alberto58
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domenica 10 gennaio 2016
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se dio esiste è immensamente malvagio
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Sarà perchè sono un fan di Giacomo Leopardi e mi ricordo molto bene "Il Giovane Meraviglioso" che ho visto poco più di un anno fa, ma la prima scena che mi viene in mente ripensando a quella del film che ho appena visto è quella in cui dio prende a cinghiate sua figlia rea di essere entrata senza permesso nel suo studio e poi la accusa di "averlo ridotto così", che insomma è colpa sua se suo padre è costretto a frustarla. Si può pensare a qualcosa di peggio come genitore ? Beh, mi viene in mente Leopardi ed una scena del film su di lui in cui viene raffigurata la Natura, cioè colei che ci ha creato (perchè ovviamente Leopardi non credeva in dio), come una matrigna che ci mette al mondo, ci riempie di llusioni e poi ci condanna ad una fine indegna, rendendoci inoltre consapevoli di tutto ciò.
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Sarà perchè sono un fan di Giacomo Leopardi e mi ricordo molto bene "Il Giovane Meraviglioso" che ho visto poco più di un anno fa, ma la prima scena che mi viene in mente ripensando a quella del film che ho appena visto è quella in cui dio prende a cinghiate sua figlia rea di essere entrata senza permesso nel suo studio e poi la accusa di "averlo ridotto così", che insomma è colpa sua se suo padre è costretto a frustarla. Si può pensare a qualcosa di peggio come genitore ? Beh, mi viene in mente Leopardi ed una scena del film su di lui in cui viene raffigurata la Natura, cioè colei che ci ha creato (perchè ovviamente Leopardi non credeva in dio), come una matrigna che ci mette al mondo, ci riempie di llusioni e poi ci condanna ad una fine indegna, rendendoci inoltre consapevoli di tutto ciò.
E' vero, si ride, è una commedia, ma dietro ci sono fior di riflessioni..come quella della evidente dissociazione tra padre e figlio: "Il signore dice "ama il prossimo tuo come te stesso"" dice un sacredote a dio ma dio risponde: "mai pensato niente di simile, è stato questo strano figlio snaturato..." indicando il crocefisso che li guarda (stanno in una chiesa).
Non gli do il massimo, non si può considerare un capolavoro, neanche ambisce ad esserlo, ma l'idea "leopardiana" di base è trattata benissimo..e c'è anche qualcosa che richiama Woody Allen e la sua ossessione per l'insopportabilità di una vita governata dal caso, davanti al quale la nostra volontà è del tutto impotente...come quando il killer si mette a prendere di mira le persone e non si sente affatto colpevole per questo perchè se le manca vuol dire che non era la loro ora, se invece le colpisce vuol dire che erano destinati a morire.
Ma del resto un tema del genere si può trattare seriamente con la pretesa di esaurirlo ? Gli unici mezzi a tal fine sono la Fede, con la F maiusocla, e la Religione..ma dietro alla fede ed alla Religione si sono spesso nascoste persone che hanno spedito gli altri ad uccidere..come si vede benissimo all'inizio del film...quante stragi sono state perpetrate al grido di "Per Dio" o "Dio è grande" ? Ci vuole poco a senirsi onnipotenti, autorizzati a tutto se si pensa di essere lo strumento di dio per realizzare la sua volontà nel mondo.
Insomma per me è un ottimo film, senz'altro da vedere, perchè ci fa ridere ma ci fa anche riflettere molto seriamente sulla nostra condizione umana, dicendoci in sostanza, anche esplicitamente, di non aspettarci il paradiso dopo morti ma di viverlo qui ed ora perchè sta su questa terra.
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ernandez74
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lunedì 4 gennaio 2016
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sorprendente
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Quando mi fu consigliata la visione di questo film mi si disse non leggere nulla non chiedere nulla vai e poi ne parliamo,
il consiglio fu di quelli veri se avessi avuto una qualche info preliminare mi sarei forse perso qualcosa.
Sintetizzando è stato uno dei piu' bei film mai visti.
Bella l'idea , dissacrante stupefacente ironico e sorprendente.
Ti fa riflettere ridere e piangere , in piu' da segnalare regia e fotografia ottimi.
Un film fuori dalle righe che o piace moltissimo o per niente va da se che son della prima categoria.
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no_data
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lunedì 4 gennaio 2016
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saramago aiuta .
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Il film del regista belga è sicuramente , parlando di Dio, fuori dagli schemi ed è irriverente , divertente , fiabesco e grottesco ; pensiamo se quello che si racconta fosse solo anche la centesima parte della inconoscibile verità . Non so se la pellicola possa avere derive di ateismo (parliamo di una commedia) , in ogni caso mi sembra difficile non pensare che l'autore non abbia tratto ispirazione e spunti da uno dei più grandi scrittori contemporanei Josè Saramago (ateo dichiarato) , il quale nel suo libro " le intermittenze della morte " stupisce creando bizzarre situazioni relative alla stessa , che si sovrappongono perfettamente a quanto narrato per buona parte dell'opera cinematografica .
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Il film del regista belga è sicuramente , parlando di Dio, fuori dagli schemi ed è irriverente , divertente , fiabesco e grottesco ; pensiamo se quello che si racconta fosse solo anche la centesima parte della inconoscibile verità . Non so se la pellicola possa avere derive di ateismo (parliamo di una commedia) , in ogni caso mi sembra difficile non pensare che l'autore non abbia tratto ispirazione e spunti da uno dei più grandi scrittori contemporanei Josè Saramago (ateo dichiarato) , il quale nel suo libro " le intermittenze della morte " stupisce creando bizzarre situazioni relative alla stessa , che si sovrappongono perfettamente a quanto narrato per buona parte dell'opera cinematografica .
Concludo e dico che non è mia abitudine scrivere recensioni , sono un cinefilo pigro, ma in questo caso la mancanza di riferimenti a Saramago, nelle critiche cinematografiche lette , mi ha spiacevolmente sorpreso ritenendo che un giornalista professionista che si occupa di cinema non dovrebbe avere carenze letterarie così evidenti .
A.F.
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norby
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sabato 2 gennaio 2016
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due ore perse inutilmente
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Operzione vergognosa. Naturalmente loro vi diranno che si tratta di un pensiero innovativo su dio. Un dio che vive come tutti noi. Anzi molto peggio. Isolato all'ultimo piano di un grattacielo dalle finestre sporche. Cattivo, iracondo, crudele, tirannico, puerile, amorale. L'incarnazione di tutte le peggiori qualità umane. A potenza, sta a zero: fa tutto attraverso un computer (che evidentemente rappresenta una specie di superdio). Vive, dopo che il figlio se n'è andato di casa, con una moglie idiota e una figlia birichina, che a un certo punto, dopo esser stata picchiata dal satrapo, se ne scappa in città. Non si tratta nemmeno di un film dissacrante o blasfemo.
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Operzione vergognosa. Naturalmente loro vi diranno che si tratta di un pensiero innovativo su dio. Un dio che vive come tutti noi. Anzi molto peggio. Isolato all'ultimo piano di un grattacielo dalle finestre sporche. Cattivo, iracondo, crudele, tirannico, puerile, amorale. L'incarnazione di tutte le peggiori qualità umane. A potenza, sta a zero: fa tutto attraverso un computer (che evidentemente rappresenta una specie di superdio). Vive, dopo che il figlio se n'è andato di casa, con una moglie idiota e una figlia birichina, che a un certo punto, dopo esser stata picchiata dal satrapo, se ne scappa in città. Non si tratta nemmeno di un film dissacrante o blasfemo. Sarebbe già qualcosa. No, si tratta di un film stupido e inutile. E la forzata comicità non fa neanche ridere, ma solo storcere la bocca in uno sbadiglio a stento trattenuto. Ma naturalmente loro sottolineeranno che alla fine è la moglie idiota che salverà il mondo, come perfetta realizzazione del pensiero gender. Anzi di più, come superamento del genere femminile su quello maschile. Un film alla moda dunque, in linea con le ultime elucubrazioni e farfugliamenti una cultura piccola piccola, che si sta progressivamente imponendo, sorretta dai media e da una sedicente intellighentia opportunista, spocchiosa e mafiosetta. Con villa, piscina, porsche e cachemirino.
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uomoqualunque
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venerdì 1 gennaio 2016
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creerò un sogno per te
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Non è facile fare "commedie" cinematografiche e di buona qualità, questa è una di quelle, divertente , ironico, le domande sono quelle di sempre come i temi trattati, pone e trova risposte, chi siamo, il destino, cosa vogliamo e perchè, dove andiamo, il libero arbitrio, o forse no, e soprattutto abbiamo sufficiente benzina per farlo, con il giusto umorismo e ironia, buoni gli attori e anche la colonna sonora. Esiste un Dio? Probabilmente si; è lui che scrive la storia? La nostra storia? Il film si presta a ogni considerazione, bella , buona, giusta , sbagliata, in ogni caso sempre divertente, cosa vogliamo e cosa desideriamo, forse c'è bisogno di aiuto, e cosa è meglio di qualcuno che può crearmi un sogno? Ogni persona e contesto nella sua descrizione è uno spunto di riflessione, la riscrizone di un nuovo testamento, la scelta di nuovi apostoli, e per tradursi poi in una semplicità che non è per niente semplicistica, perchè è questa la realtà: una pista di ghiaccio dove chiunque prima o poi finisce a gambe all'aria, e il senso diventa il non senso che a sua volta è buon senso: avere il coraggio di scegliere e poter scegliere.
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aldot
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lunedì 28 dicembre 2015
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poesia allo stato puro
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Un film davvero poetico nel modo in cui il regista ha saputo mettere in scena le piccolezze della nostra quotidianità, del nostro piccolo io. Il tema della morte viene assunto come pretesto per una profonda riflessione sulla nostra responsabilità nel dare senso ad ogni attimo della nostra vita. Le finestre oniriche che il regista apre con sapiente ironia portano lo spettatore sempre ad un passo più in là della cruda realtà dando un messaggio di speranza anche nelle situazioni peggiori. E infine il messaggio semplice ma fondamentale in quest'epoca : la bellezza e la pace che le donne saprebbero portare al mondo solo se trovassero maggior respiro tra gli spazi della prepotenza maschile.
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pier delmonte
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mercoledì 23 dicembre 2015
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tra il banale e l'arte
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In realta’ Dio siamo noi essere umani, cattivi e cinici, e Jaco Van Dormael ce lo spiega in modo surreale e visionario e con effetti visivi strepitosi, per poi sussurrarci che sara’ la donna a far sorridere l’umanita’, a farle tirare un sospiro di sollievo. Il film e’ tra il banale e l’artistico, e quindi puo’ essere tutto o niente, io sto in mezzo, con la “o”.
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francesca meneghetti
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lunedì 21 dicembre 2015
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il fantasma del libero pensiero
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Uno dei problemi più ardui della filosofia e, soprattutto, della teologia, è dato dall'esistenza del Male, che colpisce alla cieca, spesso risparmiando i “malvagi”. Chi crede nel caso, e quindi all'assurdo che domina l'esistenza, se ne fa, forse, una ragione più facilmente. Maggiori difficoltà ha chi crede in un Ente superiore e alla sua Provvidenza. Come può, infatti, un Dio buono consentire il Male? E come può reggere, di fronte alla realtà una professione di ottimismo? Ne sapeva qualcosa Voltaire, testimone del terremoto di Lisbona del 1756, che nel suo romanzo “Candido” demoliva il credo ottimista. Un'operazione analoga, con altro linguaggio, è stata effettuata nel cinema da “Le mele di Adamo”, film provocatorio e persino politicamente scorretto (quando ci porta a simpatizzare per un neonazista più che per un pastore protestante).
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Uno dei problemi più ardui della filosofia e, soprattutto, della teologia, è dato dall'esistenza del Male, che colpisce alla cieca, spesso risparmiando i “malvagi”. Chi crede nel caso, e quindi all'assurdo che domina l'esistenza, se ne fa, forse, una ragione più facilmente. Maggiori difficoltà ha chi crede in un Ente superiore e alla sua Provvidenza. Come può, infatti, un Dio buono consentire il Male? E come può reggere, di fronte alla realtà una professione di ottimismo? Ne sapeva qualcosa Voltaire, testimone del terremoto di Lisbona del 1756, che nel suo romanzo “Candido” demoliva il credo ottimista. Un'operazione analoga, con altro linguaggio, è stata effettuata nel cinema da “Le mele di Adamo”, film provocatorio e persino politicamente scorretto (quando ci porta a simpatizzare per un neonazista più che per un pastore protestante). C'è, a mio vedere, un richiamo a quel lavoro in “Dio esiste e vive a Bruxelles”, là dove la provocazione è ancora più marcata, visto che avviene un rovesciamento della prospettiva tradizionale che oppone Bene e Male, perché qui essi coincidono. Il Dio (dell'Antico Testamento) che vive a Bruxelles non solo è fatto a immagine e somiglianza dell'uomo (un uomo brutto e volgare), ma si crogiola nel male nella vita privata (apparendo irascibile e violento) e nella direzione degli affari del mondo, che conduce con cinismo e malvagità. Naturalmente il cattivo nelle storie ha una funzione importante: far risaltare il buono. Nel nostro caso il salvatore buono è una bambina, la figlia di Dio, che cercherà dapprima di boicottare il carattere oscuro e imprevedibile dei disegni divini (rendendo chiaro a tutti il termine della propria vita), poi di porre rimedio a tanti guai. La aiuteranno il fratello Jesus (ridotto a statuina) e la madre, prima umiliata e zittita da Dio-padre-padrone, poi risorta a fantasiosa regista di un nuovo mondo colorato in rosa.
La storia non è chiaramente realistica. Si presta dunque a una cifra anarchica, visionaria e surreale che richiama Bunuel (si veda la citazione dello struzzo del “fantasma della libertà”, ma anche la love story rovesciata tra Catherine Deneuve e una specie di Kng-Kong).
Stilisticamente il film tende al barocco, per eccesso di spunti e di effetti scenici, messi generosamente a disposizione dalla tecnologia digitale, ma non privi, a volte, di notevole poesia. Ma, se si mette da parte il metro di misura dello stile classico, il film risulta gradevole, vario nella sua alternanza di fasi drammatiche e comiche. Resta una laica e intelligente provocazione, anche per il secondo tema introdotto, dopo quello del Male, secondo ma non meno importante: quale senso dare alla vita, ovvero come giocarsi la partita dell'esistenza. Come a dire, non sono noccioline.
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giuliog02
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lunedì 21 dicembre 2015
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uno sguardo surreale su dio
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Una fantasiosa commedia, laica, iconoclastica, sulla personalità di Dio, il suo stile di vita, la sua attività portata avanti nel chiuso di un modesto appartamento di Bruxelles.
Non c'é mai blasfemia neppure nella divina valutazione negativa dell' azione di 2000 anni fa del figlio, sceso utopicamente sulla Terra per redimere l'Uomo. Dopo un incipit
fulminante, il film perde un poco il ritmo, ma risale con verve nella seconda parte, che strappa sorrisi a ripetizione, se non risate. Finale metaforico in cui la salvezza del genere
umano é affidata alle donne, la moglie e la figlia Ea su cui é incentrata la stesura de Le Tout Nouveau Testament, mentre il padre finisce alla catena di montaggio di lavatrici in
una fabbrica dell'Uzbekistan.
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Una fantasiosa commedia, laica, iconoclastica, sulla personalità di Dio, il suo stile di vita, la sua attività portata avanti nel chiuso di un modesto appartamento di Bruxelles.
Non c'é mai blasfemia neppure nella divina valutazione negativa dell' azione di 2000 anni fa del figlio, sceso utopicamente sulla Terra per redimere l'Uomo. Dopo un incipit
fulminante, il film perde un poco il ritmo, ma risale con verve nella seconda parte, che strappa sorrisi a ripetizione, se non risate. Finale metaforico in cui la salvezza del genere
umano é affidata alle donne, la moglie e la figlia Ea su cui é incentrata la stesura de Le Tout Nouveau Testament, mentre il padre finisce alla catena di montaggio di lavatrici in
una fabbrica dell'Uzbekistan. Piacevole film, umoristico e onirico, con cui si passano bene due ore e del quale si discute con chi é venuto con noi al cinema. .
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mattiabertaina
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lunedì 21 dicembre 2015
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il nuovo nuovo testamento...
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"Cosa faresti della tua vita se sapessi esattamente quanto ti resta da vivere?" - messaggio ricevuto oggi. Mittente: Dio in persona.
Bizzarro, dissacrante, atipico, inaspettato, coraggioso. Il nuovo film di Jaco Van Dormael, regista belga già autore di "Mr.Nobody" e "L'ottavo giorno", parte da un assunto interessante: Dio esiste e vive a Bruxelles. Un Dio scurrile, sadico, che dirige le sorti della razza umana da un trilocale modesto, dalla tastiera del suo pc, un dio molto umano e poco onnipotente.
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"Cosa faresti della tua vita se sapessi esattamente quanto ti resta da vivere?" - messaggio ricevuto oggi. Mittente: Dio in persona.
Bizzarro, dissacrante, atipico, inaspettato, coraggioso. Il nuovo film di Jaco Van Dormael, regista belga già autore di "Mr.Nobody" e "L'ottavo giorno", parte da un assunto interessante: Dio esiste e vive a Bruxelles. Un Dio scurrile, sadico, che dirige le sorti della razza umana da un trilocale modesto, dalla tastiera del suo pc, un dio molto umano e poco onnipotente. Un ritratto di famiglia insolito e poco incoraggiante, il figlio JC (Jesus Christ) ha lasciato casa per scendere in mezzo agli uomini (con l'epilogo che tutti conosciamo), la figlia Ea è un peperino dispettoso che mette in discussione l'autorità paterna (suoi gli sms con il conto alla rovescia recapitati a tutta l'umanità...) e la moglie di Dio, eccessivamente remissiva nei confronti del padrone di casa e dei suoi atteggiamenti violenti e volgari. Jaco Van Dormael imbastisce un canovaccio narrativo ambizioso che strizza l'occhio a più alte riflessioni; strutturato sulla falsa riga delle sacre scritture (Genesi, esodo...) si propone di riscrivere la storia secondo sei nuovi apostoli, mediante il "Nuovo nuovo testamento"; sei apostoli contemporanei, dall'assassino all'erotomane, passando per una ragazza con il braccio di porcellana, una sceneggiatura che conferisce allo script un tono a tratti scanzonato e disinvolto, trattando però temi serissimi quali l'autorealizzazione, il successo, i rapporti interpersonali, con piglio leggero ma mai superficiale. I discepoli si ergono dunque a rappresentanti del presente con le loro umane debolezze che, grazie alla piccola Ea, raggiungono uno stato superiore di maturazione e di consapevolezza del reale, fungendo da ideali guide verso l'ineluttabile. I miracoli avvengono ancora, miracoli profondamente umani, fatti di piccoli grandi gesti del quotidiano che lanciano uno squarcio sulla considerazione di sè e delle aspettative sul futuro. Un Benoit Poelvoorde strabordante nel ruolo di Dio e diversi comprimari calati perfettamente nel ruolo (da Francois Damiens a Johan Heldenbergh), nel cast anche Catherine Deneuve nella parte del sesto discepolo. Unico neo un uso forse troppo frequente della computer grafica. Un viaggio tra sacro e profano che vale il prezzo del biglietto. Un'eresia perderselo.
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