About Elly |
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Un film di Asghar Farhadi.
Con Golshifteh Farahani, Taraneh Alidoosti, Mani Haghighi, Shahab Hosseini, Merila Zare'i.
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Titolo originale Darbareye Elly.
Drammatico,
durata 119 min.
- Iran 2009.
- Mediaplex Italia
uscita venerdì 18 giugno 2010.
MYMONETRO
About Elly
valutazione media:
3,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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"L'avventura" sul mar Caspiodi Paola Di GiuseppeFeedback: 25414 | altri commenti e recensioni di Paola Di Giuseppe |
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martedì 6 luglio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Elly è il corpo estraneo all'interno di un gruppo (tre giovani coppie medio borghesi,buoni studi insieme,bambini ben curati e saputelli,e Amadh, il divorziato)è la maestra d’asilo di una delle bambine,invitata da Sepideh,animatrice della comitiva.Il piano è “combinare” l’incontro di Elly con Amahd,abbandonato dalla moglie tedesca. In Fireworks del 2006 Farhady aveva creato Rouhi, giovane domestica chiamata per aiutare nelle pulizie di casa e catapultata al centro di una crisi coniugale che le svela un mondo di miseria umana insospettato. Entrambe sono il reagente di situazioni che esplodono improvvise,il caso innesca la miccia e le esplosioni a catena lasceranno il terreno pieno di macerie. Una giovane donna sparì fra gli scogli del Mediterraneo tanti anni fa,ne L’avventura di Antonioni,qui siamo sul Mar Caspio,sparisce la dolce e silenziosa Elly,il mistero avvolge la sua scomparsa,forse mentre faceva volare l’aquilone ha visto uno dei piccoli in pericolo fra le onde o forse è andata via,in fondo voleva partire prima, qualcosa la turbava,ma Sepideh, ah le donne quando fanno un piano! le aveva nascosto il borsone. E perché il suo cellulare è nella borsa di Sepideh? Non è un noir, non è un thriller,eppure la tensione che sale da metà film è insopportabile. Come di fronte alle calde acque del Mediterraneo,anche qui l’incomunicabilità alza la sua nebbia davanti ad un mare da subito ostile, minaccioso,ma questo è un Iran sospeso tra occidente e oriente,e se non bastasse l’eterno chador che sembra incollato sulla testa delle donne,ce lo direbbe la gestualità carica,esuberante, quel dinamismo motorio che a tratti scatena danze e risate che noi occidentali facciamo un po’ fatica a capire. Quanto al resto,però,l’omologazione è a buon punto,le donne sono belle,slanciate ed emancipate quanto basta, indossano jeans e guidano fuoristrada.Nessuno stereotipo abusato,nessun sotto testo esibito. Eppure le sovrastrutture crollano come un castello di carte,ci sono regole che riemergono,c’è un regime teocratico che detta la morale e i ruoli tra i sessi,mentire è un obbligo,anche dove non c’è niente da nascondere, bisogna insegnare anche ai bambini a farlo bene. Solo nella cruda evidenza di un obitorio,là dove tutte le finzioni devono crollare per forza,il lavoro di demolizione delle maschere finirà. Sottigliezze di regia nel creare spiazzamento e disagio nello spettatore,una fotografia che insiste sui filtri di un grigio/azzurro raggelante,inquadrature e movimenti di scena molto teatrali,primi piani e soggettive (in particolare le scene acquatiche) che richiedono una buona apnea da parte di chi assiste. Forse un po’ lento nella prima parte,un’insistenza eccessiva nel descrivere,prende pienamente quota nella seconda. Accuse,sospetti,insofferenze, incapacità di comprendersi,gioco perverso delle responsabilità che si rimpallano dall’uno all’altro,intorno alla scomparsa della Elly tra le onde si accumula un campionario di comportamenti che smantellano tutte le sovrastrutture di una modernità più esibita che autentica,scoprendo su quale fragile equilibrio si viva il rapporto con gli altri e,perché no? con sé stessi. Donne determinate, sicure di sé,convivono con uomini infiacchiti,che sembrano accettarle come compagne fino a quando la criticità del momento riporta a galla vecchi codici di comportamento e la violenza esplode,con le parole e, se non basta, con i fatti.Ma poi tutto torna come prima. Un film che scopre le carte e lascia turbati,pensierosi.
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