il passatore
|
domenica 10 febbraio 2013
|
tsunami e naomi
|
|
|
|
Lo tsunami del Natale 2004 in Tailandia, la storia di una famiglia, il lieto fine (anticipato dal titolo): abbiamo già visto metà del film! Ma non è giusto liquidare così l'opera del giovane regista spagnolo Juan Antonio Bayona, che nel suo genere ha dei meriti.
Il primo è la felice intuizione di vedere la vicenda con gli occhi di un bambino che, superato il terrore della fase catastrofica, diventa il protagonista che lotta come un leone per salvare la madre e persino per rendersi utile agli altri.
Il secondo è l’interpretazione di Naomi Watts, con la quale si è guadagnata la nomination all’Oscar. Nel ruolo di Maria, madre di tre bambini in vacanza nel paradiso esotico, la Watts ha pochi minuti per sfoggiare la sobria bellezza di signora anglosassone; per tutto il resto del film sarà deturpata dalle ferite e dalle loro conseguenze.
[+]
Lo tsunami del Natale 2004 in Tailandia, la storia di una famiglia, il lieto fine (anticipato dal titolo): abbiamo già visto metà del film! Ma non è giusto liquidare così l'opera del giovane regista spagnolo Juan Antonio Bayona, che nel suo genere ha dei meriti.
Il primo è la felice intuizione di vedere la vicenda con gli occhi di un bambino che, superato il terrore della fase catastrofica, diventa il protagonista che lotta come un leone per salvare la madre e persino per rendersi utile agli altri.
Il secondo è l’interpretazione di Naomi Watts, con la quale si è guadagnata la nomination all’Oscar. Nel ruolo di Maria, madre di tre bambini in vacanza nel paradiso esotico, la Watts ha pochi minuti per sfoggiare la sobria bellezza di signora anglosassone; per tutto il resto del film sarà deturpata dalle ferite e dalle loro conseguenze.
Il film ha un buon ritmo e non eccede nell’inevitabile sentimentalismo che la vicenda vera di questa famiglia (spagnola nella realtà, americana nella pellicola) porta con sé.
Molto efficace la scena madre della furia distruttiva dello tsunami, forse troppo simile alle reali riprese fatte in loco dai telefonini e per questo troppo viste. Fatalmente torna in mente Hereafter di Clint Eastwood, ove il Maestro aveva atteso l’onda assassina in mercatino del villaggio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il passatore »
[ - ] lascia un commento a il passatore »
|
|
d'accordo? |
|
giacomo.roma78
|
domenica 10 febbraio 2013
|
gli interrogativi di brian77?
|
|
|
|
I baci sotto i lumini nel cielo?
Il braccio di Naomi che riemerge?
Le mani che si sfiorano dalle barelle?
Il bambino che le sfiora il braccio?
Volgari?? Potrei sapere qual'è il tuo concetto di volgarità? Perchè... veramente... sono incuriosito!
Se in un film del genere, che racconta una storia reale - dove ciò che si vuol far vedere non è soltanto lo tsunami in sè, disastroso evento che chiunque può visionare in uno dei tanti documentari prodotti sull'argomento -, non si possono inserire scene del genere che di volgare non hanno proprio un bel niente, ma che invece cercano di raccontare la solidarietà che si viene a creare tra persone che si vedono per la prima volta nella loro vita, ma che hanno TUTTE vissuto INSIEME e indistintamente lo stesso dramma, una tragedia di dimensioni immani, che in un secondo ha portato via, o ha rischiato di portare via tutto, ma proprio tutto ciò che queste persone possedevano.
[+]
I baci sotto i lumini nel cielo?
Il braccio di Naomi che riemerge?
Le mani che si sfiorano dalle barelle?
Il bambino che le sfiora il braccio?
Volgari?? Potrei sapere qual'è il tuo concetto di volgarità? Perchè... veramente... sono incuriosito!
Se in un film del genere, che racconta una storia reale - dove ciò che si vuol far vedere non è soltanto lo tsunami in sè, disastroso evento che chiunque può visionare in uno dei tanti documentari prodotti sull'argomento -, non si possono inserire scene del genere che di volgare non hanno proprio un bel niente, ma che invece cercano di raccontare la solidarietà che si viene a creare tra persone che si vedono per la prima volta nella loro vita, ma che hanno TUTTE vissuto INSIEME e indistintamente lo stesso dramma, una tragedia di dimensioni immani, che in un secondo ha portato via, o ha rischiato di portare via tutto, ma proprio tutto ciò che queste persone possedevano. E non stiamo certo parlando di case, o automobili costose, o conti in banca congelati, ma parliamo di intere famiglie... di vite umane!
E' proprio la carezza di quel bambino, che già così piccolo ha percepito che quella donna e quel ragazzino sconosciuti, lo hanno strappato ad un destino certo, che dovrebbe farci stringere il cuore, perchè regala l'unico gesto d'affetto e di gratitudine di cui è capace, una carezza. E così anche per quelle mani che si sfiorano dalle barelle, proprio nel momento in cui l'unica certezza è quella dell'ingresso in sala operatoria, ma non quella della sua uscita. E potrei aggiungere anche l'abbraccio di Lucas al ragazzino che cerca e trova per conto di quel padre disperato, che gli aveva appuntato il nome di suo figlio su un pezzo di carta perchè lo aiutasse a ritrovarlo.
Insomma, se vogliamo far passare per volgarità scene di questo genere in un film come questo, bè, vuol dire che io dovevo vivere in un altro Mondo... o forse devi viverci tu Brian77?!!
Ciò che ha fatto vedere Bayona in questo film non sono esagerazioni o smielatezze, sono sentimenti grandi che si vengono a creare in determinate situazioni. Situazioni limite. Se volete averne ulteriore prova vi consiglio un libro di un'altra famiglia superstite a questo disastro. Stesso giorno, stesso anno, stesso tsunami, cambia soltanto la Costa, siamo in Sri Lanka, il titolo del libro è "L'Onda", sono 120 misere pagine che vi arriveranno come un colpo di baionetta sullo stomaco, vi asscuro che non sarà una lettura, ma un'esperienza. E questa volta non la racconta un regista che non era lì, e che qualcuno, come in questo caso, potrebbe reputare di averci messo troppa della propria immaginazione o del proprio sentimentalismo, questa volta chi racconta è la donna di casa, la moglie di un uomo e la madre di tre figli (anche lei), in prima persona. Forse gente come Brian77 capirà meglio cosa vuol dire la carezza di un bambino, o la solidarietà e la vicinanza - empatica - di uno sconosciuto.
[-]
[+] no, guarda...
(di brian77)
[ - ] no, guarda...
|
|
[+] lascia un commento a giacomo.roma78 »
[ - ] lascia un commento a giacomo.roma78 »
|
|
d'accordo? |
|
dave69
|
sabato 9 febbraio 2013
|
prima parte davvero impressionante
|
|
|
|
La prima parte del film, quella in cui irrompe in scena lo tsunami e la coppia costituita da madre e figlio maggiore cerca disperatamente di mettersi in salvo e poi di trovare dei soccorsi, è la migliore: veramente impressionante ed efficacie nel ricostruire la spaventosa tragedia avvenuta il 26 dicembre del 2004 al largo della costa nord-occidentale di Sumatra e che coinvolse parti delle regioni costiere dell'Indonesia, dello Sri Lanka, dell'India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh, delle Maldive, giungendo a colpire persino le coste della Somalia e del Kenya (ad oltre 4.500 km dall'epicentro del sisma). Nella seconda parte, invece, putroppo il regista si lascia un po' prendere la mano dell'emotività della vicenda e il film tende a scandere nel melodramma.
[+]
La prima parte del film, quella in cui irrompe in scena lo tsunami e la coppia costituita da madre e figlio maggiore cerca disperatamente di mettersi in salvo e poi di trovare dei soccorsi, è la migliore: veramente impressionante ed efficacie nel ricostruire la spaventosa tragedia avvenuta il 26 dicembre del 2004 al largo della costa nord-occidentale di Sumatra e che coinvolse parti delle regioni costiere dell'Indonesia, dello Sri Lanka, dell'India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh, delle Maldive, giungendo a colpire persino le coste della Somalia e del Kenya (ad oltre 4.500 km dall'epicentro del sisma). Nella seconda parte, invece, putroppo il regista si lascia un po' prendere la mano dell'emotività della vicenda e il film tende a scandere nel melodramma. Resta comunque un'opera da vedere e da sentire. Bravissimo il giovane Tom Holland nella parte di Lucas. ^_^
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dave69 »
[ - ] lascia un commento a dave69 »
|
|
d'accordo? |
|
scosco
|
sabato 9 febbraio 2013
|
un pò sottovalutato
|
|
|
|
questo film a mio modo di vedere è stato un pò sottovalutato dagli spettatori, non sarà certo un film da oscar dove alcune parti potevano esser fatte meglio, non sarà un colossal ma è comunque un buon film che riesce a lasciare qualcosa di bello in sè, non mi ha fatto commuovere a me personalmente ma molta gente in sala piangeva questo vuol dire che il film è toccante, non c 'è molta azione a parte l'inizio è un film che fa riflettere sulla persona umana e ti lascia molte volte con il fiato sospeso dalla gioia o dal dolore basti pensare che si trattava di una storia vera e questo non va scordato! MAI !!! consiglio di vederlo a chi piace il cinema e il genere molto drammatico, ma non lo consiglio a chi magari è di pessimo umore o non piace sentire certe disgrazie, da vedere dal lato storic
[+]
questo film a mio modo di vedere è stato un pò sottovalutato dagli spettatori, non sarà certo un film da oscar dove alcune parti potevano esser fatte meglio, non sarà un colossal ma è comunque un buon film che riesce a lasciare qualcosa di bello in sè, non mi ha fatto commuovere a me personalmente ma molta gente in sala piangeva questo vuol dire che il film è toccante, non c 'è molta azione a parte l'inizio è un film che fa riflettere sulla persona umana e ti lascia molte volte con il fiato sospeso dalla gioia o dal dolore basti pensare che si trattava di una storia vera e questo non va scordato! MAI !!! consiglio di vederlo a chi piace il cinema e il genere molto drammatico, ma non lo consiglio a chi magari è di pessimo umore o non piace sentire certe disgrazie, da vedere dal lato storico per sapere cosa succede nel mondo e le disgrazie realmente accadute!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a scosco »
[ - ] lascia un commento a scosco »
|
|
d'accordo? |
|
brian77
|
giovedì 7 febbraio 2013
|
ci sono cose...
|
|
|
|
... che al cinema non si dovrebbero mai vedere!
- I baci sotto i lumini nel cielo d'oriente
- le mani che si tendono per toccarsi dalle barelle
- il braccio levato di Naomi Watts quando rielerge
- il bambino che le accarezza il braccio
E si potrebbe purtroppo andare avanti per un bel pezzo: sono momenti del film enormemente, immensamente più volgari e inaccettabili di tutte le parolacce che qui sopra condannate nelle commediacce.
Detto questo, il film è fatto con una certa efficacia, si vede abbastanza bene e lascia sperare che Bayona diventi a poco a poco un buon regista. Ma purché la faccia finita con queste squallide trivialità indegne.
[+]
... che al cinema non si dovrebbero mai vedere!
- I baci sotto i lumini nel cielo d'oriente
- le mani che si tendono per toccarsi dalle barelle
- il braccio levato di Naomi Watts quando rielerge
- il bambino che le accarezza il braccio
E si potrebbe purtroppo andare avanti per un bel pezzo: sono momenti del film enormemente, immensamente più volgari e inaccettabili di tutte le parolacce che qui sopra condannate nelle commediacce.
Detto questo, il film è fatto con una certa efficacia, si vede abbastanza bene e lascia sperare che Bayona diventi a poco a poco un buon regista. Ma purché la faccia finita con queste squallide trivialità indegne.
[-]
[+] ma che scrivi?
(di andrea giostra)
[ - ] ma che scrivi?
[+] ci sono anche altre cose...
(di epidemic)
[ - ] ci sono anche altre cose...
|
|
[+] lascia un commento a brian77 »
[ - ] lascia un commento a brian77 »
|
|
d'accordo? |
|
84peppe
|
giovedì 7 febbraio 2013
|
emozionante fino all'inverosimile
|
|
|
|
Partiamo dal presupposto che raccontare una storia vera in un film non è facile, specie se la storia vera è un dramma come questo. Il film tocca le corde giuste per far emozionare ed angosciare allo stesso tempo.La prima ora scorre bene e da la stessa sensazione di un pugno in pieno stomaco mentre stai prendendo fiato.Lo spezza.I "totali" sul resort che viene sommerso dalle onde fanno venire i brividi, come le sequenze in cui ci troviamo in balia delle acque insieme a Maria (una monumentale Naomi Watts, candidata alla statuetta) e al figlio maggiore Lucas. Siamo lì con loro, sballottati da una perte all'altra urtando rami ecc. La regia è molto buona per un'ora di film. La scelta della camera a spalla in certe scene da una sensazione di verosimiglianza assoluta.
[+]
Partiamo dal presupposto che raccontare una storia vera in un film non è facile, specie se la storia vera è un dramma come questo. Il film tocca le corde giuste per far emozionare ed angosciare allo stesso tempo.La prima ora scorre bene e da la stessa sensazione di un pugno in pieno stomaco mentre stai prendendo fiato.Lo spezza.I "totali" sul resort che viene sommerso dalle onde fanno venire i brividi, come le sequenze in cui ci troviamo in balia delle acque insieme a Maria (una monumentale Naomi Watts, candidata alla statuetta) e al figlio maggiore Lucas. Siamo lì con loro, sballottati da una perte all'altra urtando rami ecc. La regia è molto buona per un'ora di film. La scelta della camera a spalla in certe scene da una sensazione di verosimiglianza assoluta.Ewan Mcgregor si vede poco e sarebbe stato interessante vedere la sua interpretazione in lingua originale per apprezzare il crollo emotivo che ha parlando col suocero a telefono mentre gli dice che non trova sua moglie e suo figlio.La credibilità e la verosimiglianza del contesto e del modo di raccontare si ferma negli ultimi trenta minuti circa: qui Bayona dimostra di aver imparato come si fa il regista ad hollywood e calca, a mio modesto parere, troppo la mano sull'emotività dello spettatore. La sequenza finale, poco prima del lieto fine, in cui la Watts ricorda i terribili momenti dell'arrivo dell'onda e parallelamente emerge sia dall'acqua sia dall'anestesia in sala operatoria è stato un esercizio estetico un po' fine a se stesso. Film comunque che ti resta dentro e ti tocca come pochi altri. Voto 8,5
[-]
|
|
[+] lascia un commento a 84peppe »
[ - ] lascia un commento a 84peppe »
|
|
d'accordo? |
|
andrea giostra
|
mercoledì 6 febbraio 2013
|
turbolento!
|
|
|
|
The Impossible (2012)
Già turbolento dalle prime immagini che promettono ansia, angoscia, spavento. La ricostruzione di Juan Antonio Bayona del maremoto dell’Oceano Indiano della notte del 26 dicembre del 2004, è straordinariamente reale e tuffa lo spettatore, ipnotizzandolo, dentro il disastro naturale thailandese che ha causato migliaia e migliaia di morti, le cui ferite sono ancora aperte e fanno lacrimare gocce di disperazione e di disarmante impotenza.
Se fosse stato fatto in 3D, il pubblico delle sale cinematografiche avrebbe più volte sobbalzato dalla poltrona e gli spettatori più freddi, apparentemente, avrebbero assistito ad un inaspettato ed imprevedibile fuggi fuggi.
[+]
The Impossible (2012)
Già turbolento dalle prime immagini che promettono ansia, angoscia, spavento. La ricostruzione di Juan Antonio Bayona del maremoto dell’Oceano Indiano della notte del 26 dicembre del 2004, è straordinariamente reale e tuffa lo spettatore, ipnotizzandolo, dentro il disastro naturale thailandese che ha causato migliaia e migliaia di morti, le cui ferite sono ancora aperte e fanno lacrimare gocce di disperazione e di disarmante impotenza.
Se fosse stato fatto in 3D, il pubblico delle sale cinematografiche avrebbe più volte sobbalzato dalla poltrona e gli spettatori più freddi, apparentemente, avrebbero assistito ad un inaspettato ed imprevedibile fuggi fuggi.
L’ansia e l’angoscia vengono ben coltivati durante tutta la proiezione.
Ma i veri protagonisti sono le emozioni e gli impulsi innati che appartengono alla natura dell’uomo: l’istinto di sopravvivenza prende immediatamente, insieme alle onde anomale del gigantesco tsunami, il sopravvento, per cedere subito dopo senza esitazione la scena all’istinto materno e all’amore filiale.
Ma le tragedie più grandi hanno sempre fatto emergere la vera natura dell’essere umano, nel bene e nel male:
- “Ho bisogno di chiamare a casa. Posso usare il suo telefono?”
- “Ehi, amico! Guardati intorno! Ho la batteria quasi scarica. Serve a noi.”
In questa, che sembra una scena in cui prevale il cinismo più crudele, è invece l’istinto di sopravvivenza che non riesce a cedere il passo alla solidarietà.
Bayona è molto bravo a far serpeggiare la paura e l’angoscia tra le poltrone del cinema illuminate da uno schermo che lancia ondate tumultuose e devastanti di spavento e terrore.
Ma la vera paura non è quella di essere travolti dalle onde e morire. La vera paura è ritrovarsi, dopo essere riemersi dall’acqua fangosa e soffocante, soli e con la consapevolezza di aver perso tutto:
- “Sai qual è stato il momento più brutto?” chiede Ewan McGregor al più piccolo dei suoi figli, Samuel Joslin.
- “Quando è arrivata l’acqua” risponde d’istinto il piccolo al padre.
- “No - replica McGregor - quando sono riemerso e mi sono ritrovato solo”.
E’ la solitudine nelle disgrazie il vero terrore dell’uomo. In fondo, è la solitudine che più di ogni altra cosa l’uomo teme, che lo terrorizza e gli fa paura.
Ma il film racconta un miracolo, racconta l’impossibile realmente accaduto. Ed è proprio “the impossible” che utilizza il bravo Bayona, aiutato dal suo attento sceneggiatore Sergio G. Sanchez, per esorcizzare il terrore che imprigiona l’uomo vittima delle grandi catastrofi naturali, e ridargli quella forza divina ed infinita che alimenta la speranza.
PS – E’ sorprendente la somiglianza del giovane e bravissimo Tom Holland, Lucas nel film, con l’altrettanto bravissimo Jamie Bell diventato famosissimo con la straordinaria interpretazione di Billy Elliot nel film di Stephen Daldry del 2000.
(recensione di Andrea Giostra – andreagiostra@libero.it)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea giostra »
[ - ] lascia un commento a andrea giostra »
|
|
d'accordo? |
|
andrea giostra
|
mercoledì 6 febbraio 2013
|
the impossible!
|
|
|
|
The Impossible (2012)
Già turbolento dalle prime immagini che promettono ansia, angoscia, spavento.
La ricostruzione di Juan Antonio Bayona del maremoto dell’Oceano Indiano della notte del 26 dicembre del 2004, è straordinariamente reale e tuffa lo spettatore, ipnotizzandolo, dentro il disastro naturale thailandese che ha causato migliaia e migliaia di morti, le cui ferite sono ancora aperte e fanno lacrimare gocce di disperazione e di disarmante impotenza.
Se fosse stato fatto in 3D, il pubblico delle sale cinematografiche avrebbe più volte sobbalzato dalla poltrona e gli spettatori più freddi, apparentemente, avrebbero assistito ad un inaspettato ed imprevedibile fuggi fuggi.
[+]
The Impossible (2012)
Già turbolento dalle prime immagini che promettono ansia, angoscia, spavento.
La ricostruzione di Juan Antonio Bayona del maremoto dell’Oceano Indiano della notte del 26 dicembre del 2004, è straordinariamente reale e tuffa lo spettatore, ipnotizzandolo, dentro il disastro naturale thailandese che ha causato migliaia e migliaia di morti, le cui ferite sono ancora aperte e fanno lacrimare gocce di disperazione e di disarmante impotenza.
Se fosse stato fatto in 3D, il pubblico delle sale cinematografiche avrebbe più volte sobbalzato dalla poltrona e gli spettatori più freddi, apparentemente, avrebbero assistito ad un inaspettato ed imprevedibile fuggi fuggi.
L’ansia e l’angoscia vengono ben coltivati durante tutta la proiezione.
Ma i veri protagonisti sono le emozioni e gli impulsi innati che appartengono alla natura dell’uomo: l’istinto di sopravvivenza prende immediatamente, insieme alle onde anomale del gigantesco tsunami, il sopravvento, per cedere subito dopo senza esitazione la scena all’istinto materno e all’amore filiale.
Ma le tragedie più grandi hanno sempre fatto emergere la vera natura dell’essere umano, nel bene e nel male:
- “Ho bisogno di chiamare a casa. Posso usare il suo telefono?”
- “Ehi, amico! Guardati intorno! Ho la batteria quasi scarica. Serve a noi.”
In questa, che sembra una scena in cui prevale il cinismo più crudele, è invece l’istinto di sopravvivenza che non riesce a cedere il passo alla solidarietà.
Bayona è molto bravo a far serpeggiare la paura e l’angoscia tra le poltrone del cinema illuminate da uno schermo che lancia ondate tumultuose e devastanti di spavento e terrore.
Ma la vera paura non è quella di essere travolti dalle onde e morire. La vera paura è ritrovarsi, dopo essere riemersi dall’acqua fangosa e soffocante, soli e con la consapevolezza di aver perso tutto:
- “Sai qual è stato il momento più brutto?” chiede Ewan McGregor al più piccolo dei suoi figli, Samuel Joslin.
- “Quando è arrivata l’acqua” risponde d’istinto il piccolo al padre.
- “No - replica McGregor - quando sono riemerso e mi sono ritrovato solo”.
E’ la solitudine nelle disgrazie il vero terrore dell’uomo. In fondo, è la solitudine che più di ogni altra cosa l’uomo teme, che lo terrorizza e gli fa paura.
Ma il film racconta un miracolo, racconta l’impossibile realmente accaduto. Ed è proprio “the impossible” che utilizza il bravo Bayona, aiutato dal suo attento sceneggiatore Sergio G. Sanchez, per esorcizzare il terrore che imprigiona l’uomo vittima delle grandi catastrofi naturali, e ridargli quella forza divina ed infinita che alimenta la speranza.
PS – E’ sorprendente la somiglianza del giovane e bravissimo Tom Holland, Lucas nel film, con l’altrettanto bravissimo Jamie Bell diventato famosissimo con la straordinaria interpretazione di Billy Elliot nel film di Stephen Daldry del 2000.
(recensione di Andrea Giostra – andreagiostra@libero.it)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea giostra »
[ - ] lascia un commento a andrea giostra »
|
|
d'accordo? |
|
idave
|
mercoledì 6 febbraio 2013
|
scontato, deludente e quasi offensivo
|
|
|
|
Sebbene l'evento di risonanza mondiale potesse offrire infiniti spunti per realizzare un gran bel film, il regista non è riuscito ad elevare il suo prodotto oltre la "pochezza", pochezza di idee di contatto umano, di una chiara visione di come realmente sono andate le cose, dedicando solo inquadrature secondarie al vero dramma che lo Tsunami rappresentò. Un evento di tale portata, con emergenze sanitarie, ed umane che si estendono ben oltre la pochezza di questo film che in estrema sintesi non fa altro che raccontare una fortunata storiella in una cornice drammatica che grida vendetta ed offende chi ha seguito le reali emozioni trasmesse nei giorni del dramma.. emozioni ben lontane da quelle che ha trasmesso il film.
[+]
Sebbene l'evento di risonanza mondiale potesse offrire infiniti spunti per realizzare un gran bel film, il regista non è riuscito ad elevare il suo prodotto oltre la "pochezza", pochezza di idee di contatto umano, di una chiara visione di come realmente sono andate le cose, dedicando solo inquadrature secondarie al vero dramma che lo Tsunami rappresentò. Un evento di tale portata, con emergenze sanitarie, ed umane che si estendono ben oltre la pochezza di questo film che in estrema sintesi non fa altro che raccontare una fortunata storiella in una cornice drammatica che grida vendetta ed offende chi ha seguito le reali emozioni trasmesse nei giorni del dramma.. emozioni ben lontane da quelle che ha trasmesso il film. Si è persi una buona occasione per rendere debitamente memoria a TUTTI coloro che erano li in prima persona.
[-]
[+] forse volevi un documentario?
(di epidemic)
[ - ] forse volevi un documentario?
|
|
[+] lascia un commento a idave »
[ - ] lascia un commento a idave »
|
|
d'accordo? |
|
gioygio
|
mercoledì 6 febbraio 2013
|
un pugno allo stomaco
|
|
|
|
Preparatevi ad assistere ad un film che non vi lascerà un secondo di respiro. Partendo dal presupposto che il film narra le vicende realmente accadute ad una famiglia durante lo Tsunami che colpì la Thailandia nel dicembre del 2004, The Impossible è un'immersione profonda nell'emozione e nel pathos di una tragedia di tale dimensione.
Bayona, il regista, ha una sensibilità straordinaria, sa bene come far entrare lo spettatore all'interno dellla storia, far vivere le emozioni, il dolore e la paura dei protagonisti del film, simbolo di una tragedia purtroppo accaduta davvero.
La scelta del regista di farci vivere la vicenda con gli occhi di Lucas (figlio maggiore della famiglia protagonista del film), rende ancora più umana e reale l'emozione che ci provocano le immagini.
[+]
Preparatevi ad assistere ad un film che non vi lascerà un secondo di respiro. Partendo dal presupposto che il film narra le vicende realmente accadute ad una famiglia durante lo Tsunami che colpì la Thailandia nel dicembre del 2004, The Impossible è un'immersione profonda nell'emozione e nel pathos di una tragedia di tale dimensione.
Bayona, il regista, ha una sensibilità straordinaria, sa bene come far entrare lo spettatore all'interno dellla storia, far vivere le emozioni, il dolore e la paura dei protagonisti del film, simbolo di una tragedia purtroppo accaduta davvero.
La scelta del regista di farci vivere la vicenda con gli occhi di Lucas (figlio maggiore della famiglia protagonista del film), rende ancora più umana e reale l'emozione che ci provocano le immagini.
Belle e toccanti le scene dedicate a Maria (madre, donna e moglie), interpretata da una spettacolare Naomi Watts, protagonista di una tragedia profonda, di una paura ma anche di un coraggio che solo una madre disperata sa tirare fuori. Ottima scelta del cast, effetti speciali realistici come anche le scenografie e le scene di massa realizzate con grande maestria.
Un fim crudo, commovente che non vuole risparmiare allo spettatore nulla, anzi forse il regista indugia anche troppo sul dolore non solo psicologico ma anche fisico che hanno subito e provato i sopravvissuti allo Tsunami del 2004.
Un film che strappa più di una lacrima, che provoca una morsa allo stomaco che non ci abbandona mai fino all'ultima scena che invece di aprire ad un sospiro di sollievo, ad un happy ending, lascia un amaro in bocca e una trsite consapevolezza della forza inarrestabile della natura che tanto è bella e attraente quanto incontrollabile e devastante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gioygio »
[ - ] lascia un commento a gioygio »
|
|
d'accordo? |
|
|