olgadik
|
martedì 15 maggio 2012
|
un film così non si vedeva da tempo
|
|
|
|
Si tratta di un film classico, con rare sbavature, con una raffinata regia e contenuti che ribadiscono la capacità già sperimentata di Amelio nell’indagare l’anima e i comportamenti tra infanzia e adolescenza. Ad essa si aggiunge una particolare sapienza nel fornire contesti storici limpidamente suggeriti come sfondo. La retorica, pur in agguato quando l’autobiografia è dichiarata e “doppia”, come in questo caso, non abita qui. Lo stile, pur ricorrendo a modalità quasi antiche (camera su carrello con binari), costumi ispirati a ricordi personali, atmosfere legate al sud da cui si ha origine, è pieno di talento.
[+]
Si tratta di un film classico, con rare sbavature, con una raffinata regia e contenuti che ribadiscono la capacità già sperimentata di Amelio nell’indagare l’anima e i comportamenti tra infanzia e adolescenza. Ad essa si aggiunge una particolare sapienza nel fornire contesti storici limpidamente suggeriti come sfondo. La retorica, pur in agguato quando l’autobiografia è dichiarata e “doppia”, come in questo caso, non abita qui. Lo stile, pur ricorrendo a modalità quasi antiche (camera su carrello con binari), costumi ispirati a ricordi personali, atmosfere legate al sud da cui si ha origine, è pieno di talento. Con particolare scorrevolezza nel collegare lo ieri e l’oggi dei personaggi principali, Amelio, ispirandosi all’ultima opera postuma di Camus, ricrea insieme la sua infanzia e quella dello scrittore di origine algerina. L’Algeri degli anni ’50, a parte i singoli fatti della grande Storia, è simile alla Calabria dell’autore, intrisa di luce e di mare, nonché alle ristrettezze e alla durezza che non mancarono neppure nella storia di Amelio. La partecipazione con cui egli rievoca è densa e sentita quindi, per niente accademica, con una vivezza espressiva che a volte fa pensare a Au revoir les enfants di Malle. Più spesso si pensa agli altri suoi lavori (Ladro di bambini, Le chiavi di casa, il lontano Piccolo Archimede), in cui il regista dispiega tutta la propria vena umanistica e poetica percorrendo il doppio binario della Storia e delle storie quotidiane di cui tutti noi facciamo parte. Mai però era riuscito a unire con tanta abilità, mischiando e separando,la dimensione privata nella luce malinconica del ricordo-sogno e quella politico-etica indagata e restituita con gli occhi della mente. Nel 1957 arriva in Algeria Camus-Cormery, uno scrittore che ritorna nel paese d’origine al centro di sussulti terroristici e di disordini tipici di una terra che vuole liberarsi dal giogo coloniale. Lo scrittore, pur avendo una sua idea personale di quanto gli si sta muovendo intorno,el paese, insegue nell’oggi soprattutto la memoria di un padre perso prestissimo e vuole rivedere la madre, lo zio, il maestro, tutti quei personaggi su cui il piccolo Jacques ha costruito se stesso come uomo. E in ognuno ritrova qualcosa di sé, come capiamo dal dialogo col vecchio pedagogo che ha creduto in lui, convincendo la terribile nonna a fargli proseguire gli studi. Sembrerebbe un banale amarcord questa opera dell’autore calabrese e invece, pur nella sua misura fuori dal tempo, è un film che non sa di già visto. Sentimenti, parole, silenzi si snodano come se lo stesso regista temesse di incrinare con un errore l’armonia perfetta di alcune sequenze. Ciò non vuol dire che tutto sia allo stesso livello; come in ogni opera, capolavori a parte, si registrano momenti di stanca o cadute di tensione ma, se paragonato al livello ordinario della produzione odierna, penso si possa parlare di un ottimo risultato. Attori ed attrici (Maya Sansa e Catherine Sola), ambientazioni, contenuti morali, luce e particolari narrativi (le scarpe), primi piani di sguardi senza parole (quello della madre anziana su cui il racconto si chiude) danno vita a un film da gustare come non si vedeva da qualche tempo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a olgadik »
[ - ] lascia un commento a olgadik »
|
|
d'accordo? |
|
amici del cinema (a milano)
|
lunedì 14 maggio 2012
|
palpitante
|
|
|
|
Mi e’ rimasto impresso un commento di un'amica su Camus “E’ un autore che riesce sempre a commuovermi perche’ sa arrivare al cuore,forse proprio perche’ sa toccare la fragilita’ dell animo umano”.
Ecco mi sembra un giudizio molto pertinente e sul quale posso aggiungere che a sua volta Amelio riesce a commuovere perche’ riesce a filmare e a cogliere questa essenza del racconto di Camus.
“Il primo uomo” mi e’ piaciuto moltissimo, poche volte sono rimasto alla fine della proiezione senza parole e con un grumo forte nel cuore, un groviglio di emozioni che si sono dipanate piano piano nella serata.
Amelio riesce a tratteggiare dei personaggi davvero umani, le loro parole, i loro gesti, i loro silenzi sono piu’ veri del vero, sono di una intensità tale che fuoriesce dalla pellicola e si fa concreta.
[+]
Mi e’ rimasto impresso un commento di un'amica su Camus “E’ un autore che riesce sempre a commuovermi perche’ sa arrivare al cuore,forse proprio perche’ sa toccare la fragilita’ dell animo umano”.
Ecco mi sembra un giudizio molto pertinente e sul quale posso aggiungere che a sua volta Amelio riesce a commuovere perche’ riesce a filmare e a cogliere questa essenza del racconto di Camus.
“Il primo uomo” mi e’ piaciuto moltissimo, poche volte sono rimasto alla fine della proiezione senza parole e con un grumo forte nel cuore, un groviglio di emozioni che si sono dipanate piano piano nella serata.
Amelio riesce a tratteggiare dei personaggi davvero umani, le loro parole, i loro gesti, i loro silenzi sono piu’ veri del vero, sono di una intensità tale che fuoriesce dalla pellicola e si fa concreta.
Il rapporto figlio-madre, il rispetto per chi ci ha educato (“Un bambino è il germoglio dell’uomo che sarà”), l’orgoglio della madre verso il figlio, la nostalgia per il passato ormai perso (ma del quale si sottolinea il valore formativo) l’impegno civile per la pace, per una giustizia uguale per tutti, sono tutti temi che ho trovato profondi e ben celati tra le pieghe e gli anfratti di questo film.
E il discorso che Jean Cormery tiene alla radio sull’unità e sul rispetto mi ha riscaldato il cuore perche’ e’ esattamente quello che penso io e che amaramente mi fa pensare a certi comizi di politici nostrani.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a amici del cinema (a milano) »
[ - ] lascia un commento a amici del cinema (a milano) »
|
|
d'accordo? |
|
lalla di casale
|
domenica 13 maggio 2012
|
un film bello e toccante
|
|
|
|
Finalmente l'ultimo film di Amelio è arrivato anche nella piccola città dove vivo, ho visto il film che attendevo da qualche settimana, ieri sera . é un film veramente da non perdere . Stori ineressante, realizzato in modo impeccabile ,perfetto in ogni senso. Grazie al regista .
|
|
[+] lascia un commento a lalla di casale »
[ - ] lascia un commento a lalla di casale »
|
|
d'accordo? |
|
nalipa
|
giovedì 10 maggio 2012
|
il cinema di amelio...da vedere con il cuore!
|
|
|
|
Mi piacciono tutti i film di Amelio e vorrei ne facesse di più.
Anche quest'ultimo non mi ha delusa, anzi!
Certo la vicenda storica(che per altro é già stata trattata magistralmente con "La battaglia di Algeri" da Gillo Pontecorvo nel 1966) non é l'elemento portante del film, no!
Amelio ha voluto fare un film sulla memoria, sulle nostalgie, sulla necessità di conoscere da dove si viene per capire ciò che si vive e poter immaginare il mondo del futuro...almeno così mi é sembrato.
Penso però abbia realizzato un film anche molto attuale perchè, purtroppo, la convivenza tra popoli di razza diversa è sempre un enorme problema.
La forza espressiva degli ottimi attori mi ha coinvolta completamente.
[+]
Mi piacciono tutti i film di Amelio e vorrei ne facesse di più.
Anche quest'ultimo non mi ha delusa, anzi!
Certo la vicenda storica(che per altro é già stata trattata magistralmente con "La battaglia di Algeri" da Gillo Pontecorvo nel 1966) non é l'elemento portante del film, no!
Amelio ha voluto fare un film sulla memoria, sulle nostalgie, sulla necessità di conoscere da dove si viene per capire ciò che si vive e poter immaginare il mondo del futuro...almeno così mi é sembrato.
Penso però abbia realizzato un film anche molto attuale perchè, purtroppo, la convivenza tra popoli di razza diversa è sempre un enorme problema.
La forza espressiva degli ottimi attori mi ha coinvolta completamente...del resto chi segue Amelio e va a vedere i suoi film non si aspettta mai grandi dialoghi... si aspetta piuttosto delle grandi emozioni.... : il piccolo Nino Jouglet é sprepitoso! Mi ha commossa in ogni inquadratura!
Grande Amelio!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nalipa »
[ - ] lascia un commento a nalipa »
|
|
d'accordo? |
|
barone di firenze
|
lunedì 7 maggio 2012
|
amelio - poesia
|
|
|
|
Che dire di un film di Amelio, non si smentisce mai, gioca con i sentimenti e quasi sempre ti strappa una lacrima, la storia di Jean Cormery che s'intreccia con l'infame storia del colonialismo francese è tenera e poetica assieme, gli attori sono veramente strepitosi, un merito anche ai doppiatori Favino e Tognazzi che con la loro voce hanno colorato ancor di più la storia. L'incontro fra Jaen e lo zio, (ritardato?) nella casa di riposo sul mare è veramente toccante, l'attrice che interpreta la vecchia madre proviene dalla Commedie Francaise e si vede. Fotografia e ambientazione attima. Da vedere solo da coloro che sono dei cinefili, perché per gli altri può risultare lento e pesante.
|
|
[+] lascia un commento a barone di firenze »
[ - ] lascia un commento a barone di firenze »
|
|
d'accordo? |
|
giovanna
|
lunedì 7 maggio 2012
|
il “primouomo” che è in tutti noi
|
|
|
|
Una grazia speciale attraversa quest’ultimo lavoro di Gianni Amelio, in straordinaria sintonia con il filosofo francese, premio Nobel per la Letteratura nel 1957, prematuramente scomparso nel 1960 in un incidente automobilistico. Nel cinquantenario dalla morte se ne rievoca il pensiero anche con questo film, già premiato al festival di Toronto, ispirato al manoscritto trovato incompiuto e pubblicato, solo nel 1994, da Gallimard e in Italia da Bompiani. Vicende esistenziali lontane nel tempo e nello spazio, ma unificate dallo stesso slancio emozionale, uniscono i due: contesto familiare di drammatica povertà, valori familiari fortissimi, intelletto al servizio della conoscenza. Non importa che uno, Albert Camus, giovanissimo premio Nobel, si muova tra Parigi e Algeri nell’incandescente momento del conflitto franco-arabo, mentre l’altro, Amelio, prende le mosse dalla Calabria degli irrisolti problemi del nostro Meridione.
[+]
Una grazia speciale attraversa quest’ultimo lavoro di Gianni Amelio, in straordinaria sintonia con il filosofo francese, premio Nobel per la Letteratura nel 1957, prematuramente scomparso nel 1960 in un incidente automobilistico. Nel cinquantenario dalla morte se ne rievoca il pensiero anche con questo film, già premiato al festival di Toronto, ispirato al manoscritto trovato incompiuto e pubblicato, solo nel 1994, da Gallimard e in Italia da Bompiani. Vicende esistenziali lontane nel tempo e nello spazio, ma unificate dallo stesso slancio emozionale, uniscono i due: contesto familiare di drammatica povertà, valori familiari fortissimi, intelletto al servizio della conoscenza. Non importa che uno, Albert Camus, giovanissimo premio Nobel, si muova tra Parigi e Algeri nell’incandescente momento del conflitto franco-arabo, mentre l’altro, Amelio, prende le mosse dalla Calabria degli irrisolti problemi del nostro Meridione. Jacques Gamblin, con malinconica intensità, tiene insieme le fila di questo complesso emozionante lavoro di ricostruzione di un pezzo di vita individuale con forte cornice storica. L’elemento collettivo e quello personale sono molto ben calibrati e restituiscono le tesi già espresse ne Lo Straniero sulla necessità di attenersi a principi di solidarietà che rompano il cerchio di un mondo di cui non è possibile capire le regole. Questo sostiene il protagonista, quando,ormai famoso intellettuale, chiamato all’Università di Algeri, nel ’57, nell’imminenza del conflitto franco-algerino, espone la sua posizione politica, con un intervento più che teorico filosofico, profondamente emozionale sul valore della solidarietà. Intervento assai contestato nel film, di straordinaria attualità rispetto all’evoluzione primavera araba, che non mancherà di suscitare polemiche di grana grossolana, rinverdendo l’immagine di un Camus usato come santino campione anti-Sartre. Nel film si rievoca la posizione espressa, in un famoso discorso alla radio, da Camus, quando sostenne la sua adesione alla rivoluzione, ma il suo no al terrorismo. Posizione minoritaria rispetto alla linea indicata dal Maestro : “Qualche volta bisogna stare dalla parte dei barbari”. Cormery- Camus- Amelio ascoltano attenti, riflettono malinconici e fanno loro la frase dell’ Insegnante, che determina filosofia di vita e titolo del manoscritto: “Ogni bambino contiene già i germi dell’uomo che diventerà”. Rigorosa, elegante meditazione sul “primouomo” che è in tutti noi. da www.criticipercaso.it
[-]
[+] tanto di cappello
(di pepito1948)
[ - ] tanto di cappello
|
|
[+] lascia un commento a giovanna »
[ - ] lascia un commento a giovanna »
|
|
d'accordo? |
|
emiliaromagna
|
sabato 5 maggio 2012
|
bravissimo gianni amelio
|
|
|
|
i personaggi tutti molto belli, con aspetti caratteriali dai quali c'è certamente da imparare. Anzitutto il senso di dignità e di amor proprio, sentimento attualmente molto caduto in disuso. Come anche l'onestà e la fedeltà alle proprie idee ed il non derogarvi anche a costo della propria vita. Con quell'amore che traspare, ci insegna a vedere con occhio più obbiettivo il mondo arabo. Ottimi gli attori, tutti.
|
|
[+] lascia un commento a emiliaromagna »
[ - ] lascia un commento a emiliaromagna »
|
|
d'accordo? |
|
michela papavassiliou
|
martedì 1 maggio 2012
|
un segno lungo un secolo
|
|
|
|
Jean e' un bambino, interpretato dal bravo Nino Jouglet perfetto per la parte, di madre algerina e padre francese caduto in guerra e mai conosciuto. Cresciuto da una nonna dalla frusta facile analfabeta e nullatenente , vive con la madre, la bellissima attrice italo-iraniana Maya Sansa, che si ammazza di lavoro da mattina a sera per riuscire a malapena a campare. Nella umile dimora vive anche lo zio Etienne, lievemente ritardato, che si occupera' di lui amorevolmente e lo iniziera' alle fatiche del lavoro di sopravvivere portandolo con se' in fabbrica. Siamo negli anni '20, il ragazzo e' intelligente e frequenta con
profitto,tra mille difficolta' e privazioni, la quinta elementare.
[+]
Jean e' un bambino, interpretato dal bravo Nino Jouglet perfetto per la parte, di madre algerina e padre francese caduto in guerra e mai conosciuto. Cresciuto da una nonna dalla frusta facile analfabeta e nullatenente , vive con la madre, la bellissima attrice italo-iraniana Maya Sansa, che si ammazza di lavoro da mattina a sera per riuscire a malapena a campare. Nella umile dimora vive anche lo zio Etienne, lievemente ritardato, che si occupera' di lui amorevolmente e lo iniziera' alle fatiche del lavoro di sopravvivere portandolo con se' in fabbrica. Siamo negli anni '20, il ragazzo e' intelligente e frequenta con
profitto,tra mille difficolta' e privazioni, la quinta elementare. Il Professor Bernard suo insegnante sara' fondamentale per la formazione del giovane e ,quando la famiglia, per necessita' economiche lo strappera' dal continuare gli studi, sara' proprio lui a ricondurlo in aula garantendogli un futuro migliore. Diventera' infatti uno scrittore famoso Jean, un uomo sensibile e colto che si battera' strenuamente, attraverso i suoi scritti e le sue azioni , per la realizzazione di una democrazia reale del suo paese, per l'uguaglianza e la fine delle ostilita' tra arabi e francesi d'Algeria. E' il 1957 quando il protagonista torna, dalla Francia dove ormai vive con moglie e due figli, nella sua citta'per tenere un discorso all'Universita' dove aveva in passato studiato. Algeri e' sotto assedio e gli attentati da parte di gruppi nazionalisti che lottano per l'indipendenza dalla Francia, sono all'ordine del giorno. L'uomo va a trovare l'anziana madre e cerca di convincerla a partire con lui, ma la donna resta inflessibile nella decisione di rimanere nella sua terra, pur sapendo che questa scelta sara' una firma per la totale solitudine ed la lontananza dall'amato figlio. La permanenza di Jean tra quelle atmosfere familiari, riaccendera' nel suo animo una sequenza emozionante di ricordi, che lo portera' sulle tracce di se' bambino e del padre mai conosciuto. Un film intenso, per la regia di Gianni Amelio, che ricostruisce in modo impeccabile, un interessante viaggio a ritroso nella storia. Tratto dal romanzo incompiuto di Albert Camus, questa pellicola traccia con la macchina da presa un segno d'inchiostro lungo un secolo. Da vedere. MP
[-]
|
|
[+] lascia un commento a michela papavassiliou »
[ - ] lascia un commento a michela papavassiliou »
|
|
d'accordo? |
|
goldy
|
sabato 28 aprile 2012
|
eccesso di emotività, ripetitivo, vecchio.
|
|
|
|
Spiace dissentire con la quasi totalità di consensi che il film ha ottenuto.Pur sssendo girato in Algeria, il film lascia molto sullo sfondo la realtà drammatica che si stava giocando nel paese per concentrarsi sull'evoluzione formativa-sentimentale del bambino in linea con le tematiche cvonsuete dei suoi film precedenti. In questo senso il film si inserisce in un FILONE tematico già ampiamente sondato dal cinema senza nulla aggiungere.
Uno spettatore giovane che nulla sa della storia recente del paese continua a nulla sapere. Meno ancora viene a sapere dell'importanza dello scrittore che il bimbo diventerà .
[+]
Spiace dissentire con la quasi totalità di consensi che il film ha ottenuto.Pur sssendo girato in Algeria, il film lascia molto sullo sfondo la realtà drammatica che si stava giocando nel paese per concentrarsi sull'evoluzione formativa-sentimentale del bambino in linea con le tematiche cvonsuete dei suoi film precedenti. In questo senso il film si inserisce in un FILONE tematico già ampiamente sondato dal cinema senza nulla aggiungere.
Uno spettatore giovane che nulla sa della storia recente del paese continua a nulla sapere. Meno ancora viene a sapere dell'importanza dello scrittore che il bimbo diventerà . . Quindi cosa resta? A mio avviso, poco o nulla. Amelio gira sempre intorno al rapporto padre-figlio con una vena melanconico-poetica decisamente stucchevole, ripetitiva che rasenta la leziosità narrativa. Peccato!
[-]
[+] giovani e cultura
(di pekka333)
[ - ] giovani e cultura
[+] ex giovane
(di goldy)
[ - ] ex giovane
|
|
[+] lascia un commento a goldy »
[ - ] lascia un commento a goldy »
|
|
d'accordo? |
|
melania
|
giovedì 26 aprile 2012
|
caro amelio....
|
|
|
|
Film bellissimo,fortemente empatico,evocativo,si segue con emozione ed interesse dall'inizio alla fine.Grazie,amelio,ancora una volta ci hai dato un film di grande umanità!
|
|
[+] lascia un commento a melania »
[ - ] lascia un commento a melania »
|
|
d'accordo? |
|
|