writer58
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sabato 7 gennaio 2012
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la nascita del bureau
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L'ultimo film di Eastwood non mi è parso particolarmente coinvolgente. E' un buon affresco che documenta 40 anni di storia americana, dalle origini del Bureau of Investigation (la leggendaria FBI) fino alla presidenza di Nixon, mediante la ricostruzione della biografia e della carriera di J. Edgar Hoover, onnipotente fondatore e direttore dell'Agenzia. La figura di Hoover è rappresentata senza alcun intento agiografico. Ne viene fuori il ritratto di una persona ossessionata dalla lotta ai comunisti e ai radicali, dipendente emotivamente da una madre dominante e castrante, incline a compiere le peggiori trasgressioni (dalla raccolta di dossier ricattatori su presidenti e uomini politici fino alla stesura di lettere anonime a scopo diffamatorio) pur di consolidare il proprio potere personale, incapace di avere una propria vita affettiva, che reprime la propria omosessualità, patologicamente legato al proprio ruolo di difensore dell'America dalle minacce esterne o interne.
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L'ultimo film di Eastwood non mi è parso particolarmente coinvolgente. E' un buon affresco che documenta 40 anni di storia americana, dalle origini del Bureau of Investigation (la leggendaria FBI) fino alla presidenza di Nixon, mediante la ricostruzione della biografia e della carriera di J. Edgar Hoover, onnipotente fondatore e direttore dell'Agenzia. La figura di Hoover è rappresentata senza alcun intento agiografico. Ne viene fuori il ritratto di una persona ossessionata dalla lotta ai comunisti e ai radicali, dipendente emotivamente da una madre dominante e castrante, incline a compiere le peggiori trasgressioni (dalla raccolta di dossier ricattatori su presidenti e uomini politici fino alla stesura di lettere anonime a scopo diffamatorio) pur di consolidare il proprio potere personale, incapace di avere una propria vita affettiva, che reprime la propria omosessualità, patologicamente legato al proprio ruolo di difensore dell'America dalle minacce esterne o interne.
E' il ritratto di un'America che ha bisogno di un nemico, di un avversario (reale o immaginario che sia) per poter riaffermare i suoi valori fondativi, la sua mitologia di paese portatore di libertà e di diritti. Diritti che vengono negati a chi propone una visione alternativa come Martin Luther King e il suo movimento volto all'emancipazione degli afroamericani o a tutti coloro che rivendicano un assetto sociale meno feroce, più ugualitario, basato su un'integrazione reale e non solo dichiarata.
L'affresco storico è ben realizzato e la recitazione di De Caprio, nelle vesti del protagonista, è eccellente, ma la pellicola non mi ha colpito. La dimensione emozionale, presente nelle ultime opere di Eastwood, qui appare congelata e la narrazione mi è parsa piuttosto piatta, priva di sussulti, nonostante i suoi salti temporali. Come se l'aridità emotiva del protagonista avesse contagiato lo sguardo dell'autore e lo avesse incatenato a moduli cinematografici convenzionali e statici. Anche la ricostruzione degli ambienti, pur formalmente corretta, mi è parsa un po' di maniera. Il parterre dell'ippodromo, per esempio, appare composto da persone vestite tutte uguali, quasi le esigenze della coreografia avessero prevalso sulla necessità della verosimiglianza narrativa e gli scambi tra gli agenti e Hoover che li passsa in rassegna mi sono parsi cliché e stereotipi.
Un'altra sequenza che mi è sembrata molto poco convincente è la rissa scatenata dalla gelosia (con bacio finale) tra Hoover e Tolson. Mi è parsa forzata, improbabile, goffa. Il rapporto tra i due da anziani, invece, è raccontato in modo efficace e credibile e stimola l'empatia dello spettatore nei confronti di un personaggio che forse non la meriterebbe.
In definitiva, "J. Edgar" non è una delle migliori opere di Eastwood. Auspico che il regista, nei suoi lavori futuri, ritrovi lo sguardo penetrante e emozionante che aveva contrassegnato le sue ultime produzioni.
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angelialcinema
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sabato 7 gennaio 2012
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l'ennesimo schiaffo di eastwood alle stars&stripes
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Ancora una volta Clint Eastwood sbatte in faccia a tutti il rovescio della medaglia del mito americano con tutte le contraddizioni. Con J.Edgar Eastwood non sembra allontanarsi dal filone di “Million Dollar Baby” dove si mostra l’America che non si preoccupa di condannare chi ammazza su un ring ma in modo bigotto, chi procura la morte con l’eutanasia e neppure da “Gran Torino” dove il degrado dell’America è illustrato dalla pochezza delle nuove generazioni e dal pessimo impatto dell’immigrazione incontrollata. Anche qui nessuna ipocrisia. J.Edgar è uno schiaffo all’America di Obama, ma forse anche a quella di Bush, la storia di un personaggio che, pur nella sua ambiguità mai del tutto dichiarata, è ossessionato dal desiderio di ordine, pulizia, giustizia, morale ed in nome di questo è disposto a non accettare nessuna forma di amoralità e di condiscendenza di presidenti, attivisti, eroi del popolo.
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Ancora una volta Clint Eastwood sbatte in faccia a tutti il rovescio della medaglia del mito americano con tutte le contraddizioni. Con J.Edgar Eastwood non sembra allontanarsi dal filone di “Million Dollar Baby” dove si mostra l’America che non si preoccupa di condannare chi ammazza su un ring ma in modo bigotto, chi procura la morte con l’eutanasia e neppure da “Gran Torino” dove il degrado dell’America è illustrato dalla pochezza delle nuove generazioni e dal pessimo impatto dell’immigrazione incontrollata. Anche qui nessuna ipocrisia. J.Edgar è uno schiaffo all’America di Obama, ma forse anche a quella di Bush, la storia di un personaggio che, pur nella sua ambiguità mai del tutto dichiarata, è ossessionato dal desiderio di ordine, pulizia, giustizia, morale ed in nome di questo è disposto a non accettare nessuna forma di amoralità e di condiscendenza di presidenti, attivisti, eroi del popolo. Anzi ne è nemico. E’ un film dove non c’è mai la luce del sole, dove tutto è tremendamente ostile e burocratico. Perfino Di Caprio e Naomi Watts nelle doppie versioni giovanili ed attempate, più che incarnare un mito americano, interpretano un po’ a disagio il ruolo di asociali servitori dello stato, senza una storia che non sia quella del loro lavoro e della loro nazione. E nel finale sarà ben evidente quanto tutto possa risultare, a volte, incredibilmente inutile. Un film violento, pur senza scene cruente, verso gli Usa.
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dargam
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sabato 7 gennaio 2012
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superficiale e di maniera
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Davvero una delusione e sinceramente non ho compreso le 4 stelle date da Mymovies.
Il film è lento, non viene nemmeno da dire "didascalico" perché le vicende narrate (storiche e di relazione) sono sempre e solo abbozzate. La pressione insistita sulla sessualità di Hoover, non si capisce cosa voglia raccontare (peraltro anche qui, in maniera poco sviluppata).
Di Caprio sembra in versione "brutta copia" dello splendido personaggio interpretato in The Aviator. Anzi, in alcune sequenze pare anche di rivedere medesimi passaggi.
Davvero un film da saltare. Sono convinto che se il regista non fosse Eastwood non ci sarebbe nemmeno discussione sul punto.
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il manu
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sabato 7 gennaio 2012
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buon film
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Il film mi piace specialmente se vuoi vedere un film del suo genere, Di Caprio ha recitato bene e Eastwood poteva fare di più anche se come ho detto il film mi piace.
[+] non è certo da oscar
(di ripagrandeluca)
[ - ] non è certo da oscar
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francesco
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sabato 7 gennaio 2012
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una storia interessante, un film noioso
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Una storia interessante raccontata da un film invece noioso. Non ci si addormenta nelle due ore e mezza solo perché la struttura narrativa, basata su una puntuale cadenza di flah-back, tiene in qualche modo desta l’attenzione. Ma è come guardare un fuoco che non si accende mai, con la fiamma sostenuta solo a colpi di compresse di “diavolina”…
L’istanza narrattiva è quella della descrizione del potere: cinquant’anni di casi e di intrighi, più o meno divulgabili, sempre gestiti da un uomo solo. Attento alla fondamentale necessità di fare comunicazione ed all’incommensurabile valore dell’informazione e da subito in bilico fra il lecito e l’illecito: e con un drammatico sdoppiamento fra pubblico e privato.
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Una storia interessante raccontata da un film invece noioso. Non ci si addormenta nelle due ore e mezza solo perché la struttura narrativa, basata su una puntuale cadenza di flah-back, tiene in qualche modo desta l’attenzione. Ma è come guardare un fuoco che non si accende mai, con la fiamma sostenuta solo a colpi di compresse di “diavolina”…
L’istanza narrattiva è quella della descrizione del potere: cinquant’anni di casi e di intrighi, più o meno divulgabili, sempre gestiti da un uomo solo. Attento alla fondamentale necessità di fare comunicazione ed all’incommensurabile valore dell’informazione e da subito in bilico fra il lecito e l’illecito: e con un drammatico sdoppiamento fra pubblico e privato. Ma è come se trattare le mille sfumature di tali situazioni e gli abissi che celano si rivelasse un soggetto troppo difficile per il “giovane” spirito civile di uno statunitense: il confronto con “il Divo” rende impietosamente quanto più avanti in Italia noi siamo su questa strada…
Ne esce così, dopo un avvio documentaristico e più interessante, un confuso ritratto: in realtà involontariamente sospeso fra aperta critica e implicita e non ancora razionalizzata assoluzione.
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[+] film noiosissimo
(di gpistoia39)
[ - ] film noiosissimo
[+] che delusione !
(di lorry)
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(di regi1991)
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[+] film che non parte mai!
(di crank)
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nfl 26
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sabato 7 gennaio 2012
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il peggior film di eastwood...
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Qui scrive un grande e appassionato fan di Clint Eastwood e di tutti i suoi lavori. Anche per motivi di studio questa pellicola ha suscitato in me grande interesse. Il titolo del film fà intuire facilmente alle persone quale argomento sarà trattato nel film. J. Edgar il più famoso e importante direttore della F.B.I. e suo fondatore; tramite gli occhi e la voce dello stesso Edgar, interpretato da DiCaprio, si susseguono le vicende che portarono non solo alla fondazione del Federal Bureau of Investigation ma anche alla sua ascesa come organizzazione indipendente dalle forze politiche ed in grado di sottomettere gli uomini più potenti del continente! Il film, inoltre, affronta con una potente lente di ingrandimento la vita privata di questo grande punto interrogativo che è J.
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Qui scrive un grande e appassionato fan di Clint Eastwood e di tutti i suoi lavori. Anche per motivi di studio questa pellicola ha suscitato in me grande interesse. Il titolo del film fà intuire facilmente alle persone quale argomento sarà trattato nel film. J. Edgar il più famoso e importante direttore della F.B.I. e suo fondatore; tramite gli occhi e la voce dello stesso Edgar, interpretato da DiCaprio, si susseguono le vicende che portarono non solo alla fondazione del Federal Bureau of Investigation ma anche alla sua ascesa come organizzazione indipendente dalle forze politiche ed in grado di sottomettere gli uomini più potenti del continente! Il film, inoltre, affronta con una potente lente di ingrandimento la vita privata di questo grande punto interrogativo che è J.Edgar. Quindi il film offre una trama molto intrigante, completa e, se vogliamo, anche da oscar( ora che ci avviciniamo al giorno della premiazione). Purtroppo il film si è rivelato tutto l'opposto di ciò che mi aspettavo: Eastwood affronta, in maniera molto superficiale, tutti gli eventi che portarono all'ascesa della F.B.I. nella società americana, i suoi arresti più importanti, i rapporti , quasi sempre scontrosi, con tutti i presidenti d'America. Alla fine direi che questo è comunque l'aspetto meglio affrontato nel film. Passiamo alla vita privata; J.Edgar viene rappresentato come una persona molto fragile, balbetta, sottomesso dalla madre, incapace di relazionarsi con le persone (in particolare donne) e nella scena successiva affronta (o meglio ricatta) faccia a faccia i fratelli Kennedy.
Vi è un'ipotesi che Edgar fosse omosessuale e avesse avuto una storia con il suo braccio destro Tolson; non vi sono prove che provano o smentiscono questa ipotesi ma Eastwood ha comunque deciso di, su 140 min. di film, dedicare due ore sull'argomento. Un forzato e duraturo tira e molla tra Edgar e Tolson che rende il film una storia d'amore, dimenticando tutto il resto!!! Grandissima critica va al pessimo trucco: sapevo che DiCaprio avrebbe interpretato Edgar da giovane e da anziano ma non sapevo che la cosa fosse estesa a tutti i personaggi del film. Il trucco sull'anziano Edgar è passabile, ma non lo è, in particolare, sull'attore Armie Hammer che interpreta Tolson; egli da anziano è ciò che c'è di più finto al mondo, sembra un pupazzo di plastica e ricorda( a noi italiani) Ruggero De Ceglie, con conseguenti grande risate da parte di tutti in sala! L'utilizzo di attori più giovani e "anziani" che si assomigliano è stato dimostrato possibile dalla grande serie Cold Case; Clint avrà pensato di non voler perdere tutti i "grandi talenti" presenti nel suo cast( meglio creare dei pupazzi così mal fatti che a mala pena muovono la bocca quando parlano) !!! Pessima recitazione da parte del "grande" cast, un film di Clint Eastwood ma, assolutamente, senza Clint Eastwood !!! Consiglio una duratura vacanza a Eastwood e al suo grande cast !!!
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[+] meno male!
(di aragornvr)
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joker 91
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sabato 7 gennaio 2012
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un film per pochi
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i film firmati Eastwood col suo metodo da cinema classico sono tutti da considerarsi superbi,taluni addirittura capolavori. Un personaggio controverso quello di Hoover rappresentato in chiave attoriale da un grandissimo Di Caprio che questa volta deve avere l'oscar,una figura difficile da definire quella di Hoover ed Eastwood si sofferma moltissimo sotto l'aspetto psicologico dell'individuo ed sulla sua presunta omosessualità,il film affronta anche le tematiche di impresa ma il livello psicologico resta molto più approfondito,un film difficile da comprendere ed sicuramente la visione non è per tutti.
Oltre a Di caprio anche il resto del cast rimane in parte,sarebbe stato un capolavoro se fosse stato un esordiente ma con i film che Eastwood a lasciato per lui pellicole come queste sono di ordinaria amministrazione.
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natadiluglio
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sabato 7 gennaio 2012
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ci riprovo
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Non si perde niente a non leggere il mio commento, ma disturba che ti sparisca sotto il naso!
Ma qualcosa voglio dire, dopo avere letto i commenti di altri. Mi trovo d'accordo con quasi tutti, ma suggerisco a chi fosse interessato alla persona Hoover ( io mi sono sentita interessata, e questo è già un punto a favore del film), di non fidarsi della caricatura che ne fa Eastwood, come non mai fuori fase in questo film.
Io ho letto tutti i pezzi biografici , e soprattutto molto autentico e interessante, nonchè obiettivo e disinteressato politicamente, quello di Paolo Deotto.
Su una cosa non sono d'accordo affatto :con il pruriginoso insitere sulla sessualità di un personaggio che per ben altro ha avuto importanza, nel bene e nel male .
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Non si perde niente a non leggere il mio commento, ma disturba che ti sparisca sotto il naso!
Ma qualcosa voglio dire, dopo avere letto i commenti di altri. Mi trovo d'accordo con quasi tutti, ma suggerisco a chi fosse interessato alla persona Hoover ( io mi sono sentita interessata, e questo è già un punto a favore del film), di non fidarsi della caricatura che ne fa Eastwood, come non mai fuori fase in questo film.
Io ho letto tutti i pezzi biografici , e soprattutto molto autentico e interessante, nonchè obiettivo e disinteressato politicamente, quello di Paolo Deotto.
Su una cosa non sono d'accordo affatto :con il pruriginoso insitere sulla sessualità di un personaggio che per ben altro ha avuto importanza, nel bene e nel male . Era omosessuale, bisessuale, superedipico, represso, ascetico? E se fosse stato omosessuale, chiedo a tutti, e se fosse, ditemi: chi se ne frega?
Anna Solari
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[+] la sessualità..?! non era una cosa da nulla
(di hollyver07)
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sonny
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venerdì 6 gennaio 2012
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polpettone della befana
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..non sarò brava e analitica come le recensioni che ho appena letto ma potrò solo essere obbiettiva nel dire che questo film nella prima mezz'ora ha buoni presupposti ma poi...puff sfociano in un mare di discorsi interminabili che lasciano spazio solo all'ego di Edgar. Penso che Di Caprio abbia dato una buona interpretazione,purtroppo è proprio il personaggio che sembra essere insipido. Ottimi voti a Tolson, che subisce in un mutismo e rassegnazione esemplare!Esagerato questo trucco da ultra novantenni che rallentano le scene a dismisura e fanno risultare gli attori imbalsamati.Bocciato
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bella earl!
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venerdì 6 gennaio 2012
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biopic di un'importantissima figura americana.
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- Anche i grandi uomini si possono corrompere -
J. Edgar Hoover è una figura importantissima per l'America contemporanea: da galoppino nel dipartimento di giustizia, a capo dell'FBI è protagonista di diversi arresti importantissimi nella storia americana: John Dillinger, Baby Face Nelson sono solo due dei suoi illustri arresti. Ma sarà la verità? O Edgar (come lo chiamava la madre) non era presente a nessuno di questi arresti e si prendeva soltanto il merito?
Clint Eastwood dirige un biopic interessantissimo sulla vita dell'importantissima figura di John Edgar Hoover. Lo fa con mano esperta senza tralasciare nulla e, nonostante il ritmo lento, il film non è pesante tranne che verso la fine (forse perché allungato in maniera esponenziale dal regista).
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- Anche i grandi uomini si possono corrompere -
J. Edgar Hoover è una figura importantissima per l'America contemporanea: da galoppino nel dipartimento di giustizia, a capo dell'FBI è protagonista di diversi arresti importantissimi nella storia americana: John Dillinger, Baby Face Nelson sono solo due dei suoi illustri arresti. Ma sarà la verità? O Edgar (come lo chiamava la madre) non era presente a nessuno di questi arresti e si prendeva soltanto il merito?
Clint Eastwood dirige un biopic interessantissimo sulla vita dell'importantissima figura di John Edgar Hoover. Lo fa con mano esperta senza tralasciare nulla e, nonostante il ritmo lento, il film non è pesante tranne che verso la fine (forse perché allungato in maniera esponenziale dal regista). Dirige un cast impeccabile capitanato da un probabile futuro premio Oscar come Leonardo DiCaprio che da una grandissima interpretazione, passionale e sentita. Anche gli altri interpreti sono in forma come Naomi Watts e Judi Dench.
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