writer58
|
domenica 18 novembre 2012
|
sarajevo vista dai parioli
|
|
|
|
"Venuto al mondo" è un film che aveva delle ottime potenzialità, sia per la vicenda che narra, sia per il cast che si avvale di una grande attrice, Penelope Cruz. Purtroppo, il prodotto finale risulta poco ispirato e convincente, il film appare poco emozionante -nonostante sia ambientato in buona parte a Sarajevo durante il massacro perpretato negli anni '90 dai serbi bosniaci- e meno intenso di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi- la storia d'amore tra Gemma e Diego, che rappresenta il motore del film, viene raccontata in modo, tutto sommato, convenzionale e poco trascinante-.
Da un punto di vista strutturale, "Venuto al momdo" è un lavoro irrisolto che accosta drammi personali e tragedie collettive senza fonderli in un'amalgama efficace.
[+]
"Venuto al mondo" è un film che aveva delle ottime potenzialità, sia per la vicenda che narra, sia per il cast che si avvale di una grande attrice, Penelope Cruz. Purtroppo, il prodotto finale risulta poco ispirato e convincente, il film appare poco emozionante -nonostante sia ambientato in buona parte a Sarajevo durante il massacro perpretato negli anni '90 dai serbi bosniaci- e meno intenso di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi- la storia d'amore tra Gemma e Diego, che rappresenta il motore del film, viene raccontata in modo, tutto sommato, convenzionale e poco trascinante-.
Da un punto di vista strutturale, "Venuto al momdo" è un lavoro irrisolto che accosta drammi personali e tragedie collettive senza fonderli in un'amalgama efficace. A volte pare che l'agonia di Sarajevo sia solo lo scenario su cui si staglia il percorso dei protagonisti: la sterilità di Gemma, la nascita del bambino che diventerà suo figlio, l'amicizia con Goiko, i tormenti di Diego, il dramma di Aska che si offre di procreare un figlio al posto di Gemma.
Sarajevo viene rappresentata, negli anni '80, come una città multietnica dove abbondano gli artisti e le performance culturali (le scene in cui Gemma e Diego si mescolano alla comunità artistica bosniaca sono belle ma decisamente di maniera); questa immagine un po' stereotipa - resa ancora meno convincente da una colonna sonora particolarmente sfortunata e inefficace- cede il passo a una città dilaniata dalla guerra e dall'assedio. Ma il calvario degli abitanti, i cecchini che si esercitavano nel tiro al bersaglio su cittadini inermi, le autobombe che esplodevano nei mercati dilaniando decine di persone, i colpi di mortaio sulle abitazioni civili, tutti questi elementi vengono rappresentati con poche scene che mi sono apparse prive di pathos e di autentica emozione, come se il martirio della città fosse solo lo sfondo per narrare un "menage a trois" che si svolge in un contesto di guerra.
Questa scelta (non ho letto il libro della Mazzantini da cui il film è tratto) mi pare paradigmatica della povertà realizzativa di una certa cinematografia italiana, sospesa tra velleità e ambizioni non sostenute da uno sguardo potente e un approccio minimale e provinciale poco brillante. La recitazione di alcuni membri del cast (tra cui Pietro, il figlio di Castellitto nella "real life") mi è sembrata poco efficace e contribuisce a definire l'ultimo lavoro del regista come un'occasione in buona parte perduta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a writer58 »
[ - ] lascia un commento a writer58 »
|
|
d'accordo? |
|
homo89
|
martedì 13 novembre 2012
|
l'ultimo fellini
|
|
|
|
Non so perché l'abbiano criticato ma questo film in un paese libero sarebbe considerato patrimonio dell'umanità. Due ore e sette minuti, il tempo necessario a Castellitto per circumnavigare gli scogli più intimi e tenebrosi dell'animo umano. Un viaggio nell'uomo, filtrato dall'occhio visionario e leggero di uno dei più grandi registi al mondo (basta questo film per diventarlo). Una cinepresa spensierata che non sa cos’è la saccenza si libra libera sopra questa ferita sanguinante che siamo ci fa volare con lei ci fa entrare nello stomaco dell'essere mostrandoci le su più sublimi e tragiche sfaccettature.
[+]
Non so perché l'abbiano criticato ma questo film in un paese libero sarebbe considerato patrimonio dell'umanità. Due ore e sette minuti, il tempo necessario a Castellitto per circumnavigare gli scogli più intimi e tenebrosi dell'animo umano. Un viaggio nell'uomo, filtrato dall'occhio visionario e leggero di uno dei più grandi registi al mondo (basta questo film per diventarlo). Una cinepresa spensierata che non sa cos’è la saccenza si libra libera sopra questa ferita sanguinante che siamo ci fa volare con lei ci fa entrare nello stomaco dell'essere mostrandoci le su più sublimi e tragiche sfaccettature. Un film che ti fa uscire con la voglia di goderti un gelato come non te lo sei mai goduto, di leggere un libro come non l'hai mai letto, di spremere la vita fino ai suoi retrogusti più aspri: questa dovrebbe essere la cultura, il resto è chiacchiera e potere, nient’altro che chiacchiera e potere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a homo89 »
[ - ] lascia un commento a homo89 »
|
|
d'accordo? |
|
spex68
|
mercoledì 7 novembre 2012
|
un cast eccezionale.un film intenso.una regia alta
|
|
|
|
Con Venuto al mondo Sergio Castellitto firma la sua opera più ambiziosa e complessa. Tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini, vincitore del premio Campiello, il film riece a toccare grandi temi, (l'amore, la maternita' a tutti i costi, gli orrori della guerra) con una narrazione asciutta e senza mai cedere alla retorica .
Ne esce un opera di grande respiro Europeo, che il nostro cinema raramente sa offrire. Una storia in crescendo, sapientemente raccontata sfalsando i piani temporali senza dimenticare lo spettatore.
Penelope Cruz è magnifica, intensa e perfettamente intonata; un ottimo cast internazionale le danza intorno senza sbavature.
[+]
Con Venuto al mondo Sergio Castellitto firma la sua opera più ambiziosa e complessa. Tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini, vincitore del premio Campiello, il film riece a toccare grandi temi, (l'amore, la maternita' a tutti i costi, gli orrori della guerra) con una narrazione asciutta e senza mai cedere alla retorica .
Ne esce un opera di grande respiro Europeo, che il nostro cinema raramente sa offrire. Una storia in crescendo, sapientemente raccontata sfalsando i piani temporali senza dimenticare lo spettatore.
Penelope Cruz è magnifica, intensa e perfettamente intonata; un ottimo cast internazionale le danza intorno senza sbavature.
Sergio Castellitto perfetto direttore d'orchestra riesce a raccontare la guerra e l'amore nello stesso fotogramma, scegliendo talvolta il non detto, giocando con gli sguardi e con musiche sapientemente scelte.
E' cosi che una scena di morte viene sciolta nell'acqua del mare della vita dal quale emergono gli occhi luminosi e innocenti di Pietro (Castellitto, riprova che il dna non mente) "oggetto" del film. Cinema puro. Da non perdere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a spex68 »
[ - ] lascia un commento a spex68 »
|
|
d'accordo? |
|
dogio56
|
domenica 11 novembre 2012
|
un crescendo di emozioni
|
|
|
|
è un bel film dal tema importante e drammatico.
attori bravi, anche il giovane Castellitto.
interessante la contrapposizione tra la prima e la seconda parte del film, ottimo il lavoro degli attori (anche se nella prima parte il ruolo del giovane fotografo non è riuscito a farmi "entrare" nel film). Sorpreso positivamente da una perfetta Penelope Cruz in un ruolo molto importante.
Una contrapposizione che però ha lasciato più spazio alla prima parte, cioè alle difficoltà di una coppia nella normalità dei problemi che segnano la nostra quotidianità in una società di pace a discapito della realtà drammatica di tante coppie che hanno visto cancellate le parole normalità, pace e libertà dal loro linguaggio.
[+]
è un bel film dal tema importante e drammatico.
attori bravi, anche il giovane Castellitto.
interessante la contrapposizione tra la prima e la seconda parte del film, ottimo il lavoro degli attori (anche se nella prima parte il ruolo del giovane fotografo non è riuscito a farmi "entrare" nel film). Sorpreso positivamente da una perfetta Penelope Cruz in un ruolo molto importante.
Una contrapposizione che però ha lasciato più spazio alla prima parte, cioè alle difficoltà di una coppia nella normalità dei problemi che segnano la nostra quotidianità in una società di pace a discapito della realtà drammatica di tante coppie che hanno visto cancellate le parole normalità, pace e libertà dal loro linguaggio.
Questa è una guerra già dimenticata e questo film ha avuto il merito di fare entrare nella normalità di tanti italiani, attraverso il cavallo di troia dell'amore, quelle atrocità che andrebbero ricordate e divulgate.
Mi scuso per la poca convenzionalità della mia critica ma le immagini di quei luoghi e di quei volti, ancora presenti nei miei ricordi, hanno riportato alla mente gli sguardi tristi degli orfani e le storie raccontate dai profughi allontanati dalle loro case.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dogio56 »
[ - ] lascia un commento a dogio56 »
|
|
d'accordo? |
|
plania
|
venerdì 9 novembre 2012
|
castellitto-cruz binomio vincente
|
|
|
|
Film che certamente dividerà pubblico e critica. Mi domando soltanto se si possono dare 3 stelle a "Viva l'Italia" ed una a questo "Venuto al mondo". Ho l'impressione che si confondano le categorie perchè il film di Castellitto è davvero diretto con grande padronanza e si avvale di una Penelope Cruz in stato di grazia. Certo, il film qualche difetto di sceneggiatura ce l'ha e le insistite sottolineature emotivo-sentimentali rischiano alla fine di appesantirlo e di farlo apparire più mieloso di quanto non sia. Castellitto non ripete la prova del superbo "Non ti muovere", nè forse del piacevolissimo "La bellezza dell'asino" ma ha un modo a mio parere affascinante di descrivere anche visivamente i moti
[+]
Film che certamente dividerà pubblico e critica. Mi domando soltanto se si possono dare 3 stelle a "Viva l'Italia" ed una a questo "Venuto al mondo". Ho l'impressione che si confondano le categorie perchè il film di Castellitto è davvero diretto con grande padronanza e si avvale di una Penelope Cruz in stato di grazia. Certo, il film qualche difetto di sceneggiatura ce l'ha e le insistite sottolineature emotivo-sentimentali rischiano alla fine di appesantirlo e di farlo apparire più mieloso di quanto non sia. Castellitto non ripete la prova del superbo "Non ti muovere", nè forse del piacevolissimo "La bellezza dell'asino" ma ha un modo a mio parere affascinante di descrivere anche visivamente i moti dell'animo
[-]
|
|
[+] lascia un commento a plania »
[ - ] lascia un commento a plania »
|
|
d'accordo? |
|
darlinglinda
|
sabato 10 novembre 2012
|
emozione travolgente
|
|
|
|
Il libro è di una tale potenza emotiva, bellezza ed umanità che mai avrei creduto possibile potesse essere rappresentato in un film. Invece, devo dire, che Castellitto ci riesce piuttosto bene nonostante rendere totalmente la bellezza del libro sia inevitabilmente impossibile. Si tratta di una storia incredibilmente intensa e travolgente in quanto racconta dell’amore più assoluto e totalizzante e della violenza più brutale e disumana, lasciando però spazio alla speranza che dall’orrore inimmaginabile si possa in qualche modo rinascere, rivivere, riamare. I personaggi mi affascinano tutti e sono, peraltro, ottimamente interpretati da uno splendido cast.
[+]
Il libro è di una tale potenza emotiva, bellezza ed umanità che mai avrei creduto possibile potesse essere rappresentato in un film. Invece, devo dire, che Castellitto ci riesce piuttosto bene nonostante rendere totalmente la bellezza del libro sia inevitabilmente impossibile. Si tratta di una storia incredibilmente intensa e travolgente in quanto racconta dell’amore più assoluto e totalizzante e della violenza più brutale e disumana, lasciando però spazio alla speranza che dall’orrore inimmaginabile si possa in qualche modo rinascere, rivivere, riamare. I personaggi mi affascinano tutti e sono, peraltro, ottimamente interpretati da uno splendido cast. Adoro Pietro Castellitto, che ho trovato estremamente naturale e simpatico nella sua interpretazione. Unica piccola delusione la mancanza di una frase del libro che ho amato intensamente e che è, per me, il cuore della storia, in quanto rappresenta l’accettazione di un padre sconosciuto e l’ingenuità e la genuinità di un adolescente nel trovare la formula segreta per rendere un amore eterno. "Io lo so perché papà è salito quassù. Perché da qui si vede l'Italia. Aveva nostalgia di noi due ma'...."
[-]
|
|
[+] lascia un commento a darlinglinda »
[ - ] lascia un commento a darlinglinda »
|
|
d'accordo? |
|
servall
|
domenica 11 novembre 2012
|
carino ... ma non convince del tutto
|
|
|
|
Venuto al mondo .. diretto da Sergio Castellito(2012)...Trama intrigante , fotografia a dir poco sublime , scenografia modesta , cast oserei definirlo perfetto. Sergio Castellito centra a pieno l'opera in tutti gli effetti. Decisamente il suo miglior film ... effettivamente è stata una spettacolare sorpresa , il miglior film degli ultimi anni , ma gli manca qualcosa, lo svolgimento delle scene poteva essere reso più dettagliato ... la pellicola in alcuni tratti risulta essere lenta e ripetitiva talvolta , ci sono '' pro e contro'' ma il film rimane a parer mio stupendo : musica davvero toccante azzeccatissima , un fotografia emozianante e una recitazione sorprendente davvero.
[+]
Venuto al mondo .. diretto da Sergio Castellito(2012)...Trama intrigante , fotografia a dir poco sublime , scenografia modesta , cast oserei definirlo perfetto. Sergio Castellito centra a pieno l'opera in tutti gli effetti. Decisamente il suo miglior film ... effettivamente è stata una spettacolare sorpresa , il miglior film degli ultimi anni , ma gli manca qualcosa, lo svolgimento delle scene poteva essere reso più dettagliato ... la pellicola in alcuni tratti risulta essere lenta e ripetitiva talvolta , ci sono '' pro e contro'' ma il film rimane a parer mio stupendo : musica davvero toccante azzeccatissima , un fotografia emozianante e una recitazione sorprendente davvero.. e non parliamo del finale '' inaspettato''. Il film è stato più che godibile perchè non è la solita trama... risalta una tematica differente rendendola molto signficativa!!! E' stata una fantastica sorpresa... lo consiglio vivamente : si può definire un vero film , fatto davvero bene che non se ne vedevano da anni cosìì.. Calorose congratulazione alla regia ;) Quest'opera può essere una buona marcia per Sergio Castellito''
[-]
|
|
[+] lascia un commento a servall »
[ - ] lascia un commento a servall »
|
|
d'accordo? |
|
fabiof
|
lunedì 12 novembre 2012
|
i figli assomigliano a chi li ama
|
|
|
|
Ho trovato il film bellissimo. Non avevo letto il libro della Mazzantini per cui non ne conoscevo la trama: una storia complicata, terribile, con colpi di scena che fino alla non svelano la verità; una storia raccontata bene, delineando bene i personaggi senza indugiare sugli aspetti più sanguinosi scivolando in un facile voyersimo. Ho trovato molto bravi gli attori, tutti, bellissima la fotorafia e splendida la regia. Il mio giudizio su questo film è che è un film ottimo, emozionante, assolutamente da vedere. Vorrei chiudere con un solo appunto alla critica scritta da Gianpaolo Zappoli, che ho letto e che sostanzialmente condivido. Zappoli conclude sostenendo come l'eccessiva somiglianza tra Pietro Castellitto ed il padre adottivo nel film, che nella realtà ne è il padre biologico, risulti fuori posto in una vicenda in cui paternità e maternità sono così determinanti.
[+]
Ho trovato il film bellissimo. Non avevo letto il libro della Mazzantini per cui non ne conoscevo la trama: una storia complicata, terribile, con colpi di scena che fino alla non svelano la verità; una storia raccontata bene, delineando bene i personaggi senza indugiare sugli aspetti più sanguinosi scivolando in un facile voyersimo. Ho trovato molto bravi gli attori, tutti, bellissima la fotorafia e splendida la regia. Il mio giudizio su questo film è che è un film ottimo, emozionante, assolutamente da vedere. Vorrei chiudere con un solo appunto alla critica scritta da Gianpaolo Zappoli, che ho letto e che sostanzialmente condivido. Zappoli conclude sostenendo come l'eccessiva somiglianza tra Pietro Castellitto ed il padre adottivo nel film, che nella realtà ne è il padre biologico, risulti fuori posto in una vicenda in cui paternità e maternità sono così determinanti. Provo a darne una mia chiave di lettura analizzando l'assunto da una diversa angolazione. Mi piace pensare che il regista Castellitto abbia voluto giocare su questa notevolissima somiglianza con suo figlio Pietro (figlio biologico nella relatà e figlio adottivo nella finzione cinematografica) per suggerire allo spettatore il messaggio che la somiglianza non è solo una questione di sangue ma che è anche e soprattutto una questione di legami: i figli assomigliano a chi li ama.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabiof »
[ - ] lascia un commento a fabiof »
|
|
d'accordo? |
|
chiarialessandro
|
giovedì 15 novembre 2012
|
la triade perfetta
|
|
|
|
Dopo la stupenda prova offerta in “Non ti muovere”, tentare di ripetere una alchimia così ben riuscita avrebbe potuto apparire come un tentativo velleitario ma Sergio, Margaret e Penelope sono riusciti nella temeraria impresa. Merito che, senza tantissime superbe recitazioni, non sarebbe stato certamente raggiunto; prima fra tutte l’interpretazione di Penelope, donna che (stando ai canoni standardizzati e massificanti del glamour) non dovrebbe forse essere definita “bella” ma che ha però tanto di quel fascino da riuscire a sotterrare la stragrande maggioranza delle “belle”. Ed è un fascino tanto affascinante che risulta difficile capire se appare più fascinosa nella sua giovinezza o addirittura con i tratti della maturità; non è certo una questione di centimetri (come qualcuno vorrebbe farci credere perché così gli torna comodo) bensì di sguardo, sensualità, movimenti ed espressione.
[+]
Dopo la stupenda prova offerta in “Non ti muovere”, tentare di ripetere una alchimia così ben riuscita avrebbe potuto apparire come un tentativo velleitario ma Sergio, Margaret e Penelope sono riusciti nella temeraria impresa. Merito che, senza tantissime superbe recitazioni, non sarebbe stato certamente raggiunto; prima fra tutte l’interpretazione di Penelope, donna che (stando ai canoni standardizzati e massificanti del glamour) non dovrebbe forse essere definita “bella” ma che ha però tanto di quel fascino da riuscire a sotterrare la stragrande maggioranza delle “belle”. Ed è un fascino tanto affascinante che risulta difficile capire se appare più fascinosa nella sua giovinezza o addirittura con i tratti della maturità; non è certo una questione di centimetri (come qualcuno vorrebbe farci credere perché così gli torna comodo) bensì di sguardo, sensualità, movimenti ed espressione. E’ pure ovvio che la Cruz non sarebbe sufficiente senza essere supportata da trama, storia, soggetto e sceneggiatura, offerti a piene mani e con profusione dalla Mazzantini. Ed è altrettanto chiaro che tutto questo non sarebbe bastato se Castellitto non avesse usufruito in abbondanza di ciò che gli era stato messo su un piatto d’argento, regalandoci un lavoro complesso e stimolante, in cui è riuscito ad incastonare alla perfezione alcune “perle” come le scene folli e visionarie (pur nella loro lucidità) di quando Hirsch va fuori di testa al party o di quando offre i fiori di carta perché quelli veri erano finiti. Da cineteca anche la prima scena, in cui la cinepresa, ferma, inquadra dall’alto il mare, il ponte della nave e la ringhiera, la cui ombra si muove quasi impercettibilmente sullo schermo sino a quando i colori dell’Adriatico non si tingono di rosso (sanguigno come la passione che permea inestricabile tutta l’opera) in una dissolvenza che si risolverà nell’inquadratura finale, nella quale appare in rosso il titolo del film, proprio nel punto in cui l’immagine iniziale si era dissolta nel colore del sangue. Concludendo: è un film sulla maternità (e sulla paternità) ma forse è soprattutto un film sull’amore e sulle sue varie sfaccettature; se non ne siete convinti provate a riflettere su questi rapporti: Gemma – Diego; Gemma – Pietro; Gemma – Gojco; Gemma – Armando; Gemma - Giuliano; Diego (cresciuto, non solo come età, rispetto ad altre parti slavate) – Aska; Gojco – Aska. E adesso, se avete coraggio, provate a dire che non è un film sull’ Amore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chiarialessandro »
[ - ] lascia un commento a chiarialessandro »
|
|
d'accordo? |
|
alfiosquillaci
|
lunedì 21 gennaio 2013
|
un'opera onesta e bella di un "duo" antipatico
|
|
|
|
Scriveva Flaubert in una sua lettera: «Ci si stupisce della perfezione di alcune canzoni popolari. Chi le ha scritte spesso non è che un imbecille, ma quel giorno che le ha scritte ha “sentito” meglio di una persona intelligente». La prendo alla larga con questa bella osservazione dell'autore che più amo, solo per dire che è intimamente vera e torna utile per meglio argomentare il giudizio sul film che fra un po' formulerò.. Un'opera d'arte (una canzone, un romanzo, un film) è un delicatissimo equilibrio formale-contenutistico. Tu, artista (non importa quanto sei colto, intelligente, sensibile e potresti anche, per paradosso non esserlo) devi giocarti la partita qui ed ora, dentro questo involucro delicatissimo che è l'opera.
[+]
Scriveva Flaubert in una sua lettera: «Ci si stupisce della perfezione di alcune canzoni popolari. Chi le ha scritte spesso non è che un imbecille, ma quel giorno che le ha scritte ha “sentito” meglio di una persona intelligente». La prendo alla larga con questa bella osservazione dell'autore che più amo, solo per dire che è intimamente vera e torna utile per meglio argomentare il giudizio sul film che fra un po' formulerò.. Un'opera d'arte (una canzone, un romanzo, un film) è un delicatissimo equilibrio formale-contenutistico. Tu, artista (non importa quanto sei colto, intelligente, sensibile e potresti anche, per paradosso non esserlo) devi giocarti la partita qui ed ora, dentro questo involucro delicatissimo che è l'opera. Puoi aver anche scritto dei capolavori prima o forse ne scriverai dopo, oppure anche il contrario, ma la tua partita è qui ed ora che si gioca, dentro l'opera che hai davanti., dentro il suo equilibrio precario. Riuscirai o meno se solo sarai in grado "dentro" l'opera a trovare il tuo momento di grazia, ove tutto trova perfezione, armonia, bellezza e verità. Riuscirai se sarai capace di "sentire" come quel piccolo genio delle canzoni popolari. Dico questo perché sono andato al cinema con la testa piena di pregiudizi nei confronti del duo Castellitto/Mazzantini ( e ancora qualcuno me ne rimane) e invece con tutta onestà intellettuale devo riconoscere che il film che ho visto è bello, vero e intenso. Il "duo" lavora in zone di confine artistiche delicatissime, zone laddove osano aquile come Tolstoj o Flaubert appunto, l'amore, la guerra, la vita, la morte. Tutte aree tematiche che meritano le maiuscole e bravo chi riesce ad attraversarle senza saltare in aria. Facile è prendere una mina di queste, non saperla maneggiare e vederti deflagrare tutta l'opera tra le mani. Castellitto/Mazzantini sono invece riusciti a toccarvi nell'anima con intelligenza, delicatezza, equilibrio e senza paraculaggine romanesca (tra l'altro c'è una Roma fotografata da dio). Segnalo infine la destrezza stilistica nel montaggio: non è facile manovrare temi e tempi (ma anche temi nei tempi e viceversa) con un uso così sapiente dell'analessi, del feedback e con un magistrale andirivieni dell'adesso narrativo, senza perdere il filo e senza smarrire chi sta al di qua dello schermo. Che dire infine della coppia scrittrice/regista? Saranno antipatici come dicono ma hanno saputo "sentire" e farci sentire il dramma di Sarajevo. Chapeau!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alfiosquillaci »
[ - ] lascia un commento a alfiosquillaci »
|
|
d'accordo? |
|
|