuori dagli schemi e però (o proprio per questo) robusto.
The Brand New Testament è davvero un Nuovo Testamento, rivolto a coloro che sono pronti a un clamoroso atto di fede: abbandonare le sedicenti certezze dei preconcetti per rischiare di essere felici sul serio (n.
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Film dissacrante è stato detto. Tutt'altro. Quello di Jaco Van Dormael propone una coraggiosa idea di sacro. E lo fa con la forza del pioniere esperto, costruendo attraverso la narrazione cinematografica un pensiero fuori dagli schemi e però (o proprio per questo) robusto.
The Brand New Testament è davvero un Nuovo Testamento, rivolto a coloro che sono pronti a un clamoroso atto di fede: abbandonare le sedicenti certezze dei preconcetti per rischiare di essere felici sul serio (n.b. non seriosamente, e infatti il film è tutto una divertente allegoria). La rivelazione è quella di un Bene a portata di mano, finora non visto soltanto perché ostinatamente cercato in quel dover essere o dover fare che altri ci hanno cucito addosso, basandosi su una taglia di media. Perseguito nell'adeguarsi a pensarsi così come si è pensati (il bambino della madre ipocondriaco apprensiva che finisce per ammalarsi realmente o la donna con la protesi che non riesce a vedersi più che commiserevole).
Ea chiama sei nuovi apostoli a testimoniare il Dio che è in loro, una felicità non solo possibile ma così raggiungibile da far paura, perché tangibile sì ma toccata mai. Una redenzione che passa attraverso la realizzazione della potenzialità, unica nella singolarità ma comune a tutte le persone, soffocata in fondo al sé. Basta ascoltare la propria musica interiore, permettersi di esprimerla e andare poi alla ricerca di altre con cui stabilire un accordo sinfonico. Con il risultato di un concerto che, se realmente armonico, non può che generare un'amorosa gioia di e per tutti.
I sei apostoli non sono scelti in base a virtù morali (si va dal bambino malato all'assassino, del resto l'Amore non è certo questione di merito), ma per il coraggio di voler essere persone libere. Da ruoli sociali, schemi mentali e qualsivoglia forma pensiero che si aggrappa a puntelli anche arrugginiti pur di non spiccare il volo (l'uccello chiede all'uomo seduto sulla panchina perché non voli via da gabbie che solo la sua immaginazione ha costruito).
The Brand New Testament consegna insomma la chiave di un'escatologia universale, democratica e terrena, affidando agli uomini la responsabilità diretta della propria felicità. Il Verbo si fa carne, l'uomo si india senza superbia, risorge in vita e diventa capace di mutare il proprio destino.
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[+] una lettura perfetta
(di mciril)
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(di writer58)
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