stellab
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lunedì 19 agosto 2013
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meraviglioso
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Visto per la seconda volta. Unico tra le commedie italiane degli ultimi anni.
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antrace
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lunedì 8 luglio 2013
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luna , sole ...una famiglia sospesa nello spazio
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Una trovata beffarda, scanzonata o una cura alla solitudine inquieta , difficile leggere nel pensiero di Leone, celibe , senza figli, che decide di circondarsi di congiunti presi in prestito, attraverso il volto e l'interpretazione di un assortito gruppo di attori , invitati a condividere la cena di Natale in una tranquilla ,verde dimora vittoriana . Leone si muove con spigliatezza nei panni di marito voglioso, di genitore pedante, di fratello sincero, di figlio pieno di premure, a seconda del figurante con cui interloquire , se la seducente Carmen, sottratta per l'occasione al vero coniuge , non senza patemi per l'eccessivo realismo della rappresentazione , oppure la giovane Luna , sottoposta a una vigilanza accigliata , come quella paterna .
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Una trovata beffarda, scanzonata o una cura alla solitudine inquieta , difficile leggere nel pensiero di Leone, celibe , senza figli, che decide di circondarsi di congiunti presi in prestito, attraverso il volto e l'interpretazione di un assortito gruppo di attori , invitati a condividere la cena di Natale in una tranquilla ,verde dimora vittoriana . Leone si muove con spigliatezza nei panni di marito voglioso, di genitore pedante, di fratello sincero, di figlio pieno di premure, a seconda del figurante con cui interloquire , se la seducente Carmen, sottratta per l'occasione al vero coniuge , non senza patemi per l'eccessivo realismo della rappresentazione , oppure la giovane Luna , sottoposta a una vigilanza accigliata , come quella paterna . Sembra prendersi gioco di tutti i presenti , e prima ancora dell'archetipo consunto del focolare domestico, quasi a dire che i rapporti nelle case possano essere trasmessi e raccontati con abbondante capacità di simulazione , che gli album di famiglia ,dietro i sorrisi, siano tutti macchiati dalle tensioni e dalle discordie . Il film è leggero, disinvolto, brioso ma alla lunga risente dell'invariabilità della scena, tanto da suggerire che un simile testo , denso di dialoghi e riflessioni, possa avere migliore ospiitalità su un palcoscenico .
" Cosa non si fa per denaro" potrebbe essere il sottotitolo dalla parte dei commedianti , che non vedono l'ora di portare a termine il proprio lavoro, in un imbarazzo crescente per la posticcia intimità degli scambi . In questo panorama bizzarro si inserisce una donna ignara , vttima di un incidente , soccorsa per strada e coinvolta nell'intrattenmento natalizio: l'epilogo del film appare inopportuno , il regista teme forse di avere esagerato con i toni balzani, e vuole offrire una descrizione credibile del comportamento del protagonista , tradendo con maldestri cenni romantici lo spirito trasgressivo , spontaneo dell'intera opera. Da sottolineare l'acuta ,trasognata recitazione di Castellitto e la cura dei particolari nelle moine e nei tic degli altri personaggi .
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eugenio
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sabato 6 luglio 2013
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il meta-teatro nella commedia
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Ambientato in una magione ottocentesca in Umbria, Una famigliaperfetta dell’”immaturo” Genovese descrive il rapporto conflittuale dell’acido e solitario Leone (interpretato da un ottimo Castellitto) nei confronti di una famiglia che non ha mai avuto. Per vincere in qualche modo quell’atmosfera di umana tristezza entro cui ha deciso di relegarsi Leone “assolda”, in concomitanza del Natale, una compagnia teatrale di dubbio gusto, al fine di inscenare la famiglia perfetta di cui del titolo. La situazione però sfugge di mano in quanto cognato,moglie,fratello,tre figli e madre vengono “fin troppo” pilotati dal burbero Leone a manifestare atteggiamenti contrari al loro modo naturale di essere.
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Ambientato in una magione ottocentesca in Umbria, Una famigliaperfetta dell’”immaturo” Genovese descrive il rapporto conflittuale dell’acido e solitario Leone (interpretato da un ottimo Castellitto) nei confronti di una famiglia che non ha mai avuto. Per vincere in qualche modo quell’atmosfera di umana tristezza entro cui ha deciso di relegarsi Leone “assolda”, in concomitanza del Natale, una compagnia teatrale di dubbio gusto, al fine di inscenare la famiglia perfetta di cui del titolo. La situazione però sfugge di mano in quanto cognato,moglie,fratello,tre figli e madre vengono “fin troppo” pilotati dal burbero Leone a manifestare atteggiamenti contrari al loro modo naturale di essere. Il risultato finale è la messa in scena di un’intellettualistica parodia meta-teatrale tra vita reale e fittizia, tra ciò che appare e quello che è. I soggetti in causa, il capocomico Fortunato,la moglie Carmen, l’avvenente Sole, si trovano dinanzi a situazioni imbarazzanti come l’eccessiva pinguedine del figlio-attore mal tollerata da Leone, il tradimento di Sole con Fortunato sposato nella vita reale con Carmen che nella finzione è la moglie di Leone, nelle quali il regista Genovese sembra quasi compiacersi deviando l’attenzione dello spettatore in un complicato gioco a incastri. Questo, se da un lato può interessare lo spettatore e coinvolgerlo, dall’altro genera un effetto riflesso non propriamente positivo. Si respira nella pellicola, un’aria di famiglia sui generis troppo pirandellina con un intreccio di giochi pre-costituiti, di simboli noti e di movenze preconfezionate che alla lunga tediano. L’impressione che si ha uscendo dalla sala è quella di una narcisistica interpretazione che,malgrado l’abilità degli attori, non riesce completamente a analizzare tematiche sociali contemporanee (come il potere del denaro per “l’acquisto di parenti finti”, la solitudine esistenziale) che avrebbero potuto essere maggiormente espresse e meglio trattate.
La famiglia perfetta,per antifrasi, è qui degradata, corrotta dal denaro come motore dell’interpretazione della vita e abbandonata a luciferine elucubrazioni materialistiche. E poco importa se lo spettro di Luigi Pirandello aleggi prepotentemente nell’aria tentando di dare una scossa a un Enrico IV edulcorato.
Intrigante e intricabile, Unafamiglia perfetta è l’antifrasi del titolo. Povero moralmente e lontano dall’essere quello che appare. Sic dixit Pirandello.
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angelo bottiroli - giornalista
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domenica 23 giugno 2013
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piccolo capolavoro con una cast eccezionale
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Il film è tipicamente natalizio, ma siamo in presenza di qualcosa di completamente diverso, molto diverso. Gia dalla prima scena si capisce la trama del film: In una villa di campagna nei pressi di Todi, un cinquantenne misterioso, ricco e solo, di nome Leone, decide di affittare una compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non ha mai avuto in occasione delle feste natalizie. L’uomo ha predisposto minuziosamente il copione, ma egli ama anche improvvisare, così non si capisce mai dove finisce la commedia e dove inizia la realtà.
Non si comprende quando l’attore recita o quando interpreta veramente se stesso, i un susseguirsi di finzione, realtà, finzione che è alla base del film.
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Il film è tipicamente natalizio, ma siamo in presenza di qualcosa di completamente diverso, molto diverso. Gia dalla prima scena si capisce la trama del film: In una villa di campagna nei pressi di Todi, un cinquantenne misterioso, ricco e solo, di nome Leone, decide di affittare una compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non ha mai avuto in occasione delle feste natalizie. L’uomo ha predisposto minuziosamente il copione, ma egli ama anche improvvisare, così non si capisce mai dove finisce la commedia e dove inizia la realtà.
Non si comprende quando l’attore recita o quando interpreta veramente se stesso, i un susseguirsi di finzione, realtà, finzione che è alla base del film.
In questa scenografia va in scena la vita reale degli attori con i loro problemi, le loro aspirazioni, le loro aspettative. Ma recitano davvero tutti oppure qualcuno fa sul serio? E fino a quando la finzione rimane tale o sconfina nella realtà?
E la realtà è davvero più brutta della finzione?
Non si può non notare, nel film, certi contrasti dal Natale perfetto con la famiglia riunita al gran completo, costretta ad essere felice, ma è una felicità di facciata perché la realtà è ben diversa.
Il regista, Paolo Genovese, riesce a mischiare tanti sentimenti, riuscendo ad inserire anche alcuni momenti di autentica comicità all’interno di film dove tutti recitano alla perfezione, abili a sorridere di fronte ai riflettori (e cioè quando è presente Leone) ma altrettanto bravi ad essere meno allegri quando i riflettori si spengono ed ognuno rimane con i suoi problemi.
Sopra le righe indubbiamente la recitazione della 41enne Claudia Gemini, ma un plauso va anche ad Ilaria Occhini 78 anni, che riesce a dare molta profondità ad un personaggio, quello della nonna, che è la patriarca della famiglia.
Il film si porta dietro una certa suspence, svelata solo alla fine, nelle ultime scene.
E’ originale, ben fatto, impeccabile sotto ogni punto di vista: un piccolo capolavoro.
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liuk!
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sabato 1 giugno 2013
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miglior film italiano degli ultimi tempi
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Dopo anni si rivede un film italiano degno di nota, con idee nuove e recitazione di qualitá. Il tema del natale é fittizio, non siamo davanti ad un cinepanettone o all'ennesima storia di babbo natale, la stagionalitá non é importante ai fini del plot e non vi é nemmeno un particolare buonismo. Castellitto e la Gerini sono sopra le righe, bravissimi, ed anche il resto del cast non delude, fatto salvo per la ormai donna di plastica, francesca neri.
da vedere.
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onufrio
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sabato 25 maggio 2013
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questo natale si recita a soggetto
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Leone decide di trascorrere il giorno di Natale insieme alla sua ipotetica famiglia in una splendida villa (presa in affitto), per ottenere ciò assume una compagnia d'attori e scrive un copione ben preciso e minuzioso in ogni minimo particolare per ogni singolo componente della famiglia; solo che a volte Leone spiazza tutti con dei "fuori scena" non previsti nel copione. Anche in una famiglia perfetta c'è sempre qualcosa che và storto, il fuori programma più complicato è l'incontro con Alicia (F.Neri) incontrata la notte di natale in strada a causa di un guasto alla macchina. La commedia è piacevole, il finale porta anche un senso al motivo per cui Leone ha ingaggiato la compagnia d'attori; senza dubbio fuori luogo e spiacevole a mio parere è la scena in cui il protagonista interrompe la messa di natale per salire sul palco con un monologo senza arte nè parte.
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cenox
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sabato 18 maggio 2013
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una commedia originale e ben recitata
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Forse la migliore commedia natalizia del 2012, che prende un'idea originale e la trasforma in un film intero. Leone è un uomo solo, che grazie al lavoro e soltanto a quello è riuscito a mettere da parte un bel gruzzolo di soldi, ma la sera di Natale come ogni anno si ritrova con nessuna persona accanto. Allora decide di affittare un'intera compagnia di attori per simulare una famiglia "perfetta", scrivendogli un copione, e divertendosi ad improvvisare imprevisti e scenate. La compagnia (anche perchè sennò non verrebbe pagata!!) asseconderà qualsiasi decisione o azione del padrone di casa, spingendosi ben oltre al programmato. Una buona commedia italiana che stupisce perchè esce dagli schemi preimpostati.
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Forse la migliore commedia natalizia del 2012, che prende un'idea originale e la trasforma in un film intero. Leone è un uomo solo, che grazie al lavoro e soltanto a quello è riuscito a mettere da parte un bel gruzzolo di soldi, ma la sera di Natale come ogni anno si ritrova con nessuna persona accanto. Allora decide di affittare un'intera compagnia di attori per simulare una famiglia "perfetta", scrivendogli un copione, e divertendosi ad improvvisare imprevisti e scenate. La compagnia (anche perchè sennò non verrebbe pagata!!) asseconderà qualsiasi decisione o azione del padrone di casa, spingendosi ben oltre al programmato. Una buona commedia italiana che stupisce perchè esce dagli schemi preimpostati. Ps. sarebbe fine dicembre, ma dalle scene sembrerebbe che il film sia stato girato in giugno!!
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giugy3000
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giovedì 11 aprile 2013
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la perfezione non esiste
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Capita spesso anche ai cinefili doc di aver voglia di trame un po' meno impegnative in una fredda sera di dicembre. E siccome la sala per il film di Wes Anderson era già piena (strano a dirsi eh?) la scelta è automaticamente ricaduta su questo titolo, che specifico bene NON E' UN CINEPATTONE da quattro soldi. Non fatevi ingannare dalla pessima locandina, dall'albero e dal vischio delle prime scene; il film di Paolo Genovese è stato ben pensato dalla sua realizzazione al suo più che buono cast, dove spiccano senz'altro un Castellitto e una Gerini che ritroviamo assieme dopo il drammatico ruolo in "Non ti muovere".
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Capita spesso anche ai cinefili doc di aver voglia di trame un po' meno impegnative in una fredda sera di dicembre. E siccome la sala per il film di Wes Anderson era già piena (strano a dirsi eh?) la scelta è automaticamente ricaduta su questo titolo, che specifico bene NON E' UN CINEPATTONE da quattro soldi. Non fatevi ingannare dalla pessima locandina, dall'albero e dal vischio delle prime scene; il film di Paolo Genovese è stato ben pensato dalla sua realizzazione al suo più che buono cast, dove spiccano senz'altro un Castellitto e una Gerini che ritroviamo assieme dopo il drammatico ruolo in "Non ti muovere". Saranno anche qui nuovamente marito e moglie...ma far finta. Leone è un ricco borghese che decide di farsi un auto-regalo un po' insolito per il 23 dicembre: ingaggiare una famiglia di attori per celebrare come una famiglia in perfetto stile Mulino Bianco la vigilia e il Natale, per 24 ore Leone avrà una madre, una bella moglie, un fratello, una cognata e quattro figli, tra cui si sceglie anche il "pupillo" a cui dedicare più attenzioni. Una farsa gigantesca, una famiglia a nolo dalla a alla z, per sperimentare come sarebbe stato averla per davvero, se i pro avrebbero superato i contro. Con un profondo richiamo al personaggio di Scrooge nella fiaba di Dickens il bravissimo Castellitto nella parte di un padre arido e convinto che il calore di un pranzo di Natale in famiglia si possa comprare come una macchina nuova di zecca è tutto fuorchè sciocco in un periodo di crisi economica, ma soprattutto di valori come quella che stiamo attraversando. La comicità natalizia di Genovese è molto attuale e mai volgare, si interroga sul divario realtà/finzione dei rapporti sociali e stretti e si fa portatore con la sua pseudo fiaba dello spiritello dei natali presenti e futuri, di come ormai tutto sia in balia del denaro, di come la facciata spesso falsa di molti legami regga intere famiglie, anche nella festa in cui si dovrebbe esser sempre felici. L'ho trovato diverso e adatto al momento in cui si trova l'Italia, dove lo spirito di riflessione manca sempre in più a favore di un'esteriorità fasulla in cui sembra non ci manchi niente. Purtroppo sarebbe da sciocchi negare certi momenti di noia e sovente scene inutili e ripetute che rovinano l'ottimo inizio e conseguente svolgimento, così come sarebbe assurdo non constatare che sebbene il film voglia smascherare la finzione per la realtà alla fine con il suo buonismo non faccia altro che ricalcare ancor più la natura favoleggiante. "La vita non è un film" cantavano gli articolo 31 e probabilmente la famiglia perfetta non esiste, ma sperare che nelle nostre radici e nell'amore che ci unisce ai nostri cari risieda un nuovo spirito del Natale dove ci si regali "buoni perdono" o "buoni per un bacio" o ci si regali scatole vuote da riempire con la fantasia...è un ottimo proposito per un Natale alternativo e sicuramente più autentico.
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archipic
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venerdì 15 marzo 2013
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una farsa per un sogno
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Convincente quest'ultimo lavoro di Genovese, basato su un plot spagnolo. Trama strana e surreale, si segue la storia chiedendosi il perché il protagonista ingaggi una compagnia un po' scalcagnata di attori per fingere un Natale lieto e familiare. Il motivo è tutto racchiuso nel finale che fa capire il come e il perché di un'idea così stramba. Motivi legati al passato e di come il passato non si sia potuto compiere pienamente secondo desideri, allora inespressi, che hanno portato i protagonisti verso un futuro differente. Buona prova del cast che rende il tutto credibile, anche le situazioni più paradossali, con Castellitto, Gerini e Giallini in ottima forma. Probabilmente il film risente della mancata sottolineatura delle parti più squisitamente farsesche, che avrebbero aggiunto un sapore diverso alla storia bilanciando, così, meglio le situazioni più serie legate ai diversi rapporti interpersonali esistenti tra tutti i personaggi.
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Convincente quest'ultimo lavoro di Genovese, basato su un plot spagnolo. Trama strana e surreale, si segue la storia chiedendosi il perché il protagonista ingaggi una compagnia un po' scalcagnata di attori per fingere un Natale lieto e familiare. Il motivo è tutto racchiuso nel finale che fa capire il come e il perché di un'idea così stramba. Motivi legati al passato e di come il passato non si sia potuto compiere pienamente secondo desideri, allora inespressi, che hanno portato i protagonisti verso un futuro differente. Buona prova del cast che rende il tutto credibile, anche le situazioni più paradossali, con Castellitto, Gerini e Giallini in ottima forma. Probabilmente il film risente della mancata sottolineatura delle parti più squisitamente farsesche, che avrebbero aggiunto un sapore diverso alla storia bilanciando, così, meglio le situazioni più serie legate ai diversi rapporti interpersonali esistenti tra tutti i personaggi. Il film ha un buon ritmo narrativo e risulta, comunque, godibile e si lascia vedere con piacere. Una commedia diversa dal solito.
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