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dario
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domenica 20 dicembre 2009
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debole
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Un Woody Allen sottotono, ripetitivo, con poche idee. Solita direzione professionale (ma di mestiere) e qualche battuta fulminante, ma storia trascinata e poco efficace, alla ricerca di trovatine. La ragazza recita alla grande. Legnoso il protagonista. Nuoce il dolciastro di fondo.
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asterione
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sabato 19 dicembre 2009
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evviva new york
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Rispolverando la formula che gli ha regalato i maggiori successi, Woody Allen dipinge con semplicità e gusto da vendere un cinico romantico dalla battuta pronta, costringendolo a vivere le proprie nevrosi di fronte all'ingenua (e, diciamolo, stupida) ragazzetta di campagna; così facendo, però, smaschera impietosamente il suo nichilismo e sottolinea con forza come l'approdo epicureo dell'inutilità dell'azione umana (così come il tentativo di rinuncia alla vita) finisca per essere trasformato anch'esso in una delle tante maschere della città. Il clichè che dà il titolo al film (basta che funzioni) , rappresentato dalla limpidezza della giovane inquilina (a cui non è mai risparmiato l'assoluto disprezzo da parte del regista) diventa allora l'ultima e ben poco rassicurante risposta che possiamo permetterci, ahimè, sciupata dal finale lievemente melenso.
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Rispolverando la formula che gli ha regalato i maggiori successi, Woody Allen dipinge con semplicità e gusto da vendere un cinico romantico dalla battuta pronta, costringendolo a vivere le proprie nevrosi di fronte all'ingenua (e, diciamolo, stupida) ragazzetta di campagna; così facendo, però, smaschera impietosamente il suo nichilismo e sottolinea con forza come l'approdo epicureo dell'inutilità dell'azione umana (così come il tentativo di rinuncia alla vita) finisca per essere trasformato anch'esso in una delle tante maschere della città. Il clichè che dà il titolo al film (basta che funzioni) , rappresentato dalla limpidezza della giovane inquilina (a cui non è mai risparmiato l'assoluto disprezzo da parte del regista) diventa allora l'ultima e ben poco rassicurante risposta che possiamo permetterci, ahimè, sciupata dal finale lievemente melenso. Insomma ci sono tutti i temi toccati e ritoccati dal regista, l'incomunicabilità tra le persone, l'ipocrisia della loro vita quotidiana, la misoginia, l'impossibilità di conoscere davvero l'esistenza di un altro essere umano; tutto, nella forma semplice della commedia, metà broadway e metà teatro greco (ritorna anche il metacinema, con il protagonista che parla direttamente dentro la telecamera); un'altra lezione a chi cerca percorsi complicati per nascondere l'incapacità di dire al pubblico qualcosa di sensato. Una chicca, infine, il ritorno a Manhattan; da mott street al Greenwich, ovunque in mezzo ai cinesi, l'unica certezza che sembra avvolgere l'ingorgo di dubbi che popola la grande mela. [-]
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altryx
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giovedì 17 dicembre 2009
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capolavoro-------
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bellissimo film di woody allen, secondo me il suo miglior film. ottimi attori ottima sceneggiatura film mai lento sempre brillante e mai banale, invecchiando il grande woody ci sta regalando le migliori opere, tralasciando paranoie e forzature x raccontare storie.il film è una grande poesia, i personaggi riescono a tirar fuori cio che tengono assopito trovando finalmente la tanto agognata felicità trovata dal caso o fato.
film che non ha incassato il giusto ma woody fa film x noi non x loro.grazie di esistere, voto 9/10 geniale.
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asterione
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sabato 12 dicembre 2009
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evviva new york!!!!
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Un professore di mezza età che lavora alla Columbia insegnando meccanica quantistica tenta il suicidio perchè non riesce più a sentirsi parte del mondo in cui vive; lasciata famiglia e lavoro, dovrà convivere con un'adolescente scappata di casa dagli stati del sud. Rispolverando la formula che gli ha regalato i maggiori successi, Woody Allen dipinge con semplicità e gusto da vendere un cinico romantico dalla battuta pronta, costringendolo a vivere le proprie nevrosi di fronte all'ingenua (e, diciamolo, stupida) ragazzetta di campagna; così facendo, però, smaschera impietosamente il suo nichilismo e sottolinea con forza come l'approdo epicureo dell'inutilità dell'azione umana (così come il tentativo di rinuncia alla vita) finisca per essere trasformato anch'esso in una delle tante maschere della città.
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Un professore di mezza età che lavora alla Columbia insegnando meccanica quantistica tenta il suicidio perchè non riesce più a sentirsi parte del mondo in cui vive; lasciata famiglia e lavoro, dovrà convivere con un'adolescente scappata di casa dagli stati del sud. Rispolverando la formula che gli ha regalato i maggiori successi, Woody Allen dipinge con semplicità e gusto da vendere un cinico romantico dalla battuta pronta, costringendolo a vivere le proprie nevrosi di fronte all'ingenua (e, diciamolo, stupida) ragazzetta di campagna; così facendo, però, smaschera impietosamente il suo nichilismo e sottolinea con forza come l'approdo epicureo dell'inutilità dell'azione umana (così come il tentativo di rinuncia alla vita) finisca per essere trasformato anch'esso in una delle tante maschere della città. Il clichè che dà il titolo al film (basta che funzioni) , rappresentato dalla limpidezza della giovane inquilina (a cui non è mai risparmiato l'assoluto disprezzo da parte del regista) diventa allora l'ultima e ben poco rassicurante risposta che possiamo permetterci, ahimè, sciupata dal finale lievemente melenso. Insomma ci sono tutti i temi toccati e ritoccati dal regista, l'incomunicabilità tra le persone, l'ipocrisia della loro vita quotidiana, la misoginia, l'impossibilità di conoscere davvero l'esistenza di un altro essere umano; tutto, nella forma semplice della commedia, metà broadway e metà teatro greco (ritorna anche il metacinema, con il protagonista che parla direttamente dentro la telecamera); un'altra lezione a chi cerca percorsi complicati per nascondere l'incapacità di dire al pubblico qualcosa di sensato. Una chicca, infine, il ritorno a Manhattan; da mott street al Greenwich, ovunque in mezzo ai cinesi, l'unica certezza che sembra avvolgere l'ingorgo di dubbi che popola la grande mela.
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pucia
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mercoledì 2 dicembre 2009
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sempre il solito
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commedia ???? Bho, Woody fa sempre le stesse cose. I temi trattati sono sempre gli stessi. Sarà anche un genio come molti lo definiscono, ma deve cambiare copione, dopo decenni ha stancato.
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(di mrs hide)
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paolorol
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domenica 29 novembre 2009
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non c'è niente che funzioni
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Una vecchia sceneggiatura riesumata da qualche cssetto, le solite ossessioni del vecchio rottame/genio intellettuale polivalente che fa cadere ai propri piedi pulzelle scemotte ma avvenenti. I soliti spunti autobiografici che, attraverso l'ossessiva riproposizione, hanno finito per rendere ridicola l'interpretazione dellì ormai cadente Allen nel ruolo di tombeur de femmes. Stavolta ha perciò rinunciato a fare il protagonista, ma ha fatto, una volta tanto, malissimo, perchè l'antipatico David lo fa rimpiangere. La ragazzotta è una maschera senza vita, un'improbabile oca che accetta l'improbabile convivenza per avere un tetto, ma che poi si lascia facilmente sedurre dall'istrionico gigione.
Ed è così che le numerose valide battute, pur rappresentando al meglio lo humour ebraico, annegano in un mare di noia e prevedibilità.
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Una vecchia sceneggiatura riesumata da qualche cssetto, le solite ossessioni del vecchio rottame/genio intellettuale polivalente che fa cadere ai propri piedi pulzelle scemotte ma avvenenti. I soliti spunti autobiografici che, attraverso l'ossessiva riproposizione, hanno finito per rendere ridicola l'interpretazione dellì ormai cadente Allen nel ruolo di tombeur de femmes. Stavolta ha perciò rinunciato a fare il protagonista, ma ha fatto, una volta tanto, malissimo, perchè l'antipatico David lo fa rimpiangere. La ragazzotta è una maschera senza vita, un'improbabile oca che accetta l'improbabile convivenza per avere un tetto, ma che poi si lascia facilmente sedurre dall'istrionico gigione.
Ed è così che le numerose valide battute, pur rappresentando al meglio lo humour ebraico, annegano in un mare di noia e prevedibilità.
Solita fotografia che testimonia l'amore di Allen per la sua città, solita colonna sonora retro.
Abusata e disturbante l'dea metafilmica del dialogo in diretta degli interpreti col pubblico in sala, anche questa riciclata dai suoi vecchi capolavori.
Un film che non da piacere, che annoia e che ovviamente consiglio solo allo zoccolo duro dei suoi fans, fra i quali criticamente mi situo.
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don64
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martedì 24 novembre 2009
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film...simpatico
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Film commedie sempre del genere di woody allen.La trama regge lungo l'arco del film e complessivamnente e' simpatica.Voto 7
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fines112
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lunedì 16 novembre 2009
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funziona!!!
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toffee79
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sabato 7 novembre 2009
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bentornato woody
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Bentornato al Woody dei vecchi tempi.
Film esilarante e pieno di spunti di riflessione, realistico ed allo stesso tempo paradossale.
Bravi i protagonisti anche se si sente la mancanza di Woody attore.
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jumpingtoad
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giovedì 5 novembre 2009
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allen come non si ricordava da tempo
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Dopo aver sperimentato generi anche molto diversi tra loro, ecco riapparire W. Allen con il suo stile brillante, semplice e tagliente a cui sono affezionati i nostalgici di Io & Annie e Manhattan.
In una New York a dimensione di uomo chiunque può trovare il suo ego nascosto. Una giovane ragazza di paese conosce per la prima volta l'amore nelle sue più strane manifestazioni, la sua bigotta e villica madre si realizza in campo artistico e si lascia andare tra ben quattro braccia di bizzarri intellettuali dal tipico savoir-faire neworkese.
In fondo non è importante quello che razionalmente crediamo sia più appagante ed opportuno per noi stessi, l'importante... è che funzioni!
Tanta cinica ironia e molto sarcasmo sono di contorno ad una sceneggiatura brillante e piacevole.
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Dopo aver sperimentato generi anche molto diversi tra loro, ecco riapparire W. Allen con il suo stile brillante, semplice e tagliente a cui sono affezionati i nostalgici di Io & Annie e Manhattan.
In una New York a dimensione di uomo chiunque può trovare il suo ego nascosto. Una giovane ragazza di paese conosce per la prima volta l'amore nelle sue più strane manifestazioni, la sua bigotta e villica madre si realizza in campo artistico e si lascia andare tra ben quattro braccia di bizzarri intellettuali dal tipico savoir-faire neworkese.
In fondo non è importante quello che razionalmente crediamo sia più appagante ed opportuno per noi stessi, l'importante... è che funzioni!
Tanta cinica ironia e molto sarcasmo sono di contorno ad una sceneggiatura brillante e piacevole.
Funziona, ed anche bene!
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