|
LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE (IT, 2013). Diretto da PIF. Interpretato da ALEX BISCONTI, GINEVRA ANTONA, PIF, CRISTIANA CAPOTONDI, CLAUDIO GIOè, NINNI BRUSCHETTA, BARBARA TABITA, MAURIZIO MARCHETTI, ROSARIO LISMA
Arturo Giammaresi è nato e vive a Palermo. La sua vita sarebbe quella di un qualunque altro bambino italiano degli anni ’70, se non coltivasse un’intensa passione per la compagna di scuola Flora Guarneri che gli tiene occupato il pensiero pressoché completamente e soprattutto se, nella sua stessa città, non si verificassero di continuo episodi di criminalità mafiosa in merito ai quali Arturo conosce i giudici e i commissari che li combattono nonché i giornalisti che li raccontano, svelandoli al capoluogo siciliano sotto una luce ben diversa da quella sotto cui vorrebbero propinarli i mafiosi stessi. Così, mentre frequenta la scuola, Arturo si fa consigliare una pasta da Boris Giuliano, intervista Carlo Alberto Dalla Chiesa, fa del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti il proprio idolo e, mediante la conoscenza del reporter Francesco, capisce la sua vocazione giornalistica. Una volta cresciuto, entra a far parte dello staff di un avvizzito e irritabile showman francese, per la cui rivista fa anche servizi di stampo giornalistico, ma l’improvvisa ricomparsa di Flora nella sua vita sconvolge la sua carriera: diventata ora la segretaria del politico Salvo Lima, la donna respinge le sue avances, fattesi per altro più insistenti di quando erano piccoli, e Arturo riesce pertanto a rovinare sia il proprio avvenire che le aspirazioni di Flora, ma, quando Salvo Lima muore in un agguato mafioso, tutto cambia. E le cose continuano a peggiorare quando i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vengono anch’essi tolti di mezzo dalla mafia. Arturo e Flora mettono da parte ogni ostilità e procreano un bambino, al quale il padre racconta le vicende dei personaggi illustri della Sicilia che lavorarono e morirono eroicamente per combattere il crimine. Debutto al cinema di Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto come Pif, con un passato televisivo (Le Iene) e l’ambizione non indifferente di raccontare una storia utilizzando un metodo quanto mai insolito. Difatti non era impresa elementare parlare della peggior organizzazione malavitosa del Paese tramite una commedia sentimentale. Il primo impatto non lascia contenti, soprattutto perché la voce narrante di Pif, monotona e tendente al grottesco involontario, non facilita le cose. Poi il film prende l’aire, vengono esposti con orgogliosa minuzia di dettagli gli omicidi politici e gli eventi di cronaca nera che insanguinarono la Sicilia e, di rimando, l’intera Nazione fra i 1970 e i 1990 e la narrazione assume un timbro ben più convincente, grazie specialmente all’ampio impiego di immagini reali tratte dagli archivi televisivi. Il regista-attore-sceneggiatore conferma una bravura molto più che discreta nella scrittura cinematografica e in una recitazione minimalista, intrallazzando con C. Capotondi con efficacia e credibilità. Nonostante le apparenze che potrebbero suggerire semplicismo, la pellicola si rivela assai istruttiva, e riconferma il suo pregio di saper insegnare fatti di storia importantissimi senza perdere il suo humour di fondo, mantenendo entrambi i binari sullo stesso livello con un equilibrio che evita qualsiasi precarietà e si regge benissimo sulle proprie gambe. Fra gli attori del cast, spicca il ruolo di C. Gioè, magnifico nella costruzione del reporter vicino di casa di Arturo che si spende per impartire al ragazzo lezioni di giornalismo, rivelandogli il segreto che occorre considerare sempre l’origine delle fonti per essere in grado di avvicinarsi il più possibile alla verità. E questo film intelligente affonda per l’appunto i denti nella realtà, senza forzature né capitomboli imbarazzanti. Una ricostruzione ammaliante, anche nella scenografia (che ripropone ambienti d’epoca alquanto interessanti, che contribuiscono a respirare l’aria di quegli anni), che ha premiato generosamente Pif garantendogli la fama e proponendolo come cineasta d’autore votat0 alla commedia. Del resto, chi ha detto che, nel cinema, la leggerezza non può andare a braccetto con la Storia? Distribuisce 01. Seguirà poi negli anni a venire una serie televisiva dallo stesso titolo, con C. Gioè nel ruolo del padre di Arturo.
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|