maurizio meres
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lunedì 9 settembre 2013
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grande albanese
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Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla bravura di Albanese penso che si siano sciolti ,per quanto riguarda il film pur lasciandomi perplesso dalla malinconia che suscita vi e' anche una grande gioia di vivere che rispecchia la realta di questo momento ,il film e' stato costruito su Albanese il quale da una grande prova di recitazione quasi teatrale ma reale .Interpretarlo tra le righe il film e la cosa migliore per capire la grande umanita che ancora nel mondo esiste .
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mammut
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lunedì 9 settembre 2013
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lento, triste ma un bel film
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Bell'interpretazione di albanese e dei due giovani attori. Finale super
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valferlan
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lunedì 9 settembre 2013
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un film intrepido
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Abbiamo visto questo in film in tre madri. E ne siamo uscite colme della consapevolezza di esserci guardate allo specchio. Ogni giorno noi siamo in bilico, non sappiamo cosa ci aspetterà domani, se lavoreremo, se potremo pagare il mutuo, o fare il regalo che vorremmo al nostro compagno. Ma siamo ancora forti. Amiamo lavorare, fare fatica ci da' anche una certa soddisfazione. E poi speriamo, sognamo siamo fiduciose. E ogni giorno abbiamo di fronte i nostri figli con lo sguardo perso, molto impauriti, tanto angosciati, che non hanno o non sanno perseguire i loro sogni. Molti dei quali non conoscono la fatica. Ma neanche la soddisfazione. Che bello vedere tutto questo in un film. Vedere dei quarantenni che lavorano e le cui preoccupazioni sono profonde, importanti.
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Abbiamo visto questo in film in tre madri. E ne siamo uscite colme della consapevolezza di esserci guardate allo specchio. Ogni giorno noi siamo in bilico, non sappiamo cosa ci aspetterà domani, se lavoreremo, se potremo pagare il mutuo, o fare il regalo che vorremmo al nostro compagno. Ma siamo ancora forti. Amiamo lavorare, fare fatica ci da' anche una certa soddisfazione. E poi speriamo, sognamo siamo fiduciose. E ogni giorno abbiamo di fronte i nostri figli con lo sguardo perso, molto impauriti, tanto angosciati, che non hanno o non sanno perseguire i loro sogni. Molti dei quali non conoscono la fatica. Ma neanche la soddisfazione. Che bello vedere tutto questo in un film. Vedere dei quarantenni che lavorano e le cui preoccupazioni sono profonde, importanti. Che bello avere registi che ancora vogliono fare i film perché sentono il bisogno di dire qualcosa e non solo la voglia di piacere per forza e a tutti.
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(di giofredo')
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no_data
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domenica 8 settembre 2013
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troppa tristezza
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Troppa tristezza. 104 minuti di depressione ed una lentezza inenarrabile. Belli i 3 minuti del finale.
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giofredo'
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venerdì 6 settembre 2013
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quando la critica...
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tace allora si suppone che il film di per se',non è riuscito nel suo intento.
Certo non occorre necessariamente farsi influenzare da essa, ma le poche scene viste nella presentazione non lasciano intravedere niente di buono, e per quanto mi possa dispiacere per Albenese e Amelio, credo che mi evitero'.
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(di valferlan)
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rita branca
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venerdì 6 settembre 2013
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mai darsi per vinti
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L’intrepido, film (2013) di Gianni Amelio con Antonio Albanese, Gabriele Rendina, Livia Rossi e Alfonso Santagata
Un altro bel film del grande Gianni Amelio, sempre a suo agio nel rappresentare la tragedia umana, in questo caso mettendo in scena il dramma contemporaneo degli italiani e non solo senza lavoro fisso che però non si danno per vinti, almeno nel 50% dei casi, secondo la classifica deducibile dal film.
Lo straordinario Antonio Albanese offre un’ulteriore grande prova di bravura anche in quest’opera, dimostrando nuovamente la sua strabiliante duttilità di attore completo, capace di interpretare qualunque ruolo.
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L’intrepido, film (2013) di Gianni Amelio con Antonio Albanese, Gabriele Rendina, Livia Rossi e Alfonso Santagata
Un altro bel film del grande Gianni Amelio, sempre a suo agio nel rappresentare la tragedia umana, in questo caso mettendo in scena il dramma contemporaneo degli italiani e non solo senza lavoro fisso che però non si danno per vinti, almeno nel 50% dei casi, secondo la classifica deducibile dal film.
Lo straordinario Antonio Albanese offre un’ulteriore grande prova di bravura anche in quest’opera, dimostrando nuovamente la sua strabiliante duttilità di attore completo, capace di interpretare qualunque ruolo. Lo spettatore, abituato a conoscerlo in veste comica, satirica e drammatica, è colpito in questo esempio dalla dolcezza e dal lirismo del personaggio che interpreta: un uomo comune sul quale le tempeste si sono abbattute più volte, prima con la separazione dalla moglie che amava, poi dalla perdita del lavoro stabile e dalla necessità di affrontare l’emergenza quotidiana, accettando di buon grado qualunque lavoro anche brevissimo gli si offra. Questo dà al regista l’opportunità di farci conoscere aspetti del lavoro che, pur permeando la nostra vita, sono ignorati normalmente e che aggiungono interesse alla narrazione, rivelando anche gli aspetti loschi e le brutture di imprese / aziende, in realtà solo facciate pulite di organizzazioni criminali che prosperano con il lavaggio di danaro sporco e lo sfruttamento della prostituzione anche minorile.
Bella l’immagine del figlio sassofonista, molto bene interpretato dal giovane Gabriele Rendina che rinforza l’idea delle difficoltà esistenziali nella nostra epoca, meno convincente l’interpretazione della bella Livia Rossi, ancora un po’ impacciata.
Si lascia la sala con una sensazione di profonda tristezza ma con un messaggio positivo e incoraggiante a non arrendersi mai.
Rita Branca
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(di alessia guerriero)
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m.petter
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venerdì 6 settembre 2013
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un film, comunque sia, importante.
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Premesso che non è uno dei migliori film di Gianni Amelio, bisogna spezzare una lancia a favore di una presa di coscienza del mondo in cui siamo e nel quale viviamo, pieno di incompresi e di incomprensioni; di gente che ha la forza di prendere in mano la sua situazione e nonostante le difficoltà cerca di reagire o di gente che invece non ce la fa; o perchè troppo fragile e indifesa o perchè non trova un suo posto nel mondo della società (in questo senso, per me è fondamentale il dialogo che avviene sotto forma di quiz, tra Antonio e la ragazza all'interno del centro sociale).
Trovo che a livello drammaturgico il rapporto padre/ figlio sia una delle cose meglio riuscite nel film.
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Premesso che non è uno dei migliori film di Gianni Amelio, bisogna spezzare una lancia a favore di una presa di coscienza del mondo in cui siamo e nel quale viviamo, pieno di incompresi e di incomprensioni; di gente che ha la forza di prendere in mano la sua situazione e nonostante le difficoltà cerca di reagire o di gente che invece non ce la fa; o perchè troppo fragile e indifesa o perchè non trova un suo posto nel mondo della società (in questo senso, per me è fondamentale il dialogo che avviene sotto forma di quiz, tra Antonio e la ragazza all'interno del centro sociale).
Trovo che a livello drammaturgico il rapporto padre/ figlio sia una delle cose meglio riuscite nel film. Si riesce a capire perfettamente l'incontro/scontro e il disagio di un padre separato, nei confronti di un figlio che vorrebbe vedere realizzato nella vita, facendo ciò che a lui piace: ovvero il musicista (Antonio non si ferma mai, fa di tutto e di più, ma quando vede o sente il figlio suonare si ferma ad ascoltare, quasi fosse un mondo a parte, anche fellinianamente un po' onirico, per il quale vale la pena di lottare).
A mio parere, trovo che questo film a Venezia sia stato criticato troppo duramente. Per me, ogni film va preso nella sua singolarità e giudicato per quello che è ora, nel presente. Certo la filmografia precedente di un regista è importante, ma non deve essere di impedimento nel giudicare un film. Un film comunque da vedere giudicandolo nel suo complesso, con anche dele belle inquadrature, con una fotografia studiatissima e con 2 ragazzi, alla loro prima esperienza attoriale, che sono stati in grado di reggere, a livello drammaturgico, un tema così pesante da affrontare.
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verdelitorale2
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venerdì 6 settembre 2013
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film sonno-lento
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L'intrepido è un film noioso e sonnolento , (meno male che c'erano i sottotitoli in inglese, leggendoli restavi sveglio).Indipendentemente dal mito di Albanese , il personaggio che interpreta è assai "melinoso" e "distruggipostodilavoro" perchè con il suo intervento spesso gratuito (lavora gratis) porta via posti di lavoro, alimentando la malavita organizzata.Un finale lentissimo, non finisce mai speri che ogni scena sia l'ultima . VOTO 5
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(di valferlan)
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no_data
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giovedì 5 settembre 2013
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ultima frase incomprensibile
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L'ultima frase di questa recensione è incimpresibile.
Accade spesso di leggere opinioni sui film poco chiare, in cui prevale la forma (spesso confusa) sulla sostanza.
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