danascully
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giovedì 8 maggio 2014
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grande delusione
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Ottime le premesse (pensavo), Von Trier sempre piaciuto, i trailer sembravano interessanti. Invece, quella che pareva un'ottima idea, si è rivelato un pacco di una noia mortale. Dialoghi ridicoli e involontariamente comici, le Joe sia versione giovane che attuale entrambe di un'antipatia unica, Stellan S. in un personaggio semplicemente patetico (ah, le onde del destino ....). Sarà colpa del doppiaggio, perchè un po' il dubbio mi era venuto. Ho visto (a fatica) solo il Vol I e non ci penso proprio a sorbirmi anche la seconda parte. L'unica cosa che ho apprezzato è stata la colonna sonora dei Rammstein.
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odisseus
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lunedì 26 maggio 2014
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scorrevole quanto intrigante. oltre la superficie!
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"Forse l'unica differenza fra me e gli altri è che io ho preteso di più dal tramonto... Colori più spettacolari quando il sole arriva all'orizzonte. Forse è questo il mio unico peccato."
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"Forse l'unica differenza fra me e gli altri è che io ho preteso di più dal tramonto... Colori più spettacolari quando il sole arriva all'orizzonte. Forse è questo il mio unico peccato."
[PREMESSA FONDAMENTALE: questo film non parla di SESSO ma di SOLITUDINE.]
Un film (come prevedibile censurato in Italia) che accompagna Joe, la protagonista, lungo un percorso che potrà sembrare in discesa, ma in realtà è tutto in salita. Una salita da quel 3+2 che le segnerà la vita, un' esperienza rovinosa di cui non pentirsi, ma contro cui (cercare di) combattere, nonostante i perbenismi giudicanti e falsamente moralisti di una società misogina. Una società che finge di comprendere il disagio sfilacciato nelle perversioni(lo sono?) di Joe e di aiutarla ma in realtà non fa che affossarla e sopraffarla nel momento in cui ella decide di riprendersi i diritti che aveva cercato e mai ottenuto. Nel momento in cui Joe chiude gli occhi, all' alba che piccola si insinua oltre la finestra, decisa e risoluta a cambiar verso, è proprio lì' che si rende conto di essere realmente sola e che la sua "salvezza" non è da demandare ad una psicoterapeuta nè a nessun altro che non sia sè stessa. Perchè il vero cambiamento è quello lento, che matura e cresce dentro di noi; quello che approfonda le sue radici nelle esperienze vere, vissute e ricercate, non quello imposto e calato dall' alto. In questo senso il cammino labirintico di Joe ha un senso tutt' altro che perverso e deviato... Lei è come l' albero che, isolato e deviato, cresce sulla cima di una roccia silenziosa, lì ad osservare le cose dall' alto eppure con le radici fortemente incanalate in profondità, nella terra.
Solo alla fine della sua ricerca Joe trova veramente se stessa, come forse non avrebbe potuto se non attraverso quel percorso incerto. Acquisisce consapevolezza di sè in una società in cui "non trova posto e nè può accettare la società stessa".
Un film che dice molto, decisamente più positivo di Dogville(da rivedere) e Antichrist, per quanto ai più sembrerà un film sconcio e perverso, banale. Figo il richiamo(anche se rischia di essere autoreferenziale) al prologo di Antichrist che t' inganna!
Lars von trier ci apre gli occhi, e attraverso di essi, la mente, facendoci osservare realmente e concretamente le cose come sono dall' altra parte dello sguardo di chi ci parla, immergendoci nel suo vissuto, scandito in due volumi che ti tengono incollato allo schermo nella speranza che i titoli di coda arrivino il più tardi possibile. Bel film!
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kondor17
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sabato 31 maggio 2014
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il sesso non è un gioco
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Jo è una ragazza come tante, in fondo, che un po per gioco e molto per curiosità, scopre il piacere sin da bambina, assieme alla sua amica del cuore. Legatissima al padre, cresce invece senza il conforto della madre, donna odiosa ed egoista, finche un giorno si reca dall'amico Jerome per perdere la verginità, senza alcuna implicazione semtimentale. Dopo questo scioccante e doloroso eposodio, il gioco delle due amichette adolescenti si fa sempre più serio, trasformandosi in pericolosa abitudine prima, fino alla totale assuefazione, poi.
In questi 5 episodi, lars von trier scava a fondo nella dipendenza, raccontandone in realtà il normale decorso, da gioco e curiosità, a dipendenza sino all assuefazione.
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Jo è una ragazza come tante, in fondo, che un po per gioco e molto per curiosità, scopre il piacere sin da bambina, assieme alla sua amica del cuore. Legatissima al padre, cresce invece senza il conforto della madre, donna odiosa ed egoista, finche un giorno si reca dall'amico Jerome per perdere la verginità, senza alcuna implicazione semtimentale. Dopo questo scioccante e doloroso eposodio, il gioco delle due amichette adolescenti si fa sempre più serio, trasformandosi in pericolosa abitudine prima, fino alla totale assuefazione, poi.
In questi 5 episodi, lars von trier scava a fondo nella dipendenza, raccontandone in realtà il normale decorso, da gioco e curiosità, a dipendenza sino all assuefazione. Ottimi gli attori ed il montaggio. Un po trito e noioso il paragone con la mosca e la pesca. Comunque un film profondo e ben svolto, anche se profondamente pessimista. Racconta di una sessualità esasperata, e dei danni che ciò provoca a se stessi ed agli altri. Secondo me è un film istruttivo, e visto il fenomeno ormai dilagante e quasi inarrestabile della prostituzione giovanile, sarebbe quantomeno da far vedere, magari accompagnate, anche alle adolescenti, nonostante le scene assai forti. Voto 7 su 10.
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flyanto
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lunedì 7 aprile 2014
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la ninfomania come segnale di un profondo stato de
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Film in cui si raccontano le confessioni sessuali di un donna dall'epoca della sua infanzia in cui ella scopre molto precocemente la propria sessualità sino all'epoca contemporanea in cui ella ha raggiunto ormai la soglia dei 50 anni. Tali confessioni sono pronunciate dalla stessa protagonista, interpretata da Charlotte Gainsbourg, ad un anziano signore di origine ebrea ed ateo che una sera la soccorre, trovandola per terra in strada tutta sporca, sconvolta e coperta di sangue (forse picchiata). Tra i due si instaura subito un buon rapporto di fiducia reciproca in cui l'anziano signore sembra perfettamente comprendere il tormento e gli alquanto audaci racconti che la donna gli confessa senza alcuna remora.
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Film in cui si raccontano le confessioni sessuali di un donna dall'epoca della sua infanzia in cui ella scopre molto precocemente la propria sessualità sino all'epoca contemporanea in cui ella ha raggiunto ormai la soglia dei 50 anni. Tali confessioni sono pronunciate dalla stessa protagonista, interpretata da Charlotte Gainsbourg, ad un anziano signore di origine ebrea ed ateo che una sera la soccorre, trovandola per terra in strada tutta sporca, sconvolta e coperta di sangue (forse picchiata). Tra i due si instaura subito un buon rapporto di fiducia reciproca in cui l'anziano signore sembra perfettamente comprendere il tormento e gli alquanto audaci racconti che la donna gli confessa senza alcuna remora.
Questo film del regista Lars Von Trier è l'ultima sua opera, sempre divisa in capitoli, assai lunga nella sua completa durata a tal punto da costringere il regista a dividerlo in due parti e soprattutto a presentarne due versioni distinte: una integrale e spinta e l'altra in versione "tagliata" al fine di renderla più edulcorata e dunque più accettabile per la censura. E' giusto premettere che, dato che si ha per il momento soltanto la visione non completa e soprattutto che al momento è stata programmata solo l'uscita della prima parte (la seconda uscirà in un secondo tempo) è molto difficile esprimerne un giudizio consono ed esauriente. In ogni caso, già da quel poco che viene concesso allo spettatore di vedere si deve riconoscere come il regista danese tratti con originalità e, direi, estrema dovizia, il tema dell'ossessione sessuale (pure presente con una connotazione differente nel memorabile "Le onde del destino") che funge da incipit per la trattazione di altre numerose tematiche (l' amore, la religione, la morte), peraltro già da lui affrontate nelle sue ultime pellicole "Antichrist" e "Melancholia". La sete sessuale inesauribile ed inappagabile della protagonista, portata all'estremo, rappresenta la patologia di una forma altamente depressiva che già in maniera evidente era presente nelle sopra menzionate precedenti pellicole. Una forma di depressione che annulla tutto e tutto ingurgita senza mai placarsi, esprimendosi in forma meccanica e compulsiva e soprattutto negando la benchè minima nascita di un sentimento vero e sincero come quello dell'amore. Anzi, questo sembra fungere da elemento contrario e dunque dissonante, per non dire addirittura disturbante, al placarsi di un tormento interiore. Il tutto, ovviamente, ben svincolato dalla religione cristiana e da ogni suo principio etico e morale. Il film termina a metà del racconto della protagonista e nulla è più rivelato delle sue confessioni più intime al fine di assistere alle sue evoluzioni e soprattutto conclusione.
Molto efficaci e perfettamente calati nei propri ruoli sono tutti gli attori: ma se per il momento nulla si può ancora esprimere a favore della protagonista Charlotte Gainsbourg che è relegata nella prima parte al solo ruolo di narratrice, benchè già altamente convincente, l'elogio và diretto soprattutto all'attore feticcio di Von Triers, Stellan Skarsgard, che interpreta l' ammirevole figura dell'anziano signore che ascolta, e soprattutto alla giovane attrice Stacy Martin che impersona la protagonista da giovane in maniera molto soddisfacente, considerando il non facile e molto imbarazzante ruolo da sostenere. Di rilievo anche Uma Thurman in una piccola scena in cui dà il meglio di sè esprimendo la nevrosi o, meglio, l' isteria tipica di una donna che viene abbandonata dal marito.
Insomma, ripeto, occorre assolutamente guardare la seconda parte del film per riuscire ad esprimere un giudizio conforme e completo di quest' opera così ricca di spunti tematici. Pertanto, non si può che non aspettare la seconda....
Forte, altamente esplicito e pertanto adatto ad un pubblico non condizionato da severi principi morali.
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kujikiri
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mercoledì 2 aprile 2014
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noia mortale
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Un film di una noia mortale, ancora di più, se possibile, dei film precedenti di questo regista sopravvalutato senza motivo...
Trier noto ed auto dichiarato fan dei film porno vorrebbe girare appunto
un film porno che possa scandalizzare e restare per i posteri!
NON ci riesce minimamente. L'unica sensazione che riesce a suscitare è appunto una noia mortale e multilivello.
Di erotico, porno, trasgressivo non c'è assolutamente nulla. Le varie scene di questo genere sono assolutamente risibili e un qualsiasi spot di liquore o di collant è più trasgressivo di esse.
I richiami religiosi, filosofici e simili sono talmente convenzionali che le frasi dei Baci Perugina al loro confronto sembrano dei capolavori di profondità e saggezza.
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Un film di una noia mortale, ancora di più, se possibile, dei film precedenti di questo regista sopravvalutato senza motivo...
Trier noto ed auto dichiarato fan dei film porno vorrebbe girare appunto
un film porno che possa scandalizzare e restare per i posteri!
NON ci riesce minimamente. L'unica sensazione che riesce a suscitare è appunto una noia mortale e multilivello.
Di erotico, porno, trasgressivo non c'è assolutamente nulla. Le varie scene di questo genere sono assolutamente risibili e un qualsiasi spot di liquore o di collant è più trasgressivo di esse.
I richiami religiosi, filosofici e simili sono talmente convenzionali che le frasi dei Baci Perugina al loro confronto sembrano dei capolavori di profondità e saggezza.
Insomma un film che se fosse di un regista sconosciuto nessuno giustamente degnerebbe di uno sguardo e, a quanto pare, è talmente insignificante che pur essendo di Trier nessuno, molto intelligentemente, considera minimamente!
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[+] la noia dell'essere nella comunicazione
(di dissesto)
[ - ] la noia dell'essere nella comunicazione
[+] per chi non vuole spiare dal buco della serratura.
(di padly)
[ - ] per chi non vuole spiare dal buco della serratura.
[+] perfetta disamina
(di maxbraz)
[ - ] perfetta disamina
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