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Un film di Sergio Castellitto.
Con Penélope Cruz, Emile Hirsch, Adnan Haskovic, Pietro Castellitto, Saadet Aksoy.
continua»
Drammatico,
durata 127 min.
- Italia 2012.
- Medusa
uscita giovedì 8 novembre 2012.
MYMONETRO
Venuto al mondo  
valutazione media:
2,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI "FIGLIO"
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| venerdì 9 novembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Da sempre per me il binomio Mazzantini-Castellitto è simbolo di un'esplosione di emozioni. Lei, che scrive storie così sentite, vere, psicologicamente narrate alla perfezione... e lui,che rende su pellicola nel meglio delle sue capacità registiche ciò che la moglie gli suscita post-lettura. Il precedente "Non ti muovere" per me è il primo film della storia che finora ha avuto il pregio di superare il libro da cui è tratto; venero quella storia con ogni fibra del mio corpo e ogni volta mi faccio certi pianti davanti allo schermo che non vi sto a narrare. Questo penultimo libro della grande Margareth mi aveva già in partenza dato un qualcosina in meno rispetto al precedente e devo dire che anche durante la visione di questa pellicola ho sentito subito lo scarto che intercorre tra questa vicenda e quella del chirurgo Timoteo e suo figlio. Se in "Non ti muovere" si parlava di un rapporto strettissimo fra padre e figlia, qui siamo di fronte al più viscerale, primitivo e forte fra i legami dall'inizio dei tempi: quello che lega una madre ad un figlio e quello che accade quando l'impotenza del procreare rasente l'ossessione e l'inspiegabile desiderio d'amore negato per la prole può sopraffarre la nostra esistenza e quella del partner che ci sta accanto. Maternità e Mazzantini sono un cordone ombelicole che al pari di un fil rouge si riscontra in ogni suo opera, a volte in maniera flebile, a volte (e questo è il caso) diventando il fulcro del romanzo stesso. Gemma e Diego sono due personaggi magnifici; lui fotografo e lei appassionata di letteratura bosniaca. Un amore puro il loro come un diamante grezzo, uno di quelli da libro delle fiabe, dove non contano i soldi che si portano a casa e dove si vive, dove aleggia ogni giorno sopra la loro testa "Vivremo del nostro amore e ce lo faremo bastare". Ma il semplice amore a due non basta ad entrambi: lui vorrebbe metterla incinta sin dalla prima volta e lei si vede passare davanti un miriade di aborti spontanei che le confermano una sterilità al 97%, dove in quel 3% di "miracolo" i due si aggrappano per far sopravvivere il loro amore. Trovare un utero in affitto è l'ultima carta da giocare per trasformare il loro sogno di fare i genitori in realtà, ma la guerra a Sarajevo come sfondo che farà per sempre cambiare cuore e mente a Diego e una ragazza che si presterà a fare da "cicogna" cambia le sorti di un amore che ha assaporato troppo poco il sapore dell'eternità. Regia e sceneggiatura sono buone, nonostante Castellitto abbia palesamente fatto notare le difficoltà tecniche nel riportare visivamente una storia fatta solo ed interamente di flashback. Buona colonna sonora che come sempre non nasconde gli ottimi gusti musicali di Sergio, buona la scelta di far interpretare al vero figlio della coppia (Pietro Castellitto) il ruolo di quel figlio così tanto voluto dai protagonisti. Si assapora per bene l'assordante rumore dei sentimenti in collisione con l'esplosione delle bombe e poi...c'è un Emile Hirsch bravo e bello come non ho mai visto finora. Di grande importantanza morale il significato ultimo della vicenda: poco importa di chi siano biologicamente i figli, in quale sfondo crudele o splendente vengano procreati...importa solo averli desiderati e che, in un modo o nell'altro ci abbraccino chiamandoci "mamma e papà", incuranti della loro venuta al mondo.
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