onufrio
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giovedì 15 novembre 2012
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j. edgar hoover
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Invictus e Hereafter non mi avevano particolarmente convinto,con questo film Eastwood a mio parere è tornato ai suoi livelli. E' la storia di J.Edgar Hoover, il famoso capo dell'Fbi, raccontata dagli anni '20 fino alla sua morte, poco dopo l'elezione del Presidente Nixon. il genere Biografico si addice molto alle corde di Eastwood, sa raccontare le storie in modo sempre interessante e mai noioso. Il cast è perfetto, rivedo la Watts finalmente in una bella parte e su DiCaprio oramai c'è ben poco da dire. Ottimo film.
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(di damiano ragni)
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martino76
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domenica 4 novembre 2012
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la mano di eastwood
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Rappresentazione della storia di J. Edgar Hover, memorabile capo della polizia che fu precursore delle odierne tecniche investigative. La mano di Eastwood c'è e si vede, come al solito riesce a dare un tocco di umanità alla storia. Il film pero' non è ai livelli degli altri suoi successi ma di sicuro è un film da vedere.
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em.ina
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lunedì 29 ottobre 2012
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sconsigliato
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ANNI LUCE DA MYSTIC RIVER E MILLION DOLLAR BABY, IN COSTANTE DISCESA, DOPO HEREAFTER, ECCO UN ALTRO FILM DELUDENTE FIRMATO CLINT EASTWOOD.
STORIA INTERESSANTE MA DI CAPRIO A MIO AVVISO POCO CREDIBILE NELLA VERSIONE ANZIANA ORRIBILMENTE TRUCCATA E PRIVA DI ESPRESSIONE.
SCONSIGLIATO
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narsil
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sabato 13 ottobre 2012
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bella storia..
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Film interessante, interpretato da attori che ben si adattano ai ruoli loro assegnati.
Come al solito Clint Eastwood non sbaglia un colpo..
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cenox
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mercoledì 3 ottobre 2012
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la vita di un illustre americano
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Non si può dire che Eastwood non sia uno dei migliori registi perchè per compiere la biografia di un americano discusso come Hoover ci vuole talento. Tra flashback ben realizzati si attraversano diversi momenti della vita di quello che diverrà il capo dell'FBI e della stessa America, da quando la polizia ancora non conosceva nessuna metodologia scientifica per indagare e catalogare le prove fino all'assassinio di Luther King. Hoover interpretato da uno straordinario Di Caprio, che conferma tutto il suo valore ancora una volta, ci svela il suo animo introverso ma profondamente convinto dei suoi metodi e delle sue ideologie, che anche se un po' estremiste a volte, si riveleranno indispensabili per la lotta contro il crimine.
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Non si può dire che Eastwood non sia uno dei migliori registi perchè per compiere la biografia di un americano discusso come Hoover ci vuole talento. Tra flashback ben realizzati si attraversano diversi momenti della vita di quello che diverrà il capo dell'FBI e della stessa America, da quando la polizia ancora non conosceva nessuna metodologia scientifica per indagare e catalogare le prove fino all'assassinio di Luther King. Hoover interpretato da uno straordinario Di Caprio, che conferma tutto il suo valore ancora una volta, ci svela il suo animo introverso ma profondamente convinto dei suoi metodi e delle sue ideologie, che anche se un po' estremiste a volte, si riveleranno indispensabili per la lotta contro il crimine. Non per niente vengono attribuiti allo stesso Hoover gli arresti di alcuni tra i più grandi gangster della storia. Tra arresti, storia vissuta, imprese reali o mitizzate, Eastwood riesce a renderci piuttosto chiara l'evoluzione di una nazione. La critica che si può muovere è solo quella di una lunghezza del film che non lo aiuta ad essere appassionante in ogni suo momento, rendendolo noiosetto.
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fab_y
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giovedì 6 settembre 2012
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confuso...
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Dall'inizio alla fine questo film fa capir poco di sè e soprattutto del personaggio principale di cui si voleva rappresentare tutta una vita a capo dell'FBI. Invece la storia è mal sviluppata, si disperde tra i continui flashback e le vicende che coinvolgono il Dott. Hoover che, più che rivissute e palesate, vengono semplicemente descritte e introdotte tramite lunghi monologhi. Il film sembra destinato ad un pubblico che già conosce le varie peripezie e colpi di genio del protagonista, dato che molto si da per scontato nella trasposizione di fatti e personaggi. Salva il film solo quella flebile vena di tacito romanticismo che non sappiamo in realtà se sia mai esistito.
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Dall'inizio alla fine questo film fa capir poco di sè e soprattutto del personaggio principale di cui si voleva rappresentare tutta una vita a capo dell'FBI. Invece la storia è mal sviluppata, si disperde tra i continui flashback e le vicende che coinvolgono il Dott. Hoover che, più che rivissute e palesate, vengono semplicemente descritte e introdotte tramite lunghi monologhi. Il film sembra destinato ad un pubblico che già conosce le varie peripezie e colpi di genio del protagonista, dato che molto si da per scontato nella trasposizione di fatti e personaggi. Salva il film solo quella flebile vena di tacito romanticismo che non sappiamo in realtà se sia mai esistito. Ottimo, come al solito, Di Caprio.
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alex8
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mercoledì 1 agosto 2012
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bel film ma si tratta di un film...
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Più di una recensione volevo commentare la solita interpretazione eastwoodiana della storia americana.
J. Edgar nella realtà era un personaggio molto diverso, molto più corrotto di quanto appare e molto più compromesso nella sua relazione con il suo amato Clayde Tolson. E'noto che un noto gangster dell'epoca, un certo Meyer Lansky, aveva raccolto prove sulla sua relazione e per questo aveva agevolazioni "investigative" sulle sue attività criminali. Addirittura su una rivista, il "Time Magazine" di New York, è stato pubblicato qualche articolo sulle compagnie maschili del nostro John. Ovviamente i giornalisti che se ne sono occupati hanno subito varie inchieste da parte del FBI con relative conseguenze.
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Più di una recensione volevo commentare la solita interpretazione eastwoodiana della storia americana.
J. Edgar nella realtà era un personaggio molto diverso, molto più corrotto di quanto appare e molto più compromesso nella sua relazione con il suo amato Clayde Tolson. E'noto che un noto gangster dell'epoca, un certo Meyer Lansky, aveva raccolto prove sulla sua relazione e per questo aveva agevolazioni "investigative" sulle sue attività criminali. Addirittura su una rivista, il "Time Magazine" di New York, è stato pubblicato qualche articolo sulle compagnie maschili del nostro John. Ovviamente i giornalisti che se ne sono occupati hanno subito varie inchieste da parte del FBI con relative conseguenze. Queste cose per il caro e bravo Clint sono trascurabili. Per lui l'amore per l'America ha reso questi personaggi integerrimi, puliti e rispettosi delle leggi degli Stati Uniti.
Dal mio punto di vista sotto le lenzuola accadeva molto di più e quello che Eastwood ha deciso di farci vedere, ed è evidente che anche lui è senz'altro contaminato dall'amore per l'America. Oppure voleva descrivere una storia molto singolare di amore represso fino alla morte e il film mi piace di più se letto in questo modo.
In ogni caso a me piace molto, ma molto di più il punto di vista del grande Sergio, quella scena finale dove passa il camion dell'immondizia e dove dopo il grande Robert si chiede, ma che fine ha fatto...
E' questa la vera America ...
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tiamaster
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giovedì 14 giugno 2012
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bella storia raccontata male
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Io ho sempre amato il cinema di eastwood, un mirabile regista che ha regalato al suo pubblico perle come "gran torino","million dollar baby" e "lettere da iwo jima".......clint è un regista eccezionale, ma questa volta mi ha deluso.J.edgar era una figura interessante,ma la sceneggiatura,(scritta dallo sceneggiatore premio oscar per "Milk") non riesce mai a coinvolgere lo spettatore,che rimane inevitabilmente annoiato.Il film non è pesante per colpa di clint (che ha sempre un idea registica molto bella),ma per la sceneggiatura,che sembra rivolgersi a se stessa e mai al pubblico.Merita di essere menzionata la grande interpretazione di leonardo di caprio,veramente da oscar.
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Io ho sempre amato il cinema di eastwood, un mirabile regista che ha regalato al suo pubblico perle come "gran torino","million dollar baby" e "lettere da iwo jima".......clint è un regista eccezionale, ma questa volta mi ha deluso.J.edgar era una figura interessante,ma la sceneggiatura,(scritta dallo sceneggiatore premio oscar per "Milk") non riesce mai a coinvolgere lo spettatore,che rimane inevitabilmente annoiato.Il film non è pesante per colpa di clint (che ha sempre un idea registica molto bella),ma per la sceneggiatura,che sembra rivolgersi a se stessa e mai al pubblico.Merita di essere menzionata la grande interpretazione di leonardo di caprio,veramente da oscar.Una delusione.....
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catcarlo
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lunedì 4 giugno 2012
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j. edgar
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L’anfetaminico Hoover raccontato da James Ellroy e la malinconica perfezione di ‘Bird’. Sono questi i termini di paragone con cui, almeno nella mia testa, deve confrontarsi il ritorno di Eastwood alla narrazione di una vita celebre. Qualche difetto c’è, a partire da una colonna sonora impalpabile firmata dallo stesso regista in versione ‘faccio tutto io’, ma eccessive paiono le critiche grandinategli addosso in patria. Resta lontano il livello della biografia, di certo più partecipata, dedicata a Charlie Parker – e anche di qualche altra sua opera – ma, tutto sommato, lo zio Clint vince la sfida di raccontare un personaggio pieno di zone d’ombra e fondamentale per capire il Novecento degli Stati Uniti.
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L’anfetaminico Hoover raccontato da James Ellroy e la malinconica perfezione di ‘Bird’. Sono questi i termini di paragone con cui, almeno nella mia testa, deve confrontarsi il ritorno di Eastwood alla narrazione di una vita celebre. Qualche difetto c’è, a partire da una colonna sonora impalpabile firmata dallo stesso regista in versione ‘faccio tutto io’, ma eccessive paiono le critiche grandinategli addosso in patria. Resta lontano il livello della biografia, di certo più partecipata, dedicata a Charlie Parker – e anche di qualche altra sua opera – ma, tutto sommato, lo zio Clint vince la sfida di raccontare un personaggio pieno di zone d’ombra e fondamentale per capire il Novecento degli Stati Uniti. A differenza dello scrittore di Los Angeles – che lo descrive come la personificazione del Male – il ritratto che scaturisce da questi centotrenta minuti è più vicino alla quotidianità, ma forse per questo più inquietante: il ‘creatore’ dell’FBI è un grande motivatore di uomini e organizzatore di risorse, ma è pure un paranoico con l’insopprimibile bisogno di controllo su tutto e tutti e una notevole tendenza alla menzogna per propagandare se stesso. Nella sua parabola – raccontata in buona parte in flashback – il servizio del Paese si trasforma sempre più nel potere per il potere: se gli scopi sono dubbi, i metodi si rivelano brutali (l’iniziale retata di radicali ricorda i metodi di uno stato di polizia) oltre che, sovente, subdoli e illeciti. Che lo siano è evidente e Eastwood – che firma anche il soggetto mentre la sceneggiatura è di Dustin Lance Black, famoso per ‘Milk’ – non ci insiste più di tanto: preferisce scavare nel privato del suo personaggio, mostrando il suo essere succube della madre (che ne forma carattere e idee) e omosessuale represso. Proprio da questo punto di vista non tutto funziona (la scena col vestito della madre è superflua), ma la compensazione è data dai molti momenti di grande cinema che testimoniano, ancora una volta, l’abilità del regista nel costruire inquadrature accurate e nel mantenere un ritmo efficace: compiti non facili in un film girato in gran parte in interni e in cui i dialoghi giocano una parte importante (con qualche esagerazione). Parla a raffica, ad esempio, l’Hoover di DiCaprio che, quasi sempre in scena e spingendo sovente avanti la mascella, regala un’interpretazione convincente e orientata all’Oscar. Attorno a lui agisce un cast scelto con cura in cui spicca – quasi superfluo dirlo – Judi Dench nella parte della madre del protagonista (tra l’altro, è l’unica a venire ‘ringiovanita’ in una scena, mentre gli altri attori principali recitano per metà pellicola truccati – maluccio - da ultrasessantenni). Tutti sono impegnati a dar vita a personaggi antipatici, con la parziale eccezione dell’innamorato braccio destro Clyde Tolson, il che, forse, ha contribuito a creare quell’impressione di freddezza che in molti spettatori il film ha, ingiustamente, creato.
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ricky21
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domenica 20 maggio 2012
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biografia ottima, racconto della biografia pessima
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bisogna dire che in quelle ore in cui sono andato al cinema mi sono annoiato perchè era un film che, anche se descrive una biografia, la racconta in un modo troppo noiso.
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