elboliloco
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martedì 25 novembre 2014
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da eroina dei distretti a velina dei ribelli
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Non è chiaro se il titolo “Il canto della rivolta” sia riferito agli sviluppi della trama dei tanti amati Hunger Games, oppure sia un tentativo da parte dell’autrice di avvisare gli “ Hunger Games addicted” del fatto che in questo terzo episodio, si sarebbe ribellato a se stesso, all’attrattività, all’imprevedibilità e alla spettacolarità, dei precedenti capitoli. Siamo nel bel mezzo delle rivolte dei distretti, ispirate dal gesto rivoluzionario di Katnies che con una semplice freccia aveva osato ribellarsi al sistema dittatoriale perpetrato da Capitol City. Adesso, l’entourage dei ribelli capitanato da Alma Coin e da Plutarch Heavensbee, interpretato dal recentemente scomparso Philip Seymour Hoffman, punta a mettere in atto una controffensiva verso lo stato oppressore concentrandosi più su questioni di stile e di look piuttosto che sulle strategie di attacco.
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Non è chiaro se il titolo “Il canto della rivolta” sia riferito agli sviluppi della trama dei tanti amati Hunger Games, oppure sia un tentativo da parte dell’autrice di avvisare gli “ Hunger Games addicted” del fatto che in questo terzo episodio, si sarebbe ribellato a se stesso, all’attrattività, all’imprevedibilità e alla spettacolarità, dei precedenti capitoli. Siamo nel bel mezzo delle rivolte dei distretti, ispirate dal gesto rivoluzionario di Katnies che con una semplice freccia aveva osato ribellarsi al sistema dittatoriale perpetrato da Capitol City. Adesso, l’entourage dei ribelli capitanato da Alma Coin e da Plutarch Heavensbee, interpretato dal recentemente scomparso Philip Seymour Hoffman, punta a mettere in atto una controffensiva verso lo stato oppressore concentrandosi più su questioni di stile e di look piuttosto che sulle strategie di attacco. Sperano, infatti, di ispirare i ribelli con dei promo in cui, si sponsorizza l’immagine della “Ghiandaia Imitatrice” con tanto di trucco e parrucco e troupe cinematografica. Katniss Everdeen, crogiolata nel ricordo del compagno Peeta, va a visitare i luoghi simbolo della rivolta e le uniche macchie che ha sul viso non sono di sangue o fango, bensì di phard e ombretto. Come se stesse girando un video di presentazione per la partecipazione ad un talent show: sfila, recita, canta e fortunatamente evita di ballare. Il passaggio da eroina dei distretti a velina dei ribelli è breve. Gli unici sprazzi di vitalità si hanno in alcune rappresaglie organizzate dai ribelli nei vari distretti e ovviamente nelle parti finali del film, dove si tenta di rianimare una trama moribonda, attraverso innesti di sorpresa.Il terzo capitolo cinematografico della saga sembra essere la copia in bianco e nero, anzi in grigio total, degli antecedenti. Dimenticatevi le immensità e le amenità dei boschi dove si erano tenute le sfide tra i membri dei distretti, così come la natura perfettamente in simbiosi con in personaggi che si mette a disposizione del gruppo Katniss & co. Lo scenario presentato è fatto di macerie rotolanti e fumanti, fortini di guerra cupi e di dialoghi vuoti e inconcludenti. L’impatto visivo risulta molto scarso, spesso monotono e piatto, e soprattutto gli sviluppi della trama sono privi di mordente. Si ripetono meccanicamente le tematiche classiche della storia senza però svilupparle fino in fondo.La Ghiandaia Imitatrice sembra vestire i panni di Giovanna D’arco nell’era post apocalittica. Entrambe eroine degli oppressi ma con alcune differenze: quest’ultima si muoveva a cavallo e non in aereo e sicuramente non disponeva di un service di truccatori e registi pronti a immortalare le sue battaglie e a proiettarle con tanto di colonna sonora ai canali tematici dello stato con l’intento di far nascere sentimenti di rivolta contro il governo padrone. Come se si volesse vincere una guerra d’indipendenza munendosi di posate di plastica.Tuttavia, non mancano gli spunti interessanti. Per esempio viene sviluppata la tematica dello studio dei mezzi di comunicazione di massa e dell’attenzione chirurgica verso la creazione dell’immagine di un leader, come del resto la trattazione di ideali di libertà per combattere le ristrettezze e lo stretto controllo messo in atto dal governo centrale verso i distretti schiavizzati.
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inesperto
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martedì 25 novembre 2014
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sperando nel finale...
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Forse i film della saga Hunger Games sono quelli che mostrano meno l'eccezionale talento recitativo di Jeniffer Lawrence; tuttavia, è ugualmente lei a reggere il film. In questa prima parte del 3° capitolo, Katniss è molto più passiva rispetto ai primi 2. La scena si svolge soprattutto nei sotterranei del distretto 13 (creduto, in precedenza, completamente distrutto), quasi mai all'esterno o a Capitol City. E' veramente un peccato che il personaggio interpretato dalla Banks appaia in così poche scene: è sublime la sua interpretazione (Sai cosa avrebbe bisogno di una rivoluzione? Quei capelli...).
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laverit�
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lunedì 24 novembre 2014
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fasullo, sterile. ma sopratutto : deludente.
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Dopo due ore di film ti accorgi che "hunger games il canto della rivolta p.1" non è altro che un film sterile che non porta da nessuna parte, due ore di film nulle per spingerti a vedere una seconda parte.
Lo sconsiglio.
DELUDENTE.
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laverità
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lunedì 24 novembre 2014
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fasullo, sterile. ma sopratutto : deludente.
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Lungo logorroico, non finisce mai e non porta da nessuna parte, mi spiego:
Due ore di film nulle per portarti a gustare una seconda parte ancora più sterile.
DELUDENTE, SCONSIGLIATO.
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jacopo b98
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lunedì 24 novembre 2014
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la saga di hunger games si riconferma eccellente!
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Il vero voto per questo film è TRE STELLE E MEZZO.
Katniss Everdeen (Lawrence) raggiunge il Distretto 13, dove la ribellione contro Capitol City e il suo dispotico governo stanno prendendo forma. Intanto il presidente Snow (Sutherland), che tiene in ostaggio Peeta (Hutcherson), punisce sempre più duramente coloro che osano ribellarsi alla sua autorità. Eppure focolai di rivolta cominciano ad esplodere, grazie ad un efficace campagna virale messa in piedi dai ribelli, con protagonista nientemeno che Katniss stessa: la Ghiandaia Imitatrice. Sceneggiato da Peter Craig e Danny Strong, è il secondo film della saga diretto da Lawrence e il primo dei due film che verranno tratti dall’ultimo romanzo della saga letteraria di Suzanne Collins.
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Il vero voto per questo film è TRE STELLE E MEZZO.
Katniss Everdeen (Lawrence) raggiunge il Distretto 13, dove la ribellione contro Capitol City e il suo dispotico governo stanno prendendo forma. Intanto il presidente Snow (Sutherland), che tiene in ostaggio Peeta (Hutcherson), punisce sempre più duramente coloro che osano ribellarsi alla sua autorità. Eppure focolai di rivolta cominciano ad esplodere, grazie ad un efficace campagna virale messa in piedi dai ribelli, con protagonista nientemeno che Katniss stessa: la Ghiandaia Imitatrice. Sceneggiato da Peter Craig e Danny Strong, è il secondo film della saga diretto da Lawrence e il primo dei due film che verranno tratti dall’ultimo romanzo della saga letteraria di Suzanne Collins. I primi due film erano una feroce critica alla società dello spettacolo e ai brutali reality show dei nostri giorni. Ma ne Il canto della rivolta tutto cambia. Nulla è più un gioco, seppur sanguinario. C’è solo la dura realtà delle cose: la guerra. Perché è guerra vera quella che attende Katniss e i suoi compagni. Lawrence è atteso al giro di boa e lo supera con eleganza: questo capitolo è un degno sequel. Certo, si tratta di un film di passaggio, ma è comunque un pezzo importante della storia, con una sua interessante logica interna. È il film più “autoriale” di tutta la saga, fino ad ora: è un thriller psicologico ad alta tensione, dove l’azione passa in secondo piano (le scene d’azione si contano sulla punta delle dita) in favore di una più raffinata analisi dei personaggi. In particolare di Katniss, che qui è tormentata, distrutta dal dolore e dalla paura, eppur forte e coraggiosa come non mai. La scena fondamentale del film di fatto si colloca all’inizio: quando Katniss visita il suo vecchi distretto. Un viaggio a ritroso nel dolore. Perché è il dolore il tema principale del film. Il dolore di aver perso tutto. Il dolore di essere una pedina. E qui il film si ricollega alla politica e diventa il film più “politico” della saga. Le trame di Alma Coin (Moore) e Plutarch Havensbee (il compianto Philip Seymour Hoffman) sembrano nient’altro che moderne riunioni di strategia politica. E la propaganda di Katniss sembra quasi un backstage, un dietro le quinte, una lezione in cui si impara a costruire una campagna politica. E anche le esecuzioni dei ribelli, i videomessaggi di Snow, hanno non pochi richiami all’era contemporanea. È qui che il film di Lawrence diviene maestoso. C’è un incupimento generale: la bella fotografia di Jo Willems è grigia, le scenografie di Philip Messina imponenti quanto scarne e devastate. Tutto prelude ad un apocalittico finale. Comunque le poche scene d’azione sono da manuale (l’attacco alla diga, il bombardamento del distretto 8) e la spettacolarità guadagna non poco, grazie ad un budget visibilmente più imponente (250 milioni di dollari tra Parte 1 e 2!). E infine arriviamo agli attori, tutti bravissimi, tra cui spiccano particolarmente ancora una volta la Lawrence, qui davvero impressionante, e la new entry Julianne Moore, che dipinge un personaggio di interessantissima ambiguità. Il canto della rivolta-Parte 1 quindi passa l’esame, e con lui l’intera saga si riconferma la più importante e bella degli ultimi anni. Perché di questi tempi che si realizzi un maestoso intrattenimento che abbia un cervello è una rarità.
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gabryhope95
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lunedì 24 novembre 2014
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la ghiandaia imitatrice spiega le ali
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Dopo un anno passato in trepidante attesa é finalmente giunto nelle sale Il Canto Della Rivolta parte I,primo dei due film che decreteranno la fine di una delle saghe piú amate del nuovo millennio da spettatori di ogni etá:Hunger Games.
In molti compreso chi scrive erano rimasti col fiato sospeso dopo il finale repentino del secondo capitolo ed erano scalpitanti di conoscere il destino dell'eroica Katniss Everdeen;con questo terzo capitolo ogni fan avrá quello che desiderava.
Analizziamo questo terzo capitolo partendo dalla trama:Katniss é stata portata nel distretto 13 creduto distrutto ormai da tempo:in realtá sottoterra,barricati in un rifugio a prova di bombardamento innumerevoli ribelli guidati dalla risoluta presidentessa Alma Coin vi hanno trovato rifugio e si preparano per una rivolta contro Capitol City.
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Dopo un anno passato in trepidante attesa é finalmente giunto nelle sale Il Canto Della Rivolta parte I,primo dei due film che decreteranno la fine di una delle saghe piú amate del nuovo millennio da spettatori di ogni etá:Hunger Games.
In molti compreso chi scrive erano rimasti col fiato sospeso dopo il finale repentino del secondo capitolo ed erano scalpitanti di conoscere il destino dell'eroica Katniss Everdeen;con questo terzo capitolo ogni fan avrá quello che desiderava.
Analizziamo questo terzo capitolo partendo dalla trama:Katniss é stata portata nel distretto 13 creduto distrutto ormai da tempo:in realtá sottoterra,barricati in un rifugio a prova di bombardamento innumerevoli ribelli guidati dalla risoluta presidentessa Alma Coin vi hanno trovato rifugio e si preparano per una rivolta contro Capitol City.
Il punto cruciale per la rivolta é proprio lo splendido volto della giovane Katniss,ormai divenuta simbolo di speranza e di liberazione dalla tirannia del presidente Snow;ma per la ragazza la prioritá é l'amato Peeta il cui destino,dopo la fuga dall'arena dei giochi é rimasto ignoto,finché una trasmissione proveniente da Capitol City che mostra un Peeta apparentemente schierato contro i ribelli convince Katniss che il ragazzo é vivo.
La trama con queste premesse si sviluppa egregiamente e mantiene una costante e minuziosa attenzione a stupire lo spettatore con ogni tipo di situazione:resterete a bocca aperta durante le scene d'azione,ma anche durante i dialoghi ben scritti e egregiamente recitati,nei momenti silenziosi di suspance e via dicendo.Tutto questo é possibile grazie a due cose:la regia versatile di Francis Lawrence che si adatta alle esigenze del film,affidandosi maggiormente a grandi panoramiche ma anche ricorrendo -in pochi momenti alla camera a mano e alla grande interpretazione degli attori.
Soffermiamoci su questo punto: spicca la bellissima e superba Jennifer Lawrence,ma ad affiancarla troviamo:Juliane Moore,il compianto Philip Seymour Hoffman,Natalie Dormer(conosciuta nel Trono Di Spade)oltre ai gia noti Liam Hemsworth,Josh Hutcherson,Woody Harrelson e il maligno Donald Sutherland.Il cast é in splendida forma e ogni personaggio ha un proprio ruolo e una caratterizzazione convincente,che non sempre nei film é ben curata come adesso.
La fotografia alterna colori caldi e freddi in modo sapiente,l'immersione é notevole e piú volte si ricorre a immagini potenti-come i mucchi di ossa carbonizzati nel devastato distretto 12- dall'impatto devastante.
Hunger Games giunge al terzo capitolo piú fresco e forte che mai:la ghiandaia imitatrice ha spiegato le ali ed é pronta a infiammare i vostri cuori.
L'appuntamento per lo scontro finale si rinnova all'anno prossimo.
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carola_bassi
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lunedì 24 novembre 2014
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niente più giochi, questa è guerra vera!
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Un film incantevole. Una profondità inaudita.
Ancora una volta francis Lawrence dimostra la sua abilità nel regalarci un film spettacolare. Ogni scena è uno spettacolo, e anche quelle aggiunte rispetto alla trama del libro si incastrano perfettamente nella storia, creando una perfetta armonia.
La saga con questo terzo episodio cambia decisamente tono. Niente più abiti maestosi, niente più trucco, tavole imbandite, sorrisi di circostanza. Siamo in battaglia. La spregevolezza del nemico si fa ancor più manifesta, e i protagonisti emergono in tutto il loro eroismo e coraggio, ma specialmente in tutta la loro umanità.
Jennifer Lawrence non delude mai, fa di ogni sua performance un capolavoro.
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Un film incantevole. Una profondità inaudita.
Ancora una volta francis Lawrence dimostra la sua abilità nel regalarci un film spettacolare. Ogni scena è uno spettacolo, e anche quelle aggiunte rispetto alla trama del libro si incastrano perfettamente nella storia, creando una perfetta armonia.
La saga con questo terzo episodio cambia decisamente tono. Niente più abiti maestosi, niente più trucco, tavole imbandite, sorrisi di circostanza. Siamo in battaglia. La spregevolezza del nemico si fa ancor più manifesta, e i protagonisti emergono in tutto il loro eroismo e coraggio, ma specialmente in tutta la loro umanità.
Jennifer Lawrence non delude mai, fa di ogni sua performance un capolavoro. Il suo talento emerge in ogni momento dalla pellicola; dalla prima scena, in cui si ritrova schiacciata dallo stress post traumatico per la fine dei giochi e la perdita di Peeta, all'ultima, eclatante, incredibile scena.
Il suo sguardo permette sempre allo spettatore di entrare nell'anima della protagonista, di soffrire con lei. Siamo in grado di percepire il forte conflitto che la tormenta riguardo l'amico di sempre, Gale, soldato combattivo del nuovo Distretto 13, con il cuore che brucia e grida vendetta, e Peeta, il ragazzo che le ha salvato la vita con un tozzo di pane, che le ha offerto conforto nei momenti più duri e difficili della sua vita, e che ora viene torturato e poi presentato come il burattino di Capitol che chiede di cessare il fuoco.
Il personaggio di Katniss porta sullo schermo non solo l'amore per le persone care, l'istinto a proteggerle, pronta a sacrificare se stessa per il loro bene, ma anche la forza di rimanere sempre sè stessa, nonostante la mente annebbiata, il cuore a pezzi, e tutte le telecamere e le finzioni che deve sostenere in quanto "Ghiandaia Imitatrice".
E così, con lei viviamo anche il terrore per la sofferenza e tortura di Peeta, viviamo lo smarrimento nel vedere la propria casa distrutta, la rabbia nell'assistere al massacro di innocenti.
Anche Josh Hutcherson, seppur meno presente nelle dinamiche del film, si mostra un attore di grande talento, in grado di far suo un personaggio così complesso (e diverso rispetto agli episodi precedenti) quale è Peeta in questo nuovo capitolo, ragalandoci un finale sconvolgente.
Il film è ricco di scene importanti, piene di pathos, emozione, stupore, dolore. Senza dimenticare le complesse, intricate e segrete trame che si svolgono intorno a una guerra. Essa non infatti è solo battaglie, armi e morti; quelle sono le conseguenze. Ma i piani, i sotterfugi, le strategie, la propaganda, la vendetta. Questo crea e alimenta la guerra, questo ne è il più nero cuore!
Ogni cosa viene affrontata nel modo più realistico possibile, e lo spettatore non può che sentirsi trascinato dalla storia. Nella storia. Nella Guerra.
Trovo che chi abbia apprezzato davvero i primi due film non possa che disrsi estasiato da Mockingjay Part 1, che ne è il massimo e più naturale seguito. La ragion d'essere dei due film precedenti è in quest'ultimo. E' qui che si gioca finalmente a carte scoperte.
Il fuoco ha preso, divampa. Niente più giochi, questa è guerra vera!
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mammut
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sabato 22 novembre 2014
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terzo libro ma 2 film, peccato
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Purtroppo quando si ricavano 2 film da un libro il risultato e' pessimo, infatti e' un film interlocutorio alla seconda parte, esprime poco o niente in attesa del gran finale. Operazione commerciale per guadagnare di più
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montamage
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sabato 22 novembre 2014
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fedele al libro,forse troppo
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esci dopo 2 ore di film e ti chiedi : ma cosa è successo in queste due ore?
un film che si dimentica durante il viaggio di ritorno a casa,vuoto.
JL è la solita attrice da 10 e lode che tiene su la baracca. Un film da 3 ore era meglio che due film da due.
colonne sonore identiche alle scorse.
unica nota positiva insieme a Jennifer è la fedeltà con il libro, diciamo che non è un aborto come lo hobbit...per questo due stelle (un po' regalate )
[+] 10.
(di laverit�)
[ - ] 10.
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mario nitti
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venerdì 21 novembre 2014
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buon cast e bella storia
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In questo terzo film della saga ormai il tempo dei giochi è alle spalle: il mondo si è scatenata una ribellione che il potere centrale non è riuscito a domare con spietate rappresaglie e ormai si scivola verso la guerra totale: mentre i due schieramenti affilano le armi lo scontro cresce di livello e non mancano i colpi bassi che alimentano la tensione e tengono alto il ritmo della narrazione.
L’eroina è un personaggio vero, anche nelle sue debolezze, ma molto efficace è anche il ritratto del leader malvagio, confermando la teoria che per la riuscita di un film un cattivo credibile conta quanto la non banalità del protagonista positivo.
Il disegno dei personaggi conferma che dietro il film c’è un buon libro, qualche cosa di più delle storielle a lieto fine su futuri distopici approdate anche recentemente sul grande schermo.
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In questo terzo film della saga ormai il tempo dei giochi è alle spalle: il mondo si è scatenata una ribellione che il potere centrale non è riuscito a domare con spietate rappresaglie e ormai si scivola verso la guerra totale: mentre i due schieramenti affilano le armi lo scontro cresce di livello e non mancano i colpi bassi che alimentano la tensione e tengono alto il ritmo della narrazione.
L’eroina è un personaggio vero, anche nelle sue debolezze, ma molto efficace è anche il ritratto del leader malvagio, confermando la teoria che per la riuscita di un film un cattivo credibile conta quanto la non banalità del protagonista positivo.
Il disegno dei personaggi conferma che dietro il film c’è un buon libro, qualche cosa di più delle storielle a lieto fine su futuri distopici approdate anche recentemente sul grande schermo.
Un film quindi con molti punti di forza che sfrutta bene sia il budget adeguato, sia la qualità della storia di partenza, sia soprattutto una grande squadra di attori. Vale la pena citare, tra gli altri, Philip Seymour Hoffman, a cui la pellicola è dedicata, ancora una volta convincente in un ruolo delicato. Ci mancherà.
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