L'intrepido

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ozne_la domenica 15 settembre 2013
la disperazione dei giovani Valutazione 3 stelle su cinque
44%
No
56%

Su Albanese e Amelio hanno già commentato in tanti. Io vorrei focalizzarmi su due dettagli del film: la disperazione dei due giovani, Lucia e il figlio; la mancanza di umanità nei rapporti con diversi altri "italiani" del film, dal tipo della palestra che gli offre di fare i rimpiazzi ma non lo paga, a quello che gli affida un bambino da consegnare a un pedofilo, al compagno della moglie che è immischiato in loschi traffici. Amelio lascia agli stranieri la speranza di redenzione, da quelli del suo pianerottolo con cui condivide i rari momenti di socialità, fino a far emigrare Antonio in Albania (!) a fare il minatore. Quasi come se tutta l'Italia debba in qualche modo tornare alle origini del dopoguerra e cercare lì la chiave per far ripartire le due generazioni, quella dei padri e quella dei figli. [+]

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stefano73 domenica 15 settembre 2013
bravo antonio albanese...ma poi tante domande Valutazione 2 stelle su cinque
100%
No
0%

bravo Antonio Albanese nel ruolo drammatico di Antonio Pane, 48enne milanese disoccupato e alla ricerca di sopravvivere. Per il resto poco niente, tante vicende che muiono nel nulla, lento, senza reali intrecci, tante incognite e niente brio.

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giofredo' giovedì 12 settembre 2013
alla redazione Valutazione 0 stelle su cinque
0%
No
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VORREI PER QUANTO POSSIEDO LA MASSIMA COSSIDERAZIONE PER VOI (CINEMA) CHE QUANDO ESPRIMO UNA SEMPLICE, SE PUR STUPIDA OPINIONE, VOI, ESSERI, LA PUBLICASTE:INFINITAMENTE GRAZIE!

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giofredo' mercoledì 11 settembre 2013
non ne facciamo un dramma! Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
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ho lAsciato un opinione alla Mangiaricina(se ricordo il cognome) perche nom e stata evidenziata?

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deborissimah mercoledì 11 settembre 2013
l'intrepido - come non arrendersi mai Valutazione 3 stelle su cinque
53%
No
47%

"Fortunato chi lavora, almeno può scioperare". E' tutta racchiusa in questa frase la filosofia di fondo di un film che rispecchia se non i tempi, sicuramente la situazione psicologica in cui si trovano oggi tantissime persone che hanno perso il lavoro e non sanno cosa fare. Tanti italiani si possono riconoscere nella figura di Antonio Pane che, forse un po' paradossalmente, ogni giorno è disposto a cambiare lavoro, pur di alzarsi la mattina, farsi la barba e uscire di casa per sentirsi utile in qualche maniera perché "è brutto la mattina quando ti alzi e non sai dove andare". E allora tutti i lavori diventano belli purché lo tirino fuori da questa situazione intollerabile, dal rischio di sentirsi inutile, inadeguato, ai margini. [+]

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pressa catozzo martedì 10 settembre 2013
amate sponde Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

Neanche il Vaiont, il terremoto del Belice l'esondazione di fiumi incendi e cataclismi vari hanno reso questo paese come una nave da affondare. Credo che Amelio si stato buono offrendoci nel finale un barlume di speranza con la resurrezione del figlio. Sempre meglio di demenzialità americane.

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boyracer martedì 10 settembre 2013
milano (italia) da ricostruire. Valutazione 3 stelle su cinque
79%
No
21%

Gianni Amelio è un grande regista, Antonio Albanese un grande attore (prima ancora che comico), su questi due dati di fatto, due ovvietà, potremmo azzardare, crediamo non si possano avere dubbi. Dal loro incontro non poteva che nascere un grande film… Eppure c’è qualcosa che non torna in questo pur buon lavoro, qualcosa che lascia l’amaro in bocca e la classica impressione di occasione sprecata. L’idea di partenza, il soggetto, è certamente azzeccata: Antonio, il protagonista (Albanese), è un lavoratore molto atipico, rimpiazza gli altri quando per qualsiasi motivo non possono recarsi sul luogo di lavoro, ma nemmeno possono restare assenti, neanche per malattia (perché magari non è contemplata nel contratto… quando il contratto c’è!). [+]

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lucyelisa lunedì 9 settembre 2013
film interessante Valutazione 3 stelle su cinque
66%
No
34%

Gianni Amelio, con la grande sensibilità che caratterizza tutta la sua produzione artistica , affida la rappresentazione della tragedia umana della disoccupazione , dello sfruttamento e della precarietà alla splendida interpretazione di Antonio Albanese, attore eclettico e versatile , capace di passare dal cinismo e rozzezza di Cettolaqualunque alla delicatezza , ingenuità e sensibilità di Antonio Pane, un uomo buono e generoso , maestro elementare privo di stabile occupazione ( separato dalla moglie ) che fa di mestiere il "rimpiazzo" ma con levità, motivazione , serietà e senza autocommiserarsi , sullo sfondo di una Milano plumbea con una efficace fotografia . Riaffiorano i temi cari ad Amelio , la realtà dell'Albania ( "Lamerica" ) i rapporti tra padre e figlio ( "le chiavi di casa" ) ed ,in genere ,l'inquietudine giovanile, ma i due giovani protagonisti , mi sembrano appena abbozzati rispetto al protagonista e le sequenze risultano un po' slegate e scarsamente omogenee ; ne risulta un ritmo narrativo piuttosto lento e cupo ,senza sussulti , con un risultato complessivo di una certa pesantezza che nuoce all'originalità dell'idea di fondo ed alla memorabile performance del protagonista. [+]

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goldy lunedì 9 settembre 2013
che peccato! Valutazione 2 stelle su cinque
83%
No
17%

Avrebbe potuto essere un piccolo grande film da ricordare per leggerezza e poesia se solo regista e sceneggiatore avessero  avuto  le idee chiare sulla storia  che volevano raccontare .   Invece, dppo un inizio delizioso con un Albanese che da solo riempie lo schermo di staripante e credibile umanità  struggente per l'efficacia che esprime nel saper rendere  lo smarrimento e l'insostenibilità  della realtà che stiamo vivendo  il film si perde poi in tanti rivoli  che spengono la tensione narrativa.   Il film non finisce mai  e abbandonare la dimensione oggettiva per entrare in quella soggettiva dei personaggi è un peccato mortale. [+]

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mangiaracina lunedì 9 settembre 2013
albanese, buddista per caso Valutazione 4 stelle su cinque
54%
No
46%

Nel '71 Elio Petri realizzava "La classe operaia va in paradiso" denunciando il lavoro maledetto, vissuto con rabbia, quello alienante della catena di montaggio nell'era delle rivendicazioni sindacali per i dirirtti e la sicurezza. Dopo quasi mezzo secolo Gianni Amelio realizza un'opera pregevole che coglie il segno dei tempi con una rara apologia del lavoro al tempo della crisi, un lavoro desiderato in tutte le sue forme che non è più fatica ma autorealizzazione, che non logora ma nobilita davvero. Il protagonista (Antonio Albanese) lavora per il piacere non per il dovere, e in ogni lavoro trova l'autorealizzazione, la voglia di "farsi la barba tutte le mattine". [+]

[+] tu che ne sai dei buddisti? (di giofredo')
[+] per la sua leggerezza? (di gianmaurizio)
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