Una famiglia perfetta |
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Un film di Paolo Genovese.
Con Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Marco Giallini, Carolina Crescentini, Eugenia Costantini.
continua»
Commedia,
durata 120 min.
- Italia 2012.
- Medusa
uscita giovedì 29 novembre 2012.
MYMONETRO
Una famiglia perfetta ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il meta-teatro nella commedia
di EugenioFeedback: 35708 | altri commenti e recensioni di Eugenio |
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sabato 6 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ambientato in una magione ottocentesca in Umbria, Una famigliaperfetta dell’”immaturo” Genovese descrive il rapporto conflittuale dell’acido e solitario Leone (interpretato da un ottimo Castellitto) nei confronti di una famiglia che non ha mai avuto. Per vincere in qualche modo quell’atmosfera di umana tristezza entro cui ha deciso di relegarsi Leone “assolda”, in concomitanza del Natale, una compagnia teatrale di dubbio gusto, al fine di inscenare la famiglia perfetta di cui del titolo. La situazione però sfugge di mano in quanto cognato,moglie,fratello,tre figli e madre vengono “fin troppo” pilotati dal burbero Leone a manifestare atteggiamenti contrari al loro modo naturale di essere. Il risultato finale è la messa in scena di un’intellettualistica parodia meta-teatrale tra vita reale e fittizia, tra ciò che appare e quello che è. I soggetti in causa, il capocomico Fortunato,la moglie Carmen, l’avvenente Sole, si trovano dinanzi a situazioni imbarazzanti come l’eccessiva pinguedine del figlio-attore mal tollerata da Leone, il tradimento di Sole con Fortunato sposato nella vita reale con Carmen che nella finzione è la moglie di Leone, nelle quali il regista Genovese sembra quasi compiacersi deviando l’attenzione dello spettatore in un complicato gioco a incastri. Questo, se da un lato può interessare lo spettatore e coinvolgerlo, dall’altro genera un effetto riflesso non propriamente positivo. Si respira nella pellicola, un’aria di famiglia sui generis troppo pirandellina con un intreccio di giochi pre-costituiti, di simboli noti e di movenze preconfezionate che alla lunga tediano. L’impressione che si ha uscendo dalla sala è quella di una narcisistica interpretazione che,malgrado l’abilità degli attori, non riesce completamente a analizzare tematiche sociali contemporanee (come il potere del denaro per “l’acquisto di parenti finti”, la solitudine esistenziale) che avrebbero potuto essere maggiormente espresse e meglio trattate.
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