saix91
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giovedì 1 aprile 2010
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tim, perchè?
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Allora, premetto che io adoro Burton, che film come Big Fish, Nightmare Before Christmas e Ed Wood mi hanno letteralmente affascinato. Per questo, dopo aver capito e amato la folle poesia del cinema di questo genio, e dopo aver sentito che avrebbe girato Alice, che avevo ovviamente visto e amato nella versione Disney, completamente impazzita, mi sono detto: "questo è il binomio ideale, verrà fuori un capolavoro!". Ecco, questo era ciò che pensavo. Alcuni amici sono andati prima di me a vedere il film, e tutti mi dicevano "carino" "bello", insomma aggettivi molto riduttivi, per quelle che erano le mie aspettative. Sapevo che era diverso, che il film era una sorta di lotta fra bene e male, ma questo, diretto dal sommo Burton, poteva essere un ulteriore spunto per creare un capolavoro assoluto, basandosi sul geniale racconto di Lewis Caroll.
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Allora, premetto che io adoro Burton, che film come Big Fish, Nightmare Before Christmas e Ed Wood mi hanno letteralmente affascinato. Per questo, dopo aver capito e amato la folle poesia del cinema di questo genio, e dopo aver sentito che avrebbe girato Alice, che avevo ovviamente visto e amato nella versione Disney, completamente impazzita, mi sono detto: "questo è il binomio ideale, verrà fuori un capolavoro!". Ecco, questo era ciò che pensavo. Alcuni amici sono andati prima di me a vedere il film, e tutti mi dicevano "carino" "bello", insomma aggettivi molto riduttivi, per quelle che erano le mie aspettative. Sapevo che era diverso, che il film era una sorta di lotta fra bene e male, ma questo, diretto dal sommo Burton, poteva essere un ulteriore spunto per creare un capolavoro assoluto, basandosi sul geniale racconto di Lewis Caroll. Arriviamo al cinema, entriamo e ci sediamo. Le prime immagini (fino a quando Alice non torna nel paese delle meraviglie) sono molto interessanti e ben fatte, penso "ci siamo, è l'inizio di un capolavoro questo!". Invece no. Perchè incredibilmente è proprio quando Alice entra nel Paese più fantastico della fantasia che tutto diventa banale e piatto. Nessun personaggio corrisponde all'originale, nessuno, nemmeno il Toperchio, per me uno dei personaggi migliori, è stato risparmiato (anzi non si capisce se sia un topo maschio o un topo femmina -_-'). La regina rossa è diventata una tiranna adultera, invece di essere la svitata egocentrica dell'originale, il cappellaio matto non è matto, Alice è solo una bimbetta insicura che sta crescendo, non la ragazzina ebete dall'aria svampita che tutti amiamo, la lepre è l'unica che, a tratti, presenta un pò del'originale pazzia, ma ogni volta che sembra esploderesi contiente, il brucaliffo, da perfetto "fumato", diventa una sorta di guida spirituale, pinco-panco e panco-pinco sono semplicemente due goffi, ridicoli mozzarelloni, non i due idiotissimi fratelli, che quando saltellano emettono rumori tipo "boing boing", dell'originale. Sì, sapevo che la storia era diversa, ma non si possono modificare anche le caratteristiche dei personaggi, mi dispiace, così facendo il tutto è andato sempre più ad implodere su sè stesso. La trama, difatti, è proprio banale, stile "Eragon" o "Cronache di Narnia", e il fatto che i personaggi siano stati così conformati alle regole del fantasy imbruttisce ancora di più il tutto. Il ridicolo si sfiora con Alice che uccide in un feroce duello il tremendo mostro della regina di cuori. Alice? Quella Alice? Ma è proprio lei? No, ti dico che è un'altra! Questo si chiedono i personaggi del Paese, questo è quello che mi chiedo anche io. E la risposta è no, non è la stessa Alice, e a me (e a molti altri) la cosa proprio non è piaciuta, soprattutto perchè questo duro colpo, questa totale delusione me l'ha regalata uno dei registi che hanno sempre rappresentato un punto di riferimento, un simbolo di qualità e particolarità, in un panorama cinematografico che tende troppo allo scadente e al ripetitivo, ultimamente. Non mi importa nulla se, come rileva Manu^^, questa è una metafora per il percorso, il cammino, la crescita adolescenziale di Alice, Alice non cresce, Alice non è una bambina in crisi, Alice è solo un personaggio matto, assurdo, folle, come tutti quelli dell'universo di Carrol, non ha mai avuto un siginificato nascosto, e di certo un messaggio così banale e convenzionale non le si addice, io e molti altri la preferivamo com'era prima.
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andrea b
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domenica 26 settembre 2010
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dopo tanti capolavori...
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In questa pellicola Tim Burton decide di mischiare le trame di "Alice nel Paese Delle Meraviglie" con il rispettivo meno noto seguito "Alice attraverso lo specchio".Ne esce una trama priva di originalità e colpi di scena che porta una noiosa ridondanza di concetti già visti e riproposti in ogni film per bambini.Non manca una buona scelta dei costumi,un discreto livello di effetti speciali come il paesaggio del Paese Delle Meraviglie, anche se si presenta statico e stucchevole.I personaggi evidenziano l' ingegno del regista nel mettere in risalto le caratteristiche che li contraddistinguono senza, però,che la loro psicologia venga approfondita.
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In questa pellicola Tim Burton decide di mischiare le trame di "Alice nel Paese Delle Meraviglie" con il rispettivo meno noto seguito "Alice attraverso lo specchio".Ne esce una trama priva di originalità e colpi di scena che porta una noiosa ridondanza di concetti già visti e riproposti in ogni film per bambini.Non manca una buona scelta dei costumi,un discreto livello di effetti speciali come il paesaggio del Paese Delle Meraviglie, anche se si presenta statico e stucchevole.I personaggi evidenziano l' ingegno del regista nel mettere in risalto le caratteristiche che li contraddistinguono senza, però,che la loro psicologia venga approfondita.La protagonista si rivela del tutto inadatta in questo ruolo che dovrebbe essere interpretato da una bambina invece che da un' adolescente che non convince mai nella recitazione.Ha l' attenuante di essere capitata nell' unico film sbagliato da Tim Burton.
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giugy3000
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mercoledì 17 marzo 2010
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nessuna meraviglia per la nuova alice
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Considero questo rifacimento dell'opera fantastica di Alice uno dei peggori film di Burton. Ma perchè?Burton non sbaglia mai un colpo o meglio, gli è difficile fare dei flop come questo con attori/amici del calibro di Depp e della Boham Carter.Senza l'eccezione però non ci sarebbe la regola.
"Alice in Wonderland" uscito nelle sale da poco ci viene propinato in tutte le salse pubblicitarie sin dalla fine di gennaio, promettendo un 3d spettacolare quasi al calibro di Avatar e ovviamente era indubbio che qualcosa puzzasse. L'Alice di Burton, per quanto umanizzata, rivisitata, fatta donna, fatta guerriera e coraggiosa paladina della libertà di scelta e di sogno non emoziona, non sorprende e quel che è peggio, non viene nemmeno ricordata per più di cinque minuti.
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Considero questo rifacimento dell'opera fantastica di Alice uno dei peggori film di Burton. Ma perchè?Burton non sbaglia mai un colpo o meglio, gli è difficile fare dei flop come questo con attori/amici del calibro di Depp e della Boham Carter.Senza l'eccezione però non ci sarebbe la regola.
"Alice in Wonderland" uscito nelle sale da poco ci viene propinato in tutte le salse pubblicitarie sin dalla fine di gennaio, promettendo un 3d spettacolare quasi al calibro di Avatar e ovviamente era indubbio che qualcosa puzzasse. L'Alice di Burton, per quanto umanizzata, rivisitata, fatta donna, fatta guerriera e coraggiosa paladina della libertà di scelta e di sogno non emoziona, non sorprende e quel che è peggio, non viene nemmeno ricordata per più di cinque minuti. A parte un inizio stimolante e ben fatto dove questa Mia Wasikoskwa ci sta quasi simpatica, dallo strofondare di Alice in quello che dovrebbe essere il "suo" mondo e quindi la parte centrale del film, tutto si fa piatto...altro che tridimensionale! La regina Rossa dice pochissime battute irritanti e si salva solo per la straordinaria somiglianza con l'attrice reale e per la sua enorme testona.Come un pesce fuor d'acqua spunta poi Anne Hathaway che nella parte della regina buona ci poteva anche azzeccare qualcosa, ma non come simili stupidi dialoghi privi di spessore. Il flop peggiore però e quasi mi spiace scriverlo, lo fa Depp e il suo cappellaio. Il suo è il personaggio peggior definito del film. Nessun sentimento, una falsa pazzia all'ennesima potenza, una Deliranza da dimenticare per davvero per la sua idiozia e un affetto per Alice che avrebbe dovuto percepirsi nell'aria.
Ma cosa, cosa davvero non funziona in questo film tanto che se ne avessimo avuto l'oppurtunità saremmo scappati dalla sala per correre a vedere il cartone della Disney? Manca lo spessore dei personaggi, manca un Alice che nel Paese in cui è tutto possibile vaghi da sola, sbagli da sola e si riscopra da sola... non con mille personaggi che la seguono e per cui deve compiere una missione.Il finale è di raro banale banalizzante (per usare i termini alla cappellaio matto), e in più, quel che è peggio e che tocca direttamente i nsotri portafogli, è la totale mancanza di effetti grafici da necessitare un 3d per cui sopportare due ore di occhialetti che se si tolgono è la stessa cosa!Nessuna risata, nessun coinvolgimento. L'Alice di Burton è solo una trovata commerciale che ricorda i film alla Veronesi per incassare qualche soldo con una storia mediocre.
Rimane l'ombra più ombra delle storie sull'Alice di Carroll. Da Dimenticare in fretta.
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marxia1789
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giovedì 24 febbraio 2011
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requiem for a tim
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Che c'era qualcosa che non andava,lo si sarebbe dovuto capire fin dai titoli di testa. Senza andare troppo lontano, ricordando di quelli sanguinolenti di Sweeney Todd, ci si aspettava qualcosa di altrettanto ricercato e graficamente raffinato. Bene, di tutto questo e di tutto quello che ha da sempre costituito il marchio di fabbrica dei film di Burton non c'è alcuna traccia nel suo ultimo, troppo atteso ed estremamente deludente, film.
Visto il soggetto di partenza, avrebbe potuto, anzi dovuto, essere il suo capolavoro, invece sembra che si sia sforzato per inserire una banalità dietro l'altra in una trama che avrebbe dovuto esserne immune per costituzione.
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Che c'era qualcosa che non andava,lo si sarebbe dovuto capire fin dai titoli di testa. Senza andare troppo lontano, ricordando di quelli sanguinolenti di Sweeney Todd, ci si aspettava qualcosa di altrettanto ricercato e graficamente raffinato. Bene, di tutto questo e di tutto quello che ha da sempre costituito il marchio di fabbrica dei film di Burton non c'è alcuna traccia nel suo ultimo, troppo atteso ed estremamente deludente, film.
Visto il soggetto di partenza, avrebbe potuto, anzi dovuto, essere il suo capolavoro, invece sembra che si sia sforzato per inserire una banalità dietro l'altra in una trama che avrebbe dovuto esserne immune per costituzione.
Non ripropone la trama dei due testi di Carrol, bensì un ipotetico ritorno della ragazza ormai ventenne nel mondo delle meraviglie, per sfuggire alle richieste pressanti di una famiglia che la vuole inserire nella società e maritare ad un improbabile conte. Tutto sommato il film non parte male, se non fosse per la scena della discesa nel tunnel che avrebbe dovuto essere uno dei punti forti della visione in 3D ma che rivela un uso acerbo e fastidioso dela tecnica.
L'ingresso-ritorno del paese meraviglioso fa intravedere quello che poteva essere lo stampo dell' autore di NBX ma della sua affascinante artigianalità e dell'uso espressionista dei colori rimane ben poco, e l'aver girato tutto in green screen ha portato più danni che effettive gratificazioni visive.
Una volta presentati i personaggi classici del libro a cui tutti siamo più o meno avvezzi (da notare uno splendido, vaporoso Stregatto, l'unica cosa che si salva del film), la trama subisce un collasso vertiginoso, paradossalmente all'entrata in scena dell'antagonista, la Regina di cuori.
Che nei film Disney la figura del cattivo fosse la più interessante di tutte, era una cosa alla quale eravamo piacevolmente abituati, ma eravamo abituati soprattutto al fatto che Burton questa caratteristica la enfatizzasse portandola ai suoi estremi.
Indubbiamente Helena Bohnam Carter qui da una buona prova, ma il suo ruolo viene relegato a quello, disneyano appunto, del cattivo destinato ad essere sconfitto. All'apparire della controparte positiva, una Anne Hataway intenzionalmente, si spera, frivola e inconsistente, viene da sperare che le sorti si ribalteranno e la mano del regista dia una scossa alla trama, riproponendo perlomeno uno sprazzo della rivincita dell'out sider e del menomato a cui ci aveva abituato. Di tutto questo non c'è traccia, anzi, se possibile il film peggiora. Inesorabilmente ci si dirige verso una battaglia finale che la sceneggiatura non giustifica assolutamente, passandp attraverso una serie di situazioni dall' enorme potenziale innovativo e creativo ma puntualmente svilito, fino ad arrivare a un combattimento finale che è scopiazzato spudoratamente da Narnia.
Eppure dal Pianeta delle Scimmie Burton doveva averlo capito che dalle scene d'azione gli conveniva stare alla larga.
Come se non bastasse, Johnny Depp, che interpreta il Cappellaio Matto, ci propone quella che probabilmente è la peggior interpretazione della sua carriera. Riesce ad appiattire un personaggio letterario tra i più esplosivi, riproponendo una versione stanca di Jack Sparrow, senza nemmeno mantenere un pizzico della sua estrosità. Imbarazzante a dir poco la scena della danza folle tanto decantata per tutto il corso della storia. Sembra che ne lui ne il regista abbiano mai lavorato sul tema dell'outsider, della follia, dell'esclusione sociale. Piange il cuore a pensare che quello che vediamo sullo schermo è frutto delle stesse menti che hanno dato luce a Edward mani di forbice, e non si può fare a meno di chiedersi cosa sia successo a Tim.
Eppure i suoi ultimi lavori, tra cui la collaborazione a Coraline e la porta magica, non facevano nemmeno lontanamente prevedere un simile sfacelo.
Quanto si può incolpare il regista? quanto la Disney? Si spera molto più la seconda che il primo.
Rimane solo da sperare che questo sia un errore di percorso, e che al prossimo film Burton dia una prova migliore, anche se viene difficile pensare che possa fare di peggio.
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giacomogabrielli
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venerdì 22 ottobre 2010
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pallido. ***
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Il genio del creatore di Jack Skeleton viene stavolta frenato e messo al servizio dei più piccoli. Probabilmente per via del suo "salario", ora Burton dirige un film molto semplice, forse troppo.
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Il genio del creatore di Jack Skeleton viene stavolta frenato e messo al servizio dei più piccoli. Probabilmente per via del suo "salario", ora Burton dirige un film molto semplice, forse troppo. Un ALICE rivisitato e tratto da un secondo romanzo dello stesso autore del primo. Scarno e a tratti lento, poco divertente ed elementare. Saranno finiti i bei vecchi tempi? Belle musiche di Danny Elfman. Consigliato in 2D. PALLIDO | ***
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marcello panagia
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martedì 23 marzo 2010
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sogno o son desto?
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Alice in Wonderland pare aver crato un effetto duplice negli estimatori di Tim Burton: apparentemente ha conquistato il popolo sognante (centrando senza dubbio obiettivi di natura un po' meno onirica e ma decisamente piú pratici dati i risultati al botteghino) ma pare abbia tradito le speranze dei sedicenti critici che non hanno mancato di esprimere il loro disappunto. Le sue ambientazioni simil Terra-di-Mezzo non hanno forse convinto chi sperava di trovarsi di fronte alle meraviglie che il binomio Disney-Burton sembravano assicurare.
Personalmente non credo invece che il risultato sia cosí catastrofico e anzi penso che la delusione derivi da un'eccessiva aspettativa, condita da un'incapacitá di lasciarsi condurre dal regista in un progetto "diverso".
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Alice in Wonderland pare aver crato un effetto duplice negli estimatori di Tim Burton: apparentemente ha conquistato il popolo sognante (centrando senza dubbio obiettivi di natura un po' meno onirica e ma decisamente piú pratici dati i risultati al botteghino) ma pare abbia tradito le speranze dei sedicenti critici che non hanno mancato di esprimere il loro disappunto. Le sue ambientazioni simil Terra-di-Mezzo non hanno forse convinto chi sperava di trovarsi di fronte alle meraviglie che il binomio Disney-Burton sembravano assicurare.
Personalmente non credo invece che il risultato sia cosí catastrofico e anzi penso che la delusione derivi da un'eccessiva aspettativa, condita da un'incapacitá di lasciarsi condurre dal regista in un progetto "diverso". Effettivamente il film non é forse da annoverare tra le prove piú riuscite di Tim Burton, ma tacciarlo di convenzionalitá e di mancanza della peculiaritá alla quale ci ha abituato mi sembra ingeneroso, oltre che superficiale. Il film é da affrontare senza pregiudizi, godendosi ogni sfumatura delle sognanti atmosfere in cui ci precipita la sceneggiatura. I personaggi, sempre molto curati nei particolari, sono quantomeno bizzarri e ci destabilizzano dall'idea alla quale la tradizione ci ha abituato. Tim Burton ci regala una versione alternativa: la favola diventa incubo e tutto ció che pensavano si tramuta in qualcos'altro, senza concederci il lusso della previsione. Ma, sinceramente, non é proprio quello che ci si aspetta quando si spengono le luci in sala?
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hatter
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domenica 21 marzo 2010
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la coppia burton-depp torna a far sognare
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Alice fa, da quando era piccola, sempre uno stesso e bizzarro sogno: si trova in un mondo stranissimo abitato da buffe creature tra le quali un coniglio bianco con un panciotto, un cappellaio tutto matto e un coniglio che sorride sempre.
Nel giorno in cui il suo fidanzato deve chiederle la sua mano, la ragazza vede un coniglio con un orologio e lo segue fino ad una buca nella quale cade accidentalmente.
Fin qui non trovaiamo alcune differenze con il cartone animato Disney e il film ci sembra assolutamente uguale. Bastano 10 minuti a farci cambiare opinione. Infatti, le somiglianze tra il libro e la pellicola di Tim Burton, si limitano all'introduzione. In seguito alla caduta nella buca Alice scopre un mondo uguale a quello che lei sogna dalla sua infanzia.
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Alice fa, da quando era piccola, sempre uno stesso e bizzarro sogno: si trova in un mondo stranissimo abitato da buffe creature tra le quali un coniglio bianco con un panciotto, un cappellaio tutto matto e un coniglio che sorride sempre.
Nel giorno in cui il suo fidanzato deve chiederle la sua mano, la ragazza vede un coniglio con un orologio e lo segue fino ad una buca nella quale cade accidentalmente.
Fin qui non trovaiamo alcune differenze con il cartone animato Disney e il film ci sembra assolutamente uguale. Bastano 10 minuti a farci cambiare opinione. Infatti, le somiglianze tra il libro e la pellicola di Tim Burton, si limitano all'introduzione. In seguito alla caduta nella buca Alice scopre un mondo uguale a quello che lei sogna dalla sua infanzia. Scopre che lei è la predestinata a cambiare la storia di quel paese restituendo il trono alla buona Regina Bianca e togliendolo alla crudele Regina Rossa, la sorella di quella Bianca. Per farlo deve però affrontare un' orribile creatura.
Burton sconvolge la storia trasformando il Cappellaio Matto di Carrol, davvero pazzo e insensibile alla storia di Alice, in un Cappellaio Matto davvero poco matto e volenteroso di aiutare la piccola Alice a tornare a casa sua.
Passiamo all'interpretazione di questo personaggio: Jhonny Depp svolge come al solito benissimo la parte.
Bellissimi i personaggi come ad esempio PincoPanco e PancoPinco e il Brucaliffo che fuma il Narguilè.
Ho votato *** perchè secondo me questa versione della storia di Alice Nel Paese Delle Meraviglie non è abbastanza Burtoniana ma ,sempre secondo me, ha superato di gran lunga Sweeney ToDD. Ho visto solo la versione non in 3D e penso che la storia in tridimensionale sia ancora più bella.
Se comunque volete un consiglio allora vi consiglio di andarlo a vedere perchè anche se non è proprio come i capolavori di Tim Burton è sempre meglio dei film che ci rifilano al giorno d'oggi, come i vari CinePanettoni e le solite storielle.
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yng river
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sabato 17 luglio 2010
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a qualcuno interessa della sorte di alice?
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Secondo me un film è riuscito quando riesce a farti interessare o farti immedesimare nei personaggi.
Ci sono film a bassissimo costo, dove dopo 5 minuti sei gia entrato nella psicologia dei personaggi e da quel momento sei anzioso di sapere quale sarà la loro sorte o tifi per loro o contro di loro.
Pensato a Tim Burton e ai vari Edward, Jack Skeleton, Sweney Todd o Ed Bloom di Big Fish. Erano tutti personaggi con una caratterizzazione magnifica, individui reali con emozioni palpabili e ci si poteva identificare in loro, provare gioia o tristezza con loro.
Anche un film volutamente comico come Beetlejuice, riesce a creare personaggi con i quali identificarsi e così ci interessa quello che succede ad Adam, Barbara e Lydia; alle loro angoscie e paure.
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Secondo me un film è riuscito quando riesce a farti interessare o farti immedesimare nei personaggi.
Ci sono film a bassissimo costo, dove dopo 5 minuti sei gia entrato nella psicologia dei personaggi e da quel momento sei anzioso di sapere quale sarà la loro sorte o tifi per loro o contro di loro.
Pensato a Tim Burton e ai vari Edward, Jack Skeleton, Sweney Todd o Ed Bloom di Big Fish. Erano tutti personaggi con una caratterizzazione magnifica, individui reali con emozioni palpabili e ci si poteva identificare in loro, provare gioia o tristezza con loro.
Anche un film volutamente comico come Beetlejuice, riesce a creare personaggi con i quali identificarsi e così ci interessa quello che succede ad Adam, Barbara e Lydia; alle loro angoscie e paure.
A me di Alice non interessava nulla e penso nemmeno a voi.
Cioè gli effetti speciali sono bellissimi, il sottomondo spettacolare, le creature fantasiose, le scene d'azione ben girate ed è uno spettacolo per gli occhi. Ma questo non può precludere da una caratterizzazione "con l'anima" dei personaggi, dato che alla fine dei conti i personaggi sono la cosa più importante di un film.
E anche nell'Alice di Disney, per quanto tutto fosse folle e senza senso e i personaggi fossero veramente irritanti, quando Alice piange perché si è persa e si sente un fallimento e non sa come tornare a casa, percepisco il suo dolore e mi dispiace per lei e spero che trovi una via d'uscita.
Ma L'Alice di Burton non da emozioni, non crea un legame con lo spettatore, non vive profondamente le vicende attorno a lei e anche quando piange non riesce a far stringere il cuore allo spettatore e fargli pensare "dai ragazza, spero che tu riesca a battere il mostro"
Si può fare anche un film ambientato in una roulette con due sole inquadrature e 5.000 dollari di budget, se i personaggi catturano l'attenzione dello spettatore con la loro umanità (nel bene o nel male)
Un film costoso, pieno di effetti speciali, di attori di grande livello che non riesce a dare ai personaggi, specialmente alla protagonista, una caratterizzazione umanamente valida e che non riesce a creare empatia tra lo spettatore e il protagonista... è un fallimento.
Ma ora chiedo a voi: a voi importava veramente della sorta di Alice?
O alla fine vi è sembrata che la sua "avventura" fosse piatta e insignificante e umanamente priva d'anima?
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giu/da(g)
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giovedì 13 gennaio 2011
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terribile caduta di stile
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Nonostante un buon inizio questo Alice in Wonderland si sgonfia inesorabilmente rivelandosi per quel che è: una pura operazione commerciale. Alice (Mia Wasikowska) è una bella ragazza che sta per sposarsi con un pedante marito, tutti la deridono perché sogna ad occhi aperti, lei vuol esser libera di scegliere il suo futuro. E proprio durante la festa per celebrare la dichiarazione di nozze Alice si ritrova nel Paese delle Meraviglie cercando di inseguire il classico Bianconiglio; ma da qui in poi il film precipita, mescolando i libri di Carroll a Le Cronache di Narnia ed a Il Signore degli Anelli. Alice è predestinata a sconfiggere la regina di cuori ed il Ciciarampa, lo spettatore non ha nemmeno bisogno di guardare il film perché ne intuisce già l'inevitabile e scontato finale.
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Nonostante un buon inizio questo Alice in Wonderland si sgonfia inesorabilmente rivelandosi per quel che è: una pura operazione commerciale. Alice (Mia Wasikowska) è una bella ragazza che sta per sposarsi con un pedante marito, tutti la deridono perché sogna ad occhi aperti, lei vuol esser libera di scegliere il suo futuro. E proprio durante la festa per celebrare la dichiarazione di nozze Alice si ritrova nel Paese delle Meraviglie cercando di inseguire il classico Bianconiglio; ma da qui in poi il film precipita, mescolando i libri di Carroll a Le Cronache di Narnia ed a Il Signore degli Anelli. Alice è predestinata a sconfiggere la regina di cuori ed il Ciciarampa, lo spettatore non ha nemmeno bisogno di guardare il film perché ne intuisce già l'inevitabile e scontato finale. Si prosegue con una trama scalcagnata unita ad una recitazione piatta, desolante, sia da parte della Wasikowska (che ripete di non essere "l'Alice predestinata" con un'intensità pari a zero) che da parte di Johnny Depp, che interpreta un Cappellaio Matto imbarazzante, più simile ad un depresso cronico che ad un folle. Unico merito va alla regina di cuori (Helena Bonham Carter), miglior personaggio e migliore recitazione. Il film, ormai irrimediabilmente in caduta libera dopo la Deliranza, si conclude con Alice che tornando nel suo mondo decide di non sposarsi ma di fondare una società commerciale/coloniale diventando di fatto una piccola capitalista. Fastidiosa è la morale di questa storia, in cui si vorrebbe elogiare l'anticonformismo di Alice; ma è facile esserlo con la bellezza di Mia Wasikowska, più difficile se si ha difetti fisici come la regina di cuori, la vera vittima di questo film, che tutti deridono per i suoi problemi e che alla fine subisce un castigo atroce. Siamo nella solita vecchia e stupida dicotomia bello-buono, brutto-cattivo, aggiungerei però che il buono è stupido; ma qui sta tutta l'essenza di questa pellicola che vorrebbe far passare agli adolescenti, a cui questo film strizza l'occhio, che il mondo di Tim Burton (che pur è un genio visivo ed un grande regista) unito al mondo alternative di Avril Lavigne (la cui presenza nella colonna sonora è totalmente fuori luogo) sia una strada sicura per essere artisti, anticonformisti, sentimentali, ingannandoli. Decisamente squallido.
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tony montana
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mercoledì 20 ottobre 2010
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deludente e assolutamente poco riuscito
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Sulla carta era il progetto perfetto. Tutti a chiedersi per anni «Come mai Tim Burton non porta sullo schermo Alice nel Paese delle meraviglie? Sembra un film fatto apposta per lui», tant’è che quando poi la pellicola è stata annunciata sembrava persino troppo bello per essere vero. Ora, come noto, l’attesa è spesso superiore all’evento, più grandi sono e più rumore fanno candendo, sei solo chiacchiere e distintivo e via discorrendo. Purtroppo Alice non è così bello come avrebbe potuto e forse dovuto essere. Anzi, anche sull’aggettivo “bello” su può avere qualche remora, perché se è vero che il film ha indubbie qualità, si porta dietro anche un pesante fardello di difetti non da poco.
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Sulla carta era il progetto perfetto. Tutti a chiedersi per anni «Come mai Tim Burton non porta sullo schermo Alice nel Paese delle meraviglie? Sembra un film fatto apposta per lui», tant’è che quando poi la pellicola è stata annunciata sembrava persino troppo bello per essere vero. Ora, come noto, l’attesa è spesso superiore all’evento, più grandi sono e più rumore fanno candendo, sei solo chiacchiere e distintivo e via discorrendo. Purtroppo Alice non è così bello come avrebbe potuto e forse dovuto essere. Anzi, anche sull’aggettivo “bello” su può avere qualche remora, perché se è vero che il film ha indubbie qualità, si porta dietro anche un pesante fardello di difetti non da poco.
La prima buona idea che ha Tim Burton è quella di sganciarsi dal dittico originale per conferire ad Alice una personalità più definita e adulta. Nel film, decisamente “femminista”, la protagonista è una giovane donna in procinto di maritarsi per salvare sé stessa, la madre e la sorella da un’incombente rovina economica. Siccome è una tipa tosta, a dispetto del visino d’angelo (ed essendo il promesso sposo una faccia da fesso di notevole caratura), decide di inseguire il bianconiglio nel buco che la porterà – pardon, ri-porterà – nel Paese delle meraviglie, che, come si scopre subito, aveva già visitato quand’era piccina. Qui la pulzella incontra i classici personaggi della storia, nessuno dei quali però batte, quanto ad originalità e simpatia, quelli del film d’animazione della Disney di cinquant’anni fa. No, nemmeno il cappellaio di Depp, sorry. Il fulcro del film è la faida tra sorelle regine (rossa vs bianca) ovvero la splendida Helena Bonham Carter contro un’evanescente Anne Hataway, che tanto gentile e tanto onesta pare, ma fa davvero la figura della gatta morta per le poche inquadrature che il regista le regala. I problemi di Alice in Wonderland sono numerosi: la storia non scorre, i dialoghi non incidono, non c’è pathos, i personaggi non comunicano empatia. Buono il cast, anche se in più di una occasione pare che i personaggi digitali recitino meglio di quelli umani, il ché non è un dettaglio trascurabile. Se la colonna sonora di Danny Elfman è eccellente e così pure può dirsi per l’aspetto visivo del film, in particolare riguardo alle scenografie, la regia di Burton va invece bocciata: poche idee, nessun guizzo e una scena del prefinale (la “danza” di Depp) che fa onestamente venire l’orticaria, forse é la peggiore trovata del regista. Insomma, Alice è un film riuscito a metà, ma visti i presupposti, la delusione c’è ed è pure cocente. Peccato.
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