bluebeard
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lunedì 16 aprile 2012
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il film più brutto del reame
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Quella che avrebbe dovuto essere un gradevole rivisitazione della celeberrima fiaba trascritta (e non scritta, badate bene) dai fratelli Wilhelm e Jacob Grimm nel lontano 1812, si è invece rivelata una profonda delusione su tutti i fronti. La bellissima fiaba che tutti conosciamo e amiamo (trasposta con felice lirismo come film animato già da Walt Disney nel 1937) è ridotta ad una storiella incolore e pretenziosa, che vorrebbe sciorinare zuccherosi e patetici insegnamenti filo-politically correct (i nanetti sensibili riguardo all'altezza, la principessa che se la cava da sola e del principe ha bisogno solo come compiacente zerbinotto, ecc.) ma che, fortunatamente, non vi riesce neanche alla lontana, visto che il contenuto moraleggiante è praticamente lasciato in balia di una pessima sceneggiatura, talmente abominevole da risultare in certi momenti intollerabile per chiunque abbia un'età superiore ai 2 anni (e pensare che ci si son messi in due per scriverla; i due rispondono ai turpi nomi di Marc Klein e Jason Keller).
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Quella che avrebbe dovuto essere un gradevole rivisitazione della celeberrima fiaba trascritta (e non scritta, badate bene) dai fratelli Wilhelm e Jacob Grimm nel lontano 1812, si è invece rivelata una profonda delusione su tutti i fronti. La bellissima fiaba che tutti conosciamo e amiamo (trasposta con felice lirismo come film animato già da Walt Disney nel 1937) è ridotta ad una storiella incolore e pretenziosa, che vorrebbe sciorinare zuccherosi e patetici insegnamenti filo-politically correct (i nanetti sensibili riguardo all'altezza, la principessa che se la cava da sola e del principe ha bisogno solo come compiacente zerbinotto, ecc.) ma che, fortunatamente, non vi riesce neanche alla lontana, visto che il contenuto moraleggiante è praticamente lasciato in balia di una pessima sceneggiatura, talmente abominevole da risultare in certi momenti intollerabile per chiunque abbia un'età superiore ai 2 anni (e pensare che ci si son messi in due per scriverla; i due rispondono ai turpi nomi di Marc Klein e Jason Keller). Si vede che il regista, Tarsem Singh, ha dato talmente per scontato che tutti sarebbero andati a vedere un film su un soggetto arcinoto da non preoccuparsi minimamente della sfida che rappresentava l'infondere nuova linfa alla vetusta favoletta, correndo il rischio di banalizzarla, proprio perchè così famosa. Persino la prova del cast risulta infelice: per prima Lily Collins (la cui presenza scenica paragonata da qualche critico in aria di blasfemia a quella di Audrey Hepburn), che sarà anche graziosa e aggraziata, ma ciononostante risulta piatta e scipita, e lo script, come già ribadito, non aiuta la performance; passiamo ad Armie Hammer, di lui non saprei che dire, visto che la sua prensenza all'interno del film non è stata costruita nel migliore dei modi: un uomo oggetto (utile solo all'economia della storia, il cui finale implica fiori d'arancio e confettini per non deludere gli spettatori romantici), antipatico e pomposo, ridicolo e costantemente a petto nudo (chissà perché...); Julia Roberts non la si può che compiangere visto che questo film rappresenta solo l'ultimo di un serie di inciampi nella sua brillante carriera, e benchè ce la metta tutta non riesce a risultare davvero la più cattiva (la più bella è scontato) del reame. Non riescono a salvare questa specie di Titanic cinematografico neache gli straordinari costumi del premio Oscar Eiko Ishioka (scomparsa prematuramente questo gennaio, forse perché testimone del film completato...) né il sopravvalutato talento visionario di Singh, né tantomento l'orrido numero musicale in stile bollywoodiano che chiude, con nostro grande sollievo, il film. L'ultima cosa ridicola è il modo in cui la critica italiana, al contrario di quella d'oltreoceano, ha cercato di rivalutare la pellicola cercando improponibili colte citazioni e analisi psicanalitiche inesistenti.
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marketto14
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martedì 10 aprile 2012
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ottima scenografia, contenuto prettamente scontato
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L'ambientazione e la scenografia sembra essere il punto focale del film. I contenuti (visto il tema della storia molto popolare) sono stati interpretati in modo molto superficiale e scontato e adatto ad un pubblico di fascia d'età ridotto. Poco attinente è la canzone-coreografia finale presente nei titoli di coda che si rifà ad uno stile indiano simile alla famosa canzone "jay oh". Il personaggio di Julia Roberts spicca nella storia con il suo fascino e con la sua atuorità. In molti si saranno chiesti come l'attrice abbia potuto ricoprire questo ruolo ma io stesso mi sono risposto dicendo che la crisi c'è anche per gli "attori" e che dopo una serie di film importanti la Roberts si sarà divertita un pò a interpretare nuovi ruoli.
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L'ambientazione e la scenografia sembra essere il punto focale del film. I contenuti (visto il tema della storia molto popolare) sono stati interpretati in modo molto superficiale e scontato e adatto ad un pubblico di fascia d'età ridotto. Poco attinente è la canzone-coreografia finale presente nei titoli di coda che si rifà ad uno stile indiano simile alla famosa canzone "jay oh". Il personaggio di Julia Roberts spicca nella storia con il suo fascino e con la sua atuorità. In molti si saranno chiesti come l'attrice abbia potuto ricoprire questo ruolo ma io stesso mi sono risposto dicendo che la crisi c'è anche per gli "attori" e che dopo una serie di film importanti la Roberts si sarà divertita un pò a interpretare nuovi ruoli.
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ziomax
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venerdì 6 aprile 2012
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bel film - costumi e ambientazioni meravigliosi
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Una ricostruzione della fiaba di Biancaneve originale, i personaggi sono molto simpatici anche quelli cattivi, subito si rimane colpiti dalla bellezza delle ambientazioni e dei costumi un vero splendore. Molto suggestivo lo specchio della regina. Julia Roberts è una regina schietta, perfida e divertente, dice quello che pensa e lo fa con un sarcasmo pungente; non è mostruosa o spaventosa, la sua malignità sta nelle parole. Davvero una grande interpretazione. Un film davvero bello e in sala risulta essere molto gradito a grandi e piccini.
[+] ben detto
(di gianfranco c. (roma))
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donni romani
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domenica 6 maggio 2012
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la regina vs bianca, lotta noisa
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l titolo originale del film, "Mirror Mirror" (Specchio Specchio) fa capire che questa volta al centro di una delle favole più famose di tutti i tempi è la regina cattiva, contraltare della innocente Biancaneve e sicuramente di maggior spessore come personaggio cinematografico, tanto che la parte è stata affidata a Julia Roberts, star che sa giocare a sufficienza con se stessa per affrontare un ruolo quasi fumettistico. Il regista indiano Tarsem Singh (The Cell, Immortals) ha l'idea buona, spostare i riflettori su un personaggio negativo invece che sull'eterna bellezza-bontà di Neve, qui ragazzina dolce e ingenua nella prima parte ma coraggiosa guerriera in seguito - i tempi cambiano e nessuna ragazza d'oggi accetta mele da una sconosciuta e si fa sottomettere - ma il film resta una semplice parodia di quel che avrebbe potuto essere, senza sviluppare mai a fondo le tematiche psicanalitiche che la favola dei fratelli Grimm ha sempre ispirato.
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l titolo originale del film, "Mirror Mirror" (Specchio Specchio) fa capire che questa volta al centro di una delle favole più famose di tutti i tempi è la regina cattiva, contraltare della innocente Biancaneve e sicuramente di maggior spessore come personaggio cinematografico, tanto che la parte è stata affidata a Julia Roberts, star che sa giocare a sufficienza con se stessa per affrontare un ruolo quasi fumettistico. Il regista indiano Tarsem Singh (The Cell, Immortals) ha l'idea buona, spostare i riflettori su un personaggio negativo invece che sull'eterna bellezza-bontà di Neve, qui ragazzina dolce e ingenua nella prima parte ma coraggiosa guerriera in seguito - i tempi cambiano e nessuna ragazza d'oggi accetta mele da una sconosciuta e si fa sottomettere - ma il film resta una semplice parodia di quel che avrebbe potuto essere, senza sviluppare mai a fondo le tematiche psicanalitiche che la favola dei fratelli Grimm ha sempre ispirato. Divertenti alcune scene, i trattamenti di bellezza di Julia Roberts sembrano usciti da una Spa new age, simpatica l'idea di trasformare i nanetti in briganti del bosco che si aggirano sui trampoli a far rapine, ma nessun guizzo vero, nessuna reale invenzione registica, perchè se è vero che in questa versione la giovane Neve prende coscienza di sè, dei disagi del popolo e di cosa significhi vivere in una tirannia, è altrettanto certo che i personaggi di contorno, il principe in primis, restano figurine senza spessore e senza carisma. Sprecato ad esempio impiegare un attore sublime come Nathan Lane in una parte di contorno (il valletto reale) quando avrebbe potuto dare maggior verve a tutto il film, e decisamente inutili ai fini del messaggio del film le scaramucce fra le due primedonne, visto che si mantengono sempre su un piano dialettico già visto e sentito. La gelosia di Gremilde avrebbe potuto dar luogo e ben altro script, e anche gli occhioni di Lily Collins (figlia del batterista dei Genesis Phil) avrebbero potuto venarsi di un pizzico di cattiveria in più invece di limitarsi a compiere un passo verso la consapevolezza e la coscienza sociale. Il balletto finale in stile Bollywood è decisamente divertente e strappa un sorriso, ma è un po' poco per non rimpiangere la vecchia classica meravigliosa versione Disney della fiaba.
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giacomogabrielli
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sabato 14 aprile 2012
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rinascita di un classico. ****
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Dopo poco tempo dal meraviglioso 'Immortals', il regista visivamente più eccentrico e particolare del cinema, torna sempre in grande stile. Singh trasforma quello che pareva essere un eterno classico in un qualcosa di mai visto prima, con soluzioni geniali e come sempre azzeccate. La sua rivisitazione di 'Biancaneve' è esplosiva e ben fatta. Finalmente qualcuno ha messo uno stop al monopolio Disney, dal target universale e dai toni ripetitivi. Bellissima la rivisitazione dei sette nani, straordinaria Julia Roberts e simpatica Lily Collins, qui al suo quarto lungometraggio dopo 'Abduction'. Un film che, al contrario del violentissimo 'Immortals', non si prende sul serio e scherza, a volte assumendo toni quasi da parodia, su tutto, compreso esso stesso, esordendo con un monologo della Roberts che fa piegare in due dal ridere.
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Dopo poco tempo dal meraviglioso 'Immortals', il regista visivamente più eccentrico e particolare del cinema, torna sempre in grande stile. Singh trasforma quello che pareva essere un eterno classico in un qualcosa di mai visto prima, con soluzioni geniali e come sempre azzeccate. La sua rivisitazione di 'Biancaneve' è esplosiva e ben fatta. Finalmente qualcuno ha messo uno stop al monopolio Disney, dal target universale e dai toni ripetitivi. Bellissima la rivisitazione dei sette nani, straordinaria Julia Roberts e simpatica Lily Collins, qui al suo quarto lungometraggio dopo 'Abduction'. Un film che, al contrario del violentissimo 'Immortals', non si prende sul serio e scherza, a volte assumendo toni quasi da parodia, su tutto, compreso esso stesso, esordendo con un monologo della Roberts che fa piegare in due dal ridere. Punto di forza dei film di Tarsem come sempre sono i costumi, che stavolta davvero meriterebbero l'Oscar, disegnati da Eiko Ishioka, morta da pochi mesi, qui alla sua ultima collaborazione col regista indiano. Ottime anche scenografia, fotografia, dai toni oro-grigio, e musica, firmata da Alan Menken, qui unico tocco 'alla Disney'. Il finale bollywoodiano ci sta bene, girato con gusto e furbizia. Migliore il titolo originale. Co-prodotto da Brett Ratner. Visto in 2D. RINASCITA DI UN CLASSICO ****
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sarengy
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giovedì 19 aprile 2012
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la "neve" cade e si rialza
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Personalmente, fin dall'esordio in cui la regina racconta la storia della figliastra, accompagnata da una sorta di cartone animato, ho capito che stavo per vedere un film un po' diverso. Singh ha decisamente osato. Il rischio di cadere nella parodia o presa in giro del capolavoro Disney era dietro l'angolo. Scampato pericolo, direi. Anzi, la scenografia e l'ambientazione fiabesca (i vestiti e i costumi della defunta Eiko Ishioka hanno avuto una parte fondamentale in questo)pur mantenendo la narrazione a livello di favola, hanno contribuito a rendere moderna la pellicola.
Durante la visione, quasi quasi ci si scorda di essere andati a vedere un film sulla storia di Biancaneve, insomma chi è che non ha mai visto il cartone animato, ormai è impressionato nella cultura cinematografica di tutti ed il confronto è praticamente inevitabile.
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Personalmente, fin dall'esordio in cui la regina racconta la storia della figliastra, accompagnata da una sorta di cartone animato, ho capito che stavo per vedere un film un po' diverso. Singh ha decisamente osato. Il rischio di cadere nella parodia o presa in giro del capolavoro Disney era dietro l'angolo. Scampato pericolo, direi. Anzi, la scenografia e l'ambientazione fiabesca (i vestiti e i costumi della defunta Eiko Ishioka hanno avuto una parte fondamentale in questo)pur mantenendo la narrazione a livello di favola, hanno contribuito a rendere moderna la pellicola.
Durante la visione, quasi quasi ci si scorda di essere andati a vedere un film sulla storia di Biancaneve, insomma chi è che non ha mai visto il cartone animato, ormai è impressionato nella cultura cinematografica di tutti ed il confronto è praticamente inevitabile. Eppure, solo alla fine si realizza che era la favola di Biancaneve per un particolare non da poco.
Finalmente la pallida fanciulla si riscatta, però, perchè nel film d'animazione era rimasta incastrata nelle faccende di casa e risultava anche poco furba, fidandosi della "dolce" vecchina e rischiando la morte. Menomale che il principe azzurro passava di li e l'ha baciata! Qui invece il principe, oltre ad avere un nome, Alcott, è anche piuttosto ridicolo e inutile per la risoluzione della storia.
E i nani! I nani che di mestiere fanno i briganti e non raccolgono diamanti (fa pure rima) sono forse la sorpresa e il cambiamento più significativo, ma solo per pochi minuti perché la dolce Neve compierà la sua opera di riabilitazione.
Lilly Collins é davvero perfetta per la parte, impacciata al punto giusto ed estremamente dolce, come conferma la stessa Julia Roberts, e chi dice che non é abbastanza bella per colpa delle sopracciglia un po' troppo folte è uno stolto, siamo solo troppo abituati a vedere visi rifatti e di conseguenza non naturalmente belli.
Devo ammettere che per la regina Roberts ho provato una grande simpatia, dovuta forse anche dalla rinomata bravura dell'attrice, che suppongo assolutamente voluta dal regista, tanto è vero che il titolo originale è "Mirror mirror" e nella locandina la regina è sola, prova che il personaggio non doveva risultare solo la "cattiva" della storia, ma una vera e propria protagonista accanto alla principessa.
E che dire del leccapiedi Brighton! Il grande Nathan Lane, la "mamma" di "Piume di struzzo".
Tarsem Singh ha decisamente cambiato aria con questo film se si pensa a "the cell", "the fall" e "Immortals", anche se la fantasia è il filo conduttore tra tutti a ben pensarci.
E' un film da vedere, ma dimenticatevi di "Biancaneve e i sette nani", del dolce cucciolo e degli uccellini canterini, se non altro per il finale bolliwoodiano, omaggio al cinema indiano (il regista è indiano)e versione rivisitata del ballo al castello.
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ultimoboyscout
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lunedì 2 luglio 2012
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le fiabe non sono più quelle di una volta!
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Fa strano vedere la Matrigna schiaffeggiare Biancaneve: fra le tante versioni delle varie fiabe riviste recentemente questa ci mancava davvero! La fiaba dei fratelli Grimm è rivista (e corretta!) come una commedia avventurosa e spiritosa, fantastica e romantica, ricca di gelosia e tradimenti, tanto da assurgere a vero spettacolo per gli occhi ma anche per il cuore. E visto che a breve uscira un'ennesima versione, decisamente dark di Binacaneve con Kristen Stewart, la storia rischia seriamente l'immortalità cinematografica, semmai non l'avesse ancora raggiunta. Questa versione di Tarsem Singh è invece decisamente insolita, allegra, colorata, comica e scanzonata, irriverente e politically uncorrect.
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Fa strano vedere la Matrigna schiaffeggiare Biancaneve: fra le tante versioni delle varie fiabe riviste recentemente questa ci mancava davvero! La fiaba dei fratelli Grimm è rivista (e corretta!) come una commedia avventurosa e spiritosa, fantastica e romantica, ricca di gelosia e tradimenti, tanto da assurgere a vero spettacolo per gli occhi ma anche per il cuore. E visto che a breve uscira un'ennesima versione, decisamente dark di Binacaneve con Kristen Stewart, la storia rischia seriamente l'immortalità cinematografica, semmai non l'avesse ancora raggiunta. Questa versione di Tarsem Singh è invece decisamente insolita, allegra, colorata, comica e scanzonata, irriverente e politically uncorrect. Lily Collins è perfetta nel ruolo grazie al suo candore, mentre il taglio della Regina/Matrigna dato dalla Roberts è sublime. Ha reso il personaggio quasi schizzoide e dalla doppia personalità di cui una si manifesta nello specchio e l'altra nella realtà. E i sette nani sono dei predoni acrobati. Difficile dire chi sia la reale protagonista tra le due "primedonne", di sicuro la Matrigna non si trova in secondo piano rispetto a Biancaneve. E malgrado le innovazioni questa versione della fiaba conserva il suo fascino innato perchè nonostante le varie modernizzazioni le fondamenta solidissime sono sempre quelle. Le attese di vedere la candida Roberts in un ruolo inedito per lei, quello di cattiva, erano alte e non sono state tradite, essere la "fidanzatina d'America" è bello ma fare la carogna pare sia bellissimo! Eccentrica, bizzarra ed estremamente efficace, in queste poche parole si potrebbe definire l'opera del talentuoso ex videoclippettaro (e si vede) Singh che copia un pò l'Alice burtoniana a livello visivo ma riesce a rendere la sua opera più vivace e narrativamente scattante della rivisitazione con Johnny Depp. Il merito del regista è comunque quello di non snaturare la fiaba, ma di darne una propria interpretazione, di non stravolgerla e di averla vvicinata con tatto e garbo, senza rinunciare al proprio personalissimo tocco. Quindi mantenere l'ideale Disneyano per acchiappare i bambini e utilizzare nuovi ingradienti e un tono più malizioso per accaparrare gli adulti, grazie soprattutto ai dialoghi brillanti e ironici. Ci stanno alcuni cali di ritmo, compensati da ottime e dinamiche scene d'azione.
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francesca romana cerri
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lunedì 23 aprile 2012
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un capolavoro di gusto
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Un capolavoro di gusto, di immagine, di recitazione, di arguzia. Un film fatto con amore, un film che rivisita gli arhcetipi profondi della fiaba e mette in luce un diverso modo di concepire la donna. Una Biancaneve che si fà salvatrice e non salvata, una Biancaneve che fà gli interessi degli oppressi. Una matrigna che d'altro canto rappresente il potere, il regime, il regno che campa a sbavo delle gente. Quest'ultimo concetto non è poi tanto fiabesco, osservando la vita da nababi che fanno i nostri governanti, le menzogne che raccontano al Popolo e lo spreco di danaro ai danni dello stato. Senza andare lontano basti pensare all'Italia. Ma del film oltre a questa sottile critica, si ricordano quei colori , quelle fotografie spettacolari e necessarie, quei disegni che sembrano usciti da un quadro di Dalì.
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Un capolavoro di gusto, di immagine, di recitazione, di arguzia. Un film fatto con amore, un film che rivisita gli arhcetipi profondi della fiaba e mette in luce un diverso modo di concepire la donna. Una Biancaneve che si fà salvatrice e non salvata, una Biancaneve che fà gli interessi degli oppressi. Una matrigna che d'altro canto rappresente il potere, il regime, il regno che campa a sbavo delle gente. Quest'ultimo concetto non è poi tanto fiabesco, osservando la vita da nababi che fanno i nostri governanti, le menzogne che raccontano al Popolo e lo spreco di danaro ai danni dello stato. Senza andare lontano basti pensare all'Italia. Ma del film oltre a questa sottile critica, si ricordano quei colori , quelle fotografie spettacolari e necessarie, quei disegni che sembrano usciti da un quadro di Dalì. Un film che ovviamente richiede un budget altissimo e che in modo povero non avrebbe potuto farsi, certo. Tuttavia, ciò dimostra come in altre culture si investe nella cultura cinematografia, che fatta a questi livelli è pura arte. Giulia Roberts, che sà prendersi in giro, che sà passare dai ruoli più disparati non si smente: attrice che certo, fà molti film di cassetta, sà dimostrare di essere efficace anche nel ruolo dell'antagonista, della perdente, non mira sempre come alcuni a ritagliarsi il ruolo dell'eroina. Un principe inedito, e affascinante, insicuro e femminista, dei nani straordinari nell'umorismo, un servitore di corte che, lo si vede ad occhio nudo , è un grande attore. Ogni particolare è curato, dieci e lode per un film che senza pretese di profondità, intrattiene con grande classe.
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tiamaster
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mercoledì 11 aprile 2012
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film incompiuto.
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Inutile dire che di questo film non c'era bisogno ma,sì sà,hollywood pensa solo a far soldi.In biancaneve le trovate visive e alcune ideuzze riguardo la caratterizazione dei personaggi non erano da buttare,e infatti vengono applicate ma per il resto il film è imbarazante e fuori luogo.Brava julia roberts che interpreta una regina insolita,scarsissima lily collins che accostata alla grande julia risulta decisamente inopportuna.In sintesi si può dire che non è un film scontato ma superficiale e mal sviluppato che non lascia nulla e si dimentica 5 minuti dopo essere usciti dalla sala.La roberts,insomma salva il film con un personaggio finalmente non banale e diverso.
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Inutile dire che di questo film non c'era bisogno ma,sì sà,hollywood pensa solo a far soldi.In biancaneve le trovate visive e alcune ideuzze riguardo la caratterizazione dei personaggi non erano da buttare,e infatti vengono applicate ma per il resto il film è imbarazante e fuori luogo.Brava julia roberts che interpreta una regina insolita,scarsissima lily collins che accostata alla grande julia risulta decisamente inopportuna.In sintesi si può dire che non è un film scontato ma superficiale e mal sviluppato che non lascia nulla e si dimentica 5 minuti dopo essere usciti dalla sala.La roberts,insomma salva il film con un personaggio finalmente non banale e diverso.nel complesso il film è passabile.
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carlona
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giovedì 19 aprile 2012
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grande roberts
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Già il trailer aveva dato adito a questo dubbio: ma la vera protagonista di questa storia è Biancaneve o la Regina Cattiva? In effetti, il titolo originale del film è Mirror, Mirror e non Biancaneve come nella versione italiana, e merito della riuscita dello svecchiamento di una delle favole più amate è proprio di Julia Roberts. Ma andiamo con ordine.
Tarsem Singh, regista visionario che ama giocare con la fotografia e l'atmosfera dei suoi film, quando ha accettato di dirigere questa storia ha deciso di mettere mano alla versione originale della favola di Biancaneve: una storia tramandata per cinquecento anni in tutta l'Europa, in paesi diversi e con versioni differenti.
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Già il trailer aveva dato adito a questo dubbio: ma la vera protagonista di questa storia è Biancaneve o la Regina Cattiva? In effetti, il titolo originale del film è Mirror, Mirror e non Biancaneve come nella versione italiana, e merito della riuscita dello svecchiamento di una delle favole più amate è proprio di Julia Roberts. Ma andiamo con ordine.
Tarsem Singh, regista visionario che ama giocare con la fotografia e l'atmosfera dei suoi film, quando ha accettato di dirigere questa storia ha deciso di mettere mano alla versione originale della favola di Biancaneve: una storia tramandata per cinquecento anni in tutta l'Europa, in paesi diversi e con versioni differenti. Non stupitevi, dunque, delle differenze rispetto all'adattamento classico della Disney, Biancaneve e i sette nani. La prima ispiratissima differenza è proprio il ruolo primario della Regina Cattiva, quasi del tutto protagonista della prima parte del film: un personaggio attualissimo che usa la sua bellezza e la sua vanità per racchiudere nelle sue mani sempre più potere. Una bellezza che va conservata a tutti i costi, tra punture di vespe al posto del botulino e ricercati fanghi ai vermi. E se qualche difetto è eccessivamente visibile... si ricorre all'autoironia. Julia Roberts, ex fidanzatina d'America, è straordinariamente divertente e talmente convincente che, nonostante sia lei la villain della situazione, trasforma in icona questo personaggio e lo rende sfavillante e decisamente più simpatico dell'anonima eroina che nella seconda parte del film si trasforma in una sorta di Robin Hood.
Seppur legato ai classici archetipi, il Principe Azzurro che nella versione Disney compariva nel finale per concedersi il tenero bacio-sveglia, qui il Prince Charming, interpretato dall'affascinante Armie Hammer, piuttosto che salvare gli altri, diventa lui stesso fanciullo in pericolo che si ritrova in mutande, creando un personaggio abbordabile e astutamente divertente. E come dimenticarsi i sette nani, reinterpretati da sette attori straordinari, che hanno dato nuova linfa e nuovi caratteri a questi piccoli personaggi che "rubano ai ricchi... per se stessi". In tempi di crisi, niente di più attuale di un tiranno che rincara le tasse e di nani che, esiliati dal regno, abbandonano i loro onesti lavori per trasformarsi in banditi acrobatici.
Tarsem Singh confeziona dunque una buona storia, concretizzando e attualizzando tutti questi personaggi ormai entrati, a buon diritto, nell'immaginario di milioni di bambini, e lasciando spazio tra l'altro a scenografie mozzafiato e a costumi realizzati dalla fu artista Eiko Ishioka. Un film per famiglie che mescola azione, commedia e complotti dove, forse, l'unica nota stonata è proprio lei, Biancaneve-Lily Collins (Miss Sopracciglioni d'Inghilterra); personaggio semi-anonimo e stucchevole.
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