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Il soggetto è, come scritto da molti, azzeccato e potenzialmente proficuo consetendo di illustrare una lunga stagione di lotta alla mafia con toni in grado di oscillare piacevolmente fra il leggero e il grave.
Peccato che tutto il resto (sceneggiatura, regia, interpretazione) sia sotto il livello della sufficenza facendo naufragare le tante e buone potenzialità.
Il film è obbiettivamente mal scritto: l'oscillazione fra toni grotteschi e seri di cui si parlava è materia delicata, che impone una grande maestria che qui manca. Così buona parte delle situazioni e dei personaggi introdotti per alleggerire il tono risultano noiosi, ingiustificati e per nulla divertenti.
La regia è diligente e non si poteva pretendere di più, ma anche qui si confronta con un compito troppo difficile: la direzione dei bambini, mancandolo clamorosamente.
L'interpretazione è infatti il nodo su cui si impigliano le manchevolezze di regia e scrittura: i bambini sono legnosi e mal diretti (i tempi delle battute sono sempre in leggero ritardo impedendo una reale immedesimazione dello spettatore che assiste per metà film ad una recita scolastica) e gli adulti (primo fra tutti lo stesso Pif) hanno difficoltà a interpretare personaggi grotteschi calati superficialmente in un mondo reale o personaggi seri che si confrontano in modo poco accorto con toni grotteschi.
Insomma per fare un film esistono diverse professionalità tutte essenziali, questo film vede il bravo Pif nel ruolo di ideatore del soggetto, regista, sceneggiatore e interprete; un po' troppo per un esordiente.
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