L'intrepido

Acquista su Ibs.it   Dvd L'intrepido   Blu-Ray L'intrepido  
Un film di Gianni Amelio. Con Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli Commedia, durata 104 min. - Italia 2013. - 01 Distribution uscita giovedì 5 settembre 2013. MYMONETRO L'intrepido * * 1/2 - - valutazione media: 2,55 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
gianleo67 lunedì 3 febbraio 2014
grottesca favola di una moderna precarietà sociale Valutazione 2 stelle su cinque
60%
No
40%

Antonio è un mite quarantenne, abbandonato dalla moglie, che si arrabatta ogni giorno con lavori precari e malpagati facendo il sostituto, per poche ore od un'intera giornata, nei più disparati contesti lavorativi e che ripone tutte le sue speranze e aspettative nel giovane e talentuoso figliolo che studia il sax e si esibisce con una jazz band. Il suicidio di una sua giovane amica, di cui è segretamente innamorato, e l'ennesima delusione professionale lo convincono ad emigrare, come umile operaio, in una miniera albanese. Ritornerà in Italia solo per incoraggiare il figlio afflitto da una grave crisi personale e professionale.
Foraggiato e prodotto con il sostanzioso contributo pubblico (Rai Cinema e Ministero della Cultura in primis) questa tragicommedia dai toni surreali e dal retrogusto amaro segna, con esiti modesti ed una preoccupante involuzione del linguaggio, il ritorno di Amelio sulla ribalta festivaliera lagunare dove passa (giustamente) quasi o del tutto inosservato. [+]

[+] lascia un commento a gianleo67 »
d'accordo?
pier delmonte venerdì 24 gennaio 2014
pensavo peggio Valutazione 2 stelle su cinque
60%
No
40%

qui bisogna mettersi d'accordo se preferiamo un albanese comico o moderatamente drammatico, siccome non mi fa sdraiare a terra dalle risate la versione comica ultima forse e' il caso che antonio albanese insista su questo genere, il film in questione mi e' piaciuto anche se moderatamente, ha bisogno di essere perfezionato, la storiella sentimentale buttata la', il tipaccio come amico, i due minuti di sax che potevano essere coperti con altre immagini, insomma, si puo' fare meglio 

[+] lascia un commento a pier delmonte »
d'accordo?
maria f. domenica 19 gennaio 2014
evviva i buoni film! Valutazione 5 stelle su cinque
17%
No
83%

Antonio Pane di mestiere fa il rimpiazzo. Questo ruolo non gli crea grandi difficoltà esistenziali, è una persona che ragionando sulla situazione attuale dell’intera classe lavoratrice, ha capito che così butta, e se si vuole mangiare, bisogna adattarsi.
La vita gli ha regalato una capacità notevole, quella di adeguarsi alle situazioni senza per questo dover diventare un delinquente, un farabutto.
E’ consapevole che quella che sta vivendo non è vita, per sopravvivere scava dentro di sé e tira fuori il meglio: farsi piacere tutti i lavori, anche se questi, gli sono offerti da “caporali” che spesso non lo pagano.
La sua filosofia è non lasciarsi andare, non abbattersi, avere insomma la scusa ogni mattina per alzarsi, radersi e affrontare così una giornata dove ci saranno tante sostituzioni: da scaricatore, a tranviere, a operaio, badante, sarto, venditore di rose…… il segreto per riuscire a sobbarcarsi tutto ciò è di collaborare fattivamente agli incarichi affidatigli quali, essi siano, insomma non riscaldare il posto passivamente. [+]

[+] beh.. (di gigin1002)
[+] lascia un commento a maria f. »
d'accordo?
riccardo tavani venerdì 10 gennaio 2014
misconosciuto ma destinato alla rivalutazione Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

 

Amelio ci mostra, senza falsa retorica, la nuda, cruda realtà della condizione di lavoro, e dunque di esistenza, di un’intera generazione. Anzi, dovremmo dire, di un’intera macro-generazione, in quanto non è più soltanto l’ultima generazione, ovvero quella dei più giovani. No, è un attraversamento di strati diversi di fasce di età, fino alla più adulta, se pensiamo alla beffa crudele inferta ai cosiddetti esodati, ovvero a coloro che, in procinto di andare in pensione, sono stati privati di ogni reddito e lasciati nudi alle nuove forme di intemperie sociali.  Una cross-generazione per la quale, considerati gli elevati livelli di istruzione, è stato coniato il termine di cognitivato, in sostituzione di quello orami obsoleto di proletariato. Solo la fame, sia quella di giustizia che quella fisica, materiale, con i suoi morsi allo stomaco vuoto, rimane la stessa. Antonio Pane, questo il nome del personaggio interpretato magistralmente da Albanese, fa di mestiere il rimpiazzo. Lui rimpiazza quella moderna forma impermanente e polivalente di figura lavorativa che è il precario. Il suo cognome già lo dice: il pane si accompagna con qualsiasi tipo di companatico. Inoltre, il vocabolo pan, in greco antico, significa anche tutto, che sta dappertutto. Il suo livello di cultura è tale che in uno di quei concorsi monstre con migliaia di concorrenti, è in grado di compilare in pochi minuti e senza nessun errore le centinaia di quiz sottoposti e di consegnarli, segnalando ai professori addetti le scorrettezze linguistiche che essi contenevano. Il film ci mostra una congerie di lavori ad alta instabilità dei quali non avremmo immaginato neanche l’esistenza, né le assurde modalità di esecuzione. È il tema questo dell’estrema flessibilità, indifferenziazione di ruoli e prestazioni alle quali è sottoposto il macro-cognitivato contemporaneo. Più generica, immediatamente rimpiazzabile è la prestazione, più dura è la condizione di sfruttamento, sotto retribuzione e umiliazione di questa cross-generazione acculturata e raffinata nei sentimenti, nei desideri e nelle idee. A una condizione senza più dio né tetto né legge corrispondono anche lavori di questa risma fuori ormai di ogni norma etica e morale. Una condizione imposta brutalmente quanto illegalmente dal capitale finanziario e monetario, ben rappresentato in una scena del film, come uno strabiliante ammasso di belle scatole vuote nel sottoscala di un negozio di scarpe nel quale L’uomo, come la scatola, la confezione deve apparire bello, infiocchettato ma essere un vuoto: un vuoto, un corpo, una mente a perdere, da consumare, logorare come un qualsiasi altro mezzo, strumento. Eppure Immanuel Kant, uno dei padri dei valori fondanti la nostra civiltà ha lasciato scritto: “L’imperativo pratico deve dunque essere il seguente: agisci in modo, da non usare mai l’umanità sol come mezzo, ma pur sempre come fine tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro”. Un film destinato ad essere riscoperto, riconosciuto nel suo stringente valore poetico, drammatico e di verità. È l’esordio di una nuova forma di neo-realismo italiano, il quale ha richiamato per molti la lezione del 1951 di De Sica e Zavattini in Miracolo a Milano.  

 

[-]

[+] lascia un commento a riccardo tavani »
d'accordo?
alknoss martedì 7 gennaio 2014
il cinema italiano sempre più in letargo Valutazione 2 stelle su cinque
67%
No
33%

Oh mio Dio...  il film è la rappresentazione vivente dello  stato di salute in cui versa il nostro cinema. Sceneggiatura da lungometraggio amatoriale, una storia così inverosimile e povera di contenuti da non averla mai vista prima. Ma ve lo immaginate uno che fa il rimpiazzo di qualsiasi lavoro nella realtà? Mai sentito dire e forse mai realizzabile. Il film risulta scadente a mio parere, forse l'unica nota positiva è Albanese che comunque ritrae bene lo sfigato di turno.

[+] lascia un commento a alknoss »
d'accordo?
liuk! venerdì 3 gennaio 2014
implausibile Valutazione 2 stelle su cinque
57%
No
43%

Commedia amara per il duo Amelio/Albanese che decisamente non convince. Si fa leva sulla crisi e sui lavori occasionali per costruire una pellicola artificiale, forzata ed incentrata unicamente su un Albanese abbastanza in forma ma lontano dal suo genere e dal genere dove il pubblico lo riconosce. Nel complesso un prodotto scarso che annoia e che non si fa ricordare.

[+] il succo del discorso (di gianleo67)
[+] lascia un commento a liuk! »
d'accordo?
eugenio giovedì 2 gennaio 2014
il gioco del rimpiazzo Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Nella pulsante Milano, colma di luci e di altrettanti ombre esiste un substrato di lavoratori che “sopravvive” con lavori stagionali, spesso in nero e sottopagati in condizioni ultra-precarie privi di sicurezza e stabilità.
E’ una pagina di cronaca scottante che non coinvolge soltanto lavoratori extra-comunitari ma anche (e soprattutto) in quest’ultimo periodo italiani. Gente che prima disponeva di una vita sufficientemente agiata, un lavoro e una famiglia si trova improvvisamente costretta dalla crisi ad abbandonare i propri progetti, sogni e speranze affogando giorno dopo giorno nella disperazione più nera. In pratica, cessa di vivere pur vivendo. [+]

[+] lascia un commento a eugenio »
d'accordo?
giurg 63 sabato 28 dicembre 2013
noioso one man show Valutazione 2 stelle su cinque
25%
No
75%

Il film ruota interamente attorno ad Antonio Albanese, la cui recitazione da interprete drammatico è troppo monocorde e prevedibile. La figura problematica del figlio è eccessivamente accentuata, mentre le due figure femminili, che a stento appaiono nella pellicola sono insignificanti ed evanescenti. Il risultato è un film cupo, trascinato e noioso. Se si vuole riflettere sulla lotta per la quotidiana sopravvivenza è di gran lunga preferibile la visione di "Gli equilibristi," di Ivano De Matteo (2012), interpretato da un più che convincente Valerio Mastrandrea.

[+] lascia un commento a giurg 63 »
d'accordo?
don64 lunedì 23 dicembre 2013
film intenso Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Intensa ed ottima recitazione dell'ormai noto attore A.Albanese che a mio parere e' piu' portato ad un ruolo drammatico piu' che ironico.Buona la trama e la storia narrata che sembra tratta da una storia vera.Voto 8

[+] lascia un commento a don64 »
d'accordo?
boris yellnikov venerdì 20 dicembre 2013
falso e cupo. Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
100%

Ma dài, tutte 'ste parole: film orrendo e noioso. Con Amelio che fa sfoggio snob intellettuale e sparge disgrazie a tutto spiano, in una sequenza di catastrofi che è forzata ed eccessiva perché nemmeno la vita (precaria) vera è così. Rimane l'espressività di Albanese, bravissimo, in un film che dietro il suo non concedere speranze (se non qualche barlume gettato lì,messo però fra un suicidio ed esagerate crisi isteriche o di panico) è semplicemente brutto e mortifero. E fatto pure coi soldi nostri, visto che produce la Rai.

[+] lascia un commento a boris yellnikov »
d'accordo?
pagina: « 1 2 3 4 5 6 »
L'intrepido | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
Nastri d'Argento (3)


Articoli & News
Immagini
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |
Shop
DVD
Uscita nelle sale
giovedì 5 settembre 2013
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità