sandy walsh
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venerdì 27 marzo 2015
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inquietante
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Albanese non abbandona la satira politica nè il suo fortunato personaggio Cetto Laqualunque. Stavolta però vuole essere più distruttivo quindi accompagna il suo orrendo uomo politico ad altri due personaggi poco raccomandabili, il nordico estremista e sfruttatore di clandestini e lo squinternato Frengo, tra l'altro gradito ritorno per tutti i fan del primo Albanese di Mai dire gol.
Tra vicende personali al limite dell'assurdo e situazioni politiche imbarazzanti, in cui intorno ai protagonisti ruota un insieme di figure altrettanto viscide, i tre si ritrovano niene poco di meno che in Parlamento, causando non pochi guai.
Nonostante l'apparente vena comica del film, ciò che risulta più inquietante è la incredibile somiglianza al vero delle vicende, seppure stereotipate e rese surreali, così come i tre personaggi, benché rappresentati in modo caricaturale, impersonano molto bene la situazione politico-sociale che stiamo vivendo.
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Albanese non abbandona la satira politica nè il suo fortunato personaggio Cetto Laqualunque. Stavolta però vuole essere più distruttivo quindi accompagna il suo orrendo uomo politico ad altri due personaggi poco raccomandabili, il nordico estremista e sfruttatore di clandestini e lo squinternato Frengo, tra l'altro gradito ritorno per tutti i fan del primo Albanese di Mai dire gol.
Tra vicende personali al limite dell'assurdo e situazioni politiche imbarazzanti, in cui intorno ai protagonisti ruota un insieme di figure altrettanto viscide, i tre si ritrovano niene poco di meno che in Parlamento, causando non pochi guai.
Nonostante l'apparente vena comica del film, ciò che risulta più inquietante è la incredibile somiglianza al vero delle vicende, seppure stereotipate e rese surreali, così come i tre personaggi, benché rappresentati in modo caricaturale, impersonano molto bene la situazione politico-sociale che stiamo vivendo. In poche parole, il furbo Albanese usa l'innocente arma della demenzialità per denunciare tutto quello che non va.
A parte la sceneggiatura "grammaticalmente scorretta" ma sicuramente originale, degno di merito è sicuramente il cast, che vede tra gli altri un cameo di Paolo Villaggio e un Fabrizio Bentivoglio sicuramente diverso da come il cinema italiano ci ha abituato a vedere. Del resto non è la prima volta che il bravo attore ci sorprende nei panni di personaggi un pò fuori dal normale, basta pensare al malinconico cowboy de "L'amico di famiglia". Insomma Albanese dimostra di sapere anche contornarsi di buoni interpreti. A questo punto aspettiamo solo il ritorno.
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renato volpone
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domenica 30 dicembre 2012
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il palazzo della politica
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Giulio Manfredonia firma la regia di questo film di Antonio Albanese: si potrebbe pensare che si tratti di uno dei soliti film di cassetta o cinepanettoni, ma non bisogna farsi trarre in inganno, il film è ricco di trovate intelligenti per denunciare con garbo il pessimo stato di salute della politica italiana. Astraendo il contesto e ponendo la storia in un ipotetico mondo futuro dove le persone si abbigliano in maniera inconsueta, il regista toglie il riferimento diretto al mondo politico attuale e offre un "libero" sguardo satirico a 360 gradi sull'Italia, andando dal nord di Rodolfo Favaretto, confinante con la "agognata" Austria, fino al profondo sud di "Cetto La Qualunque", passando per la cattolicissima Roma dove Frengo Stoppato tenta la carriera di "Beato" vivente.
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Giulio Manfredonia firma la regia di questo film di Antonio Albanese: si potrebbe pensare che si tratti di uno dei soliti film di cassetta o cinepanettoni, ma non bisogna farsi trarre in inganno, il film è ricco di trovate intelligenti per denunciare con garbo il pessimo stato di salute della politica italiana. Astraendo il contesto e ponendo la storia in un ipotetico mondo futuro dove le persone si abbigliano in maniera inconsueta, il regista toglie il riferimento diretto al mondo politico attuale e offre un "libero" sguardo satirico a 360 gradi sull'Italia, andando dal nord di Rodolfo Favaretto, confinante con la "agognata" Austria, fino al profondo sud di "Cetto La Qualunque", passando per la cattolicissima Roma dove Frengo Stoppato tenta la carriera di "Beato" vivente. In tutto questo naturalmente non mancano le stoccate alla Chiesa cattolica, al parlamento italiano, ai politici secessionisti del nord. Giostrato con grande intelligenza, pur mettendoci riferimenti alla focosità del maschio italiano, il film non è mai volgare e, anzi, a differenza del precedente che metteva un certo imbarazzante nervosismo, fa ridere di gusto lasciando giusto una punta di amaro per quella "politica" vera che ormai non c'è più: al parlamento si arriva solo per votare, non certo per pensare. Geniale.
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rinogaetanoforever
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venerdì 21 dicembre 2012
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oltre la più umana immaginazione
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Il primo QUALUQUEMENTE,aveva folgorato i più,per la pittoresca ed eccentricità del personaggio stesso (sprattutto tra i giovanissimi),invece che catturare per il messaggio recondito che effettivamente voeva tramettere. Dunque se il primo non è riuscito ad colpire nel segno,come avrebbe potuto,farlo il seguito,in pieno periodo natalizio,con le sale piene zeppe di pubblico orfano dei Cinepanettoni?
Il rischioè banese e Manfredonia potessero essere fraintesi e passare per qualunquisti ptesse diventare una macchietta da commedia di serie B.E questo infatti che è accaduto.
Rischio che Albanese ha voluto correre, snaturando la sua natura di comico, di ben altro livello.
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Il primo QUALUQUEMENTE,aveva folgorato i più,per la pittoresca ed eccentricità del personaggio stesso (sprattutto tra i giovanissimi),invece che catturare per il messaggio recondito che effettivamente voeva tramettere. Dunque se il primo non è riuscito ad colpire nel segno,come avrebbe potuto,farlo il seguito,in pieno periodo natalizio,con le sale piene zeppe di pubblico orfano dei Cinepanettoni?
Il rischioè banese e Manfredonia potessero essere fraintesi e passare per qualunquisti ptesse diventare una macchietta da commedia di serie B.E questo infatti che è accaduto.
Rischio che Albanese ha voluto correre, snaturando la sua natura di comico, di ben altro livello.Il film è ben altra cosada ciò che appare all'apparenza sullo schermo.
Il cinismo del primo film, qui si trasforma inevitabilmente in consapevolezza di una realtà e una società di sola facciata, dove poi chi governa e fa le "Leggi",ha ben poco di chiaro e limpidoso Bentivoglio,rende bene l'idea dell'oscuro male che ci manipola.
la prima parte rimanda ancora al primo Cetto, con battute stridenti,ed ideologie secessioniste,ed anticlericali;la seconda parte ribalta la realtà,non la anticipa, dovrebbe farci capire in quale teatrino siamo capitati,e chi osserva scrupolosamente potrà apprezzare il passo in avanti che è stato fatto, che non è solo veline e corruzione,ma una società occulta che vive sotto di noi,che fa apparire ciò che noi vorremmo non fosse cosi,chi guarda invece intenderà di un'operetta di cui ridacchiare.
Oltre la più umana immaginazione,una vita che non riusciamo a capire perchè loro sanno che non riusciamo ad osservare criticamente, ma solo compiacerci di aver visto un film natalizio.La nostra coscienza sarà a posto?
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[+] pessimo
(di giancol)
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(di epopax)
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stefanomaria
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mercoledì 2 gennaio 2013
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occhi aperti!!!!
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02/01/2013
Mi meraviglia come la maggior parte delle opinioni del pubblico riguardo Tutto tutto niente niente siano ad esso favorevoli; e altrettanto mi meraviglia come le opinioni nei confronti di recensioni sfavorevoli al film siano di disapprovazione. Cos'è, le menti di noi italiani sono state definitivamente mandate in pappa da decenni di mala-politica, di televisione commerciale, telenovelas e grande fratello, che hanno reso tutto possibile in spregio alla Costituzione, alle Leggi, alle norme civili, al buongusto, all'onore, alla correttezza intellettuale, al senso civico? Possibile che non si riesca a distinguere più un buon prodotto da uno scadente? I tempi sono bui, mille difficoltà incombono su tutti noi; e allora non è questo forse il momento di aguzzare la nostra capacità di discernimento per evitare di farci fregare ancora, e ancora, e accora?
Il film di Albanese ha un solo pregio, quello di mostrare, ancora una volta, la bravura del protagonista; ma può bastare? può essere sufficiente in un film che tratta argomenti tanto delicati come la nostra vita, la nostra sopravvivenza, quella dei nostri figli, quella dei giovani che non troveranno mai lavoro se non espatriando, i nostri soldi (guadagnati e sudati) e sperperati con meretrici o acquisti non consentiti? No, io non sono d'accordo, non mi sento, ancora una volta, di uniformarmi al coro pecorone di quelli che, solo perché si ride a qualche buona battuta (qualche, non di più.
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02/01/2013
Mi meraviglia come la maggior parte delle opinioni del pubblico riguardo Tutto tutto niente niente siano ad esso favorevoli; e altrettanto mi meraviglia come le opinioni nei confronti di recensioni sfavorevoli al film siano di disapprovazione. Cos'è, le menti di noi italiani sono state definitivamente mandate in pappa da decenni di mala-politica, di televisione commerciale, telenovelas e grande fratello, che hanno reso tutto possibile in spregio alla Costituzione, alle Leggi, alle norme civili, al buongusto, all'onore, alla correttezza intellettuale, al senso civico? Possibile che non si riesca a distinguere più un buon prodotto da uno scadente? I tempi sono bui, mille difficoltà incombono su tutti noi; e allora non è questo forse il momento di aguzzare la nostra capacità di discernimento per evitare di farci fregare ancora, e ancora, e accora?
Il film di Albanese ha un solo pregio, quello di mostrare, ancora una volta, la bravura del protagonista; ma può bastare? può essere sufficiente in un film che tratta argomenti tanto delicati come la nostra vita, la nostra sopravvivenza, quella dei nostri figli, quella dei giovani che non troveranno mai lavoro se non espatriando, i nostri soldi (guadagnati e sudati) e sperperati con meretrici o acquisti non consentiti? No, io non sono d'accordo, non mi sento, ancora una volta, di uniformarmi al coro pecorone di quelli che, solo perché si ride a qualche buona battuta (qualche, non di più...) deve essere felice e contento. Il film di Manffredonia-Albanese è un prodotto scadente, è qualunquista, arraffazzonato, superficiale, ammantato di volontà di denuncia che è solo facciata (e per questo subdolo...), è ripetizione di schemi visti e rivisti... Ho letto addirittura che qualcuno l'ha definito 'di sinistra': sorrido solo al pensiero che ci siano persone con memoria storica così corta da accostare un tale prodotto all'ideologia di uomini, filosofi, pensatori e politici che da Gramsci in poi tanto hanno contribuito alla crescita del nostro Paese; e questo perché? Io credo che sia certamente perché anche il concetto 'essere di sinistra' è stato svilito, svuotato, messo alla berlina, definendo 'di sinistra' un qualsiasi avversario politico, un magistrato che fa il proprio dovere, un politico dissenziente. Ma è noto ai più che la stragrande maggioranza degli uomini cosiddetti di sinistra in politica, oggi, provengono dalla Democrazia Cristiana di qualche tempo fa? Che le ultime ideologie 'abbastanza' di sinistra sono miseramente cadute con la scomparsa di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani?
Concludo: non sto cercando di convincervi a non andare a vedere Tutto tutto niente niente, ma cerchiamo di farlo con gli occhi ben aperti a smascherare chi crede ancora di potersi approfittare di noi.
Stefanomaria
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ollipop
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mercoledì 2 gennaio 2013
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mediocre satira in un film spesso grottesco
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in Qualunquemente la satira qualche volta scontata era pur sempre pungente divertente e mai volgare . in questo film la volgarita e il grottesco la fanno da padroni.
Non si ride quasi mai ma non si sorride neppure;personaggi caricaturali circondati da altre figure poco azzeccate e spesso fastidiose (vedi la madre bigotta oltre misura mai divertente) satira che ricorre molto alle urla ma ben poco ad efficaci battute ; ne risulta una pellicola spesso noiosa mai coinvolgente ; non si capisce poi la presenza di Villaggio a cui il regista dedica qualche primo piano muto la cui utilita' e' tutta da scoprire!
Peccato perche' da un attore bravissino come Albanese ti saresti aspettato una pellicola all'altezza .
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in Qualunquemente la satira qualche volta scontata era pur sempre pungente divertente e mai volgare . in questo film la volgarita e il grottesco la fanno da padroni.
Non si ride quasi mai ma non si sorride neppure;personaggi caricaturali circondati da altre figure poco azzeccate e spesso fastidiose (vedi la madre bigotta oltre misura mai divertente) satira che ricorre molto alle urla ma ben poco ad efficaci battute ; ne risulta una pellicola spesso noiosa mai coinvolgente ; non si capisce poi la presenza di Villaggio a cui il regista dedica qualche primo piano muto la cui utilita' e' tutta da scoprire!
Peccato perche' da un attore bravissino come Albanese ti saresti aspettato una pellicola all'altezza .
Niente di tutto questo :tre personaggi sono eccessivi anche per Albanese che riesce a svilire anche Cetto in preda a problemi sessuali che francamente non interessano nessuno
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