La mafia uccide solo d'estate |
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Un film di Pif.
Con Cristiana Capotondi, Pif, Ginevra Antona, Alex Bisconti.
continua»
Commedia,
durata 90 min.
- Italia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 28 novembre 2013.
MYMONETRO
La mafia uccide solo d'estate
valutazione media:
3,31
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Convincente.
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| domenica 1 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Pif prova a raccontarci quello che rappresenta la mafia in una città come Palermo e lo fa in un modo diverso dal solito. Non è nella scelta della commedia leggera che il regista si pone diversamente rispetto all'argomento, quanto nel punto di vista che, per una volta, non è quello del criminale o dell'investigatore che gli deve dare la caccia. Piuttosto lo sguardo della storia si focalizza su chi è al di fuori del contesto, ma si trova a doverci convivere per forza. Questo è il vero punto di forza della pellicola di Pif, perché permette di capire quanto l'organizzazione sia entrata dentro il tessuto economico e politico della nazione, in quanto figura onnipresente nella vita di tutti i giorni. La vicenda, in quanto tale, si sofferma sulla vita di Arturo, seguendolo nella sua crescita e scandendo il tempo con le grandi tragedie di mafia, scoprendo come esse ne modificano la percezione del mondo. Ma non è una trama fondata sulla ribellione, quanto su una certa innocenza che ne caratterizza i personaggi principali, che contrasta molto bene con la brutalità dei mezzi criminali utilizzati per disegnare lo scenario politico. Al di la della potenza con cui il messaggio del film viene veicolato, però, dal punto di vista strettamente cinematografico la sensazione è che manchi qualcosa. La sceneggiatura si sofferma a lungo sul periodo scolastico del protagonista, in quanto quello in cui la sua mente è più malleabile al cambiamento. Non è una scelta sbagliata in se, anche perché Pif porta il ragazzo ad avere l'età giusta nel periodo giusto. Il problema è che forse questa fase dura un pochino troppo. I bambini chiamati a recitare la parte sono bravi e ci mettono impegno, ma riuscire a far star su una storia affidandola quasi esclusivamente a loro è difficile. Per di più manca, credo volutamente, quella sorta di magia che talvolta caratterizza i film interpretati da giovanissimi. Ne risulta un lungo periodo di ridondanza, in cui la trama di per se fatica a procedere. Ammetto che durante questa fase il film mi ha annoiato. Tuttavia Pif dimostra di avere idee e un giusto modo per metterle sullo schermo. Dal punto di vista registico non si urla al miracolo, ma Diliberto fa le cose con semplicità e, grazie anche a una ricostruzione storica più che decente, contestualizza bene il mondo attorno al suo Arturo. Il finale di speranza è eloquente, perché mostra come il protagonista smetta di credere in certe figure autoreferenziali e per convincersi di quanto sia meglio prendere in mano le cose personalmente. Ma senza rivoluzioni catastrofiche o cose simili, piuttosto con la stessa semplicità che caratterizza tutta l'opera di Pif. Buona la prima. Ora aspettiamo la seconda.
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