adelson
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martedì 3 novembre 2009
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la medicina adatta per il dolore
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Veramente piacevole e divertente, è un regista non da segni di cedimento, anzi, la sua opera è sempre più seduttiva.
Se la semplicità è la vera forma della grandezza (F. De Sanctis) i suoi film ne sono l’esempio. Narrano con una leggerezza possibile solo a chi ha grande mestiere ed esperienza.
Questo film interrompe lo schema abituale della sua opera. Non appartiene ai film di sola regia come “Un'altra donna”, “Match point “ e molti altri. Fa parte, invece, delle opere legate alla sua maschera tipica: l’omino, il newyorchese, pieno di dubbi e conflitti interiori.
È la prima volta (mi sembra) che Allen usa un attore per rappresentare il suo personaggio. Boris è Sam, invecchiato e inacidito ma Boris è zoppo: nonostante il suo cinismo è alla ricerca d’affetto.
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Veramente piacevole e divertente, è un regista non da segni di cedimento, anzi, la sua opera è sempre più seduttiva.
Se la semplicità è la vera forma della grandezza (F. De Sanctis) i suoi film ne sono l’esempio. Narrano con una leggerezza possibile solo a chi ha grande mestiere ed esperienza.
Questo film interrompe lo schema abituale della sua opera. Non appartiene ai film di sola regia come “Un'altra donna”, “Match point “ e molti altri. Fa parte, invece, delle opere legate alla sua maschera tipica: l’omino, il newyorchese, pieno di dubbi e conflitti interiori.
È la prima volta (mi sembra) che Allen usa un attore per rappresentare il suo personaggio. Boris è Sam, invecchiato e inacidito ma Boris è zoppo: nonostante il suo cinismo è alla ricerca d’affetto. La vita è follia e l’affetto (pathos o amore che sia) sembra l’unica occasione per dare un significato all’esistenza. Se “funziona” è la medicina adatta per il dolore e, per Sam come per Allen, è la possibilità di esprimersi, con una macchina da presa o con un clarinetto: basta che funzioni!
Adelson
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francesco messina
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lunedì 2 novembre 2009
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funziona ben poco
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Boris Yelnikoff, esperto di fisica quantistica e ora tirannico insegnante di scacchi per ragazzini, si considera genio incompreso e acuto conoscitore dei meccanismi che regolano la vita, ma dopo essersi separato tenta, senza riuscirci, il suicidio. Incontra Melody, giovane statunitense del Sud fuggita da casa e da una madre oppressiva oltre ogni limite. La ragazza si piazza in casa sua, inizialmente quasi contro il volere di Boris il quale, trasmettendole le sue pessimistiche, perentorie e amare convinzioni, la spinge, senza volerlo, a innamorarsi di lui.
I due si sposano (!), ma l’arrivo a New York della madre di lei sconvolgerà la vita sentimentale di tutti i personaggi, per alcuni in positivo, per altri con risvolti del tutto paradossali, che tanto: “Basta che funzioni!” (Boris dixit).
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Boris Yelnikoff, esperto di fisica quantistica e ora tirannico insegnante di scacchi per ragazzini, si considera genio incompreso e acuto conoscitore dei meccanismi che regolano la vita, ma dopo essersi separato tenta, senza riuscirci, il suicidio. Incontra Melody, giovane statunitense del Sud fuggita da casa e da una madre oppressiva oltre ogni limite. La ragazza si piazza in casa sua, inizialmente quasi contro il volere di Boris il quale, trasmettendole le sue pessimistiche, perentorie e amare convinzioni, la spinge, senza volerlo, a innamorarsi di lui.
I due si sposano (!), ma l’arrivo a New York della madre di lei sconvolgerà la vita sentimentale di tutti i personaggi, per alcuni in positivo, per altri con risvolti del tutto paradossali, che tanto: “Basta che funzioni!” (Boris dixit).
Woody Allen abbandona Inghilterra e Spagna per tornare nell’amata Grande Mela, ma il prodotto finale è scarso.
Il protagonista, interpretato dall’attore, produttore e sceneggiatore Larry David, è di un’antipatia più unica che rara, al punto che è veramente arduo provare empatia per lui, e lo spettatore si ritrova a “tifare” affinché Melody (la tanto splendida quanto poco espressiva e credibile Evan Rachel Wood) lo lasci per qualcuno decisamente più giovane e vivo. E poiché l’obiettivo del regista, più o meno coetaneo di Boris, probabilmente non era questo, qualcosa non funziona, giusto per parafrasare il titolo.
L’impressione è che, se lo stesso Allen avesse vestito i panni di Yelnikoff, certe battute qualche “sorriso” in più (parlare di risate è impietoso quanto eufemistico) l’avrebbero anche strappato.
Nella seconda parte sono giusto le assurde vicende amorose dei genitori di Melody a sollevare, appena appena, la trama da una pochezza a tratti insostenibile.
Con la speranza che “Whatever Works” rappresenti soltanto un momentaneo buco nell’acqua in un oceano di buone opere, e non il simbolo di una splendida carriera giunta all’apice e ormai in parabola discendente, non resta che pronunciare, ricordando le perle di un passato forse remoto, o magari anche no, un benaugurante “Provaci Ancora, Woody!”
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[+] sì, insomma fa abbastanza pena questo film.,,
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stefano v
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giovedì 22 ottobre 2009
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bentornato a new york, woody!!!
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Ritornato nella sua New York Woody Allen ritorna esplosivo, realizzando un film che lascia per la stragrande maggioranza del tempo col sorriso sulle labbra.
Un uomo anziano misantropo e ipocondriaco, incontra per caso una ragazza che chiede l'elemosina decide di ospitarla per qualche ora ma finirà per sposarla, e questo e solo il principale dei diversi stravolgimenti nella vita dei personaggi.
Il monologo iniziale è degno di nota, e molte battute sono talvolta impercettibili!
Ogni volta che si vede un lungometraggio di woody Allen ci si fa sempre la stessa domanda, cosa c'è di lui nei personaggi e cosa è inventato?
Però a mio parere manca qualcosa in questo film, non rendendolo completo, ma solo un film ben fatto e piacevole da vedere.
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roberto77mds
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lunedì 19 ottobre 2009
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bellissime battutacce!
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Fantastico! bellissime le staffilate verbali di Boris Yelnikoff! riesci appena ad assimilarne una prima che ne arrivi una altra
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rumon
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domenica 18 ottobre 2009
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le "maschere" di mr. allen
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Woody Allen torna a New York e ci regala un film che sembra una commedia dell'arte, con dialoghi da sofisticated comedy. Se ne "La rosa purpurea del Cairo" era ricorso al cinema nel cinema, qui i personaggi si rivolgono, in vari momenti, compresi l'inizio e al fine, agli spettatori. I personaggi sono ancora le sue "maschere" newyorkesi: l'intellettuale snob, il razionalista ateo, la finta svampita dalla vitalità dirompente, l'arpia conservatrice. Ma poi questi personaggi recitano a soggetto, cioè reagendo in modo creativo e personale al canovaccio che la vita imbastisce con punti disordinati e, almeno apparentemente, caotici.
Ognuno ritrova la propria profonda umanità mettendosi in rapporto onesto con se stesso e con gli altri e aprendosi all'amore per la vita.
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Woody Allen torna a New York e ci regala un film che sembra una commedia dell'arte, con dialoghi da sofisticated comedy. Se ne "La rosa purpurea del Cairo" era ricorso al cinema nel cinema, qui i personaggi si rivolgono, in vari momenti, compresi l'inizio e al fine, agli spettatori. I personaggi sono ancora le sue "maschere" newyorkesi: l'intellettuale snob, il razionalista ateo, la finta svampita dalla vitalità dirompente, l'arpia conservatrice. Ma poi questi personaggi recitano a soggetto, cioè reagendo in modo creativo e personale al canovaccio che la vita imbastisce con punti disordinati e, almeno apparentemente, caotici.
Ognuno ritrova la propria profonda umanità mettendosi in rapporto onesto con se stesso e con gli altri e aprendosi all'amore per la vita.
Il cinico Allen non rinuncia al suo cinismo, ma esce dalla sacca di aridità, in cui potrebbe farlo finire un cinismo che si considerasse autosufficiente, riscoprendo la vita come occasione per manifestare l'amore che è dentro ognuno di noi. E proprio il suo benedetto, brillante cinismo consente di trarre questa lezione senza che vi si mischi nemmeno una goccia di melensaggine.
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luana
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sabato 17 ottobre 2009
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hanno tutti fifa di parlar male di allen
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Preferisco citare Dawkins un famoso biologo che ha scritto recentemente " L'Illusione di Dio". Perchè? Perchè se voglio leggermi una conferenza non vado al cinema a sentirmi la filosofia spicciola di Allen ( stracopiata) e illustrata come peggio non si potrebbe.Niente comicità.Niente ironia. A pizzichi e bocconi ci vengono riportate le crisi di panico e gli impulsi suicidari e la vita che procede fregandosene delle nostre intenzioni e sensazioni. Tutto in fretta; tutto superficializzato. E come al mercato Allen vende la ricetta "freudiana" ( Povero Freud ) del buon sesso frammisto al buon senso; di un' arte palesemente degradata a narcisistica fotografia dei propri amplessi o sguardi (non fa differenza).
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Preferisco citare Dawkins un famoso biologo che ha scritto recentemente " L'Illusione di Dio". Perchè? Perchè se voglio leggermi una conferenza non vado al cinema a sentirmi la filosofia spicciola di Allen ( stracopiata) e illustrata come peggio non si potrebbe.Niente comicità.Niente ironia. A pizzichi e bocconi ci vengono riportate le crisi di panico e gli impulsi suicidari e la vita che procede fregandosene delle nostre intenzioni e sensazioni. Tutto in fretta; tutto superficializzato. E come al mercato Allen vende la ricetta "freudiana" ( Povero Freud ) del buon sesso frammisto al buon senso; di un' arte palesemente degradata a narcisistica fotografia dei propri amplessi o sguardi (non fa differenza)..di una sputacchiera in cui una cosa vale l'altra. La buffonaggine vince. Beh io non ci sto. Non condivido la visione becera di Allen e riconosco che è legittima perchè è solo sua. Ma sentire questo coro di pecore belanti mi spiace di più perchè il senso critico ( che in fondo Allen insegna) mi pare totalmente sgominato da queste esultazioni ad personam.
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exult
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sabato 17 ottobre 2009
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un'esilerante ironica accusa al conformismo !
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DECISAMENTE SUBLIME.
UNA LETTURA DEI MODELLI DELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA IRONICA E NEL CONTEMPO PRAGMATICA.
STEREOTIPI RELIGIOSI E COMPORTAMENTALI RESI E TRADOTTI PERCIO'CHE IN REALTA' SONO:
-SOVRASTRUTTURE MENTALI CAPACI SOLO DI GENERARE IPOCONDRIACHE E INADEGUATE VISIONI DELLA VITA E DEGLI ESSERI UMANI.
E CERTO ,LA SEMPLICITA' DI QUELLO CHE E' LA RICERCA DEL TUTTO PERSONALE DELLA FELICITA'!
AL DI LA' DEI FORMALISMI, IN FONDO, IL FINE ULTIMO DELLA VITA RESTA QUELLO DELLA CONCEZIONE GRECO ANTICA: PANTA REI, (TUTTO SCORRE) NON INFICIATA DALLA VISIONE GIUDEO CRISTIANA CHE A QUESTA VITA VUOLE DARE UN SENSO E UNA DETERMINAZIONE!
E' L'IRONIA E LA CAPACITA' DI NON PRENDERSI SUL SERIO, PUR NELLA CONTRADDIZIONE DELLE CONTINUE ROBOANTI CITAZIONI E CONCETTI LA SALVEZZA DALLA MEDIOCRITA'!.
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DECISAMENTE SUBLIME.
UNA LETTURA DEI MODELLI DELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA IRONICA E NEL CONTEMPO PRAGMATICA.
STEREOTIPI RELIGIOSI E COMPORTAMENTALI RESI E TRADOTTI PERCIO'CHE IN REALTA' SONO:
-SOVRASTRUTTURE MENTALI CAPACI SOLO DI GENERARE IPOCONDRIACHE E INADEGUATE VISIONI DELLA VITA E DEGLI ESSERI UMANI.
E CERTO ,LA SEMPLICITA' DI QUELLO CHE E' LA RICERCA DEL TUTTO PERSONALE DELLA FELICITA'!
AL DI LA' DEI FORMALISMI, IN FONDO, IL FINE ULTIMO DELLA VITA RESTA QUELLO DELLA CONCEZIONE GRECO ANTICA: PANTA REI, (TUTTO SCORRE) NON INFICIATA DALLA VISIONE GIUDEO CRISTIANA CHE A QUESTA VITA VUOLE DARE UN SENSO E UNA DETERMINAZIONE!
E' L'IRONIA E LA CAPACITA' DI NON PRENDERSI SUL SERIO, PUR NELLA CONTRADDIZIONE DELLE CONTINUE ROBOANTI CITAZIONI E CONCETTI LA SALVEZZA DALLA MEDIOCRITA'!.
DEMISTIFICARE,ESORCIZZARE LA MORTE ATTRAVERSO UN COMPIUTO PESSIMISMO COSMICO CHE ALLA FINE INFONDE UN PURO E SEMPLICE OTTIMISMO DEL VIVERE SENZA SCHEMI E SOPRATTUTTO SENZA CONVINZIONI SE NON UNA :CHE QUEST'UMANITA' E' PROFONDAMENTE INCAPACE DI PROGREDIRE, SE NON TECNOLOGICAMENTE! .LE RELAZIONI INTERPERSONALI SONO E RESTANO INQUINATE DAGLI STEREOTIPI.
ED ECCO CHE NEL PROTAGONISTA S'INNESTA QUELLA SPECIE DI RIFIUTO DELL'IGNORANZA,DEL CONFORMISMO CHE A ME PERSONALMENTE RISULTA FAMILIARE E SIMPATICO, AD ALTRI PUO' APPARIRE ADDIRITTURA INACCETTABILE.
IN FONDO, COME DICE IL BUON VECCHIO E SAGGIO WOODY BASTA CHE FUNZIONI!
CERTO UNA COMMEDIA CHE TRAE L'ORIGINE DA UNA CONCEZIONE PURAMENTE SECOLARIZZATA E NON BIGOTTA DELLA SOCIETA'.
DOVE OGNUNO TROVI LA SUA FELICITA' ,COSI' "A CIASCUNO SECONDO I SUOI BISOGNI".
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william
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venerdì 16 ottobre 2009
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ben fatto
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fleda
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giovedì 15 ottobre 2009
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pietoso
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Questa brillante sceneggiatura io non l'ho proprio vista o meglio sentita. Sarà un problema di traduzione o sarà che Allen è un americano vale a dire con una cultura molto lontana dalla nostra ? O sarà che Allen come persona, ha anche il chiodo fisso del sesso che aumenta con l'età e che dilaga involgarendosi ? Che mi significa una madre bigotta che si trasforma in ninfomane o un padre che in due battute scopre di essere gay.Basta che funzioni a letto? Niente di originale in tutti i discorsi di contorno..gratta gratta sempre lì va a parare.Piccolo.Il messaggio estrapolato da questa buffonata di film è che la vecchiaia non migliora ma aumenta demenzialmente ciò che da sempre è sopito ed inelaborato.
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Questa brillante sceneggiatura io non l'ho proprio vista o meglio sentita. Sarà un problema di traduzione o sarà che Allen è un americano vale a dire con una cultura molto lontana dalla nostra ? O sarà che Allen come persona, ha anche il chiodo fisso del sesso che aumenta con l'età e che dilaga involgarendosi ? Che mi significa una madre bigotta che si trasforma in ninfomane o un padre che in due battute scopre di essere gay.Basta che funzioni a letto? Niente di originale in tutti i discorsi di contorno..gratta gratta sempre lì va a parare.Piccolo.Il messaggio estrapolato da questa buffonata di film è che la vecchiaia non migliora ma aumenta demenzialmente ciò che da sempre è sopito ed inelaborato.Che poi ci si veda della filosofia o dell'ironia (??!!) Allen mi sembra continua a parlarsi addosso e forse quando si dimentica di se stesso riesce pure a fare qualcosa di carino.Non in questo caso.
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billiebissi
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giovedì 15 ottobre 2009
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finalmente il woody delle commedie
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Finalmente il Woody delle commedie ( vedi Manatthan, Zelig etc.), dopo la pausa dedicata ai trhiller più o meno riusciti, Woody torna al suo genere preferito, e lo fa con un attore che gli somiglia tantissimo; se lo doppiava il povero Oreste non si sarebe notata la differenza. Bello, rilassante, educativo, geniale grazie Allen!
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