L'intrepido

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Un film di Gianni Amelio. Con Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli Commedia, durata 104 min. - Italia 2013. - 01 Distribution uscita giovedì 5 settembre 2013. MYMONETRO L'intrepido * * 1/2 - - valutazione media: 2,55 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
gianni quilici mercoledì 16 ottobre 2013
film coraggioso, ma discutibile Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

L’intrepido di Amelio: sì o no? Sì.

Perché? Perché è un film, anche se discutibile, coraggioso e onesto, cioè non furbo, e cinematografico.

E’ coraggioso, perché presenta come protagonista un “idiota dostoevskiano”, che appare (o è) agli occhi degli spettatori, più simbolico che realistico, senza far ridere (come Charlot), e senza false drammatizzazioni o peggio sentimentalizzazioni. [+]

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alex2044 venerdì 4 ottobre 2013
un'occasione sprecata Valutazione 3 stelle su cinque
67%
No
33%

Una bella idea , un ottimo attore ben dentro la sua parte , un grande regista ma il film non decolla .
Meglio la seconda che la prima parte ma viste le premesse un'occasione sprecata .

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lisa casotti venerdì 4 ottobre 2013
pane albanese Valutazione 2 stelle su cinque
72%
No
28%

Mi è parso un film inutile di cui mi è sfuggito il significato. Non mi sembra nemmeno si possa definire un discorso sulla precarietà visto che il protagonista sceglie di fare il “rimpiazzo a ore” quasi per vocazione (lo dichiara nel dialogo che ha con Lucia). A voler pensare bene e a dirne fin troppo bene: Antonio Pane sostituisce gli altri per aiutarli a realizzarsi, o almeno questo suggerisce il finale, quando motiva il figlio a reagire. Ma a parte quel poco di tenerezza che ispira, retto e caparbio nel cercare il lato positivo e abituato a comunicare con perle di saggezza, il suo sguardo incantato sul mondo non basta a riempiere i vuoti di senso e men che meno a spazzare le brutture del reale. [+]

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gufetta76 martedì 1 ottobre 2013
tifo per i tifosi Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Un grandissimo intensissimo Albanese.Questo film ha una fotografia superlativa,Milano incarna lo stato d'animo urbano squallido, triste, anonimo.Luca Bigazzi ha superato se stesso. La regia è veloce nonostante il tema trattato sia pesante e tragico.La trama può apparire un pò sconclusionata, ma i tempi che viviamo sono
sconclusionati, quindi penso sia un effetto voluto.La disoccupazione destabilizza, umilia e intristisce, e questo Amelio lo racconta bene, a volte lo rende più leggero mettendoci su l'ironia e una bella colonna jazz. Il finale aperto, apre anche alla speranza e all'amore che non si fa domande sul futuro.

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pietrusco domenica 22 settembre 2013
bentornato neorealismo Valutazione 4 stelle su cinque
22%
No
78%

Finalmente un "cinema " impegnato. Storia onirica che sfocia nella realtà più viva. Un piacere per gli appassionati di cinema.

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tiberiano domenica 22 settembre 2013
una fiaba amarissima Valutazione 2 stelle su cinque
86%
No
14%

Antonio Pane sembra uscito da una fiaba di altri tempi, tanto è improbabile il personaggio interpretato da Albanese, qui in un ruolo per nulla comico o grottesco. Ingenuo a livelli patologici, portato ad aiutare gli altri senza chiedere nulla in cambio, magari mettendoci pure di tasca sua. Disponibile a oltranza anche sul piano lavorativo, sa far tutto, ma senza tutele, diritti o pretese. Una specie di tappabuchi factotum, per incarichi di basso profilo, a breve termine e a costo quasi nullo. il profilo ideale del lavoratore dipendente nel XXI secolo, se vuol esserci una metafora ideologico-sociale, in questo film. Una macchietta amarissima, come tutta la storia, ambientata in una Milano crepuscolare, decadente, periferica e proletaria, assai ben resa dalla fotografia di Bigazzi. [+]

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artefice domenica 22 settembre 2013
invece si'! Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Consiglio invece di non perdere assolutamente il film, per molti versi magistrale (sceneggiatura, regia, fotografia e recitazione del protagonista), che offre una lettura piacevolmente delicata di questioni fondamentali della nostra attualità: crisi del lavoro, rapporti familiari.

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enzo70 domenica 22 settembre 2013
albanese resiste, ma il fiato è ormai corto Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

Un film che vorrebbe essere intenso, ma che alla fine dei conti rischia di rivelarsi noioso. Albanese interpreta, bene, un uomo che vuole lavorare ai tempi dello spread. Antonio Pane accetta tutti i lavori e non per questo si ritiene precario. Lui lavoro perché ha bisogno di lavorare e perché gli piace lavorare. Quante volte ho ripetuto questo termine in poche righe? Perché il leit motiv del film è proprio questo, il lavoro come rimedio, il rimedio ad un matrimonio fallito, alle incomprensioni con il figlio ed ad un amore impossibile. In questo film di D’Amelio il velo di tristezza è reso anche dall’impianto fotografico e scenografico, che , non a caso, in diversi passaggi rievoca le scene dei film di Charlotte. [+]

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ema77 sabato 21 settembre 2013
perche` un sostituto Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Il tema principale delle scene é la difficoltà per diversi lavoratori precari di trovare un sostituto quando hanno un problema o non stanno bene. Albanese risponde a questa esigenza sostituendosi a lui. Alla fine poi si sostituisce al suo stesso figlio in un momento di grave difficoltà. C'e` quindi un riflesso tra precarieta` sul lavoro e precarieta` affettiva, che culmina col suicidio della ragazza. Il figlio invece si salva perche` trova a sostituirlo il padre. Il peggio e` invece quando la precarietà lavorativa riecheggia quella affettiva.

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aldot sabato 21 settembre 2013
buoni propositi esito mediocre Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
100%

Bella l'idea ma il risultato è mediocre. Qs pacatezza di Albanese rischia per essere scambiata per una tiepida interpretazione.

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