domenicodv
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giovedì 25 settembre 2014
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un film che fà capire ed amare il senso della vita
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Un film capolavoro con ottimi attori e una mente del regista a dir poco fantastica. é molto lineare e comprensibile. Secondo adatto ad un pubblico adulto. Un film che fà capire ed amare il senso della vita...una vita senza belle emozioni, come ad esempio un semplice sorriso di un bambino o un primo bacio con la persona che si ama, non ha senso, così come anche una vita senza dispiaceri e disperazioni come la guerra. Davvero fantastico!!!
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lupusinfabula
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giovedì 25 settembre 2014
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c'e' di più ...
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Bel film a due letture :
Buoni messaggi comunque "per tutti",
ma anche il "mito della caverna Platonico" ... l'iniziato che si ribella e si emancipa, per poi tornare a risvegliare le coscienze altrui.
Buona l'interpretazione di J.Bridges, nelle vesti del Maestro, e dell'intramontabile Streep.
Aspettiamo quindi il sequel...
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nino pell.
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mercoledì 24 settembre 2014
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un film contro l'apatica uniformità della vita
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Questo interessante film di genere fantascientifico del regista Phillip Noyce ci proietta in un non ben definito futuro in cui l'umanità si è "evoluta" (o forse, sarebbe meglio puntualizzare, "involuta") in un sistema sociale dove domina e sovrana il concetto di uniformità. Immemori di sé e della loro storia, gli uomini di domani sembrano vivere una realtà senza colori, senza sogni e senza emozioni. L'amore viene visto come un'effimera manifestazione passionale fine a se stessa, mentre ciò che regolano la vita di ciascun essere vivente sono la logica, il freddo tenore di esistenze perfette, ma emotivamente asettiche. Ciò che regola tale tipo di esistenza è un consiglio di anziani, riunito periodicamente a sancire i passaggi evolutivi dei membri della comunità.
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Questo interessante film di genere fantascientifico del regista Phillip Noyce ci proietta in un non ben definito futuro in cui l'umanità si è "evoluta" (o forse, sarebbe meglio puntualizzare, "involuta") in un sistema sociale dove domina e sovrana il concetto di uniformità. Immemori di sé e della loro storia, gli uomini di domani sembrano vivere una realtà senza colori, senza sogni e senza emozioni. L'amore viene visto come un'effimera manifestazione passionale fine a se stessa, mentre ciò che regolano la vita di ciascun essere vivente sono la logica, il freddo tenore di esistenze perfette, ma emotivamente asettiche. Ciò che regola tale tipo di esistenza è un consiglio di anziani, riunito periodicamente a sancire i passaggi evolutivi dei membri della comunità. Il protagonista della storia, Jonas, sarà designato, nel corso della cerimonia dei 12, quale custode delle memorie e considerato che questo giovane è un adolescente eccezionale con un dono speciale, quello di sentire, farà di tutto per sovvertire tale atavico ordine sovrano e tentare di ristabilire gli aspetti più propriamente umani dei propri simili, anche a discapito di ripetere le medesime debolezze umane che hanno causato in passato sentimenti come odio, sopraffazione e dominio. Un film sicuramente interessante a livello di tematica, ma un tantino sbrigativo nel finale, sebbene questo ultimo aspetto viene efficacemente sminuito agli occhi dello spettatore grazie a un buon livello interpretativo e ad uno stile del regista decisamente all'inglese.
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valentino giorgi
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mercoledì 24 settembre 2014
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buone idee ma sviluppate male
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Il giovane Jonas vive in una società orwelliana dove tutto è obbligato al più grigio conformismo. Le persone, costrette a ordinarie iniezioni mattutine, sono private delle loro emozioni e hanno rimosso completamente la storia passata. Al contrario di tutti gli altri, Jonas è un “donatore”, una persona che ha la capacità di ricordare la storia dell’umanità. Durante il suo addestramento apprenderà che per imparare la storia dell’umanità bisogna provare sulla propria pelle emozioni prima d’ora sconosciute. Questi insegnamenti tuttavia cozzeranno con le rigide regole della società interrompendo lo stato di relativa pace conosciuto fino a quel momento.
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Il giovane Jonas vive in una società orwelliana dove tutto è obbligato al più grigio conformismo. Le persone, costrette a ordinarie iniezioni mattutine, sono private delle loro emozioni e hanno rimosso completamente la storia passata. Al contrario di tutti gli altri, Jonas è un “donatore”, una persona che ha la capacità di ricordare la storia dell’umanità. Durante il suo addestramento apprenderà che per imparare la storia dell’umanità bisogna provare sulla propria pelle emozioni prima d’ora sconosciute. Questi insegnamenti tuttavia cozzeranno con le rigide regole della società interrompendo lo stato di relativa pace conosciuto fino a quel momento.
Il film fin dall’inizio presenta buone potenzialità per l’efficace trama (se fosse stata sviluppata bene) ma soprattutto per l’innovazione stilistica e l’ottima fotografia. Inizia con uno splendido bianco e nero e acquista sempre più colore mano a mano che il protagonista prende coscienza di sé e delle proprie emozioni allontanandosi dal grigiore di quella società che si rivelerà aberrante. Già solo per questa trovata il film aveva tutti i presupposti per essere ottimo. Peccato che tutto il resto è veramente fatto male. Ad esclusione del cast eccezionale (dove tuttavia riesce a spiccare solo il talento di Meryl Streep), la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e la trama è sviluppata pietosamente. Si contano scene dove sono assenti le più elementari leggi della fisica o in cui elementi narrativi portanti non risultano sufficientemente credibili agli occhi dello spettatore. Inoltre l’assenza di un prologo iniziale o di qualcosa che ti faccia capire perché ci troviamo in quella situazione fa essere tutto dispersivo e noiosamente campato per aria.
Assomiglia allo sfortunato Equilibrium per le iniezioni che tramortiscono la percezione soggettiva dell’individuo e al più recente Divergent per la rigida divisione in classi e il tema della predestinazione, molto frequente in questo genere di film. A The Giver manca tuttavia la costruzione della suspense attraverso i ritmi della narrazione ed è privo di efficaci scene d’azione. Ma quello che più di tutto ti fa odiare chi ha fatto questo film è il finale piatto e scontatissimo, impreparato e dannatamente pietoso. Sembra che il regista a un certo punto gli fosse passata la voglia di girare.
The Giver è un film che convince molto più visivamente che attraverso la trama. La ricercatezza stilistica e la cura del dettaglio nelle immagini sono compromesse da una sceneggiatura debole e una narrazione con eccessivi luoghi comuni. Per fare un buon film,infatti, non basta fare bene un paio di cosette, devi convincere su tutto. E questo film non lo fa.
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kaipy
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lunedì 22 settembre 2014
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sempliciotto
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La sensazione è quella di un'estrema suoerficialità nel costruire la formazione di Jonas. Lascia la sensazione di qualche cosa di incompiuto. Si poteva fare di più, e si poteva fare meglio. Buona la fotografia, il montaggio, ma la sceneggiatura e la lettura delle immagini è troppo elementare. Manca di una vera profondità.
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alex2044
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lunedì 22 settembre 2014
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fantascienza o realtà ?
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Un bel film anche coinvolgente . Non amo particolarmente la fantascienza ma il film mi è piaciuto . Bravi gli attori , bella l'idea , con molti riferimenti all'attualità . A qualcuno sarranno fischiate le orecchie con quel riferimento ai vecchi che non se ne vogliono andare ?
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pieropierissimo
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domenica 21 settembre 2014
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attenzione! pericolo “the giver”!
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L’11 settembre è uscito nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film di Philip Noyce: il regista de “Il collezionista di ossa”, tanto per intenderci.
Maryl Streep e Jeff Bridges... avete fatto tanti film belli … perché avete detto si a questa boiata!!
Ma cominciamo dall’inizio.
Tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry del 1993, e primo di una saga di 4 libri , The giver è ambientato in un futuro lontano (ma neanche troppo), dove esiste una meravigliosa comunità bianco nera (non sono juventini!) completamente epurata dai sentimenti (o magari si…) e da qualsivoglia emozione (si sono juventini!).
Jonas (il 25 enne Brenton Thwaites), dopo una meravigliosamente sterile cerimonia in pompa magna che segna il passaggio all’età adulta, riceve dal “consiglio supremo” l’incarico di custodire la memoria di tutta “la civiltà” (occidentale - vedi dopo) che è stata sottratta al popolo per poterlo controllare meglio.
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L’11 settembre è uscito nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film di Philip Noyce: il regista de “Il collezionista di ossa”, tanto per intenderci.
Maryl Streep e Jeff Bridges... avete fatto tanti film belli … perché avete detto si a questa boiata!!
Ma cominciamo dall’inizio.
Tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry del 1993, e primo di una saga di 4 libri , The giver è ambientato in un futuro lontano (ma neanche troppo), dove esiste una meravigliosa comunità bianco nera (non sono juventini!) completamente epurata dai sentimenti (o magari si…) e da qualsivoglia emozione (si sono juventini!).
Jonas (il 25 enne Brenton Thwaites), dopo una meravigliosamente sterile cerimonia in pompa magna che segna il passaggio all’età adulta, riceve dal “consiglio supremo” l’incarico di custodire la memoria di tutta “la civiltà” (occidentale - vedi dopo) che è stata sottratta al popolo per poterlo controllare meglio. In modo tale che la conoscenza sia retaggio di pochi, mentre il resto della popolazione sia devota all’apatia e all’abitudinarietà.
L’intero primo capitolo di questa saga si basa sul training di Jonas che riceve la memoria dal precedente “Keeper” (Jeff Bridges). Che forse deve andare in pensione poverino.
Comunque. Dopo pochi minuti di brillantissime inquadrature bianco e nero, non si può fare a meno di notare le similitudini con film come Hunger Games, In Time, Pleasantville o il recente Upsidedown. Io personalmente ci ho trovato anche tracce di The Island (quel film che abbiamo visto tutti solo perché c’era una Jessica Alba da paura in duplice copia, tanto per intenderci).
Insomma questo filone di futuro, polizia, memoria, tempo, libertà e palle varie che è tanto caro in tempi moderni … ma, diciamo … che ci ha anche saturato un po’ le p$%&*!
Il film non ha suspense, nessun colpo di scena e se sai che è una saga, sai anche che finirà di merda.
Scenografia povera e a tratti ridicola. Cioè.. 90 minuti girati in 3 posti: una capanna che in realtà dentro è un castello vittoriano! Che vorrei conoscere l’architetto per capire come ha fatto; il micro appartamento di Jonas; e un giardino di 1 metro quadro (che sarebbe la piazza della città) con un micro ambiente triangolare (si a triangolo!) dove Jonas entra come un pirla attraversando una magica porta di acqua …
Acqua. Proprio l’elemento prodotto della sceneggiatura: tanti personaggi accennati, niente introspezione. Per non parlare di scene al di là della fisica e del possibile.
Sicuramente il romanzo sarà carino. Il tema della memoria è un tema sempre interessante. Facciamo di tutto per ricordare quante più cose possibile e spesso però ce le dimentichiamo. Questo film poteva, se non stupirci, almeno farci riflettere. Già, se solo non avesse avuto la presunzione di poter copiare letteralmente le scene (e gli standard!) di altri film senza che nessuno se ne accorgesse.
Insomma: il problema qui c’è ed è reale!Il pericolo di cui vi parlo è ben più attuale di quello pseudo-trattato nel film.
Il pericolo qui è quello di andare al cinema e spendere 10€ per questa BOIATA colossale che non aggiunge e non toglie nulla alle nostre vite.
Che noi, con 10 euro, ci facciamo 1000 altre cose da 1 centesimo!
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pieropierissimo
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domenica 21 settembre 2014
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attenzione! pericolo “the giver”!
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L’11 settembre è uscito nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film di Philip Noyce: il regista de “Il collezionista di ossa”, tanto per intenderci.
Maryl Streep e Jeff Bridges... avete fatto tanti film belli … perché avete detto si a questa boiata!!
Ma cominciamo dall’inizio.
Tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry del 1993, e primo di una saga di 4 libri , The giver è ambientato in un futuro lontano (ma neanche troppo), dove esiste una meravigliosa comunità bianco nera (non sono juventini!) completamente epurata dai sentimenti (o magari si…) e da qualsivoglia emozione (si sono juventini!).
Jonas (il 25 enne Brenton Thwaites), dopo una meravigliosamente sterile cerimonia in pompa magna che segna il passaggio all’età adulta, riceve dal “consiglio supremo” l’incarico di custodire la memoria di tutta “la civiltà” (occidentale - vedi dopo) che è stata sottratta al popolo per poterlo controllare meglio.
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Maryl Streep e Jeff Bridges... avete fatto tanti film belli … perché avete detto si a questa boiata!!
Ma cominciamo dall’inizio.
Tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry del 1993, e primo di una saga di 4 libri , The giver è ambientato in un futuro lontano (ma neanche troppo), dove esiste una meravigliosa comunità bianco nera (non sono juventini!) completamente epurata dai sentimenti (o magari si…) e da qualsivoglia emozione (si sono juventini!).
Jonas (il 25 enne Brenton Thwaites), dopo una meravigliosamente sterile cerimonia in pompa magna che segna il passaggio all’età adulta, riceve dal “consiglio supremo” l’incarico di custodire la memoria di tutta “la civiltà” (occidentale - vedi dopo) che è stata sottratta al popolo per poterlo controllare meglio. In modo tale che la conoscenza sia retaggio di pochi, mentre il resto della popolazione sia devota all’apatia e all’abitudinarietà.
L’intero primo capitolo di questa saga si basa sul training di Jonas che riceve la memoria dal precedente “Keeper” (Jeff Bridges). Che forse deve andare in pensione poverino.
Comunque. Dopo pochi minuti di brillantissime inquadrature bianco e nero, non si può fare a meno di notare le similitudini con film come Hunger Games, In Time, Pleasantville o il recente Upsidedown. Io personalmente ci ho trovato anche tracce di The Island (quel film che abbiamo visto tutti solo perché c’era una Jessica Alba da paura in duplice copia, tanto per intenderci).
Insomma questo filone di futuro, polizia, memoria, tempo, libertà e palle varie che è tanto caro in tempi moderni … ma, diciamo … che ci ha anche saturato un po’ le p$%&*!
Il film non ha suspense, nessun colpo di scena e se sai che è una saga, sai anche che finirà di merda.
Scenografia povera e a tratti ridicola. Cioè.. 90 minuti girati in 3 posti: una capanna che in realtà dentro è un castello vittoriano! Che vorrei conoscere l’architetto per capire come ha fatto; il micro appartamento di Jonas; e un giardino di 1 metro quadro (che sarebbe la piazza della città) con un micro ambiente triangolare (si a triangolo!) dove Jonas entra come un pirla attraversando una magica porta di acqua …
Acqua. Proprio l’elemento prodotto della sceneggiatura: tanti personaggi accennati, niente introspezione. Per non parlare di scene al di là della fisica e del possibile.
Sicuramente il romanzo sarà carino. Il tema della memoria è un tema sempre interessante. Facciamo di tutto per ricordare quante più cose possibile e spesso però ce le dimentichiamo. Questo film poteva, se non stupirci, almeno farci riflettere. Già, se solo non avesse avuto la presunzione di poter copiare letteralmente le scene (e gli standard!) di altri film senza che nessuno se ne accorgesse.
Insomma: il problema qui c’è ed è reale!Il pericolo di cui vi parlo è ben più attuale di quello pseudo-trattato nel film.
Il pericolo qui è quello di andare al cinema e spendere 10€ per questa BOIATA colossale che non aggiunge e non toglie nulla alle nostre vite.
Che noi, con 10 euro, ci facciamo 1000 altre cose da 1 centesimo!
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ceciliafilm
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domenica 21 settembre 2014
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il mondo di jonas, il mondo di tutti noi.
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Anche qui la figura dell'eroe adolescente è presente ed anche un po' scontata: lui, il diverso, che ha la forza di cambiare il mondo. Il personaggio principale, i suoi amici e non sono scontati ovvero ogni personaggio durante tutta la storia è statico, non cambia, molto prevedibili. La foprza di questo film sta nella trama, nell'usodelle immagini, delle musiche e dei colori. I ricordi emozionano letteralmente. Ci si stupisce insieme al protagonista, si vive la meraviglia della prima volta insieme a Jonas. La forza quasi titanica della vita è travolgente e lo spettatore l'avverte completamente.
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j.rayan
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domenica 21 settembre 2014
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bel film, peccato per il finale
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Film consigliato, incomincia bene, non ingrana mai troppo ma non è neanche lento, peccato per il finale che lascia molto da spiegare, avevano buone possibilità non sfruttate per renderlo unico.
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