melville1970
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venerdì 11 giugno 2010
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emozione pura
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E' un film profondo e bellissimo, capace di trasmettere emozioni autentiche. Alcune scene, per esempio quelle sugli animali, sono straordinariamente commoventi. Ovviamente è indicato a spettatori non superficiali.
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serves
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lunedì 31 maggio 2010
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bellissimo
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Trovo il film di Frammartino molto bello. Finalmente dietro la pellicola una concezione del cinema. Mi sembra che il suo lavoro inizi come uno splendido lungometraggio con un protagonista di cui seguiamo la storia grazie ad uno stile di ripresa da racconto a messa in scena e finisca come uno splendido documentario. Punto di passaggio di queste due matrici stilistiche forse le piccole capre chiuse nel recinto, mentre giocano assumendo ai miei occhi sembianze quasi umane. Meravigliosa la fotografia in 35mm e anche il montaggio molto opportuno. Ciò che mi convince di meno invece, è il concetto che muove tutto il film e che Frammartino ci racconta in una intervista. E' vero sì che le quattro volte possono essere rintracciate nel trasformarsi della materia, ma mi pare l'aspetto meno interessante del film.
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Trovo il film di Frammartino molto bello. Finalmente dietro la pellicola una concezione del cinema. Mi sembra che il suo lavoro inizi come uno splendido lungometraggio con un protagonista di cui seguiamo la storia grazie ad uno stile di ripresa da racconto a messa in scena e finisca come uno splendido documentario. Punto di passaggio di queste due matrici stilistiche forse le piccole capre chiuse nel recinto, mentre giocano assumendo ai miei occhi sembianze quasi umane. Meravigliosa la fotografia in 35mm e anche il montaggio molto opportuno. Ciò che mi convince di meno invece, è il concetto che muove tutto il film e che Frammartino ci racconta in una intervista. E' vero sì che le quattro volte possono essere rintracciate nel trasformarsi della materia, ma mi pare l'aspetto meno interessante del film. Più interessante invece del concetto con cui il regista ha dato un senso al film, è il film stesso che a mio parere non ha bisogno di grandi spiegazioni di filosofia essendo già bellissimo cinema. Se dovessi seguire le intenzioni espresse a voce del regista molte cose stonerebbero nel film, mentre se ignorassi le sue intenzioni e seguissi l'iter narrativo troverei uno sguardo d'autore molto sincero e capace di cogliere l'insieme giocoso e tragico dell'esistenza.
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(di edward teach)
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melania
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lunedì 31 maggio 2010
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poco convincente
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FILM SPERIMENTALE,VORREBBE ESSERE UN FILM DOCUMENTARIO,MA MAL RIUSCITO.lA QUASI ASSEMZA DI SUONI E PAROLE DOVREBBE ESSERE COMPENSATA DA UNA GRANDE POESIA,DA IMMAGINI FORTEMENTE TOCCANTI ED EMOZIONANTI,IL SILENZIO DOVREBBE ESSERE PARLANTE MA NON LO E',SUBRENTA LA NOIA E LA VOGLIA DI LASCIARE LA SALA CINEMATOGRAFICA.SOLO QUALCHE IMMAGINE SUGGESTIVA,PER ESEMPIO QUELLA DEL PICCOLO PAESE DI NOTTE CON LE FIOCHE LUCI IN LONTANANZA E L'IMMAGINE DEL VECCHIO CHE BUSSA IN CERCA DI AIUTO...MA OVVIAMENTE NON BASTA!
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edward teach
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venerdì 28 maggio 2010
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apologo spirituale
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Io ho l'impressione che il signor Zappoli non abbia capito benissimo...e dire che il titolo è abbastanza chiaro..."Le quattro volte"...Insomma se uno non ha capito cosa sono queste "quattro volte" non può rendersi conto che esiste un filo che percorre il film dall'inizio alla fine ossia da sbuffo di fumo iniziale a sbuffo di fumo finale.
Il film è il percorso dell'anima da individuato (l'uomo) a spirito indistinto (il fumo tra i boschi della splendida Sila). Le quattro volte sono i passaggi da uomo ad animale (1) a pianta (2) a minerale (3) a fumo/spirito che pervade la natura (4). Ci sono tante raffinatezze stilistiche e in particolare una lunghissima scena ripresa da un punto di vista elevato che secondo me è una perla cinematografica.
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Io ho l'impressione che il signor Zappoli non abbia capito benissimo...e dire che il titolo è abbastanza chiaro..."Le quattro volte"...Insomma se uno non ha capito cosa sono queste "quattro volte" non può rendersi conto che esiste un filo che percorre il film dall'inizio alla fine ossia da sbuffo di fumo iniziale a sbuffo di fumo finale.
Il film è il percorso dell'anima da individuato (l'uomo) a spirito indistinto (il fumo tra i boschi della splendida Sila). Le quattro volte sono i passaggi da uomo ad animale (1) a pianta (2) a minerale (3) a fumo/spirito che pervade la natura (4). Ci sono tante raffinatezze stilistiche e in particolare una lunghissima scena ripresa da un punto di vista elevato che secondo me è una perla cinematografica. Quello stesso punto di vista elevato verrà ripreso in seguito in funzione espressiva e farà quasi da pendant visivo al sordo rimbombare delle pale sulle carbonaie (il luogo dei "passaggi") che incombe durante tutta la "storia" (non è una storia in realtà e non esistono dialoghi). Straordinarie le scene al buio per un effetto di immedesimazione che non voglio anticipare fino in fondo. Mi raccomando fate caso a cosa succede subito dopo la prima di queste "scene buie" che è quella la chiave per capire questo percorso di reincarnazioni a ritroso di cui ho parlato.
Una nota a parte per il cane che recita una scena lunghissima che se l'avessi dovuta recitare io sarei stato minimo due settimane a studiare il copione e a discutere col regista.
P.S.: Suppongo che questo film piacerà a Marezia...sarà un duro colpo per lei accorgersi che la pensa come me.
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(di edward teach)
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