bubi_is_better!
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domenica 29 settembre 2013
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insignificante
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Coinvolgimento pari a zero. Guardarlo è tempo sprecato!
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kyotrix
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mercoledì 21 agosto 2013
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insomma
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Poco piu' che mediocre. La cosa migliore e' la ricreazione dello tsunami e devastazione. Ma trama, dialoghi, scene, tutto troppo finto e da copertina.
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a.mirella
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sabato 3 agosto 2013
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the impossible (2012)
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Buon film; la fotografia è decisamente eccezionale e realistica; la scena iniziale in cui madre e figlio cercano di restare uniti è decisamente la migliore, così come l'incontro tra i 3 fratelli. Si è costruito poco sulla storia iniziale di questa famiglia, indispensabile per noi spettatori per "entrare" ed essere maggiormente coinvolti nella loro vita. Buona la recitazione della Watts, ma non la definirei da oscar; da oscar invece l'interpretazione di Tom Holland ( Lucas) forse il vero protagonista, impeccabile. Opaca la parte di Ewan Mc Gregor, battute scarne, inefficaci, è un attore che avrebbe reso di piu' se si fosse lavorato un po' di pu' sul suo copione; decisamente banale.
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Buon film; la fotografia è decisamente eccezionale e realistica; la scena iniziale in cui madre e figlio cercano di restare uniti è decisamente la migliore, così come l'incontro tra i 3 fratelli. Si è costruito poco sulla storia iniziale di questa famiglia, indispensabile per noi spettatori per "entrare" ed essere maggiormente coinvolti nella loro vita. Buona la recitazione della Watts, ma non la definirei da oscar; da oscar invece l'interpretazione di Tom Holland ( Lucas) forse il vero protagonista, impeccabile. Opaca la parte di Ewan Mc Gregor, battute scarne, inefficaci, è un attore che avrebbe reso di piu' se si fosse lavorato un po' di pu' sul suo copione; decisamente banale.
Si è giocato sul fatto che fosse una storia vera per accrescerne il consenso. Comunque un film da vedere. Ho portato mio figlio di 12 anni .. che lo ha commentato positivamente ( al di sotto di quest'età lo riterrei poco adeguato). La scena in cui madre e figlio cercano disperatamente di rimanere assieme trasportati dalla fiumana di morte e disastro ha lasciato decisamente in apnea l'intero pubblico ( mi piace guardarmi attorno) e molta gente si muoveva in continuazione nella propria poltrona. Buona visione.
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jennifermanca
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sabato 27 luglio 2013
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pessimo
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Trovo questo film decisamente mediocre. La storia, che tutti conosciamo bene, ci viene raccontata con una tale banalità, da far aggiudicare al film un posto di spicco nelle tante "americanate". Le vicende si concentrano sulla separazione di una famiglia causata dallo Tsunami, e sulle difficoltà che incontrerà fino al ricongiungimento, finale che conosciamo già dall'inizio del film. Il tutto è condito con luoghi comuni, personaggi dal buonismo stucchevole, frasi costruite ad arte. La sola cosa ben riuscita nel film è la fotografia. La Watts conferma la sua bravura nell'interpretare questi ruoli, ma purtroppo l'inconsistenza del suo personaggio non rivela le sue doti.
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angelo bottiroli - giornalista
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domenica 23 giugno 2013
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regge perché basato su una storia vera
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The impossible, ossia l’impossibile: il titolo potrebbe pregustare un film di avventura, forse di fantascienza, in realtà ripercorre uno dei disastro più recenti: lo Tsunami del 2004. Siamo di fronte ad un film catastrofico, allora?
Se si escludono le scene iniziali con l’arrivo del mare che spazza via tutto, i morti, i disastri provocati dallo tsunami, il film non può essere paragonato al settore catastrofico, perché si basa una storia vera, realmente accaduta ed è questo “piccolo” particolare che cambia totalmente il film che da possibile scadente (il solito film catastrofico fuori dalla realtà” diventa invece un bel film, basato sulle sofferenze provate 8 anni fa da moltissima gente in Thailandia durante le feste natalizie.
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The impossible, ossia l’impossibile: il titolo potrebbe pregustare un film di avventura, forse di fantascienza, in realtà ripercorre uno dei disastro più recenti: lo Tsunami del 2004. Siamo di fronte ad un film catastrofico, allora?
Se si escludono le scene iniziali con l’arrivo del mare che spazza via tutto, i morti, i disastri provocati dallo tsunami, il film non può essere paragonato al settore catastrofico, perché si basa una storia vera, realmente accaduta ed è questo “piccolo” particolare che cambia totalmente il film che da possibile scadente (il solito film catastrofico fuori dalla realtà” diventa invece un bel film, basato sulle sofferenze provate 8 anni fa da moltissima gente in Thailandia durante le feste natalizie.
Il film mette a nudo le sofferenze umane, racconta la tragedia vissuta da tantissima gente attraverso gli occhi di una famiglia: padre madre e tre figli maschi.
Il regista, Juan Antonio Bayona è lo stesso di “The Orphanage” e ritorna dietro al cinepresa dopo cinque anni di assenza.
Ci ritorna direi anche bene, perché “The impossible” è ben fatto anche se la sofferenza che trasuda dalle immagini non è poca, ma tutto quello che vediamo non è finzione, ma semplice ricostruzione della realtà e forse anche in maniera fin troppo edulcorata.
Ottimi gli attori, fra cui una grande Naomi Watts, attrice inglese di 44 anni, che per questa sua performance è stata candidata all’oscar come migliore attrice protagonista.
A dire il vero la Watts non è nuova nell’interpretare personaggi come quelli nei film “Dream House” e soprattutto in J.Edgar.
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cenox
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martedì 14 maggio 2013
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la potenza dell'acqua e l'amore di una famiglia
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In questo film, tratto dalla storia vera del 2004, una famiglia in vacanza, come tantissime altre, in Thailandia, viene sconvolta dall'immenso e distruttivo tsunami. E' una vera tragedia, in quando l'onda assassina travolge tutto e tutti, uccidendo in un sol colpo migliaia di persone. La famiglia protagonista viene divisa, da una parte il padre con i due figli più piccoli, dall'altra la madre con il figlio più grande. Il film descrive i vari momenti vissuti dalla famiglia fino al tanto agognato ricongiungimento finale. La drammaticità di certe scene fa rivivere quel disastro, e la scena clou dello tsunami è girata in maniera veramente realistica (effetti speciali compresi).
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In questo film, tratto dalla storia vera del 2004, una famiglia in vacanza, come tantissime altre, in Thailandia, viene sconvolta dall'immenso e distruttivo tsunami. E' una vera tragedia, in quando l'onda assassina travolge tutto e tutti, uccidendo in un sol colpo migliaia di persone. La famiglia protagonista viene divisa, da una parte il padre con i due figli più piccoli, dall'altra la madre con il figlio più grande. Il film descrive i vari momenti vissuti dalla famiglia fino al tanto agognato ricongiungimento finale. La drammaticità di certe scene fa rivivere quel disastro, e la scena clou dello tsunami è girata in maniera veramente realistica (effetti speciali compresi).
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claxon86
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giovedì 9 maggio 2013
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una "vera" americanata
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Se da un lato ci troviamo di fronte alla più banale delle "americanate", al più scontato finale strappalacrime, c'è da tenere conto un aspetto fondamentale: il film è basato su una storia vera.
La vita della famigliola felice che può permettersi un viaggio per 5 nel più lussuoso resort tailandese durante le feste di Natale, viene sconvolta da un evento catastrofico.
Lo tsunami di cui sopra vuole quasi essere una punizione divina verso un'elite societaria fortemente invidiata da un pubblico immerso nella più deprimente delle crisi economiche. Il tentativo del regista sembra quasi quello di voler coinvolgere lo spettatore in una rapida rivalutazione ed una forzata perdita di invidia verso chi può concedersi tale lusso.
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Se da un lato ci troviamo di fronte alla più banale delle "americanate", al più scontato finale strappalacrime, c'è da tenere conto un aspetto fondamentale: il film è basato su una storia vera.
La vita della famigliola felice che può permettersi un viaggio per 5 nel più lussuoso resort tailandese durante le feste di Natale, viene sconvolta da un evento catastrofico.
Lo tsunami di cui sopra vuole quasi essere una punizione divina verso un'elite societaria fortemente invidiata da un pubblico immerso nella più deprimente delle crisi economiche. Il tentativo del regista sembra quasi quello di voler coinvolgere lo spettatore in una rapida rivalutazione ed una forzata perdita di invidia verso chi può concedersi tale lusso.
Il ragionamento inculcato nel pubblico non sembra fare una piega: guardali, sono belli, sono felici, trascorrono il natale in tahilandia e si divertono; ma aspetta, anche la più felice delle famiglie può essere oggetto di compassione, oh poveri, una famiglia distrutta, mi viene da piangere.
Ecco, nel giro di pochi secondi, uno tsunami metaforico travolge la coscienza dello spettatore medio, che mentre scoppia di invidia dei confronti del fortunato super manager con una moglie stupenda e tre figli belli ed educati ("non bere la coca cola, se hai sete bevi un succo di frutta", "si mamma"), si ritrova d'un lampo a versare lacrime di commozione attorno al dolore atroce di una famiglia vittima di una catastrofe naturale. Nessuna notizia dei piccoli("Mamma, Simon e Thomas sono morti"), una madre che lotta tra la vita e la morte, pregando l'infermiera di avere un trattamente speciale ("Ho perso mio marito ed altri due figli, io sono l'unica cosa che gli resta."). è questo lo scenario attorno al quale lo spettatore concentra la sua attenzione, versando anche qualche lacrima qua e là.
Una storia strappalacrime, non lacrime versate per 300000 vittime impotenti, ma bensì per un'unica, fortunata, famiglia, che come se non bastasse riesce anche a convincere il più benpensante degli spettatori, salendo su un volo privato pagato dalla loro costosissima assicurazione (ma Zurich Insurance è la casa produttrice del film?).
Un'unico dubbio, ma il fantomatico simbologismo avvolto dietro la pagina del libro e la palla rossa?
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(di evildead)
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pensierocivile
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lunedì 22 aprile 2013
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uno tsunami di musica e lacrime
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Lo spettacolo c'è tutto e basterebbe confrontare la furia dello tsunami di THE IMPOSSIBLE con quello di HEREAFTER di Eastwood per mostrare quanto a suo agio sia Bayona e gli imbarazzi di Clint, ma con “lo spettacolo c'è tutto” intendo lo spettacolo a 360°, degli effetti e dei sentimenti, esposti senza remore e senza paura. Così dopo un avvio teso e insostenibile, con un mare di distruzione che non conosce pietà, due protagonisti in balia di un ritmo dannato e coinvolgente, la quiete della natura annuncia l'arrivo della cavalleria umana. Si fermano gli effetti e si viene travolti dai sentimenti: il legame mamma-figlio, la solidarietà nella tragedia, la separazione tra padre e figli, il legame tra fratellini col maggiore che assume il ruolo di padre, l'abbraccio, l'attesa infinita per la lotta contro la morte.
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Lo spettacolo c'è tutto e basterebbe confrontare la furia dello tsunami di THE IMPOSSIBLE con quello di HEREAFTER di Eastwood per mostrare quanto a suo agio sia Bayona e gli imbarazzi di Clint, ma con “lo spettacolo c'è tutto” intendo lo spettacolo a 360°, degli effetti e dei sentimenti, esposti senza remore e senza paura. Così dopo un avvio teso e insostenibile, con un mare di distruzione che non conosce pietà, due protagonisti in balia di un ritmo dannato e coinvolgente, la quiete della natura annuncia l'arrivo della cavalleria umana. Si fermano gli effetti e si viene travolti dai sentimenti: il legame mamma-figlio, la solidarietà nella tragedia, la separazione tra padre e figli, il legame tra fratellini col maggiore che assume il ruolo di padre, l'abbraccio, l'attesa infinita per la lotta contro la morte. Non manca nulla, compresa una musica incessante, strappacuore ed evocativa.
Naomi Watts è il simbolo del racconto, una martire con una forza pari alla natura spietata. Il film suscita una risposta contraria alla proposta: lo tsunami non si dimentica facilmente, il mare di lacrime è difficilmente sopportabile.
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baal74
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mercoledì 3 aprile 2013
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decente
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bella la sequenza dello tsunami. il resto mi interessa poco ho niente
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wwiwa
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mercoledì 13 marzo 2013
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avvincente e drammatico
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Mi è piaciuto molto e mi ha coinvolto emozionalmente.
Le immagini dello tsunami che trasformano il paradiso del resort in un inferno sono fatte benissimo.
Recitano molto bene Naomi Watts nei panni della madre Maria e il figlio maggiore Lucas ed è davvero sconvolgente vedere tutte le persone che cercano i loro famigliari tra ospedali strapieni o altri rifugi improvvisati....
Fa molto riflettere ed è bello quando la madre Maria impone al figlio di aiutare il bambino Daniel nonostante anche loro non siano messi bene.
Tramette un messaggio di solidarietà umana che rimane anche nelle situazioni più estreme.
Consigliato a tutti
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