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E’ vero i bambini sono delle spugne, assorbono tutto nel bene e nel male.
Sembra che stiano lì, buoni buoni giocando per fatti loro, o ascoltando qualcosa alla TV e intanto la loro mente inconsapevolmente capta, s’imbeve, fa propria tutta una gamma di segnali straordinariamente vasta, ricca, sterminata per poi farne uso, lasciando a bocca aperta noi grandi , che sistematicamente, nel sentire le loro espressioni, o nell’assistere a certi loro comportamenti, ci sbalordiamo, e puntualmente cadiamo dal pero.
Arturo ne è un esempio. Intelligente, vispo, arguto, osservatore.
Vive a Palermo in un periodo in cui un’organizzazione criminale meglio conosciuta come mafia, domina, governa, controlla, spadroneggia, uccide in modo efferato, per avere il controllo economico della città, poi dell’isola tutta, e il fenomeno si propagherà per la penisola e oltre, aiutata da uomini potenti e autorevoli i quali apparentemente sembravano affidabile e perbene.
La facciata era rassicurante, ma purtroppo la sostanza avrebbe rivelato poi trattarsi di uomini politici che sostenevano mafiosi e i mafiosi a loro volta foraggiavano i politici procurando loro falsi consensi elettorali. Squali, tutti squali.
Arturo cresce in un clima di omertà inconsapevole, nel quale cerca a tastoni di capire e muoversi.
Molto attento, lo vediamo diventare fan di Andreotti del quale possiede un poster che troneggia sul suo lettino e un altro che ha addirittura collocato all’interno della porta della cabina al mare, insomma è un tifoso sfegatato del senatore fino a fissare un appuntamento alla sua Flora per dichiararle il suo amore, al cimitero luogo in cui come aveva dichiarato Andreotti in un’intervista, un po’ di anni prima lui stesso aveva proclamato eterno amore alla sua futura moglie.
Ragazzino molto intraprendente lo vediamo intrufolarsi nell’ufficio del generale Dalla Chiesa per intervistarlo circa una dichiarazione fatta dal suo idolo rispetto all’ubicazione della mafia che secondo il noto parlamentare esisteva solo in Campania e Calabria.
Il film è faceto e acuto.
Pif presenta gli esponenti della malavita proprio come sono: macchiette acefale, caricature, uomini senza anima che hanno procurato e tuttora procurano solo dolore e morte tenendo sotto scacco famiglie, città intere, il nostro Paese. Criminali che si sono sostituiti alle istituzioni e che hanno tinto di rosso strade, case e hanno reso un inferno le vite di chi non sottostava o non era compiacente ai loro disegni empi, scellerati, delittuosi.
Solo il sacrificio di numerosissime vite di eroi noti e meno noti, che hanno combattuto e continuano a combattere questo tumore maligno, questo fetido carcinoma, ci ha fatto finalmente svegliare e prendere consapevolezza che il male può essere curato se cominciamo a far conoscere ai nostri bambini i nomi e le storie di vite spezzate, di questi uomini e donne che hanno reso con il coraggio, la determinazione e tanta generosità un servizio alla collettività e all’intera umanità.
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