francesco c.
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mercoledì 14 ottobre 2009
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basta che funzioni
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Allen torna a Manhattan per regalarci questa commedia dai toni cinici, divertenti, e fiduciosi nella possibilità di ottenere un po' di felicità nella nostra vita. Riprende molti dei suoi temi classici come religione, pessimismo esistenziale, paura della morte, accompagnati però questa volta da un'inedita luce di speranza pragmatica – Qualunque amore riusciate a dare e ad avere, qualunque felicità riusciate a rubacchiare, qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni! – .
Boris Yelnikoff (Larry David), ex professore di fisica quantistica alla Columbia University, dopo il (fallito) suicidio ed il (riuscito) divorzio da una moglie bella e ricca, trascorre ora il suo tempo lamentandosi di ogni cosa ed insegnando scacchi a dei ragazzini che non manca di insultare per i loro errori.
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Allen torna a Manhattan per regalarci questa commedia dai toni cinici, divertenti, e fiduciosi nella possibilità di ottenere un po' di felicità nella nostra vita. Riprende molti dei suoi temi classici come religione, pessimismo esistenziale, paura della morte, accompagnati però questa volta da un'inedita luce di speranza pragmatica – Qualunque amore riusciate a dare e ad avere, qualunque felicità riusciate a rubacchiare, qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni! – .
Boris Yelnikoff (Larry David), ex professore di fisica quantistica alla Columbia University, dopo il (fallito) suicidio ed il (riuscito) divorzio da una moglie bella e ricca, trascorre ora il suo tempo lamentandosi di ogni cosa ed insegnando scacchi a dei ragazzini che non manca di insultare per i loro errori. Come è tipico dello stile alleniano questo personaggio è caratterizzato da una sostanziosa dose di eccentricità e di fissazioni – Non sai che cantare due volte “Tanti auguri a te” mentre ti lavi le mani aiuta ad eliminare i germi? – .
Melody (Evan Rachel Wood), una giovane, bella, e straordinariamente sempliciotta, ragazza del Mississippi scappata di casa, incontra Boris e gli domanda ospitalità. Lui dopo averla riempita di frasi acide acconsente a farla salire, ma solo per qualche minuto. Dopo qualche mese i due si sposano.
Arriva anche la madre di lei, col suo bagaglio di preghiere condite con l'eloquio da “contadina” del Mississippi. Non ci vorrà molto però, per la vita artistico-alternativa di Manhattan, a trasformare quella donna religiosa di “sani principi” in una fotografa di nudi che vive che con due uomini. Poco dopo giunge il padre (che aveva lasciato la moglie per la sua migliore amica), anch'egli fervente cristiano – Ma perché tutti gli psicotici religiosi vengono a casa mia? – che finirà poi per fidanzarsi con un uomo.
Melody conosce, grazie alla madre in veste di eccezionale agenzia matrimoniale, un giovane e seducente attore di cui si innamora. Lascia Boris che decide, per la seconda volta, di suicidarsi. – Ci credereste? Ho fallito due volte! – Atterra infatti addosso ad una ragazza, con la quale a seguito dell'evento si fidanzerà.
Infondo, tra chi convive con due uomini e chi ha scoperto di essere omosessuale, tra chi sta con la donna addosso alla quale è caduto gettandosi dalla finestra e chi vive un amore giovanile, l'importante non è cosa sia giusto o sbagliato, o se quello sia o meno il miglior destino al quale si potesse aspirare, l'importante è essere felici, anche se per un attimo, l'importante è che funzioni!
Sebbene spesso Allen abbia il vizio di scrivere parti per se stesso e farle poi interpretare ad altri, con conseguenti realizzazioni inefficaci e forzate (si pensi ad esempio a Will Ferrell nel ruolo di Hobie in Melinda e Melinda), in questo Basta che funzioni Larry David è semplicemente sublime e perfettamente in accordo con la figura creata dal regista newyorkese. Molto valida è inoltre l'interpretazione della giovane e promettente Evan Rachel Wood, capace di dare al personaggio di Melody contemporaneamente un tócco di stupidità e di fascino.
Sono da sottolineare inoltre i dialoghi di Boris con lo spettatore, un espediente certamente non nuovo nella filmografia di Woody Allen (vi siamo abituati fin da Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso) ma che è comunque efficacie e conferisce una dimensione più personale al rapporto pubblico-opera cinematografica.
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mary22
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mercoledì 14 ottobre 2009
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intelligente e pessimista
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Con i tempi e la struttura di una piece teatrale a mio parere questo film va visto come un gioco e un esperimento..vale a dire così dovrebbe andare la vita.ma se ci remiamo contro con tutte le nostre paure e credenze..finisce che ci perdiamo quel "poco" che potremmo concederci...peggio che ce la complichiamo inutilmente perchè l'unico sapere è quello di non sapere. In questo senso il caso e la fortuna vanno viste come un'abbandonarsi alle sfide e alle occasioni.Alla curiosità di esplorare.La filosofia di vita che ne emerge sarebbe:" Siamo tutti microbi e dunque viviamoci la la nostra bella vita da microbi" Più facile a dirsi che a farsi e anche impossibile disfarsene ..e qui emerge il pessimismo il terrore panico.
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Con i tempi e la struttura di una piece teatrale a mio parere questo film va visto come un gioco e un esperimento..vale a dire così dovrebbe andare la vita.ma se ci remiamo contro con tutte le nostre paure e credenze..finisce che ci perdiamo quel "poco" che potremmo concederci...peggio che ce la complichiamo inutilmente perchè l'unico sapere è quello di non sapere. In questo senso il caso e la fortuna vanno viste come un'abbandonarsi alle sfide e alle occasioni.Alla curiosità di esplorare.La filosofia di vita che ne emerge sarebbe:" Siamo tutti microbi e dunque viviamoci la la nostra bella vita da microbi" Più facile a dirsi che a farsi e anche impossibile disfarsene ..e qui emerge il pessimismo il terrore panico. il ritratto impietoso dell'umanità .Fa dire infatti a Melody oramai svezzata " Saremo pure vermetti..ma siamo tutti terrorizzati" E poi la differenza tra follia e normalità non è proprio quella sul FUNZIONARE o meno? ". Non ho visto per niente un ego spropositato di Allen nè arrroganza. Tutt'altro C'è molta autoironia e tristezza nel suo personaggio. Lui regista della storia che ci presenta ..è all'interno della stessa scena per condurci laddove vuole arrivare e si presenta come malato e mancante di qualcosa ( zoppica..dunque è il saggio che lo sa). Tante sono le sottigliezze. Il contrasto e la ricerca di armonia tra cuore e ragione che poi è l'emblema della stessa unione con Melody pura vitalità e Boris solo ragione. Perfetta Patricia Clarkson..ho trovato davvero comica SOLO la sua performance.
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edward teach
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lunedì 12 ottobre 2009
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brutto
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Come ha scritto Dodo piu' sotto e' il film di un signore con un ego spropositato; e francamente io ci vedo anche di peggio in questa trama assurda che parla di una brutta storia di amore fra una ragazza molto carina che viene sadicamente rappresentata ne' piu' ne' meno che come una ritardata mentale e un meschino signore di 60 brutto,senza soldi,antipatico e che va avanti a viagra. Da questo e da tanti altri dettagli volontari e involontari esce fuori una cattiveria, un'amarezza,una mancanza di affettivita',una mancanza di scrupoli (il titolo,Basta che funzioni nel film diventa sempre di piu': basta che MI faccia star bene e poi chissenefrega)e soprattutto un curioso atteggiamento di disprezzo verso lo spettatore che tutto sommato, visto che se ne sono accorti in troppo pochi, quasi quasi,dal suo punto di vista di rancoroso ex outsider oggi perfettamente inserito e alla moda, e' pure giustificato.
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Come ha scritto Dodo piu' sotto e' il film di un signore con un ego spropositato; e francamente io ci vedo anche di peggio in questa trama assurda che parla di una brutta storia di amore fra una ragazza molto carina che viene sadicamente rappresentata ne' piu' ne' meno che come una ritardata mentale e un meschino signore di 60 brutto,senza soldi,antipatico e che va avanti a viagra. Da questo e da tanti altri dettagli volontari e involontari esce fuori una cattiveria, un'amarezza,una mancanza di affettivita',una mancanza di scrupoli (il titolo,Basta che funzioni nel film diventa sempre di piu': basta che MI faccia star bene e poi chissenefrega)e soprattutto un curioso atteggiamento di disprezzo verso lo spettatore che tutto sommato, visto che se ne sono accorti in troppo pochi, quasi quasi,dal suo punto di vista di rancoroso ex outsider oggi perfettamente inserito e alla moda, e' pure giustificato...
E' una mia impressione personale ma Woody Allen mi da' l'idea di una persona brutta dentro; ma e' una mia idea.
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lunetta
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domenica 11 ottobre 2009
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genere documentario-satirico?
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Sono in disaccordo con quasi tutto il pubblico, ma d'accordo con "di dodo": è un film ispirato tutto dall'egocentrismo del protagonista Boris/Woody. Troppo sicuro di sè quando si rivolge al pubblico in sala, sembra quasi che Woody si sia convinto di essere "il migliore". I dialoghi sono belli, ma molto costruiti; l'attore ha gli occhi di Woody, ma si sente la mancanza del "genio". E' un film sterile, che non suscita emozioni di alcun tipo, se non qualche sporadica risatina: è vero, tornati a casa dal cinema è già dimenticato. Ciò che ho sempre amato in woody allen: la capacità di parlare, contemporaneamente, alla mente e al cuore, suscitando ilarità, emozioni, interesse, a volte perfino commozione, e tutte allo stesso tempo, con una stessa frase o con un'unica scena.
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Sono in disaccordo con quasi tutto il pubblico, ma d'accordo con "di dodo": è un film ispirato tutto dall'egocentrismo del protagonista Boris/Woody. Troppo sicuro di sè quando si rivolge al pubblico in sala, sembra quasi che Woody si sia convinto di essere "il migliore". I dialoghi sono belli, ma molto costruiti; l'attore ha gli occhi di Woody, ma si sente la mancanza del "genio". E' un film sterile, che non suscita emozioni di alcun tipo, se non qualche sporadica risatina: è vero, tornati a casa dal cinema è già dimenticato. Ciò che ho sempre amato in woody allen: la capacità di parlare, contemporaneamente, alla mente e al cuore, suscitando ilarità, emozioni, interesse, a volte perfino commozione, e tutte allo stesso tempo, con una stessa frase o con un'unica scena. Tutto questo quì non c'è: non c'è EMOZIONE, di nessun tipo. Woody è invecchiato troppo?
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cappellaio matt.o
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sabato 10 ottobre 2009
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sia chiaro non fa ridere, ma fa sorridere e questa non è una brutta cosa!
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tichy90
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sabato 10 ottobre 2009
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cinicamente esilarante ^^
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Grazie all'abilità del regista e all'interpretazione di un cast come sempre ben studiato, il film è tutta una risata dall'inizio alla fine, è il risultato della scintilla del genio del cinismo.
Un film che diverte ma che lascia ampio spazio ad eterne riflessioni.
Un film intelligente, un film da vedere.
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il conformista
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giovedì 8 ottobre 2009
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sta tutto nella scrittura geniale!
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Stavolta Woody con un budget limitato per poter girare di nuovo a New York, ha fatto un film tutto basato sul suo repetorio classico, di humor ebraico e nevrosi newyorkesi. E' fantastico, è un piccolo film, ma fa ridere, fa ridere di un humour intelligente, colto. In sala, la gente rideva! RIDEVA! Il budget ha penalizzato lo sfruttamento di attori celebri, ha usato una giovane attrice molto dotata, come Rachel Wood e una attrice meno giovane, molto dotate in una parte divina (Patricia Clarkson) e pazienza se il nostro protagonista è sconosciuto, pazienza se i costumi sono orribili, la fotografia giallina che cambia anche nelle stessa inquadratura montata, il film è pieno di trovarte, allegro e simpatico.
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Stavolta Woody con un budget limitato per poter girare di nuovo a New York, ha fatto un film tutto basato sul suo repetorio classico, di humor ebraico e nevrosi newyorkesi. E' fantastico, è un piccolo film, ma fa ridere, fa ridere di un humour intelligente, colto. In sala, la gente rideva! RIDEVA! Il budget ha penalizzato lo sfruttamento di attori celebri, ha usato una giovane attrice molto dotata, come Rachel Wood e una attrice meno giovane, molto dotate in una parte divina (Patricia Clarkson) e pazienza se il nostro protagonista è sconosciuto, pazienza se i costumi sono orribili, la fotografia giallina che cambia anche nelle stessa inquadratura montata, il film è pieno di trovarte, allegro e simpatico.
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jos_d
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giovedì 8 ottobre 2009
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sarcastico, irriverente, ma soprattutto demenziale
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Sarcastico, irriverente, eccessivo, ma soprattutto demenziale. Woody Allen
-che non fa mistero del suo non riuscire ad affrontare la vecchiaia con serenità- spara a zero su tutto e tutti, cercando di demolire ogni convenzione sociale, ogni modo di essere e di fare dettato dalla tradizione in nome di un libertinismo sessuale che non guarda all’età , alla religione né tanto meno al sesso di chi si ama: basta che funzioni, appunto. Il problema però non sta tanto nel messaggio che, sebbene forse troppo radicale, rappresenta comunque un punto di vista legittimo. Il punto è invece che è la sceneggiatura a non funzionare, presentando dei personaggi così estremizzati da dare vita a dialoghi e situazioni assolutamente demenziali, ben lontani da quello stile intelligentemente ironico che ha fatto grande Woody Allen: si ride poco, si sbuffa spesso.
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Sarcastico, irriverente, eccessivo, ma soprattutto demenziale. Woody Allen
-che non fa mistero del suo non riuscire ad affrontare la vecchiaia con serenità- spara a zero su tutto e tutti, cercando di demolire ogni convenzione sociale, ogni modo di essere e di fare dettato dalla tradizione in nome di un libertinismo sessuale che non guarda all’età , alla religione né tanto meno al sesso di chi si ama: basta che funzioni, appunto. Il problema però non sta tanto nel messaggio che, sebbene forse troppo radicale, rappresenta comunque un punto di vista legittimo. Il punto è invece che è la sceneggiatura a non funzionare, presentando dei personaggi così estremizzati da dare vita a dialoghi e situazioni assolutamente demenziali, ben lontani da quello stile intelligentemente ironico che ha fatto grande Woody Allen: si ride poco, si sbuffa spesso.
Sopravvissuto ad un (patetico) tentativo di suicidio, Boris Yelnikoff (Larry David), ultrasettantenne newyorkese con un brillante passato da fisico -“c’è mancato poco che vincessi il Nobel”, ripete spesso con orgoglio”-, cinico e depresso, ritrova la serenità grazie ad una (improbabile) relazione con una ragazzetta del sud di nome Melodie (Evan Rachel Wood), poco istruita ma assai estroversa ed amorevole. Non durerà, ma nel frattempo entrano in scena uno alla volta i genitori di lei, altri due tipicuriosi che nel corso del film finiranno per capovolgere completamente il proprio modo di essere.
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[+] demenzialità con passaporto intellettuale
(di dodo29186)
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[+] non è un film che fa ridere
(di mary22)
[ - ] non è un film che fa ridere
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gibigi
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lunedì 5 ottobre 2009
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il migliore woody allen
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è tornato il Woody Allen di "Io e Annie", le battute argute, il sarcasmo elegante, una godibilità piena dal primo all'ultimo minuto, titoli in coda compresi!
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paola d. g. 81
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lunedì 5 ottobre 2009
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il "relativismo positivo"
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Con questo film ho scoperto Woody Allen, del quale avevo visto finora solo "Manhattan", ed è stata una bellissima sorpresa. Certo, non siamo di fronte a un umorismo "facile": credo che apprezzare o no questo film sia una questione molto soggettiva. Per quanto mi riguarda, tuttavia, ho trovato "Basta che funzioni" geniale e divertente. Boris è troppo cinico e ipocondriaco per essere preso sul serio, così come non può essere preso sul serio nessuno degli altri personaggi, e in questo si rivela lo spirito ironico ed autoironico dell'intero film. Allen è tornato alle origini, all'amata New York, con un tocco di leggerezza e un "relativismo positivo" che lascia aperte molte strade e ti fa uscire dal cinema con un sorriso.
[+] relativismo positivo...
(di melania)
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